La neve
Io mi ricordo una volta che a Palermo nevicò davvero. Non rammento l’anno, ma la sensazione sì. Capitò di notte, come se qualche dio delle nuvole nordiche di passaggio avesse deciso di giocarci uno scherzo, e vedere che faccia avremmo fatto. Allora abitavo alla Riserva Reale – Rocca Mezzomonreale – e nel vedere il bianco mattutino dove la sera prima c’erano i pilastri di un’ondata edilizia rapida e arida, ebbi la sensazione che qualcosa si fosse ribellata, che un’entità superiore, stanca del nostro caldo e della nostra sporcizia, avesse deciso di cambiarci le coordinate geografiche. Di metterci sotto ghiaccio, al polo, per ibernare i batteri della decadenza e della strafottenza. Mi incappottai e scesi in strada, con l’entusiasmo di un bambino adulto. Fuori, era pieno di gente che aveva colto l’occasione. Vidi una sfilata di bomber impolverati di naftalina. Nasi rossi che non credevano alle proprie mucose. Fumetti di condensa dalle bocche, più gentili delle solite parole nostrane. Colsi nei volti dei palermitani innevati uno stupore infantile mascherato da fastidio. Perché si sa, piuttosto che ammettere di essere piacevolmente stupiti, preferiamo mostrare il disincanto, maledire la novità che in fondo ci piace. E scommetto che fummo in molti a desiderare che quel nitore freddo durasse il più possibile. Qualcuno spezzò la poesia: «Tempo stasera, si squaglia, non ce n’è più». Ed ebbe ragione. La neve divenne rivolo fangoso, le minuscole stalattiti che pendevano dalle pensiline, sgocciolio triste. Accadde una volta, per quello che la memoria mi suggerisce. O al massimo due. Ma fu come un’allucinazione. E, leggendo la notizia che qualcuno, a Palermo, sarebbe stato pagato dalla Provincia per spalare la neve a luglio (più di cinquemila euro di straordinari), mi dico che l’allucinazione deve essere ancora in vigore. Ma forse non è di neve che plana dal cielo che si parla. Forse ci si riferisce a quella che si tira su per il naso. E di roba bianca di quel tipo, da noi, non ne manca. Ne a luglio né ad agosto.
Mi sono sempre chiesto se quella sorta di lassismo, di “abbuttamento” insito nell’atteggiamento di tantissimi (ma non di tutti i) palermitani, quasi fosse parte del loro dna, dipenda dal caldo clima locale. Se così fosse, si spiegherebbe perchè su al nord pensano a “lavurà” mentre qui pullula di personaggi alla “Ficarra e Picone” seduti al bar.
Beh, luoghi comuni a parte, io credo sia proprio vero che il clima influenzi il comportamento diffuso di una popolazione e mi domando come sarebbe Palermo se avesse temperature più nordiche, piogge più frequenti, neve ad ogni inverno, montagne e radure sempre verdi, e se non conoscesse lo scirocco…
Forse, semplicemente, non sarebbe Palermo. 😉
PS: io ricordo l’ultima vera nevicata a Palermo nel febbraio del 2009: http://www.youtube.com/watch?v=auUkN_LICqM&list=FLSrKU22yPo6yP-2mLjsgF0A&index=5
Era il 1981…
era anche il 1999
mi ricordo sia quella del 1981 che del 1999.
Andavo all’asilo di Altarello nel 1981 e mia mamma mi faceva prendere la neve col bicchiere di paperino e io aspettavo che si sciogliesse per berla.
Stranamente non sapeva di panna….
A 4 anni ero seriamente convinta che fosse dolce.
Nel 1999 che risate! Andavo al corso di cresima con mio frtello e i miei cugini, dovevamo cresimarci per “vattiare” il primo nipote. Arrivavamo da padre Utro lerci di neve e morti di risate!!!!!
Perchè, come gli struzzi, ci si concentra sui commenti della neve del 1981 e 1999 e non sui ladri che la spalano a luglio ed agosto?
Forse non immaginiamo quanti “spalatori” esistano, e mi chiedo….perchè non si puniscono loro e chi li paga con i nostri soldi? La soluzione ci sarebbe: intercettare in ogni amministrazione (pubblica o privata) qualche elemento “onesto e pulito”…fra quelli che si sono fatti da soli….che non sono stati mandati da….(????)..di quelli in gamba, costretti a vivere nell’ombra, e farne dei commissari, degli ispettori, dei controllori…..
Ho lavorato per 35 anni in una banca, sono stata sempre onesta, pulita, intransigente con gli altri, ma soprattutto con me stessa, insomma sono del parere che chi è alla testa del carro deve dare l’esempio e sul lavoro non mi sono mai risparmiata, ma nonostante tutto ciò non immaginate la fibrillazione che mi provocava un’ispezione improvvisa, effetto assolutamente infondato, ma c’era.
Se ci fossero più ispettori nelle ammistrazioni, credo che i furbi avrebbero più disagi.
Meditate gente, meditate…..
Stavo in pensiero…
tre uomini in barca per non parlar del cane.
Appunto, vogliamo parlare degli incarichi?
Sempre agli stessi e per le consulenze più disparate, esperti velisti e financo esperti in origami.
Si, o ri ga mi.
incarichi.
Sempre agli stessi e per le consulenze più disparate, esperti velisti e financo esperti in origami.
