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martedì 19 nov
  • Senza pane

    Scrivere di palermitani e cibo non è cosa semplice e, di certo, non mi accingo a trattare l’argomento in modo scientifico, né, tanto meno, esaustivo. Mi limiterò ad esaminare alcuni aspetti legati all’approccio, unico al mondo, che il palermitano ha con il cibo. Anzi con il mangiare. Da noi così si chiama: il mangiare. Verbo all’infinito presente…e già l’infinito dà un’idea vaga di quanto importante sia questo gesto che, se per altri è legato solo al nutrimento, per noi racchiude una infinità, appunto, di significati.
    Siccome non è possibile trattare del menu giornaliero del perfetto palermitano, senza sprecare i famosi fiumi d’inchiostro, osserviamo più da vicino la colazione. I nutrizionisti affermano che sia il pasto più importante della giornata. E noi li ascoltiamo. Magari troppo, la verità.
    Ho un esempio di palermitano a casa. La mattina prende un caffè al volo e giusto un paio di biscotti. Solo che verso le 11:00 reclama la “seconda colazione” (come la chiama lui) o richiamino (come il vaccino). Giustamente. E qua si apre un mondo. Anzi due. Quello dei tifosi del salato e quelli dei tifosi del dolce.
    Perché se c’è chi, come mio marito, assume una brioche, anzi una broscia senza niente o, al limite un cornetto (croissant per il resto del mondo) e un caffè, c’è chi ha un ben altro concetto della colazione al bar.
    A metà mattina per noi il menu può comprendere anche il pezzo di rosticceria, con ripieni variabili dalla carne, ravazzata, se cotta al forno, o spiedino se fritto (meglio noto come spitino che non c’entra con quelli di carne). Il pezzo può anche contenere prosciutto e mozzarella (sempre nelle due varianti), oppure wurstel o ma può essere rappresentato dalla pizzetta o dallo sfincione (variante più vastasa con cipolla, caciocavallo e acciughe). Ma è un’eterna diatriba. E la scelta è vero difficile.
    Un classico, per gli amanti del dolce è la iris al forno o fritta, con ripieno di ricotta. Che però può chiamarsi, per le solite misteriose mutazioni linguistiche, ines.
    Una cosa simile a metà tra ciambella e iris è il cartoccio. Come non si scappi poi, dopo le su citate colazioni dolci o salate, immediatamente per il bagno resta un mistero. Farà parte dell’evoluzione “a parte” dello stomaco siculo. Ci vorrebbe un novello Darwin forse per spiegarcelo.
    Non descriverò qua pranzi e cene del perfetto palermitano, e nonostante io sia convinta che la cucina siciliana sia la più buona del mondo (campanilismo?) mi limiterò a notare che abbiamo una capacità innata nel rendere ipercalorica qualunque pietanza.
    Prendiamo le verdure. Intanto non buttiamo niente perchè ci mangiamo pure le foglie delle zucchine: tenerumi si chiamano. Che graziosi, la verità. Fin dal nome evocano una cosa piccola e carina, tenera. Io non li amo molto. Perchè essendo una pietanza estiva, si cuociono comunque a minestra (previo pic pac, o picchio pacchio, cioè un bel sughetto con soffritto, se no viene troppo leggero, si capisce). Il risultato è che sono bollenti e grondi sudore, nonostante, mia madre per invitarmi a mangiarli mi dicesse: «mangia, fanno bene, sono rinfrescanti».
    Ma se altrove la verdura si cucina bollendola, o al limite saltandola appena appena in padella, noi la friggiamo, ma prima la immergiamo nella cosiddetta pastella, così per aggiugere quelle 500 calorie in più. «Tanto è verdura», dice mia madre. Oppure la “riempiamo”, la ammuttuniamo, la facciamo ad involtini di zucchine o di melanzane, ripiene di pangrattato, anzi mollica, salumi, passolina e pinoli, tutto prima con un soffritto di cipolla, al solito. Tanto è verdura. «È leggera» dice sempre mia madre.
    Abbiamo un concetto di leggerezza molto singolare. Il pesante va dalla quarume (viscere di vitello) a salire. Il resto è leggero.
    Mia suocera, telefonandomi il giorno dopo una mangiata di arancine al burro, spitini, pollo allo spiedo (con contorno di patate fritte e al forno) e sfincione, mi chiese come stessi e quando le comunicai che avevo dovuto ricorrere a un aiutino di bicarbonato per digerire, commentò: «Vabbe’ non è che c’erano cose pesanti, a cena». No, la prossima volta friggiamo tutto nella sugna. Così per dare quel tocco di sapore in più.
    Una delle frasi ricorrenti per indurre a finire quello che hai nel piatto, da noi, è, dopo «amunì è verdura» (broccoli in pastella insivati d’olio e porzione di melanzane alla parmigiana), «Amunì, mangia. Senza pane». Questa del senza pane è geniale. Vuoi vedere che la cosa più calorica della cucina sicula è il pane? Il senza pane ti giustifica. Ti fotti quindici verdurine fritte, che per inciso sono contorno? L’importante è che le mangi senza pane.
    Vado a preparare il mangiare, si è fatto tardi. Due carciofi con la tappa dell’uovo e peperoni. Ripieni di carne, anzi capoliato. Senza pane. Tanto è verdura.

