Quaderno di Palermo 21
Uno dà uno sguardo a qualsiasi angolo del nostro scombussolato pianeta, e non può non considerare l’influenza che da sempre hanno avuto gli idoli nei pensieri e negli atteggiamenti delle persone di ogni cultura e razza. Dalla preistoria all’universo classico, dal medioevo al mondo contemporaneo, dagli antipodi al nostro bacino mediterraneo, l’essere umano ha sempre avuto bisogno di essi e non ha mai potuto farne a meno. Si tratti di durature immagini religiose o pagane o, come succede adesso, di mediatiche e scolorite figure “lampo” (perché si eclissano lo stesso giorno che sono nate), queste immagini saranno sempre presenti nello svolgersi della nostra vita quotidiana. Prendiamo per esempio la ciclica polemica che suscita la presenza del crocifisso nelle scuole italiane, scuole che dipendono, tra l’altro, da una Repubblica apparentemente laica ed europea. Il putiferio che si crea è sempre garantito dai due schieramenti opposti e inconciliabili, dove per i credenti il crocifisso è ovviamente carico di senso, mentre per i veri laici soltanto un idolo in più. Ebbene, questo simbolo cattolico per eccellenza si può chiaramente affiancare agli altri simboli religiosi, come le solite nicchie delle madonne cristiane, le quali hanno soppiantato quelle figure pagane che nel nostro inconscio ancora fanno parte del substrato greco e anche romano che ci regge. E se, come dicevamo prima, ci riferiamo alle odierne figure televisive della musica, della moda o del calcio… vediamo pure come sono idolatrate anche esse da certi ceti perché per loro hanno la stessa valenza divina, nonostante l’ambito tremendamente irreligioso, consumistico e fuggevole da cui provengono. Sì, in un certo senso sono le loro guide. Continua »
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