Controsenso
L’altra mattina in via Magione, angolo con via Garibaldi, di fronte alla sede comunale dell’assessorato ai Servizi sociali, un automobile della Polizia municipale ha ostruito il flusso del traffico provocando disagio alla circolazione con una coda estesa fino a via Lincoln, con varie digressioni stradali che qui non sto a menzionare. Basterebbe la didascalia dell’immagine per raccontare l’accaduto, se non fosse che: era un parcheggio in controsenso, che nessun impiegato (o funzionario) del suddetto assessorato si è posto il problema (pur assistendo divertiti alla scena, affacciati ad un balcone della suddetta sede), e che, tornando al proprio automezzo con nonchalance, il vigile si è scusato dicendo, grosso modo: «Io non c’entro, ho dovuto parcheggiare qui perché il dirigente aveva fretta». Ha rimosso il mezzo in tranquillità, tra il borbottìo generale, ed è andato a parcheggiare altrove.
Chi gestisce, amministra, dirige, coordina, indirizza dovrebbe imparare a controllare la normalità, a viverla in maniera tale che il mondo non debba pentirsi di aver delegato qualcuno che ha delegato altri a delegare. La discrasia tra la politica e la vita reale inizia da qui, semplici episodi di quotidianità eppure espressione del disagio collettivo. Il prossimo sindaco di Palermo dovrebbe suggerire ai propri dipendenti, agli apparati, ai dirigenti, e agli eccetera del palazzo che il proprio lavoro va fatto bene, soprattutto senza intralciare le vite degli altri e, anzi, consentendo proprio agli altri che quel lavoro non fanno, di comprenderne il processo, la fatica e il senso del servizio. Un dirigente, invece, che dice al suo autista «mettiti là, perché ho fretta e di questo passo un parcheggio non lo troviamo più», va inviato a redigere verbali in piena campagna.
Completamente d’accordo con l’autore del post.
Le divise non danno l’immunita’!
Da quant’è che dico che a Palermo sono per prime le forze dell’ordine che non rispettano la legge ?
Bastano simili atteggiamenti per autorizzare la cittadinanza a fare come ca..o gli pare.
La storia dei maiali che si sentono ‘più uguali’…
mandateli a zappare!
.. e soprattutto dare il buon esempio
Mi vergogno per loro 🙁
nulla da eccepire il gesto è sbagliato , ma ditemi tutti bravi a mettere al muro i vigili ….. atteggiamento tipico di chi ha vissuto nei paesi islamici ….. sono stati i vigili lapidiamoli …. ma non mi fate ridere , sicuramente il vigile ha sbagliato e andrebbe sanzionato , ma attenzione non tirate fuori la famosa tolleranza quando si ferma il motociclo con quattro ragazzi a bordo o la signora al cellulare che tutto fa tranne a guidare . La legge non deve essere di convenienza ma uguale per tutti !!!
Ma se chi sbaglia è chi deve dar l’esempio, Tao, allora possiamo metterlo al muro
Ma se chi sbaglia è chi deve dar l’esempio, Tao, allora possiamo metterlo al muro
Fucilazione!
bravi , bravi e sopratutto tolleranti … ragazzi qualunque cosa possa avere fatto una persona , voi dimostrate di avere uno spiccato senso civico .Bravi e sopratutto ligi a rispettare le regole.
Palermo è bella xchè si può far quel che si vuole e una città rilassante, il cielo azzurro ,mare sempre più blù, cosa volete di più!!!!cetto ccè un’anticchia di ciafficu…ma ninni fut….emu!!!
Ma che bravo il fotografo, vorrei vedere questo signore nella vita di tutti i giorni, sarà di quelli perfettini.
Bravo….
Confermo sempre la mia tesi: Corpo di polizia INUTILE!!!
Avatar, avatar, con questo nome mi ricordi qualcosa, non qualcuno. IL fotografo “perfettino” sono io, avatar, che per puro caso ho anche scritto il post. Qui non si tratta di essere perfettini (la mia vita non lo è, avatar) ma di desiderare una città, magari con le sue eccezionalità, ma una città vivibile che dia senso corretto al termine “cittadinanza”. Quella breve strada che si chiama Via Magione, tu non puoi sapere, avatar, cosa diventi nei weekend, tra le ore 22 e le ore 03. Magari fossero presenti i poliziotti municipali a quell’ora! E cosa possa accadere in orari lavorativi il resto della settimana. Mal comune a molte altre piccole strade palermitane, vero, ma certo nessun gaudio perché qui non si tratta di essere “perfettini” ma di desiderare di vivere in un posto in cui le regole base della civiltà, mi bastano quelle elementari, siano comuni, comprensibili e condivise. E invece no, perché anche chi dovrebbe garantirle, come scrive Anna, pensa “ninni futtemu”, avatar.
Messaggio di servizio per i vigili urbani:
Dopo il recente crollo di alcuni pezzi delle “mura antiche” vicino all’ ospedale dei bambini, si è deviato il traffico verso l’incrocio tra via Cadorna e via Mongitore il quale non essendo dotato di semaforo provoca ingorghi indisciplinati nella zona.
Si richiede urgentemente la presenza di almeno un povero cristo che sappia mettere in pratica il compito per cui è stato assunto.
P.S. E’ da tempo che non vedo più quei signori al centro delle carreggiate a regolare il traffico con paletta e fischietto.Oggi, dalle loro movenze,mi sembrano posteggiatori in divisa.
Io non c’entro, ho dovuto dare fuoco all’ufficio del Comune perchè il sindaco non faceva il suo lavoro!
Saluti signor Coriandolo.
Sig. Coriandolo lei perchè a quell’orario non lavora e va in giro a fare foto con l’iphone?
Mi spiace, il concetto che le forze dell’ordine, come i vigili, possano essere esentate dalle regole mi disturba. Facciano la loro personale esperienza, di quanto possa essere difficile parcheggiare a Palermo. Poi, in seguito a questa esperita, personale esperienza, cerchiano di valutare il senso, delle sanzioni che impongono a terzi.
Credo possa essere utile a tutti.
Rosalio, scusami, ma devo rispondere. Non intendo fare sterili polemiche (visto che a Palermo hanno storpiato il mio cognome in tutti i modi: Conigliaro, Coliando, Coriandolo, e varie amenità) avatar, ma se lei legge un cognome scritto in un certo modo e, da come scrive, non mi pare uno che si perde in errori futili, cosa le manca per produrre un umorismo (penso che questo volesse fare) tout court e senza sbocco? Avrei preferito un “Sig. Coglione”, avrebbe fatto più figura, sarebbe stato caustico e avrebbe anche rispettato, pur non conoscendolo, l’etimo del mio cognome. Infine, non mi sarei nemmeno offeso. Ma, evidentemente, le manca, e non son cose che si imparano dall’oggi al domani. La prossima volta che le friggono i polpastrelli per scrivere cazzate si faccia un giro altrove. Ma, poi, perché me la prendo con lei, che non ha volto, cognome e nome e si nasconde, povero, dietro un cespuglio di lettere messe a caso?