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  • Il vizio del palermitano

    Il mito, si sa, è assai vicino ad una fiaba e spesso le fiabe sono proiezioni della realtà, passate attraverso la lente di chi la racconta, così mi sono spesso trovato ad osservare il “narratore” che al termine di un gioioso momento conviviale come il pranzo o la cena esordisce con tono solenne al malcapitato di turno che, satollo, lascia parte del suo cibo nel piatto: «Tu hai ‘u viziu r’u palermitanu!»… Un po’ per abitudine, un po’ per convincimento indotto, un po’ per pigrizia da serotonina, ho sempre soprasseduto dal verificare le origini di questo mito… Un giorno facendo mente locale di tutte le persone che ho “incontrato” sul “campo da battaglia” del tavolo da pranzo, ho realizzato che questo mito non esiste! Sebbene qualche pessimo manuale di bon ton in passato suggeriva di lasciare un po’ di cibo per essere chic e certe abitudini nobiliari d’altri tempi lo imponevano per ostentare sufficienza, il 99% delle persone che ho conosciuto, oltre a finire le pietanze l’ho ritrovato a spiluccare i semini di sesamo che naturalmente si staccano dal dorso del pane sparsi per la tovaglia…come direbbe un palermitano doc: «Si mancianu puru ‘i pieri r’u tavulu»…aggiungerei per qualcuno che conosco compresi i feltrini!! Deduco che il palermitano non ha affatto la “puzza sotto il naso” e che la lente del narratore di turno di cui sopra necessiterebbe di una bella strofinata energica!! È al di sopra di qualunque malizia il palermitano a tavola, anche da quella proposta da un celebre linguista italiano, Giuseppe Savini, che scriveva nel suo dizionario dialettale abruzzese del «Lu vuccone de lu vellane», che sarebbe «quel piccolo pezzo di vivanda che il contadino lascia nel piatto, per far vedere che ha mangiato poco». Né villano né nobile, dunque è questo il mio ritratto del palermitano…un equilibrato commensale che sa apprezzare il cibo che ha dinnanzi, onorando chi lo ha preparato. E io stesso ripropongo spesso a mio figlio le riflessioni alle quali mi spingevano (spesso senza successo ) i miei genitori da piccolo per farmi mangiare: «I bambini in Africa muiono di fame!»… Purtroppo questo non è affatto un mito.

    Ospiti
  • 14 commenti a “Il vizio del palermitano”

    1. “I bambini in Africa muoiono di fame” Non e’ un mito, e siamo pienamente d’accordo,ma…bisogna far capire spiegando ai piccini che il cibo e’ importante,di conseguenza non va buttato via…quindi non si fanno i capricci e bisogna MANGIARE di tutto!!!
      Aggiungo che purtroppo molte volte cio’ non avviene! E gli sprechi sono “paranormali”…C’e’ da dire che se si fosse meno ingordi,nel piatto si metterebbe la dose giusta onde evitare di lasciare qualcosa…

    2. Appoggio Dany nel sostenere che mangiamo “troppo”, ovvero più di ciò di cui abbiamo realmente bisogno e la quantità di cibo che ci troviamo a non consumare, gli avanzi, li trovo spiacevolmente notevoli. Potremmo ottimizzare le risorse, il cibo e di conseguenza i soldi, e vivere meglio. Invece il mito (soprattutto di mamme e nonne) dell’abbondanza a tavola (altrimenti con gli ospiti si fa malafiura) spesso si traduce in una montagna di avanzi che non sempre il giorno successivo riusciamo a consumare. Pensiamoci quando “caliamo” la pasta… se mangiamo un po’ meno sono sicura che non moriremo di fame!
      Buona giornata.

    3. io credo che invece moltissimi palermitani lascino qualcosa nel piatto, almeno quelli che conosco io sono tantissimi.
      Figurati che anche quasi tutte le mie colleghe lasciano nel portavivande ciò che esse preparano a casa per mangiarlo al lavoro!
      Il vizio del palermitano è volere apparire nobile anche quando non lo è.
      Inoltre la nobiltà ovviamente dovrebbe provenire dalle nostre azioni e non da come appariamo all’esterno.
      Lasciare il cibo? Ma poi perchè?
      Io sono stata criticata perchè ho raccolto alcune olive del giardino della mia sede di lavoro.
      Ovviamente non mi sono arrampicata sugli alberi!
      Quando ho chiesto qual era il motivo per il quale non avrei dovuto farlo….bè… sapete che non ho avuto una sola risposta?
      Solo facce imbarazzate.
      Per me è uno spreco vedere ogni anno quei frutti che cadono per terra, che vengono schiacciati e che non vengono raccolti nemmeno per darli a qualche associazione benefica.

