Nostalgia del 101
Si può avere nostalgia di un autobus costantemente sovraffollato e chiassoso? La risposta è sì. Dalla Polonia da cui scrivo, mi manca il 101 con tutte le sue brutture. L’autobus che prendo ogni giorno per muovermi nella copernicana Torun è sempre puntuale, discretamente pulito, compostamente abitato dai passeggeri. Può capitare di tanto in tanto qualche ubriaco che pronuncia “curwa”, la parolaccia tuttofare polacca, ma si può dire che generalmente regna la tranquillità più assoluta. Gli studenti ascoltano musica esclusivamente nei loro iPod, le signore si siedono e scambiano qualche parola informale e silenziosa con il/la conoscente di turno, la gente entra e ha come primo pensiero quello di timbrare il biglietto. Mai vista una scena fuoriposto, un controllore che ha il suo da fare per far pagare una multa. Eppure, nonostante l’autobus polacco possa sembrare il non plus ultra dei mezzi pubblici, io provo nostalgia del 101. Questo avviene perché l’autobus polacco non ti lascia nulla dentro. È anonimo e monotono nella sua tranquillità, nella sua ordinaria efficienza. Prendere invece un autobus palermitano è una continua esperienza. Nel suo saliscendi più o meno frenetico, il 101 trabocca di umanità, di storie, di vita vissuta. C’è la maleducazione degli studenti che tornano dalle scuole e c’è il sorriso stanco di un padre che torna da lavoro, c’è il sudore appiccicaticcio della gente accalcata alle 13:30 e la freschezza del vento che entra dal finestrino e che scombina i capelli di una ragazza. Si confondono parole, schiamazzi e risate, sguardi rassegnati e orecchi diffidenti. Senti il cuore, il cervello, i nervi e la bile di una città. Senti Palermo. E poco male se l’autobus palermitano qualche volta fa imbestialire per ritardi e contrattempi. È Palermo che state aspettando, sulla quale avete deciso di salire. È la Palermo che può divenire sempre più bella anche se ha i suoi mille difetti. È la Palermo con le sue luci e le sue ombre, con il suo rosa e con il suo nero, con la sua tragicomicità imperante, con la sua vita pulsante. E se decidete di scendere da questo snervante autobus per prendere treni e aerei verso altre destinazioni, abbiate sempre a mente i suoi odori e i suoi volti. La nostalgia potrebbe arrivare da un momento all’altro, un po’ come il 101. Quando meno te l’aspetti.
sintetico, efficace, con gusto.
bravo.
Bella descrizione, ma non condivido affatto la sostanza. Quella dei bus di palermo è inciviltà allo stato brado, anzi, è proprio uno schifo. Che possano mancare proprio certe cose quando si è all’estero è una deformazione mentale, senza offesa. Si può avere nostalgia del cibo, del caldo, della cultura, ma non si può avere nostalgia dell’inciviltà!
io vivo a Praga (qui si usa “Kurva”..) e ritrovo nella tua descrizione dell’autobus Polacco molte somiglianze con l’autobus ceco, ma io tutta questa nostalgia non la sento proprio, anzi, non sento nostalgia per i posteggiatori abusivi e nemmeno per la doppia fila. A me un viaggio in autobus qui mi lascia dentro qualcosa, un senso di benessere nel constatare che pago le tasse e i servizi funzionano..
Quoto Fabrizio e Stefano: deformazione mentale, decisamente. Del resto è anche un pensiero isolato dalla rabbia che può provocare il fatto che gli autisti e i contollori rubano parte del loro stipendio non svolgendo a pieno il loro dovere, dall’assenza del senso civico di una città che ne impedisce il buon funzionamento. E noi contribuenti paghiamo, ma in realtà veniamo derubati e con la nostra assurda e surreale complicità che si manifesta con il nostro silenzio. Questà è deformazione mentale, decisamente.
Descrizione romantica, ma non condivido…Sono appena salita su a Torino e, nei 5 giorni di vacanza palermitana, ti assicuro che viaggiare in autobus mi ha snervato da morire. Non credo sia giusto. E, se ci penso, mi viene una rabbia incredibile. Non ha senso aspettare 45 minuti il 544 per arrivare da piazzale giotto a viale strasburgo. Per non parlare dell’inciviltà della gente che, con i loro amati suv, parcheggiano al centro della strada per andare a comprare le sigarette ostrunedo il passaggio… Mi manca da morire la mia città. Però, mi rendo conto, che siamo più indietro del terzo mondo. Bisognerebbe ricominciare da capo..Una nuova civiltà. Una nuova testa. Ma, ovviamente, è utopia
Condivido le critiche dei post precedenti, e questo post non lo considero per niente romantico. E’ solo retorica noiosa. E’ uno di quei casi che descrivevo ieri a proposito di cervelli siciliani montati al contrario. Purtroppo ce ne sono troppi. Consolano i post precedenti che chiamano l’inciviltà ed il degrado per quelle che sono. Per riuscire a interpretare la cattiva educazione, la decadenza, la sporcizia, l’inciviltà, come elementi degni di provare sentimenti di nostalgia in loro assenza, addirittura dalla Polonia (che ci viaggi a fare, a spendere soldi inutilmente se è per rimpiangere la munnizza materiale e pure quella umana?)… appunto occorrono cervelli montati al contrario, intesi come DNA deformato da secoli di storia sfortunata (per sintetizzare scrivo “sfortunata”). Non riesco a trovare altre spiegazioni; mi sforzo ma per il momento non ne vedo altre per decriptare quali meccanismi “emotivi” sono all’origine di simili stranezze.
