Cronaca e foto
Cronaca dai quotidiani locali. Ampio spazio dedicato ad un episodio estortivo legato alla compravendita di un terreno a Carini.
Segue la pubblicazione delle foto degli estortori ma non quella di chi quell’estorsione l’ha accettata.
L’ovvietà e la ragionevolezza impongono di sottolineare che il pizzo non si subisce, si accetta.
Forse, a torto o a ragione, resiste ancora l’idea che pagare il pizzo – mettersi a posto! – non sia tanto un reato, quanto invece una sorta di tassa aggiuntiva che viene, anche inconsapevolmente, messa nel conto.
Non esistono vittime, in questi rapporti contorti ed illegali. Esistono solo persone che decidono, liberamente e coscientemente, di mettersi dalla parte sbagliata.
Quella minoranza, che non accetta questa visione distorta delle cose, viene additata come persona fuori dall’ordinario: un eroe. D’altro canto, non potrebbe essere diversamente.
Abbiamo ancora bisogno di eroi? Pare di sì.
Sarebbe opportuno, però, poter vedere in faccia, in foto sui giornali, tutte e due le facce della stessa medaglia.
Le due facce che, va detto, non sono migliori o peggiori l’una dell’altra. L’una non esisterebbe senza l’altra. È tutto qui. Tutto semplicemente banale, direi.
L’idea che fa da sottofondo a tutte queste storie – che si susseguono da decenni e che andranno avanti per chissà quanto – è che la persona avvicinata per una richiesta di pizzo, sia alla fine un inerme.
Non è così. Esempi come quello di Libero Grassi ci ricordano che è possibile percorre un’altra strada. La strada della legalità. Forse se questa strada fosse stata, fosse, la normalità scelte come quella di Libero Grassi non avrebbero avuto, come conclusione, morte e dolore.
e quindi? O_O
comunque sì sono d’accordo
Mai vista una banalizzazione così stupida di un problema talmente grosso e articolato.
@pietro: scrivo solo di un dettaglio, infatti…nulla di più
cosa intendi con “dettaglio”?
@Pietro:se leggi il “dettaglio” riguarda il fatto che c’è la foto degli estorsori ma non quella di chi l’estorsione l’ha subita.
Cristina mi perdonerà ma preferisco non a caso ancora usare il termine “subita” e non “accettata” come suggerisce lei, in fondo non è così semplice prendere come esempio una figura come Libero Grassi, e percorrere la sua strada, considerando la “..conclusione, morte e dolore”.
Francesco ti ringrazio, vorrei però sapere (da Cristina se possibile) cosa intendesse… io parlo di banalizzazione di un problema ampio perché mi sembra che si parta da un “dettaglio” (cioè un episodio specifico) per giungere ad una critica “generale” applicabile a tutti i casi di estorsione – o questo almeno almeno mi sembra l’intento (folle) del pezzo.
Se ho capito bene, allora certe osservazioni fatte da Cristina mi sembrano quantomeno superficiali. Se invece ho capito male, cioè si parla dell’episodio specifico senza voler tracciare una auspicabile via da seguire in tutti i casi di cronaca riguardanti il racket, vorrei sapere perché in questo caso sarebbe giusto mettere le foto di chi paga… e con questo intendo motivazioni concrete, senza disturbare gli eroi e le minoranze.
@pietro: intendo per dettagli, le foto sulle pagine di cronaca. non intendevo certo fare un trattato sul racket delle estorsioni, è ovvio. tutto qui. critico, nella mia assoluta ovvietà certo, il fatto in se. punto. infine, caro pietro, che dirti… questo ho scritto e sono certa che perdonerai tutte quante le mie ovvietà! Buona giornata! Visto che sole??
Purtroppo cara Cristina il sole siciliano non posso vederlo perché abito lontano dalla nostra isola… comunque ti ringrazio per l’augurio di buona giornata e lo ricambio cordialmente 🙂
spero tu non te la prenda se ti critico, ma ciò che hai scritto non lo trovo affatto ovvio, anzi tutto il contrario… non ho ancora capito perché dovrebbero essere pubblicate le foto di quelli che hanno “subito” (perché la subiscono, di certo non la cercano) l’estorsione: posso capire che in qualche modo stiano venendo meno al loro dovere civico e morale di “tirare su la testa”, ma essere messi sullo stesso piano dell’estortore mi sembra un errore madornale.
Dici “Esistono solo persone che decidono, liberamente e coscientemente, di mettersi dalla parte sbagliata.” Io non credo che quando si subiscono minacce e conseguenti ritorsioni reali si possa parlare di assoluta “libertà di scelta”, mi sembra ingiusto. Sia chiaro: sono d’accordo nel pensare che l’unica maniera per cambiare le cose sia reagire e impegnarsi nella difesa dei propri diritti di cittadino. Condannare indistintamente chi non lo fa mi sembra però meschino, superficiale e assolutamente irrispettoso della dignità di chi si trova davanti a scelte pesanti come macigni.
Mi auguro di ricevere questa volta un chiarimento concreto da parte tua e non un semplicistico “questo ho scritto”, se no non capisco proprio “perché” lo hai scritto… (con il confronto crescono le idee, non solo con la loro sterile esposizione… no?)
