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mercoledì 27 nov
  • Studentessa impegnata e insegnanti severi

    Ha destato una certa eco a Palermo il sei in condotta comminato ad una studentessa quindicenne dagli insegnanti del suo istituto per l’attivismo svolto in occasione della recente protesta scolastica. Lo scrittore e giornalista Roberto Alajmo ne ha fatto oggetto su La Repubblica di un lucido intervento.
    Da parte mia una breve riflessione. Forse il sei in condotta non pregiudicherà l’esito dell’anno scolastico della ragazza; comunque costituisce un serio avvertimento per uno studente, o studentessa, che sente molto l’impegno e partecipa attivamente alle azioni della protesta scolastica.
    Credo che gli insegnanti non abbiano valutato appieno l’opportunità e i possibili effetti di un simile provvedimento (peraltro in odore di discriminazione) sulla psicologia dell’allieva, sì in possesso di una certa personalità, ma fragile per la sua età.
    Il concetto di educazione da inculcare e da applicare nelle scuole ha molte sfaccettature; purtroppo l’ordinamento scolastico attuale non incoraggia e non guida gli insegnanti nel loro rapporto educativo con gli allievi. Fior di studiosi, Umberto Galimberti tra questi, addirittura negano l’esistenza stessa (non per colpa deli insegnanti) di questo rapporto nella scuola: dicono che essa istruisce ma non educa. Il voto in condotta teoricamente può essere uno dei mezzi educativi in mano agli insegnanti, ma se a monte c’è il vuoto di formazione di una coscienza umana e civile dell’allievo e non è erogato con grande oculatezza rischia di trasformarsi piuttosto in una punizione sterilmente dannosa.

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  • 14 commenti a “Studentessa impegnata e insegnanti severi”

    1. Mi sa di aver capito di chi si tratta; se Alajmo la conoscesse, se l’avesse avuta in classe anche per un solo quarto d’ora, avrebbe votato per il 5 in condotta. Non è solo il fatto dell’occupazione: è il comportamento generale tenuto dall’allieva che ha comportato il voto in condotta. E certamente non per motivi “politici” ma per mancanza di buona educazione…!
      Meditate gente, meditate…

    2. Purtroppo oggi in Italia nessuno pensa alla opportunità che “non c’entri niente la politica”. I ragazzi a Roma potevano sfasciare le auto perchè “è segno di malcontento”, a Genova si potevano usare spranghe perchè “erano contro i fascisti”, i polizziotti possono rompere un braccio perchè “era di un comunista” e così via. Si giustifica tutto. E quindi si de-responsabilizzano tutti. Nessuno ha colpa in Italia.

    3. Gli insegnanti di Palermo sono fatti così. Predicano bene e razzolano male.

    4. Se ha avuto 6 in condotta hanno fallito gli insegnanti nella loro “missione”. Continua a funzionare il sistema “bocciala e fagli cambiare scuola” della maggior parte dei cosiddetti insegnanti di Palermo.

    5. Le generalizzazioni sugli insegnanti, così come su qualsiasi categoria sociale, sono inopportune e, a mio avviso, stupide.
      In sede di consiglio certe decisioni, soprattutto quelle che possono avere una certa eco mediatica, non vengono certamente prese alla leggera o per motivi puramente politici; anzi, in genere, quando è necessario prendere decisioni ‘forti’ non c’è accordo tra gli insegnanti e molto spesso si preferisce fare un passo indietro, piuttosto che sollevare gravosi polveroni. Per essere frutto dell’unanimità di tutti i docenti, questa scelta deve essere stata ben ponderata e certamente non dovuta ad una sola motivazione.
      Io non sono un’insegnante, ma sono giovane. Forse è il caso di fare un bel tour delle scuole italiane e vedere in che condizioni i docenti devono lavorare, prima di abbandonarsi ai luoghi comuni, no?

    6. Sicuramente no, e prima di definire stupido un intervento altrui ci penserei. Diciamo almento che è un’altra posizione, ancorchè discutibile, ma sempre una posizione. Io non generalizzo, ma conoscendo l’argomento, le garantisco la non imparzialità dei Consigli di classe, i poteri forti di taluni insegnanti diciamo così “dominanti”. Conosco Presidi che hanno risposto ai genitori di “non poterci fare niente” e “sa com’è quell’insegnate”. La prego mi creda. La missione di un’insegnante sarebbe quella di recuperare i peggiori, ma fanno esattamente al contrario finendo anche “consapevolmente” per alimentare le “scuole private” che poi contestano difendendo la scuola pubblica.
      Ritorniamo al “6 e mandalo avanti” dei miei tempi e non ci saranno più scuole private.
      Grazie

    7. ma se a monte c’è il vuoto di formazione di una coscienza umana e civile dell’allievo… ma rendiamoci conto che questa formazione deve inanzi tutto essere “erogata” dalla famiglia(soggetto, oggi, in grande crisi)
      poco possono fare i docenti se l’allievo è “vastaso”

    8. @ MAX I° … quindi che facciamo, gli studenti le cui famiglie non “erogano” coscienza e conoscenza si ghettizzano e, meglio, si cacciano dalle scuole statali.
      Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.(Don Milani)

    9. @Fabio: Non torno indietro rispetto la mia posizione, anche perché resto convinta che la varietà delle situazioni, delle persone coinvolte (docenti, studenti, famiglie), è tale che dobbiamo sempre essere cauti nell’assegnare certi giudizi. La ‘stupidità’ che può averti offeso (cosa che mi dispiace, sinceramente) è riferita alla prassi troppo comoda e poco produttiva di associare tutti i possibili comportamenti ad un unico trend, per cui “i ragazzi di oggi sono così…”, “i professori non sanno fare…”, ecc. Un tipo di pregiudizio che non porta a nessun vantaggio o miglioramento e assai lontano dalla realtà delle singole situazioni.
      Le scuole di Palermo sono molto diverse l’una dall’altra: un liceo del centro affronta un certo tipo di problemi, che saranno sempre diversi rispetto a quelli di una Media della Zisa, per esempio. Il mio consiglio è di valutare i singoli contesti: in questo caso, ripeto, la scelta del consiglio è troppo forte per essere semplicemente il segno di una rinuncia.
      E penso poi che oggi si ha troppa paura delle punizioni severe, che offendono i genitori e non vengono comprese dai ragazzi, ma che in casi eccezionali sono l’unico vero modo per formare.

    10. Ovviamente i pregiudizi contro gli insegnanti cattivi si sprecano! Ripeto: conosco il caso in oggetto… non mi stupisce che la signorina in questione e la sua famiglia abbiano voluto cercare un po’ di pubblicità sul sei in condotta che, per inciso, non è stato l’unico dell’istituto.
      La scuola prende atto di carenze educative (nel senseo che se l’alunno è vastaso non puoi fare nulla) e nella fattispecie non si è trattato solo dell’essersi esposta nel corso dell’occupazione.

    11. non conosco la persona in particolare quindi non posso dare giudizi..però l’articolo ne fa una questione generale della scuola, e nella mia esperienza i capibanda delle manifestazioni sono capibanda e basta che trovano nelle manifestazioni etc libero sfogo alla loro personalità.

    12. Caspita, ma proprio non ci siete stati giovani studenti ………………… e che è…. capibanda, la scuola prende atto di carenze educative, ………….ma mi faccia il piacere mi faccia 🙂

    13. Ma non vi viene il sospetto che magari quel 6 se l’è meritato??

    14. infatti Enza,è quello che cerco di dire fin dal primo commento! e poi il fatto che la notizia sia giunta ai giornali, mi puzza di voglia di protagonismo!

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