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lunedì 18 nov
  • Le ragioni del topo

    Buonasera. Mi chiamo Michele ma quelli di lassopra mi chiamano tutti u surci. In effetti surci sono e ho la coda più lunga di tutti quelli che abitano nel quartiere di piazza Bologni. Surci di cunnuttu che vuol dire topo di fogna. Ora, parliamoci chiaro: i piccioni ca si manciano tra iddi li chiamano colombine e li mettono nelle cartolline dei picciriddi ca dice che rappresentano la pace, la bontà e l’onestitudine. Io che mi passa la vita a cercare di darci a mangiare alla mia famiglia, sono un surci i cunnuttu, uno che se lo vedi è meglio che lo screpenti.
    A proposito di famiglia: ve la posso presentare la mia? Bettina vieni qua, fatti vedere non ti affrontare di questi signori. Ecco, lei è la mia signora e questo sono i miei figli… ehhhhh araciu, araciu.. allora uno, due, tre…venticinque, ventisei e ventisette! Ci sono tutti. I nomi? Ma che fa babbia? Pure se ci avrebbe perso tutto questo tempo a darcelo (nacquero tutti insieme) lei pensa che poi io mi ricordava i nomi a uno a uno. Ci posso dire che 19 è il più scarto di tutti e che c’erano pure 28 e 29 che purtroppamente entrarono in una cosa dove ci avevano messo l’immelenata e loro non l’avevano capito. Ma 19 una volta ci fece un pirito a un gattarone ca pareva un tir in confronto a noi e non si fece prendere.

    Io abito sotto il tombino che c’è in vicolo Castelnuovo quasi alla punta con il vicolo del Panormita. Siamo assai, una quarantina di topi senior con le famiglie. Più sotto in piazzetta Speciale c’è un altro tombino e un altro c’è davanti a Santa Chiara ma la non ci sta nessuno perché ci sono i cassonetti dove abita una partita di gatti che non se ne può più. Botta ri sali chi su larii. Quannu ti virino ti talianu fermi bloccati come una statua di sale e poi, scura c’arrivisci, l’hai d’incapo.
    Alla fine della tubatura del mio caseggiato c’è il corso Vittorio e là è un divertimento. Dovete sapere che la strada è sempre piena di turisti. Ora nessuno lo può capire meglio di noi: i turisti sono come l’agnellino per il lupo: non si ha idea la quantità di armali che ci si buttano di sopra.
    Iddi caminano a fila come i sordati e davanti c’è sempre una specie di guida con una bandierina. Idda parra e idda si senti perché parra mentre camina e quelli indietro nella fila non è conto che sentono niente. Così ci pare che Carlo V si chiamava Palazzo Riso e che la Cappella Pelatina era la statua di uno tignoso. Ma piccola
    Sempre a piedi fanno di Porta Felice a Porta Nuova come la sfilata delle vacche così tutti i malacarne possono vedere qual è la più grassa e se la segnaliamo per farci lo scippo. Con tutto che a villa Bonanno c’è la questura e non mancano i sbirri. E mentre passano davanti alla cattedrale, dalle vanelle che portano ai Biscottai scendono i saittuni con le mani ca parunu Mandrake e ti futtuni pure le mutande mentre la ngrisi di turno ci dice oh sonnyboy, how kind you are (modestamente a parte con lo ngrisi mi chiamo di tu). Poi arrivano al Chiano dei Normanni e automaticamente trovano tutte cose chiuse pure di giovedì. Così decidono di mandare la guida a cogghiri lupina e pensano di andare al porto con qualche menzo pubbrico. E qui si rappresentano gli sciacalli più sciacalli di tutti: i gnuri.
    Qua a Palermo i gnuri erano scomparsi. Le carrozze erano ammuffite e i cavalli erano finiti a spezzatino nelle macellerie del Borgo Vecchio. Ma di quando sono cominciati a arrivare i turisti con le navi di crociera, spuntaru arreri. I gnuri vecchi non ci sono più ma ora ci sono i figli ca poi, non capisco perché su tutti pacchiuni e cu una panza che manco la mia… Comunque. Il fatto è che questi nasceru mbrugghiunui e si carricano i turisti che ci fanno pagare la camminata ca si putevano affittare una rolrois cu l’autista cu cappeddu. Verniciarono le carrozze, fanno assittari i picciriddi nel sedile proprio dietro la cassetta e ghieccanu piriti ca raccussi si spiega quannu si rici: va sucaci i pirita ai gnuri perché si capisce che quella panca è la più scarsa, il posto per quelli che valgono quanto il due di coppe con la briscola a denari.
    I cavaddi i capitaru e c’è un fallocco che si tira pure uno strascino ca pare una corriera tirata da un mulu cu cappeddu e una banniera supra a carina. U strascinu a quattro ruote avi i sedili e sopra il tetto bandiere dellì’italia, dei ngrisi, dei spagnuoli, dei russi. Iddu avi un cappeddu ca pare Techis senza Kitcarson e teni a paletta la musica siciliana coi ciarameddi e trallalallieru lallieru lallà. Io mai ci acchianassi. E come se, un per dire, nell’esquimesia mi facissiru rormiri nel frizer del frigorifero sulu picchi dda c’è friddu.
    E cu è senza cavaddu, ha armato una Lapa strapuntinata ca pare una carrozza a tre ruote. E stanno tutti fermi ai Quattro canti dove i cavaddi pisciano e cacano, i cani dei spasciati pisciano e cacano, i gnuri pisciano (a cacare ancora non ci sono arrivati). E poi dici ca i ngrasciati siamo noi. Per non parlare che,i assecunnu come gira il sole, iddi passano di una lato all’altro ma non è conto che talinao se nel semaforo c’è il rosso o u vuirdi. Ma quale: iddi passano e come finisci si cunta.
    Allora lo sapete che abbiamo pensato? Ca quannu passano i cavaddi ri gnuri nuatri niesciemo a filiera e i facemo scantari. Ah, che soddisfazione. Li dovete sentire: hiiiiiiii, hiiiiiii. E i gnuri ca zotta chi cafuddano ma niente: hiiiiii, hiiiiii.
    Nuatri, invece, tempo niente siamo di nuovo nella condotta a morire dalle risate. Lassotto a noi non ci manca niente perché grazie a dio, ci sono un sacco di cassonetti dove la munnizza la lasciano stare assai e ormai in queste zone ci stanno pure una poco di ricchi che buttano spesate sane perché ormai la gente accatta cose che non se le riesce a mangiare tutte. Ma per noi una cosa addimurata è più buona quindi è sempre festa. Dice che ora deve cambiare il sindaco: beddamatri: niente niente che è uno che si mette in testa che devo pulire la città? Speriamo di no.

    Palermo
  • 9 commenti a “Le ragioni del topo”

    1. Iiiiinchione, Billitteri tornò! Aspè che me lo leggo

    2. Iuppi!

    3. 🙂 grande!!!

    4. Bello..ora manca Davide Enia, tra i miei preferiti, dopo il “ritorno” di Francesco, Nicola e Billitteri. E dopo anni torno anch’io a commentare

    5. Billy is back!…

    6. Bellissimo pezzo. Una fotografia dell’estate palermitana.

    7. Billiiii quanto mi mancavi!
      che coda sti topi…

    8. Matri che bellezza… aspetto la prossima!!!!!!

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