Fare Ala e la “Santuzza Farealata”
In occasione del primo festival hip hop di Palermo noi del collettivo artistico Fare Ala siamo stati chiamati alla realizzazione di interventi nello spazio dei Cantieri culturali della Zisa. Sono stati realizzati con tecnica mista nove pannelli, alcune istallazioni e diversi graffiti che saranno fruibili in modo permanente presso i Cantieri Culturali.
Tra questi, ha creato particolarmente scalpore l’intervento effettuato sulla statua di una Santuzza realizzata nel 1995 da Bruno Caruso e abbandonata all’incuria in un vecchio magazzino.
L’intervento secondo noi è destinato ad esprimere tutt’altro che un mero atto di dissacrazione nei confronti della Santa Patrona ma una rilettura del significato profondo dei simboli religiosi legati al tema della morte di cui la Santa è portatrice:. Per la realizzazione della “Santuzza Farealata” ci siamo ispirati all’iconografia della “Santa Muerte”, la madonna protettrice dei narcos messicani. I culti sincretici del Sud America sono un perfetto esempio della mescolanza e sovrapposizione di simboli, sensi e significati, temi fortemente presenti in molte delle nostre opere realizzate in questo contesto. Nello specifico, in questa istallazione abbiamo voluto analizzare lo strato più profondo del senso nell’iconografia classica della Santa per isolarne il valore fondante: la lotta per la libertà realizzata attraverso la morte di una giovane donna. La seconda operazione è stata quella di astrarre i simboli di questo racconto e staccarli dalla loro sintagmatizzazione classica. Infine a livello figurativo abbiamo ricomposto quei simboli in modo apparentemente disordinato al fine di veicolare lo stesso messaggio utilizzando una struttura del testo visivo diversa. Ecco perché il teschio che solitamente Rosalia porta in mano come memento mori viene traslato sul viso come una maschera, diventando un’icona macabra, simbolo del fatalismo con cui i palermitani affrontano l’idea della morte culturale e politica della propria città.
Durante quest´anno abbiamo lavorato su diversi progetti collettivi, pubblici e privati, abbiamo creato un blog e periodicamente abbiamo strutturato la comunicazione del nostro pensiero artistico in una fanzine. Abbiamo esposto in maniera continuativa a Palermo e in Spagna avvalendoci dei più svariati mezzi artistici: pittura, scultura, fotografia, video, istallazioni e performance.
La prima mostra di Fare Ala avviene nell´originale Torre di San Nicolò nel centro storico di Palermo, qui abbiamo organizzato e autogestito l´intera mostra inserendo estemporanee pittoriche e performance sperimentali in collaborazione con alcuni musicisti. Altre esposizioni hanno avuto luogo presso lo spazio occupato Anomalia, la galleria Cannatella, la Galeria Progreso 80 di Murcia ecc. Fare Ala ha inoltre partecipato a mostre collettive insieme ad artisti internazionali come quella organizzata presso l’Hotel des étrangers di Palermo. Alcune opere del collettivo sono state selezionate per esposizioni temporanee presso l’ospedale psichiatrico della Vignicella a Palermo, il Centro d’arte contemporanea di Modica, e il Makroart di Siviglia.
bella cacata
Tante belle parole, troppe… per rivestire di aura intellettuale una idea tutto sommata modesta…
Se questa è la creatività degli artisti moderni, allora… Si pone sulla medesima linea delle rane crocifisse e altre amenità. Quando si vuole fare colpo, esaurito il pansessismo e altri tormentoni, si torna su temi religiosi.
Speriamo in meglio nel futuro
@Rosario: prima di accusarci di scarsa creatività prova a capire come mai viene scelto il tema religioso? Forse perchè pone in sè le caratteristiche del mito e consente di costruire sulla falsa riga di questo testo un percorso narrativo alternativo? I santi, le madonne, la stessa Bibbia sono testi (figurativi e non) che parlano di noi stessi prima ancora che di religione. Sono una fonte inesauribile di “racconti” che rappresentano l’humus narrativo su cui la nostra cultura (soprattutto quella italiana e quella siciliana in particolar modo)si è stratificata. Non si è scelto di lavorare sulla Santuzza perchè non avevamo niente di meglio da fare, questa scelta è la sintasi di una lettura della realtà. Mi dispiace se queste parole possono sembrarti un inutile contorno ad “una bella cacata” ma fungono da paratesto per comprendere un’immagine che ad una prima lettura può risultare certamente ostica. Non vogliamo realizzare cose “facili” e non pretendiamo che vadano a genio a tutti, ma i giudizi veloci non ci sono mai piaciuti. Quello che vorremmo suscitare nel fruitore è la curiosità nei confronti di una lettura diversa del mondo. Speriamo di averlo fatto in qualche modo anche con te. Grazie della critica (speriamo costruttiva).
