Ci sono club che campano grazie ai soci assenti, quelli che non partecipano alle attività, pur versando regolarmente la quota. Lo stesso avviene con la partitocrazia: sopravvive, nonostante tutto, grazie a chi delega, pur pagando le tasse. Se la delega è dunque la norma della vita associativa così come di quella democratica, dove il partito di maggioranza relativa rischia di risultare quello degli astenuti, minoranza per minoranza, tanto vale valutare e dar spazio ad altri tipi di attivisti oltre quelli che militano nei partiti, realtà sempre più astratte, quasi esclusivamente televisive, con scarso radicamento nel territorio.
Ricordo un test aziendale in cui si veniva invitati ad unire i nove punti di un quadrato, uno al centro e tre per ogni lato, attraverso quattro soli segmenti tracciati in continuo. Impossibile trovare una soluzione all’interno del quadrato: bisognava partire da fuori, ma non è così naturale farlo. Penso che chi abbia un minimo di esperienza e di età, comprenda e ammetta che, all’interno del quadrato dei partiti, non ci sia un modo efficace per uscire dal pantano in cui siamo sprofondati. Continua »
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