    Palermo
  • 71 commenti a “Senza pane”

    1. Che ridere…e’ proprio così. Mia madre, sempre perchè non si butta niente, riutilizzava il pane del giorno prima cosi: tagliato a fettine, passato prima nel latte poi nell’uovo e poi bello che fritto… Dai mangia. Senza pane! 🙂

    2. Troppo forte, Maria, come sempre.
      Mi piace più il modo in cui scrivi le cose piuttosto che le cose stesse (che, in realtà, non sono certo novità per noi palermitani!).
      Mitica la “sugna”…come si chiama in italiano? 🙂

    3. la sugna in italiano si chiama sugna
      … e in siciliano saime 😉

    4. …strutto
      a volte il limone nel pane con la mevusa non lo digerisco,la prossima volta provo con la ricotta…

    5. bellissima!
      grazie Maria, mi è pure passato il malditesta! non è che stai sviluppando capacità taumaturgiche?!?!

    6. E´il tuo secondo articolo che leggo negli ultimi mesi, e per la seconda volta sei riuscita a cambiare in meglio una giornata di lavoro. Continua a scrivere spesso che mi fai sentire meno lontano da casa!

      Saluti da Vienna

    7. COMPLIMENTI PER TUTTI I TUOI ARTICOLI SEMPRE PIENI DI UMORISMO SANO E DI AMORE PER LA NOSTRA CITTA’!
      PENSO ANCH’IO CHE LA NOSTRA SIA LA CUCINA PIU’ BUONA IN ASSOLUTO, ANCHE SE UN PO’ PESANTE A VOLTE.
      MA LA CUCINA E’ ANCHE CULTURA E NOI SIAMO PARECCHIO…….COLTI!!!!!

    8. concordo con la citazione della nostra profonda cultura;anche il modo di chiamare le cose in genere rende tutto “nostro” e arricchito da un plus intraducibile ed inspiegabile a coloro che vivono al di là dello stretto, ma per noi ovvio

    9. la cosa più bella è quando mi viene dato il consiglio di mangiare senza pane quelle cose che io già normalmente mangio senza il pane, esempio la carne, il pesce, il pollo, le insalate…

    10. – non potevano mancare le solite “sbrodate”, semu i megghiu semu speciali come noi nessuno al mondo”; basta viaggiare, andare in Spagna, in Grecia, in Francia, in Emilia Romagna, in Toscana, etc. per accorgersi di quanto sono false e provinciali – da “isola mentale” – queste affermazioni.
      – addirittura vantarsi della anti-cultura culinaria che fa male alla salute; lo so l’ha scritto con ironia, ma per dire che siamo speciali…
      – i tedeschi la mattina mangiano come i porci (amo i porci e per me non è un’offesa)
      – non poteva mancare il solito riferimento alla propria vita intima (l’abbiamo capito che eri una nubile di lungo corso, decisa a non cambiare… ma ora sei felicemente maritata; ma non ci interessa; non siamo al grande fratello), tanto per fare un po’ di grande fratello, perché il riferimento al marito non è utile al contesto.

    11. – e non poteva mancare il solito commento di GIGI, che fa dei suoi elenchi le “isole mentali” più banali che si possano trovare nei commenti.

      Grande prof., bellissimo post, come sempre!

    12. E vabbè! oramai ‘u canusciemu a giggi, tu ancora lo leggi?

    13. grazie Maria Cubetto ma… ma chi se ne frega????????

    14. il problema è che a palermo siamo ancora allo stato di inizio industrializzazione, situazione nella quale il cibo è la cosa più importante..
      poi insomma la famosa colazione all’inglese che ormai non si fa così frequentemente non distrugge un po’ i tuoi miti sulla leggerezza palermitana? o che le dosi che noi chiamamo grandi in altri stati sono le medie?
      fa molto male stare a palermo…….

    15. Eh si! è proprio così.
      Un consiglio per chi ama la pasta con i tenerumi, ma con il caldo estivo non riesce a mangiarla, come il sottoscritto.
      Mai sentito parlare della pastasciutta con i tenerumi? Per me una delizia, tutto il sapore della “pasta chi tinnirumi” e senza grondare di sudore.
      Avete presente la pasta coi broccoli “arriminata”, ebbene una cosa del genere.
      La preparazione è uguale in tutto e per tutto alla pasta “a minestra” ma i tenerumi si cuociono in tegame con gli stessi identici ingredienti, unico difetto è che costa il triplo, perchè ci vogliono almeno il triplo dei tenerumi (se nò squarata viene!).
      Lessate le tagliatelle colate e condite con i tenerumi. Buon appetito!
      Saluti

    16. Io lo leggo, Gigi. Non sempre sono d’accordo con quello che scrive, ma stavolta mi pare che abbia colto nel segno.

    17. come ti faccio sorridere per un pò uin una giornata di m..da,grazie.