Io invece sento una forte consonanza con lo spirito di questo simpatico articolo. Da una Milano peraltro non così drasticamente lontana come la Polonia mi succede spesso di sentire una nostalgia pungente, acutissima, delle più debordanti e indescrivibili manifestazioni dello spirito palermitano. Non intendo naturalmente approvare su un piano, per così dire, di astratta speculazione lo stato di perenne inciviltà in cui Palermo sembra eternamente stagnare; mi sembra però onesto ammettere che nei migliori come nei peggiori aspetti di Palermo si manifesti una vitalità prorompente, incoercibile, un anarchico, maleducato, incontenibile spirito di libertà.
..c’e’ il grattino che ogni giorno ha li’ la sua sede di lavoro,c’e’ il maniaco che tocca ogni cosa di curvo gli si ponga innanzi(adesso persino i tubi rotondi,si sa,con la video sorveglianza e il dispregio sociale e’ diventato piu’ difficile palpare con comodo)…
…………………………………………………………………….non confondiamo l’animo caloroso e accogliente della Sicilia,introvabile ,che tutti invidiano,con la folla del 101.Preferisco quella dei mercati storici.e preferirei un servizio piu’ pulito ed efficiente,che funzioni sul 101 ma anche su tutte le altre linee(come diceva l’altra volta giustamente qualcuno il 101 e’ l’essere,ontologicamente tutto il resto e’ il nulla)
Detto ciò, ovviamente, deploro in modo netto lo stato delle cose, soprattutto delle condizioni in cui si trovano il patrimonio artistico e il paesaggio, avviati probabilmente a un’irreversibile consunzione. Ma è un discorso difficile.
..ogni anno l’amat ha bandito un concorso:poesie sull’autobus….
Bell’articolo per come è scritto, ma non me la sento di andare oltre.
Secco il giudizio di GIGI, al quale ahimè…sono più vicino.
Il 101 non è Palermo, è l’essenza negativo di una città persa.
Comunque vi assicuro che a Milano c’è il filobus 90 che nelle ore di punta non è molto diverso dal 101 (nei suoi aspetti peggiori).
Avendo visitato città più civili in europa posso dire che preferisco di gran lunga l’anonimato dei passeggeri dei loro autobus rispetto ai “caratteristici” occupanti dei nostri.
Senza parlare del fattore: qualità del servizio e puntualità…
Mah, spero che tu sia sarcastico, perché un discorso è che ti manchi la palermitanità espressa in tutte le sue forme, altro è che ti manchi l’inciviltà. La scena che descrivi relativa all’autobus polacco è specchio della “compostezza” tipica di un popolo, ma la civiltà è un’altra cosa. Ti invito ad utilizzare, giusto per fare un esempio, un mezzo pubblico in un paese latino (e quindi più simile al nostro modo di essere) come per esempio la Spagna. Troverai rispetto per gli altri, pulizia e puntualità unite a scene di vita vera e passionale, che scorre prepotente nei gesti quotidiani. E’ quello che mi auguro per il futuro di Palermo…
Quoto Gigi
Ricordo la grassa signora perennemente a contatto con l’autista, con il suo curtugghio e il suo chiacchericcio a voce alta, sempre con un sacchetto con dentro una piccola spesa dal quale fuoriusciva un buonissimo odore di caffè appena macinato…ricordo anche il tremendo olezzo diffuso proveniente da gente sudata e trafelata per 1000 vicissitudini, ricordo i borseggiatori sempre in azione con delle mimiche facciali degne di un film di Tarantino, ricordo l’allarme con fuggi fuggi generale al grido “u sceriffu c’è” (il controllore…)ricordo la chiamata verbale della fermata, praticamente una si e l’altra pure al grido stridulo e rauco di”bussolaaaa”.
Credo che chiunque abbia avuto la (s)fortuna di dovere prendere l’autobus a Palermo conosce ciò di cui parlo.