confermo le parole di “il corsaro zoppo”
andate a lavorare.
interessanti i vostri lavori e l’ispirazione all’iconografia della “Santa Muerte” protettrice dei narcos mi trova quanto mai in sintonia.
a me piace 🙂 però secondo me non c’è bisogno di mettersi a spiegare il perché.
concordo con Rosario, idea modesta, l’idea del teschio è una banalizzazione didascalica. La statua di Santa Rosalia non meritava di essere “violentata” per così poco; più dignitosa quando era spazzatura, poveretta
come sempre i bigotti non vogliono toccati i simboli religiosi…
ma quale bigotto? il fatto è che non ci trovo niente di artistico, né originale in questa statua e in tutta l’inutile prosopopea per descriverla.
L’inutile prosopopea di cui ci accusate è il frutto dell’atto artistico. Una delle finalità dell’arte dovrebbe essere quella di farci ragionare sulle cose (e qui si potrebbe aprire tutto un filone di critiche sull’utilità della bellezza, ma neanche i più grandi filosofi sono riusciti a trovare un punto d’incontro sulla tematica, quindi questa passatemela per buona). Ragionare sulla bellezza è proprio quello che stiamo facendo adesso, in uno modo o nell’altro ragioniamo insieme su un ideale estetico, sul valore dell’arte e del bello, qualcuno troverà struggente la nostra opera, ad altri farà cacare ma stiamo comunque mettendo in gioco la nostra lettura di un testo visivo ognuno con le proprie valorizzazioni. Qualcuno vedrà solo la parte più superficiale e griderà allo scandalo altri avranno la sensibilità intellettuale per scendere più in profondità e capire il meccanismo di ribaltamento simbolico che sta dietro ad un opera del genere. Ognuno ha le griglie concettuali che si merita e noi non vogliamo essere capiti da tutti, ci compiace anche il vostro disprezzo nella misura in cui serve ad accendere un dialogo. Arte che parla di arte? Metalinguaggio? Testi comprensibili solo alla luce di paratesti? Fate voi.. per noi l’importante è far muovere i cervelli..
a mio avviso hanno fatto bene perché se suscita tanta indignazione urtando la sensibilità addormentata dei palermitani c’è qualcosa che non va …. un buon giorno a chi si è svegliato!
rappresenta benissimo quella parte di palermitani ben pensanti che vivono nella loro beata ignoranza pensando d’essere persone educate e civili mentre vivono nella spazzatura, nella decadenza e nella corruzione non facendo nulla per cambiare le cose, anzi qualcosa la fanno: non guardano girano la testa da un’altra parte e si fanno sentire solo quando non ci sono i soldi da buttare per un festino troppo poco barocco …..
@linda. “era più dignitosa quando era spazzatura” non è che la tua vita si sta identificando troppo con l’immondizia e la vedi come una cosa normale anzi come qualcosa di buono?? (poveretta si ma noi più di lei)
@il corsaro zoppo. se “bella cacata” e la tua massima espressione per fare una critica non voglio pensare a cosa sei capace di fare quando non pensi. Ti dico un’altra cosa l’arte non sempre deve farsi piacere può essere scomoda come in questo caso.
bravi i ragazzi di fare ala
il fatto è che io non la trovo per niente scomoda, semplicemente brutta, in più caricarla di tutto questa grandezza di significato mi sembra forzato. ma forse bisogna avere delle grandi menti per capire sta schifezza
basterebbe un po di sensibilità, arte non è sinonimo di bellezza estetica come “sta schifezza” sembra una critica da programma televisivo pomeridiano.
a ognuno il suo
che evidentemente conosci bene
abbandonata dal 1995 in un padiglione anch’esso abbandonato, santa Rosalia era lo specchio di Palermo: l’avevano messa dietro una finestra, era solo un po’ malinconica. In fondo s’era adattata alla tranquilla smemoratezza della città, e sembrava interpretarne l’anima in maniera molto più profonda e sincera di quand’era sfilata per le vie nel suo unico giorno di gloria.