    18. @ Full: io l’ho provata, ottima! Ho fatto cuocere gli spaghetti (o le linguine) assieme ai tenerumi e alla zucchina a dadini, scolato il tutto e poi condito con il pelato (arricchito da dadini di caciocavallo e basilico): uda delizia! Se metti il pomodoro non occorre triplicare la dose dei tenerumi.
      Molto buona anche il risotto ai tenerumi e ricotta salata.

    19. E buona sera a tutti.
      Rispondo a Gigi,con un sorriso…la storia del “semu i megghiu i tutti” ce l’abbiamo nel dna, forse come tutti, forse anche giustamente, no?
      Poi io ho solo detto che, per me, la cucina siciliana è la più buona del mondo. Forse se fossi nata in America, avrei detto lo stesso di quella Americana. Lungi dall’affermare, purtroppo, che i siciliani “semu megghiu i tutti”. Più volte ho detto anche il contrario…
      Quanto invece alla citazione del marito…(senza che questo voglia dire invitarti a leggere il resto) quando ero nubile parlavo delle mie amiche nubili perchè con loro mi confrontavo di più, ora ho più “vicino” l’esempio del marito (che qui mi “serviva” come palermitano, visto che io non lo”nacqui”) e cito lui. Ma prima nessuno mai m’aveva rimproverato se raccontavo delle mie esperienze con le mie compagne di merenda o con i miei colleghi della radio.;-)Se uno scrive di cose che vive in prima persona ci può scappare. Se ti ho dato fastidio, mi dispiace. Ma il grande fratello un poco mi offende…

    20. min**ia pititto che mi smummichiò! 🙂

      aggiungerei che corollario dell’attitudine a venerare ‘il mangiare’ del palermitano è l’abitudine ad ‘esportarlo’ quando si va a vivere fuori!
      (l’ultima volta sono ‘scesa’ con un trolley vuoto e sono ‘salita’ con il mondo lì dentro!!)

    21. @Roberta: mio fratello, ogni volta che “scende” si “sale” a Londra il trolley pieno di “cose” di qua. Pure una melanzana tunisina una volta! Che male c’è? Non è che è una bumma? 😉

    22. Mio zio mi ha sempre ripetuto quando giravo la città alla ricerca di una casa.
      :- Ricordati! in qualunque posto, rione, quartiere, strada, piazza, cercati la casa con un panificio vicinissimo.
      Ed aveva ragione.

    23. Io lo leggo, Gigi. Sono praticamente quasi sempre d’accordo con lui (quanto meno nei contenuti)…ma stavolta! ….post leggero….lasciare correre….(ogni tanto)… 🙂

    24. A megghiu virdura è a sasizza!

    25. Ma rilassatevi ogni tanto!!!!
      Che male c’è ad essere un pò campanilisti e amare la propria terra?
      Non è che è più cool disdegnare Palermo?
      Gigi: stai rilassato… e mangiati una bella sfincia di San Giuseppe (che è periodo)!!
      Brava Maria, sempre bravissima

    26. A quel che sapevo, friggere nella saimi è più leggero che farlo nell’olio, causa più alto punto di fumo.
      Ricordate che per i dolci si usa friggere nello strutto…
      Così, per dire
      Saluti

    27. @mariacubito: mia cognata, invece, a Londra si è portata tutti i semini di basilicò, pitrusinu, milinciani e pure, indovina cosa? UNA PALA DI FICUDINIA: il massimo della sicilianità all’estero.
      E poi, sazizza, cacio, stigghiole, custiceddi…
      Comunque sei troppo forte, cerco sempre i tuoi post da quando ho letto “Palermo è fimmina”.
      Ciao, a presto

    28. Aggiornamento: la sugna in italiano è ufficialmento lo strutto! 😉

    29. @malu: e ci spuntaru, i milinciani e ficudinia?

    30. gradevole e divertente come sempre.., confesso che finito il tuo articolo,. puzzavo di frittura 🙂

    31. ahahah. brava mari, ottima analisi sociologica! : )il “senza pane”è la traduzione gastronomica dell’autopermissivismo che ci scorre nelle vene. che va appunto a braccetto insieme col colesterolo bionico:D

    32. Gigi, la prossima volta ca ti ‘ncuocciu a Palermo ka ti taffìi il panino con la frittula, con annessi i peli del braccio del frittularo,oppure i stigghiuola a Guaragna ti faccio la baia su Le Canarde Enchainé e sulla repubblica di Sciortino…
      Maria scrive cose semplici, in modo semplice ed in modo semplicemente adorabile.
      Come fa a non piacerti ? Leggila senza pane…..