E sinceramente credo che ognuno abbia pensato ogni volta la stessa cosa…CHE SCHIFOOOOOO!!!
no…non si può avere nostalgia di un autobus costantemente sovraffollato e chiassoso.. è la nsotalgia che ti tira un brutto scherzo.La cura?
vieni a palermo questa estate è prendi il 101 o meglio prendi quello “cabrio” che porta a mondello dove i ragazzini si dilettano a centrare con i loro sputi pedoni e motociclisti…a presto.
Su questo filone si potrebbero incentrare ulteriori post su:
a)Quanto ti mancano i cumuli di immondizia e le vecchie lavatrici lasciate agli angoli delle strade;
b)Quanto rimpiangi le simpatiche prostitute del Foro Italico o della Favorita;
c)La magia mai dimenticata delle doppie file selvagge e delle auto posteggiate sulle strisce pedonali;
d)Quanto ti piacerebbe ritrovare in Polonia un po’ del calore umano offerto dai posteggiatori abusivi o dai lavavetri di Palermo.
Della serie “facciamoci del male”.
Ok la nostalgia, ma delle cose positive di Palermo!!
eh.. si vede che Palermo ti manca 🙂
Maaah! Contento tu!
Credo che Alessandro in questo intervento abbia usato la metafora dell’autobus per fare notare una cosa che va al di là del semplice autobus: ovvero il calore che abbiamo noi Palermitani e meridionali in generale, al contrario di quella freddezza che ti ritrovi anche semplicemente andando al nord, non soltanto andando all’estero. Penso che ad Alessandro manchi la gente VIVA più che la “munnizza”, che magari in quell’autobus polacco preferirebbe trovarsi qualche persona che animi un pò l’ambiente con il suo “curtigghiu” piuttosto che gente abituata alla freddezza, non solo climatica, ma soprattutto caratteriale.
…l’autobus polacco non ti lascia nulla dentro. È anonimo e monotono nella sua tranquillità, nella sua ordinaria efficienza. Prendere invece un autobus palermitano è una continua esperienza…
Ragazzi, siamo seri, su.
Quando si dice la fuga dei cervelli all’estero…
Che poi io non capisco questa storia del calore dei palermitani. Boh, io tutte ‘ste manifestazioni d’affetto in giro non le vedo, anzi. Ma magari ci fosse un po’ di fredda e monotona educazione in questa città!
Si può avere nostalgia di un autobus costantemente sovraffollato e chiassoso? La risposta è no.
Caro ale,
innanzitutto mi complimento per lo stile….sempre impeccabile.
questa volta non condivido assolutamente però il pensiero di fondo, dettato solo da pura e sincera nostalgia. Purtroppo hai lasciato andare troppo i sentimenti nell’atto della pura descrizione. un turista o semplicemente una persona che prende il 101 o un qualsiasi treno o autobus a Palermo direbbe l’opposto. C’è troppo sentimento e nostalgia in questa descrizione e il paragone non può essere passato per buono solo perchè sei di parte
ovviamente dimenticavo che quando qua ad Atene pago 1,40 euro di biglietto, sinceramente la soddisfazione me la lascia tra efficienza e pulizia….salendo in un mezzo di trasporto pubblico palermitano sinceramente non vale neanche il prezzo del biglietto
si infatti, mi viene in mente il “calore” di alcuni ragazzini seduti al politeama che qualche giorno fa disturbavano con frasi poche gentile la gente seduta intorno per poi cominciare a lanciare cannucce, semi di piante e piccole pietre… a questo punto viva il freddo distacco delle persone del nord.
Sono l’autore del post. Accetto ogni critica e lamentela ovviamente, ma vorrei sottolineare come da molti forse sia stato frainteso questo post. Non sto esaltando l’inefficienza e la maleducazione palermitana, facendomi prendere la mano da sentimentalismi vari. Vorrei pure a Palermo prendere un autobus puntuale, efficiente e civile come qui in Polonia. Ci mancherebbe altro… La tesi di fondo è che quando prendo un autobus polacco tutto mi lascia indifferente perchè anonimo, mentre quando prendo quello palermitano, nel bene e nel male, qualche cosa mi resta perchè sento il cuore, il cervello, i nervi e la bile di una città, come ho scritto già. Non mi sembra di aver difeso l’inciviltà palermitana ad ogni costo, preso da una strana deformazione mentale. Nel finale infatti c’è un’esortazione al cambiamento che, purtroppo, non arriva solo con le critiche feroci, per quanto motivate, ad un servizio pubblico. E’ vero che l’autobus rispecchia la città: io però non me la sento di buttare tutto di Palermo. Ha grandissimi difetti ma penso che si possa migliorare, partendo da quelle poche cose buone che ci sono. Poi, ognuno è libero di pensarla come vuole e di demolire la propria città come meglio crede.
