Il nuovo collaboratore di giustizia Stefano Lo Verso ha testimoniato ieri per oltre quattro ore al processo Mori Obinu. Lo Verso è l’ex vivandiere del boss Bernardo Provenzano e ha parlato di alcune presunte confidenze ricevute.
Lo Verso ha parlato del 1992: «Le stragi sono state la rovina. In pochissimi sappiamo la verità: io, il mio paesano Riina, Andreotti e altri due che sono morti. Uno era Salvo Lima, che è stato ucciso, per paura che non sopportasse il peso della verità sulle stragi e l’altro è Vito Ciancimino, che probabilmente è stato ucciso pure. […] Falcone e Borsellino furono uccisi perché avevano individuato la radice dell’organizzazione mafiosa. Siccome Andreotti lo aveva garantito nella latitanza, Provenzano doveva fare il favore”.
Non sono mancati i nomi di politici di spicco; Provenzano avrebbe detto: «Abbiamo un amico e socio di mio padre, Renato Schifani, e abbiamo nelle mani Dell’Utri e per il centro Cuffaro e il paesano di mio padrino Ciccio, Saverio Romano». E sul voto: «la mafia è capace di condizionare in Sicilia il 25-30% dei voti».
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