    33. ah, e per inciso. gigi non ha detto alcuna fesseria, anzi lo quoto. s’è scordato di riderci su però ; )

    34. commare cubbi ,ci manchi da morire in radio.
      arricampati presto.
      e cmq…
      a quando il volume due di “palermo è fimmina?”
      tante belle cose a tutti quanti siete.

    35. una mia zia per curarsi gli attacchi di gastrite mangiava un panino con le panelle!!!
      una … mano santa, diceva 🙂

    36. miss ml: ribadisco… sugna è una parola italiana ed è sinonimo di strutto 😉

    37. strano, non ha parleto delle scorregge del marito (ricordo che qualche anno fa scrisse un lungo pezzo sui peti)

    38. Ma io sorrido – certe volte – quando scrivo, Lola. Poi ognuno è libero di interpretare e commentare come vuole, forse sarebbe meglio digitare dopo essere certi di avere bene interpretato, non prima. In ogni caso ognuno ha il diritto di contestare i miei commenti… non è un mio problema… In ogni caso, il tema del post non ero io, ma il “nombrilismo” palermitano (semu i megghiu) lo sbutramento (segno di arretratezza, secondo me, i condimenti esagerati, che fanno danni alla salute e accentuano il diletto che hanno i palermitani per medici e malattie ed ospedali. Ma cui? Io sono più malato di te; e via con la lista delle patologie! pure di questo si vantano!), e tanto per cambiare il marito della Signora Cubito, che in questo caso non c’entra niente, perché lui mangia solo un cornetto. Avrebbe potuto scrivere “ci sono palermitani che mangiano solo un cornetto”, poiché si parla di palermitani. Tanto ormai lo sanno tutti che la Signora Cubito è passata da nubile “convinta” a maritata felice, che bisogno c’è di ricordarcelo ogni volta e di raccontarci persino a che ora dell’alba suo marito fuma la prima sigaretta del giorno? Se non è grande fratello (mi dispiace se si offende, ma è la mia interpretazione e la scrivo)…
      Dicevo che il tema post non ero io ma i temi detti sopra, e tutti i commenti melensi che si stavano susseguendo e che raggiunto il numero di 150 commenti melensi avrebbero, forse, soddisfatto l’autrice. C’è chi pensa altro. E magari molti pensano le stesse cose che scrivo io ma non le dicono per condizionamenti pseudo-culturali, allora, o si stanno zitti o scrivono tre fesserie melense come molti visitatori delle mostre.
      Caro GIUANNI, non mangio quelle “cose” (in vita mia ho mangiato solo tre panini con la milza, le altre le conosco appena), da dieci anni lotto con me stesso per non mangiare carne animale; ci riesco per l’80%, sarò felice quando arriverò al 100%.

    39. Salve,

      io sono nuova del Blog di Rosalio, provengo dal popolo “ignorante”, dunque certi aspetti sociologici e intellettuali mi sfuggono, ma vorrei ugualmente dare la mia opinione.

      Non seguo da molto tempo la Cubito, ma fin da subito i suoi post mi hanno lasciato antusiasta. Il motivo è piuttosto semplice, per me racconta in modo molto originale, le verità della nostra cultura, dei nostri usi (che uno può amare o non, poco importa), un originale contrasto di odio e amore per questa terra . . .

      Aggiungo, che apprezzo in genere una scrittrice che ha la capacità di evolversi, dunque di dare nuovi punti di osservazione a seconda della sua personale situazione, perchè è dimostrazione di AUTENTICITà!, e non di un personaggio costruito!

      Io sono una di quelle, forse per alcuni cretina, che quando parte e va nei posti più intelligenti: Londra, Parigi, Grecia ect . . . .Per quanto ne apprezza la diversità, la cultura e l’evoluzione . . .vuole sempre e comunque tornare a “casa”, a Palermo!!!!! E non credete che sia per i cari e per la famiglia (se pur contino molto), ma mi manca proprio l’odore di palermo, i marciapiedi innasciati, la “putia” dove vado sempre, ed anche il cibo, certo, ma sopratutto la mia gente!!!!

      Il punto è che uno può amare questa Terra oppure no, resta il fatto che non si può sentire il paragone della CUBITO con il grande fratello . . da ignorante mi sembra davvero il commento di uno che non riesce a guardare oltre!(se pur uno è libero di esprimere la sua opinione ci “mancasse”!)

