Il margine superiore
Caro Rosalio, ho scattato questa foto.
Mi riesce difficile capire cosa ho fotografato, per quanto quello che io ho fotografato non sia quello che appare. Se tu pensi di vedere un automobile su un marciapiedi, accanto ad alcuni contenitori di differenziata, io ti smentisco e penso che tu sia capace di vedere solo quello che appare. Mentre se, come sei solito fare, riesci a cogliere il senso dell’immagine avrai capito che ho fotografato un comportamento, l’espressione di un atteggiamento oppure il corpo di una forma mentis.
La città necessita di strade per far scivolare al suo interno un flusso di globuli che chiamiamo mezzi di trasporto, tra questi elementi oblunghi – fondamentali per la formazione del traffico – e la struttura ossea e muscolare della città qualcuno, già in un tempo immemore, ha pensato che sarebbe stato utile, oltre che comodo, distinguere globuli da filamenti, e ha individuato un margine che fa la differenza. Sovente tale margine determina anche due differenti giaciture del suolo, due livelli a quote differenti, due sistemi che consentono la distinzione tra un flusso di traffico, che ha una certa riconoscibile massa, e il passaggio, o passeggio, di altro traffico leggero che ha massa e velocità differenti dal primo.
Grazie alla solerzia di molti utenti dei mezzi da traffico, tra i due livelli si crea, nell’arco di un tempo limitato, una vera e propria barriera che separa in maniera netta i due ambiti: una barriera di mezzi fermi che sottolinea e rimarca la presenza del margine o, in altra maniera, che definisce i tre corridoi visibili delle città: marciapiedi, strada, marciapiedi. Ora, per uno strano equivoco, di là dalle strade ci sono i marcia-piedi che di solito ospitano, appunto, piedi che vanno da soli, che accompagnano carrozzine o altri piedi, che saltellano, che corrono, insomma che procurano di fare tutte quelle attività che li contraddistinguono.
Quando però, al dunque, qualcuno che abita un mezzo di trasporto decide di collocarsi su una giacitura che non gli compete lo fa con un gesto dissacratorio, rompendo l’equilibrio volutamente prodotto dal margine che separa luoghi con valenze diverse. Lo fa volutamente, non per mera necessità. Lo fa perché è abituato a farlo. Lo fa perché nessuno gli fa notare quello che va notato. Lo fa perché è costume della nostra epoca dissacrare, far perdere sacralità, e significato, alle cose pubbliche rendendole porzioni di proprietà privata. Quei due metri quadri di ombra prodotti dal comportamento fotografato sono stati temporaneamente rimossi dalla fruizione di tutti, producendo una occupazione abusiva di suolo. Chi sa operare queste scelte, probabilmente, si ritiene al di sopra delle parti, un protagonista dei suoi spazi, e lo fa con nonchalance.
Il mio sguardo, stamattina, si è posato lì, sulle rughe dell’altro sguardo, assente, che ha scambiato la mia titubanza con un “embé”.
Vedi, Rosalio, che bisogna stare attenti? Palermo ha preso questa piega.
ho capito il significato (importante) ma la foto è tagliata male!
Chapeau!
Mi come fate. C’è un sacco di spazio rimasto per passare coi passeggini. Che ve ne fate di un margine così largo quando invece in questa città scarseggia lo spazio auto? Siate più altruisti, invece. Segnalate i marciapiedi abbastanza larghi da poter contenere SIA le macchine che i pedoni!!
😉
Molto bello il post, complimenti.
Io però, più “materialmente”, avrei approfittato del riparo offerto dai contenitori della raccolta differenziata per sgonfiare entrambe le ruote sinistre dell’auto.
Così il proprietario, la prossima volta, ci penserà due volte prima di replicare un simile incivile comportamento.
Con certa gente, è impossibile alcuna forma di dialogo….
Mi è piaciuta la parte sulla desacralizzazione, hai ragione, spesso l’ironia e la dissacrazione portano a sorridere di ciò di cui non si dovrebbe. Quindi, ricamarci su con la battuta di spirito sulla specialità palermitana, in realtà avalla un andazzo…
E non finisce qui, Ciccio, non finisce qui.
E perchè non bucare direttamente 2 ruote alle macchine sopra i marciapiedi??
perche non chiamare i vigili urbani?