Questa delle foto era, e rimane, una semplificazione. Me lo chiedevo, ieri, leggendo il giornale. Certo, posso solo immaginare il terrore, la paura, nell’istante in cui ti vengono fatte determinate richieste. La comprensione, la vicinanza umana, non credo possano lasciare spazio – almeno nn troppo, ecco – all’oggettività del dato. Ti viene fatta una “richiesta”, e per quanto possa essere doloroso, mi pare che l’unico modo per rispondere in maniera dignitosa sia quello di rifiutare e denunciare immediatamente. E mi rendo conto perfettamente di che cosa possa significare in termini personali. Non mi pare possa esistere, nn più, una terza via. Ci sono poche, si davvero poche, regole. Una di queste, a mio modo di vedere, è garantire a se stessi la certezza di poteri guardare serenamente allo specchio. Poi, sai scriverne da casa – mi rendo perfettamente conto – è un fatto che mi pone ad una distanza siderale da chi, queste cose, le vive. Tutto qui.
Se nel tuo pezzo avessi scritto quello che proponi adesso nel tuo ultimo commento, non avrei fiatato. Ma l’approccio originario mi era sembrato francamente diverso, un po’ troppo inquisitorio nei confronti delle vittime del racket (ripeto: avevo visto un tentativo di mettere metaforicamente sullo stesso piano estortori ed estorti… sbagliavo a interpretare? boh). Non so se la tua sia una rettifica o una spiegazione, in ogni caso niente da ridire sugli ultimi concetti espressi. Tutto qui.
@Cristina:
Vedi quello delle estorsioni è un discorso molto ampio. Mi vuoi dire che tu non paghi mai i posteggiatori abusivi? Sono sicuro che tu lo faccia o lo abbia fatto in passato e sono sicuro anche che il motivo di fondo risiede nel fatto che anche una denuncia non cambierebbe le cose. Il giorno dopo il posteggiatore abusivo sarebbe di nuovo lì.
E in questo caso quello che ci va di mezzo è la portiera di una auto. Pensa quando si parla dei tuoi figli. Circa 10 anni fa è stato arrestato una persona a me molto cara e davvero sempre molto onesta. Il suo reato? Riina (sì proprio lui) aveva “chiesto” di potere usufruire di un appartamento che lui affittava. Il mio amico aveva allora due figli piccoli e la lotta alla mafia non era certo quella di oggi (10 anni fa). Quindi ha acconsentito e oggi è ancora in galera (LUI!) per favoreggiamento. Tu, che forse non rischi neppure una portiera, avresti rischiato la vita di tuo figlio?
P.s. tre gradi di giudizio hanno confermato che lui non ha mai avuto alcun beneficio dalla mafia.
KK trovo l’impostazione, ed il tuo tono, fuori luogo. Posto questo, ti dico che di questo passo e con queste che, permettimi, mi paiono ovvietà non si vada da nessuna parte. A prescindere dalla composizione del mio nucleo familiare, il mio modo di vedere le cose nn cambia granché. Trovo che affittare un appartamento a Riina comporti solo e soltanto grane, da qualunque punto di vista la si voglia guardare. Il tuo amico ha ritenuto di affittargli l’appartamento e ha fatto la sua scelta. io al suo posto avrei agito diversamente, credimi.
Cristina, ti auguro di non doverti trovare mai di fronte a simili scelte, intendo se “subire” o “accettare” richieste mafiose, o avere la forza e il coraggio di alzare la testa, e magai fare la fine di Libero Grasso.
anche io, come Pietro, ho trovato molto riduttivo il tuo post su un argomento così spinoso, al contrario di altre volte in cui ti ho letto con piacere.
ps la mia non è ovviamente una giustificazione verso chi accetta di pagare, certamente una comprensione ad un sentimento degradante ma umano: la paura!
*Grassi
@Cristina:
scusami per i toni.
Ma la mia domanda resta: li paghi i posteggiatori abusivi?
@KK uso solo i mezzi pubblici. non possiedo automobile!!
Il contraddittorio nato dopo l’intervento di Cristina mi sembra abbastanza banale, spero non frutto di rassegnazione.
Cristina si è limitata ad evidenziare una lacuna informativa, a mio parere, in maniera anche legittima.
Chi accetta o subisce (usate pure il verbo che volete, la sostanza non cambia)sa ormai di essere esposto a provvedimenti più o meno gravi, pensate all’espulsione da Confindustria.
Pagare il pizzo, quindi, significa correre il rischio di finire sulle pagine di cronaca e, concordo con Cristina, anche di vedere la propria foto pubblicata accanto a quella degli estortori.
Ovviamente, massima solidarietà a chi subisce il pizzo e massimo aiuto e protezione da parte delle Istituzioni competenti!
Nessuno penso che la pubblicazione delle foto collochi sullo stesso piano vittime e carnefici, ma io voglio vedere in faccia sia chi viola la legge sia chi, anche se per più che giustificata paura, lo asseconda.
L’unica cosa interessante (avendo ormai letto diversi post della sig.ra Cristina…e avendo anche in passato lasciato i miei commenti) è……ma come puo’ avere spazio su un blog come questo..chi scrive puntualmente banalità assolute?? Forse perche anche quelle attirano l’attenzione e i commenti??