      Io la mia l’ho detta . . .Grazie

    40. @ortophon: si, ci spuntaru. E si li mancià, puru!
      E siccome le mancava pure la nostra ricotta (là si trova, ma è troppo salata e per i CANNOLA, non và bene) ha ricottato il latte in un pentolone e ha riempito i cannoli…

    41. Il “Come fa a non piacerti ? Leggila senza pane” di Giuanni è geniale!

    42. NON SEI solo ignorante…

    43. Maria, che dire….sempre mitica! 🙂

    44. La “broscia senza niente”. Solo a Palermo.
      Io l’ho messa nella mia “Lista della felicità”, la broscina. Uno dei miei dieci motivi per cui vale la pena di vivere. Insomma la lista di Saviano, ne avrete sentito parlare. Non credo molto nella felicità, credo nelle piccole felicità, quelle trascurabili. Una broscina, un bicchiere d’acqua gelata e una tazzina di caffè bollente, un dito di caffè, più sogno che idea. Ed il tutto come sincronizzato, perchè Palermo è una città civile. Ps La mia lista non è tra quelle “scelte” dallo scrittore. Che mondo, soffocato dalla retorica.

    45. post delle 10.44 ” E non credete che sia per i cari e per la famiglia (se pur contino molto), ma mi manca proprio l’odore di palermo, i marciapiedi innasciati”——ora si capisce perchè palermo è una discarica e msi cambierà mai. ma questi soggetti non hanno vergogna?? in nessun paese al mondo una persona ,con un minimo d’intelletto ed educazione, arriverebbe ad avere nostalgia del sudicio nelle strade. VERGOGNA!!!!

    46. e msi cambierà mai= e mai cambierà

    47. Manuelo, titolo: “Ma che ricordi avranno?”
      “A mia madre piacevano molto le feste; le feste come questa: oggi sarebbe venuta qui. Valentina, ti ricordi quando ci comprava le “Nugatine”: metà cioccolatino metà caramella. Le “Nugatine”, oggi non le fanno più. A Ottobre un giorno arrivava a casa e diceva: “indovinate cosa vi ho portato…”. Ma noi lo sapevamo già, erano i primi mandarini della stagione. Ora, invece, ci sono le ciliegie tutto l’anno, le fragole tutto l’anno, ma che ricordi avranno un giorno questi bambini, eh?!

    48. … e poi, Manuelo, “ma cosa pensi che gliene importi alla gente comune, semplice, che lavora: a un povero bracciante lucano, a un pastore abbruzzese, a una modesta casalinga di Treviso che gliene importa di queste tue tematiche intellettualistiche, solitarie, masturbatorie. Forse noi possiamo capire questi tuoi giochi intellettuali, questi esperimenti linguistici, ma una casalinga di Treviso cosa capisce di questo tuo linguaggio nuovo…
      N.B. Rosalio, ti informo che è solo un omaggio al critico di cinema Manuelo, per quello che ha scritto sopra.
      Mi scuso se è OT.

    49. Ma sarà un caso che le “pancreatiti” alimentari che si registrano a Palermo, sono fuori “statistica”?
      iris fritte alle 7.00, panozzo con la milza alle 11.00, una stigghiletta alle 13.00, la frittola alle 17.00, alle 19.00 un0arancinetta o uno spitino, ed a cena, una sfincionello.
      SIII

    50. effe il senso delle parole di mari non e’ nostalgia del sudicio delle strade e neanche vantarsi di tale realtà tanto che ha detto che apprezza le diversità, la cultura e l’evoluzione delle altre città. E’ nostalgia di cio’ che abbiamo e che abbiamo vissuto e nessuno ha detto o spera che tale realtà non cambi.
      Quella nostalgia di cui parla mari ( e che anch’io sento) non trova traduzione con le parole, ci sono sentimenti che non si possono esprimere. Anch’io quando parto sento che mi manca qualcosa ed e’ questo “maledetto” odore, l’ODORE DELLA MIA CITTA’…e quando ritorno appena uscita dall’aereo i miei polmoni si riempiono di un’aria diversa e inevitabilmente una lacrima cade senza chiedermi il permesso. Non so’ perchè cio’ avviene ma e’ inutile spiegarlo, non si puo’ capire. O lo senti o non lo senti. Io lo sento e ne sono felice.

    51. manuelo, condivido appieno le tue osservazioni anche se, ripeto, qui pare si stiam drammatizzando un pezzo scritto per sorridere come fossimo seduti al bar dove non sempre si affrontano disquisizioni sull’esistenzialismo o la fusione nucleare. ci sono situazioni ( e blog) ad hoc e trovo inadeguato muovere critiche del genere a maria cubito rispetto ad un’analisi seriosa sulle fisime del palermitano medio almeno quanto lo sarebbe tacciare di mancanza di umorismo chomsky mentre discute di linguistica, ad esempio. a proposito di linguistica, nella foga delle critiche gigi ( che è simpatico quanto una ginocchiata sotto la cintola. e qui mi sono avvalsa della facoltà di esprimere una mera opinione, come gigi stesso sottolineava) ha parlato di “aBBruzzesi” che è un gran bell’errore da doppio segno rosso e nel qual caso fosse un refuso è ovviamente grave comunque considerata la pedanteria espressa in precedenza. altra cosa, ma che accidenti gli avrà mai fatto il marito della cubito, mah? magari è un rosicamento di gelosia. si sa, i siciliani sono molto gelosi 🙂

    52. lola, quali critiche ? Quanto a Gigi, l’ho pensato anch’io: deve trattarsi di gelosia, senza dubbio. Meno chiaro quel suo discorso sui braccianti lucani, sulle nugatine, le casalinghe di Treviso. Mah ! Chissà che vuol dire. E poi le fanno ancora, le Nugatine, metà cioccolatino, metà caramella. La Venchi Unica. A Roma da Castroni, a Palermo non saprei. Ps Comunque , a proposito di mangiare: lola, ti ricordi che appetito insieme a me ? Guardavi solo me mentre cantavi Chinatown….