Finiscila di provocare Alessandro Buttitta.
credo di leggere nelle parole dell’autore una nostalgia per quella umanita’ pulsante e contagiosa contrapposta alla freddezza e compostezza polacch;la nostalgia è per la vitalita’ della nosta terra non per la calca del 101.
Ma per cortesia! Smettiamola di dire michiate, si trova gente calorosa anche tra gli estoni, certo ciascuno ha la sua peculiare modalità culturale. Forse per un polacco nato e vissuto in Polonia il tragitto in autobus non è così anonimo, ci hai pensato? Per ragioni di lavoro ho trascorso un breve periodo della mia vita a York in Inghilterra, abitavo in villaggio ai bordi della città, dunque per spostarmi prendevo l’autobus dei pendolari e dopo meno di un mese avevo individuato le relazioni informali che si instauravano tra i viaggiatori e con l’autista, anchelì si percepiva la vita, la vita di una cittadina del nord dell’Inghilterra.
caro alessandro il tuo articolo è molto bello, veritiero e sincero! l’unico ke ne ha capito il senso è stato francesco!anch’io sono molto legata alla mia città e ci sto benissimo!a tutti quelli che sono convinti che all’estero si sta meglio di qui, che la gente è piu educata e che fuori si trova lavoro dico che tutto il mondo è paese e invece di andarvene a praga e a torino, pensate a quello ke vi perdete del vostro luogo d’origine che, vorrei ricordare, è anche la culla di grandi popoli antichi e ombelico del mondo… questo non potrete mai trovarlo da nessuna parte!viva Palermo e la Sicilia…e pure Santa Rosalia!
ortophon
certo,tra gli estoni 1 estroverso /10 mentre i siculi 7 estroversi /10
vorrei rispondere a margherita…
l’esperienza all’estero secondo me ti forma tantissimo appunto perchè ti fa riflettere su alcune cose che se nella nostra “patria” o “terra” sono ormai abitudini, fuori da questo tipo di “recinto” (chiamato “luogo unico”) sono espressioni sbagliate…. e questo serve per capire gli errori della nostra società.
Voglio solo dire che questo “non sapete cosa vi perdete”, un ceco, un polacco, un greco o un torinese ve lo può restituire con gli interessi! e concludo dicendo che tutto questo problema dei disservizi palermitani deriva secondo me dal poco senso del “pubblico” che la maggior parte della società palermitana ha…
e non c’entra il fatto dello spirito caldo palermitano…perchè tutte europa c’è gente amichevole come a Palermo c’è gente più fredda che in polonia e finlandia messe insieme
il problema della sicilia è proprio questo sentimentalismo d’accatto. io non ci trovo niente di poetico nei servizi e nei mezzi pubblici che non funzionano, e tanto meno intravedo tradizioni e storia di un popolo nell’inciviltà di saperne usufruire. potrei trovare tracce di “storia” ad esempio nella vecchia pastorizia e nella transumanza, per dirne una, gente che non incontri sul 101
Folklorista, c’è forse un giudizio di valore nel qualificare le persone come +/- estroverse? La medaglia ha sempre il suo rovescio, entrambi i temperamenti hanno pregi e difetti, gli Uomini con l’iniziale maiuscola sono equilibrati, se ne trovano pochi a tutte le latitudini.
Ragazzi… non vi pare di esagerare? Se Alessandro prova nostalgia per una linea di autobus, sia pure sporca, inefficiente, etc., saranno fatti suoi!
Si contestano le opinioni, le idee, non le nostalgie e i sentimenti… ciascuno ha i propri, stop.
Contento tu…
Personalmente condivido il senso dell’articolo scritto dall’autore.
Qualche anno fa sono stato per un lungo periodo a Ginevra in Svizzera, città civilissima, pulitissima, precisissima, efficientissima, tutto era …..issimo.
Ma camminando (in orari di punta) per le strade, quasi deserte di gente e automobili, neanche in sosta c’è ne erano (che figo, ho pensato, forse hanno tutti i parcheggi sotto le case), sentivo che mancava qualcosa, e non riuscivo a capire cosa.
Ho capito al mio rientro cosa mi mancava “il rumore” la VITA.
Eh sì, non c’è che dire, che civili questi svizzeri silenziosi!!!
Ma il resto dov’è?
Il vivere anche il tuo prossimo non esiste.
(Forza con gli attacchi)
full ha pienamente ragione!che bello sapere che qualcuno ha un punto di vista simile al mio…di solito non succede xke io sono tradizionalista!cmq vedo ke ci state poco, a parte full e pochi altri, a giudicare e dire brutte parole tipo deformazione mentale!ma chi bo riri?ciaoooo
Certo, l’ideale sarebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca, ossia efficienza unita ad allegria e fratellanza. Il villaggio dei puffi, praticamente.
Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti. Grazie.