Che noia. Ormai conosco abbastanza bene Rosalio da poter prevedere per filo e per segno la reazione di alcuni commentatori. Non perché io sia dotato di capacità medianiche, ma perché tali commentatori rispondono sempre allo stesso modo, opponendo argomenti di cui secondo loro si dovrebbe parlare e di cui invece non si parla, saltando di palo in frasca. Questo accade qualunque sia il tema del post, fosse anche la ricetta del pancotto. Si parla del pancotto: perché non parli delle lasagne? L’alternativa è l’insulto gratuito. Delle due una. Ma la cosa più triste è che davvero pochi di quelli che si prendono la briga di commentare lo fanno con cognizione di causa, dopo aver letto fino in fondo ciò che uno scrive nell’articolo. Faranno così anche con i libri e con giornali. Il che mi mette i brividi. Per certuni non serve leggere con attenzione: sanno già. A molti non interessa nemmeno scoprire quello che c’è scritto, capirne la motivazione e il senso, tanto l’intenzione è scontata: sparare a zero, comunque. E’ uno dei motivi per cui, lo dico col cuore in mano, smetterò di collaborare con Rosalio. Ne ho già parlato con Tony, che ha più volte cercato di dissuadermi. E lo farò perché odio la monotonia e la prevedibilità. Ma lo farò quando dico io, e dopo aver scritto tutto quello che mi passa per la testa. Chi crede di azzoppare gli autori (non solo me) con dei commenti scontati e ripetitivi se lo levi dalla testa. Almeno con me non funziona. Però provo molto sconforto. Vivere in una città composta, anche in minima parte, di automi che reagiscono a impulso – sempre uguale – come il proverbiale cane di Pavlov, che salivano pensieri ma identici l’uno all’altro, davanti alle più disparate scodelle di cibo, fa venire il latte alle ginocchia. La vera morte di questa città è la gente schemi precostituiti a comando, e dalle opzioni limitate. Per pigrizia, per stupidità… non lo so. Non sta a me stabilirlo.
Darò una lezione elementare sullo spirito dello scrittore, del polemista e del commentatore che scrive su un blog o su un giornale come autore (spirito che i veri lettori dei blog e dei giornali conoscono di bene, senza la necessità che qualcuno glielo insegni): l’autore sceglie un punto di vista proprio, quanto più originale possibile, e non quello che i lettori sapientini o arraggiati vorrebbero leggere. Di contro il lettore serio e maturo di un giornale o blog instaura il dialogo con l’autore argomentando sulla sua tesi, non sulla sua scelta, né suggerendo come andrebbe scritto un articolo e di che cosa dovrebbe parlare, elenco alla mano. Lo fa con gratitudine, perché chi scrive mette amore e fatica, dà voce ai pensieri, non gioca alle figurine. Offre un servizio ai lettori. Crescete, commentatori della domenica (o del sabato). Leggete, informatevi sui principi del civile dibattito. Oppure parlatevi da soli, allo specchio. Avete scocciato.
Finalmente, con tutte queste lezioni di vita mi sembrava di essere tornato a scuola.
Sì, con un autore in meno ci guadagnano tutti. Si risparmiano neuroni, hai visto mai che ci si affatichi troppo il cervello.
Dipende dall’autore, in questo caso sono d’accordo con te.
Complimenti per questo pezzo. In modo magistrale e con un tono che sa tanto di amarcord, si ripercorrono (almeno, io colgo questo) gli sfaceli causati dall’edilizia sconsiderata e mafiosa che ha disintegrato Palermo, il carattere lassista e disfattista del Palermitano e infine il paradosso tragi-comico odierno che senza speranza ci sta conducendo al disastro totale…
Complimenti.
In provincia nevica quasi ogni anno, ma solo in inverno ! Beh non si può certo dire che questo sia indice di buon governo.
Qualcuno sarà chiamato a rispondere, giustificare. E’ troppo grossa questa.
Giacomo io continuo a preferire chi persevera anche annoiandosi un po’ piuttosto che chi scappa. 😉
Vi invito a rimanere in tema. Grazie.
Tony, una collaborazione non è una battaglia. Non è una questione di vita o di morte, nè la prescrive il medico. Dovrebbe essere un piacere reciproco, specialmente quando non è retribuito. Nessuno è fuggito, mi pare. Ma non vedo nessun obbligo morale a perseverare. 😉
Quanti di voi sanno che sotto il capitolo di spesa “spalamento neve” rientrano tutte le attività di emergenza svolte a piano battaglia, la manutenzione dei mezzi che avviene nei mesi estivi per essere pronti per ogni emergenza e anche l’IMPORTANTISSIMA PREVENZIONE INCENDI in tutto il territorio provinciale! quest ultimo è un problema che afflige la nostra isola nei mesi estivi ed il motivo principale di tutte queste ore di straordinario effettuate dal sig Di Grazia.
LO SAPEVATE?
eppure fa parte della dichiarazione rilasciata dal Presidente della Provincia pubblicata dalla repubblica a mo’ di smentita, a cui, come purtroppo è ormai uso, non si è dato il giusto spazio e la giusta rilevanza… CHE NE PENSATE ADESSO?
cacciatore, fai tutto da solo.
te la canti e te la suoni, dai voti e giudizi come a scuola a chi non scrive cose a te gradite, ti incensi e rinfacci pure di scrivere gratis.
che lagnusìa che sei!
ma fa un po’ come ti pare, sopravviveremo, stanne certo…. 😀