    53. Accetto con grande serenità la correzione sul refuso, e non accampo nemmeno la scusa di avere scritto, con difficoltà, da un palm.
      Invito, comunque, la simpaticissima lola, a correggere tutti i refusi ed errori del suo post; io non ho tempo, e nemmeno mi interessa!
      Detto questo, ho una moglie bellissima (evito per pudore, e per non partecipare al grande fratello, riferimenti su lauree ed altro…) che si annoierebbe se avessi un carattere diverso; e non è la prima.
      Il tuo post esprime il più triste provincialismo (perché riuscire a inventarsi l’insinuazione sulla gelosia è solo provincialismo; ma lo esprimi in tutto il tuo post nonostante la ricerca forsennata di bei vocaboli). Altrimenti non parleresti nemmeno di “drammatizzare”, perché sapresti che ci si può esprimere liberamente senza essere necessariamente seriosi. Ma come fai a dire certe cose senza conoscere né vedere le persone? Si, puoi farlo, è il tuo grado di conoscenza (provinciale) che te lo permette. Certo, non avere partecipato all’ipocrisia melensa non rende simpatici (e mi fa piacere!). Infine, è triste che pure quando si tratta di temi cosiddetti soft troppi palermitani non riescono a mettere da parte il narcisismo ingenuo – semu i megghiu – e assolutamente controproducente, paralizzante (in quanto impedisce di progredire)… che è il maggiore difetto che ci relega in fondo a tutte le classifiche.
      N.B. ti ringrazio per esserti antipatico. Al contrario, andrei immediatamente a gettarmi dentro la Senna 😀

    54. Manuelo, ancora una volta hai dimostrato i danni della tua solitudine. Pero’ conosco molta gente sola e felice.

    55. gigi, malgrado sfiori la paranoia cronica ( maria cubito ha accennato al consorte tu ci racconti che hai una bella moglie che adora il tuo carattere, immagino la prossima volta allegherai il codice fiscale e il tuo colore preferito. controllati. ah, poi la ricerca dei vocaboli spassosissima, utilizzi gli altri in modo speculare e ci vuol talento eh!:))mi hai fatto sorridere. facciamo che è la tua forma di humor, dai.
      ps: è notevole il tuo rimbeccare manuelo sulle illazioni arbitrarie che ti muove e poi prendersi pena della sua presunta solitudine. sei un portatore sano di empatia o che? ah oppure sei immune ai tuoi stessi assunti! ecco, ci sono! ad ogni modo la miania di protagonismo non mi è antipatica, il millantare distacco e ripiegare sulla torre d’avorio invece invece parecchio. tu mi risponderai: sticazzi? bè, è quello che mi sono ripetuta anch’io più volte mentre leggevo il tuo post ( continuo a non capire cosa c’è di male nell’essere autoironici, ndL).

    56. gigi lascia correre, di fronte ai megghiu che ci vuoi fare?
      i post della cubito da quando si maritò sono diventati seriosi e n’anticchia noiosi, ma di fronte alla brioscia e agli sfincioni i megghiu, la clac, si ricompatta e ride….non gli rovinare la festa!!!! 😀

    57. poi sai, fatti la fama…ecc ecc
      la cubito è ironica e tu no.
      lola invece mi ha fatto scompisciare…….

    58. Io non ti ho raccontato niente. Ho risposto alla tua id…zia sulla gelosia, usando apposta il tuo linguaggio (apposta, bada bene! non è difficile capire, le deuxième degré).
      Francamente: i tuoi commenti sono incommentabili.
      Se vivi a Palermo, ti incontrerei volentieri, per ridere; non molto tempo pero’, perché mi sembri piuttosto “torturata”, da come scrivi, e da come immagini stranezze. La stessa cosa se ti trovi di passaggio a Parigi… tranne che tu non sia (quell)amica di manuelo; in quel caso statti a laigga! 😀
      P.S. stavolta hai fatto più errori, ma per me sono divertenti… comunque, non hai capito molte cose di quelle che sono scritte in questo post, non solo quello che dici…

    59. “i simpatici mi stanno antipatici”, Stalker.
      E se lola è quell’amica di manuelo, abbiamo perso tempo inutilmente.
      Ho un dubbio, perché quella sembrava meno torturata.
      Mi dispiace per la signora Cubito.
      Si stava commentando il suo post… ma poi, se la claque confonde il tema… io non ho colpe 😀

