Fuoco che brucia
Su Rosalio si discute da un po’ dei nuovi spot presentati dall’Università di Palermo per promuovere le iscrizioni. Non c’è dubbio che questi filmati abbiano fortemente colpito tutti coloro la cui vita gravita intorno all’università: studenti, docenti, dipendenti, prof e cittadini palermitani si sono divisi fra sostenitori e indignati di fronte alle scelte di soggetto e direzione artistica della campagna.
Risuonano le domande degli indignati: come può il video promozionale di un’istituzione così importante presentare l’istituzione stessa a pistolettate? Come si può scegliere di ambientare la comunicazione di un ente promotore di cultura al massimo livello fra “malacarne” sgrammaticati e pure violenti?
A queste domande (a cui ognuno può dare la propria risposta) io vorrei provare a rispondere per una volta da insider, offrendovi un punto di vista interno, di chi fa parte (borsista precario!) della squadra della comunicazione dell’università. Anche se non sono membro dello staff di progettazione dei video e li ho visti per la prima volta alla presentazione dello Steri, ho una visione chiara della strategia che li anima proprio perché essa li include: gli spot dell’ateneo sono solo una “manifestazione” di un intento strategico più generale di cui in questo post vorrei provare a rendervi conto. Continua »
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