Ma non poteva difendersi. Così, amministratori sensibili all’arte l’hanno offerta come campo in cui sperimentare se stessi a un collettivo artistico: messa in un pacchetto “tutto compreso”, da abbandonata che era s’è trasformata in “fruibile in modo permanente”. Senza alcun rispetto per lei, che aveva già pagato l’effimero trionfo con un duraturo disamore, s’è cercato di pescare nel pozzo dei suoi significati profondi. E s’è tirata fuori la morte. Rosalia come la santa muerte dei narcos? Non è un giochetto troppo facile? La dissacrazione non avviene su un simbolo culturale vincente ma su un residuo liminare, svelando il fondo di furbizia di chi spara alla croce rossa per guadagnarsi i suoi cinque minuti di “celebrità”
MA NON ERA MEGLIO LASCIARLA TRA I RELITTI DEI FESTINI PASSATI??? POVERA SANTUZZA!!! MENO MALE CHE FACCIO RESTAURO DI OPERE ANTICHE..PERCHè A VEDERE CERTE CAGATE DEI NUOVI “ARTISTI” VIENE IL VOLTASTOMACO!!! POI MI FA RIDERE MOLTO LA DESCRIZIONE INUTILE CHE FANNO..SECONDO ME è SOLO UNA VECCHIA STATUA DELLA SANTUZZA (GIà ORRENDA ALL’ORIGINE)IMBRUTTITA E RIDICOLIZZATA ALL’ENNESIMA POTENZA!!!
@Amelia. Nel tuo breve testo sottintendi le conclusioni. Forse tropo crude da esprimere, “meglio celarle dietro il muro dell’ellissi”, avrai pensato. Ebbene provo a concludere io, esplicitando il rimosso al posto tuo:
Amelia delega Gilles a parlare e gli fa dire: “Quindi, concludo dicendo che era meglio prima dell’intervento di Fare Ala, e cioè quando la santuzza si era adattata alla “tranquilla smemoratezza della città”, quando la Zisa era tranquilla e smemorata, cioè dimentica del passato culturale e avvolta da un’infinita, avvolgente, decadente e densa nebbia di cui ho tanta, tanta, nostalgia e che tanto servì al potere per istituire la dittatura della non cultura e forse anche la mia attuale possibilità di parlare da codesta, tranquilla, tranquillissima, posizione”.
Amelia non ha delegato Gilles a parlare,non c’erano pensieri rimossi. Non che lei sappia. Ma la rabbiosa violenza e il livore di chi crede di possedere “la” verità non si esplicitano solo verso le santuzze dimenticate.
quello che più mi ha colpito di questo post è la quarta foto: una santuzza che si è messa lo scheletro in volto, rinchiusa dietro una finestra scostata e inchiavardata, circondata da ceri non si sà se per rischiarala di devozione o bruciarla, dimenticata per poter venir fuori una volta l’anno in una festa pagana che passa per religiosa, non tanto lontana da “santa muertos” dei narcos.
ecco, quasta mi è sembrata una bella installazione, non so quanto voluta.
non conosco nessuno dei vari attori in campo, ma a leggere tra le righe di alcuni interventi si intravede una guerra di territorio. che tristezza però le guerre tra poveri!
[sperando di aver frainteso]
scostata=scrostata
Ciao, a me piace molto il vostro lavoro.
Spero che i Cantieri culturali della Zisa possano tornare presto ad essere la sede di numerose iniziative culturali.
La dimostrazione pratica del luciferino ”non serviam!” Da storico dell’Arte non posso che associarmi al primo commento…
Uno storico dell’arte sbrigativo e coprologo.. Quello che ci mancava!
Avete imbrattato una statua che sarà stata pure brutta, sarà stata immondizia, ma non avrà di certo gioito per questa arrogante mascariatura: la vostra opera chiamerei non “Santuzza farealata” ma “Lo stupro di santa rosalia”. Il dibattito in corso, quello che leggo sopra, mi conferma che alla protervia dell’abbandono si è aggiunta la mediocrità e la presunzione dell’arte. Ci sono altre vie per Palermo e per i Cantieri, sono sicura.
Paolo rosanero ti invito a non utilizzare così il maiuscolo (equivale a urlare).
Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti.
Grazie.
@llinda quegli artisti hanno fatto qualcosa e stimolato un dibattito… Tra abbandono e “presunzione della’arte” tu ipotizzi un’altra via… Ma non dici quale. Non sarà forse il nulla? Il mantenimento dello status quo, e cioè dell’abbandono? Se critichi le due vie e vaneggi di una terza, almeno esplicitala.. dilla.. su.. Aspettiamo..
Che schifo mi fate pena andate a lavorare
L’arte è cosa seria
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