    60. Il pezzo di Maria una riflessione seria la merita, il senza pane nasce da quella generazione dei nostri cari vecchi per cui “a fieddr’ e carni” ,pur mangiata senza pane, fa “sostanza”, gli stessi vecchi che quando eravamo piccoli, io ho appena scavalcato la cinquantina, al sentire da vox populi che ci “mantenevamo minutiddri” , ci sparavamo intramuscolo due di calcio alternate ad una di fegato, molto dolorosa.
      Robusto in quegli anni era bello, ma anche perchè i nostri vecchi avevano fatto chi una e chi due guerre e in quei periodi le diete erano obbligate.
      Devo segnalare che vivendo a tempo fuori Palermo ho dimenticato completamente l’uso di Biochetasi, bicarbonato e citrati di magnesio e non può essere una casualità, a Palermo si frigge di tutto, dai pesci ai dolci, dal pane atturrato al dentice.
      I miei parenti e i pochi amici rimasti a Palermo so avere convenzione con il capo area del Malox, che consumano a bidoncini da tre litri, uso comunità.
      Io amo i cibi di strada palermitani, i pezzi di rosticceria, ma mi chiedo si possono amare ed onorare tutti i giorni inclusi i festivi ?
      Una parola su Gigi, l’ho conosciuto e non è l’orso che a volte esce dai suoi scritti.Spesso la parola , attaccata ad altre parole, se scritte suonano in un modo diverso che se pensate e comunicate a voce. Appare un po talebano, integralista, roccioso , anzi granitico, è in realtà un pezzo di pane, buono anche per la domenica….

    61. @ gigi
      “i simpatici mi stanno antipatici”.
      mon cher, potri anche dire che gli “antipatici” si riconoscono e si stanno simpatici ;-).
      *
      @maria cubito
      “Quanto invece alla citazione del marito…(senza che questo voglia dire invitarti a leggere il resto) quando ero nubile parlavo delle mie amiche nubili perchè con loro mi confrontavo di più, ora ho più “vicino” l’esempio del marito (che qui mi “serviva” come palermitano, visto che io non lo”nacqui”) e cito lui.”
      le compagne di merende erano simpatiche. quelle cose tra femmine che fanno curtigghio. il marito è il massimo della banalità, potevi citare anche il barista sotto casa e sarebbe stato uguale, come tutti i corredi e i matrimoni sono ugualmente uguali e noiosi, a meno chè non si incontri un compagno speciale, quelle cose che fai un giro di boa e non un giro di vestaglia……altrimenti è la solaità banalità, che si parli di cibo e di famigghia.

    62. @maria, sarà he mi ricordo i tuoi post “pigghia lu bastoi e tira fora li denti”….quando parlavi di cose toste che facevanno arrizzare le carni, storie vere e necessarie.
      sarà per questo che leggendoti ultimamente una bella vastunata te a darei io…per farti svegliare… 😉

    63. bastoni**
      http://www.youtube.com/watch?v=HsbZ0LBXmy0
      altro che fritture!!!….

    64. Trovo questo post di Maria Cubito fantastico. Sa scrivere, c’è poco da fare. Ogni suo post è come una fortezza teoricamente imprendibile dalle armi della critica, specie quella spicciola. Ha infatti una dote rara. Tutto ciò che è serio, cioè se stessa, riesce a prenderlo in giro; tutto ciò che è comico, ovvero certi ambienti e certe consuetudini palermitane, riesce a prenderlo sul serio, ma non di rado con un’accusa, neanche tanto velata, di cialtroneria generalizzata.
      @gigi. Sono un solitario, hai detto bene. Non ho amiche, però non per colpa mia. Si innamorano ben presto ed ogni serata finisce sempre con la solita frase ” Quando ci rivediamo ? “. Poi comunque mi piace tornare a casa, da solo, in motorino, gridando al vento ” Ma quanto sono fico !!”

