Condanne per il falso in bilancio dell’Amia
La terza sezione del Tribunale di Palermo ha condannato l’ex presidente dell’Amia Enzo Galioto e l’ex direttore generale dell’azienda Orazio Colimberti ciascuno a due anni e sei mesi per falso in bilancio e false comunicazioni sociali.
Franco Arcudi, Angelo Canzoneri, Giuseppe Costanza, Antonino Giuffrè, Gaetano Mendola e Camillo Triolo sono stati condannati con pena sospesa. È stato assolto l’ex revisore dei conti Domenico Napoli. È stata condannata per 100 mila euro anche l’Amia Spa per la responsabilità amministrativa connessa ai reati contestati ai suoi amministratori.
Galioto ricorrerà in appello.
ogni tanto una buona notizia
PEPSI, a te che te ne viene?
mah………
Comunque sono contento pure io.
a cadio, se un’azienda fosse gestita da gente onesta e pulita, il risultato non sarebbe quello che vediamo tutti i giorni per le strade, disservizio e incuria. Ma a te invece che te ne viene??? forse ti piace solo creare polemica..
ciao
pepsi, io mi riferisco al piano strettamente processuale; tu invece confondi il fatto che ci siano dei disservizi (oggettivamente riscontrabili) con un reato, e soprattutto una condatta “personale”, che ben poco c’entra con questi.
effettivamente il rischio di fare confusione e’ grande.Intanto ci sarebbe da capire per quale
motivo,per vantaggio di chi,gli amministratori dell’Amia,azienda perennemente in deficit, abbiano operato,consapevolmente o inconsapevolmente,
esponendosi poi ad una denuncia per falso in bilancio.
Che il servizio in moltissime zone lascia a desiderare e’ tutta un’altra storia ed ha cause
diverse,di cui si e’ gia’ dissertato abbastanza.
smettiamola con queste commistioni assurde delle società partecipate. Torniamo alla chiarezza: pubblico e privato.
In questo marsma mai nessuno riesce ad essere responsabile e tutti sono intercollusi.
Chiudiamo la stranissima idea sotto il profilo giuridico di queste società miste, in cui non si capisce di chi siamo le competenze di cosa e le responsabilità di altre.
Torniamo alla chiarezza.
Non credo proprio che le cose stiano cosi’.
C’e’ sicuramente uno Statuto che spiega le
competenze e responsabilita’ del socio pubblico e di quello privato.