    4. Pienamente d’accordo con entrambe!
      Devo dire che gli sprechi sono appunto “paranormali” la cosiddetta “malafiura” viene espletata quando si butta via del “ben di DIO”….
      Aggiungo che prima o poi ritorneremo alla TERRA! E a tutti coloro che adesso fanno le facce strane, xche’ una come Cetty raccoglie i frutti che dona un albero,ma per di piu’ dove c’e’ la nostra SICILIA,(pur essendo per terra!del resto le olive spesso cadono per terra ed i contadini li raccolgono anche lì!)dico: vedremo cosa farete…in futuro.
      Siamo circondati da un finto benessere…Pur di apparire la gente venderebbe pure la moglie o il marito!

    5. Io credo che non sia un bel gesto lasciare del cibo nel proprio piatto anche perchè chei ha cucinato lo può interpretare come un “non gradito”. Se qualcuno mi invita a pranzo, “onoro ” la tavola come si deve! E mi fa molto piacere che quando i piatti che preparo per i miei ospiti, alla fine del pranzo o della cena, rimangano vuoti!
      Odio gli sprechi e queste “usanze” da nobili stolti.
      Mi piange il cuore quando ai matrimoni o ad occasioni simili vedo i camerieri riportare in cucina i piatti praticamente quasi pieni…non toccati e penso che tutto quel cib andrà quasi del tuttobuttato via!Sono d’accordo con Chiara Chiaramonte quando dice che si fanno troppi sprechi proprio perchè si ha il vizio di abbondare…perchè altrimenti “si fa malafiura”. Se ci regolasimo un po’ di più con le quantità evitermmo grossi sprechi!

    6. A chi ha il vizio di abbondare per non fare malafiura: “L’uomo ricco non è colui che dice quanto ha speso, ma colui che dice quanto ha risparmiato”.
      Mi pare che sia di Oscar Wilde.

    7. @Dany, io comunque li raccolgo dai rami che sono a portata di mano, non per terra…
      non per altro, ma ci passiamo con le macchine, mi fa un po schifo…

    8. infatti io sono troppo contenta quando riesco ad OTTIMIZZARE: comprare risorse di buona qualità a buon prezzo e a non sprecare nulla. io temo che certi comportamenti provengano da una (non) cultura che non prevede la riflessione sul consumo e sul consumismo. quanti vestiti/oggetti/elettrodomestici che abbiamo e abbiamo avuto, avremmo potuto riparare ma la riparazione richiedeva più tempo o più soldi dell’acquisto di un pezzo nuovo? vale per i telefoni cellulari quanto per un pantalone scucito. forse quello che ci manca (come popolo) è la cultura di pensare “ma cosa sto facendo/mangiando/comprando?

    9. A mio avviso il vizio in questione esiste e non è tanto legato a ciò che si ha nel proprio piatto ma per esempio all’ultimo dolcino di un vassoio offerto ai commensali, e per quanto opinabile lo interpreto non come snobbismo ma come un gesto di cortesia nei confronti di qualcuno che vorrà prenderlo.

    10. Susanna,hai parzialmente ragione,in verità questa frase nasce proprio dal lasciare roba su un vassoio comune,ma la cosa via via si è estesa anche al lasciare cibo sul piatto “personale” del commensale.comunque,giusta osservazione.:-)

    11. Ogni paese,posto onserva delle tradizioni che quando dono radicate e sono associate ( quasi a salvarli) a dei vizi diventano una condanna. Io credo che -un vizio non è mai fisso ma mobile -secondo il contesto,secondo la capacita di crescere. Ma soprattutto secondo la voglia di rompere gli schemi

    12. quoto susanna. la crianza del palermitano riguarda il cibo che si trova ancora nel vassoio non quello che si trova nel piatto. i commensali, dopo aver mangiato l’inverosimile, si confondono per gli ultimi 40 grammi di pasta che rimangono nella zuppiera. a casa mia comunque non si è mai buttato nulla, si è sempre conservato per l’indomani, e spesso magicamente scomparivano dal frigorifero durante la notte.
      @cetty: vieni criticata perchè è malafiura raccogliere gratuitamente qualcosa che poi benissimo comprare. i piccioli te li devi sarbare tutti ? 🙂

    13. @federicoII,secondo me..non c’entra nulla il fatto che la cetty possa comprarsi le olive!Si sta parlando di sprechi! Quindi in una societa’ dove lo spreco e’ all’ordine del giorno nel n/s piccolo cerchiamo di fare la nostra parte….Anch’io farei la medesima cosa…..pur di non vedere per terra tutte quelle olive,calpestate dalle auto! Addirittura mi arrampicherei sull’albero…
      Questo denota semplicita’..amore per la vita, qualunque essa sia…

    14. @Dany: grazie!
      Chi non fa questa cosa non può capire la semplicità e la soddisfazione di far diventare quello “scarto” un cibo nobile e genuino perchè l’hai fatto tu in casa.
      @federicoII: perchè è malafiura? perchè non facendolo dimostro di essere ricca e di fottermene degli sprechi?

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