    65. Manuelo, non conosco nessun egocentrico “esagerato” che non sia pure solo, più o meno solo. E’ un’esigenza. Spesso è una qualità l’egocentrismo.
      Da non confondere con il narcisismo puerile e paralizzante dei “semu i megghiu”, come detto. Egocentrico, per il quale la compagnia degli altri è utile solo al proprio egocentrismo. Non era inteso come un difetto, per niente; ma certe volte tu esageri e ne mostri qualche danno collaterale; meglio quando viaggi nel tuo mondo auto referenziale.
      Perché… lo sai benissimo perché ho citato il tuo regista preferito, a proposito di mondo auto referenziale.
      Il motorino? Ma non era una Lancia Aurelia?
      Anch’io in passato avevo espresso apprezzamenti per i post di Cubito, ma da quando è maritata, da quando non è più nubile pura e dura, è come un ex artista che trovava ispirazione nella sofferenza, le riflessioni solitarie, le gioie e le amarezze effimere, ma che divenuta imborghesita ha perso l’ispirazione e si dimena tra banalità insignificanti. Come ha detto pure Stalker il marito anche stavolta non c’entra niente; parlava DEI PALERMITANI che mangiano solo un cornetto la mattina in contrasto agli altri palermitani che cominciano la mattina a “sbutrarsi”. Comunque la descrizione della prima sigaretta della giornata fumata all’alba – dal marito, ovviamente – è il top… della intima banalità. Del corredo già detto; l’orario e il turno – tra coniugi – per gettare il sacchetto dell’immondizia pure; i viaggi da una casa all’altra da quella del fidanzato all’altra e viceversa con il dentifricio e spazzolino per lavare i denti dentro il sacchetto di plastica ce l’aveva raccontato pure; a questo punto manca solo l’orario della prima scoreggia della giornata.

    66. Caro Giuanni, ti ringrazio.
      Ma il mio primo commento era “normale”, non poteva fare pensare a un talebano. Me ne sono andato dopo averlo scritto, e quando sono tornato c’era la claque… Ma il tema era il post della signora Cubito…
      Anche ora, che è tardi o presto, torno da un bel posto, pero’ non posso raccontare di quintali di budella e crasti arrustuti, perché io gli animali preferisco amarli… anche ora, dicevo, trovo altri commenti che non parlano del tema del post… 😀

    67. @stalker e GIGI
      a scanso di equivoci….il mio, di intervento, voleva solo essere spunto di riflessione (condivisibile o no ovviamente) a non tirare obbligatoriamente una pietra ad ogni cane che passa…
      A volte la meglio “parola” è quella che non si dice…(certo le claque poi, magari indispongono…)
      Io personalmente preferisco più spesso astenermi, specie se il tema è lontano dai miei gusti (anche non ci sono regole e spesso anzi con i commenti si alza il livello della conversazione…)
      Poi sulla qualità di post e autori ultimamente…magari direttamente a Rosalio, in privato…anche perchè non è la Cubito ad essere in “pole position” tra quelli su cui ci sarebbe da ridire…
      (e inoltre, ancora una volta, parliamo di personalissimo gusto…magari alla maggioranza piacciono e Rosalio di conseguenza…pubblica).
      Un caro saluto…con stima.

    68. Devo dire che mi sono divertita. Non ci trovo niente di oltraggioso se il tema si è spostato a una discussione tra commentatori e se i toni rimangono civili. E così mi sembra. Anche se non posso non notare una punta di autocompiacimento in ciascuno, ma ci può stare.
      Non scrivo per mestiere e ritengo che spesso quello che fa la differenza non è ciò che si racconta, ma come lo si racconta. Credo che si scriva quello che si legge (così come l’uomo è quello che mangia), ma anche quello che si vive. Inevitabilmente. Spesso non avendo molta “ispirazione”,mi sono stata muta. Meglio non dire niente che dirlo male.
      Probabilmente hanno ragione Gigi e Stalker nel dire che gli ultimi post sono meno brillanti di altri pubblicati prima, perchè, dicono loro, mi sono “imborghesita”. Io preferisco dire perchè attraverso una fase “diversa” della mia vita. E forse ci sguazzo perchè ne avevo bisogno;-)
      Ai miei alunni dico sempre che se Leopardi fosse stato, indipendente, bello e fimminaro non avrebbe prodotto i capolavori che ha scritto…
      Tornerò a scrivere e a fare arrizzare le carni, probabilmente quando tornerà il momento, perchè tornerà. Perchè mi conosco. Fino ad allora mi limiterò a scrivere quando avrò qualcosa da dire,alla mia maniera… Se a qualcuno disturba troppo, chiedo il favore di passare oltre…o se non ce la fa proprio di continuare a dirmelo.
      Buona giornata a tutti, ma proprio a tutti.
      p.s. @Giuanni: mia nonna premetteva sempre l’aggettivo “bedda” a “ruossa”. Per lei io avevo le cosce a “friscaletto” quand’ero piccola, perchè ero secca secca, mentre lei mi avrebbe voluto “bedda ruossa”. 😉

    69. Cara Maria mi diverti da sempre, ma purtroppo in questa fase quoto GIGI e STALKER…
      la tua risposta è stata meravigliosamente elegante!
      complimenti per lo stile… direi che si pareggia… 🙂

    70. Analisi “sociologico-culinaria” della sicilianità: come al solito spunti di riflessione fedeli col il sorriso inevitabile. Giuanni (su Gigi) è stato brillantissimo “leggila senza pane…” (!)

    71. Non me ne vogliano i palermitani….. Il mio amico Indiano Ibraim, impiegato all’agip di via regione siciliana un giorno incazzato mi disse:” Alessà, i palermitani non capiscono nulla, capiscono solo di mangiare”….

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