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martedì 5 nov
  • Maria Concetta Riina eletta nel consiglio d’istituto a Corleone

    Fa discutere l’elezione della primogenita del boss mafioso Totò Riina, Maria Concetta, nel consiglio d’istituto del circolo di scuola elementare “Finocchiaro Aprile” di Corleone.

    Maria Concetta non ha precedenti penali ma è stata sentita nell’ambito di inchieste relative alle attività imprenditoriali del marito.

    Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia ha dichiarato: «Fa pensare e lascia seriamente perplessi che un nome come quello dei Riina riscuota ancora consenso a Corleone». Il sindaco di Corleone Antonino Iannazzo l’ha definita «una candidatura inopportuna».

    Palermo
  • 8 commenti a “Maria Concetta Riina eletta nel consiglio d’istituto a Corleone”

    1. Si legge nell’ articolo ke la signora Riina non ha precedenti penali, cosa vogliamo fare? Far pagare i figli, i nipoti, e cosi via!E’ stata eletta democraticamente nel consiglio della scuola, povera Sicilia vittima di se stessa e dei suoi fantasmi!God save the Sicily!!!

    2. Povera Sicilia vittima degli ingenui tipo el diablo!

    3. un detto: l’albero pecca e i rami ricevono.

    4. la figlia di riina non si è mai dissociata, e non ha mai preso le distanze dall’operato del padre. ritengo ne abbia subìto l’educazione ( si fa per dire ), i principi immorali, anche totò riina ( e anche l’altro totò ) era incensurato prima di essere arrestato.

    5. Quando, dopo l’arresto di Totò, la famiglia Riina tornò a Corleone, l’adolescente figlia fu eletta rappresentante di classe nel liceo che frequentava. Si sollevò l’indignazione e mi chiesi se fosse giusto che una ragazzina sfortunata venisse privata anche di una sana contestazione nei confronti dei propri genitori. Con l’atteggiamento impregnato di moralismo peloso abbiamo evitato una possibile ribellione, cosa che avviene in tutte le famiglie, e abbiamo costretto una ragazza a scelte obbligate. Non avremo mai la controprova, ma il dubbio resta. E ora la storia si ripete. Nel bene e nel male nella nostra società sono importanti i cognomi, non le persone.

    6. Cosa fare adesso? Per prima cosa chiamare la polizia scientifica.Prendere le impronte digitali, se non bastasse anche eventuali tracce di DNA, dai foglietti su cui suppongo sia stato espresso il voto.Una perizia grafologica se il nome é stato scritto per esteso.Confrontare le impronte digitali con quelle di tutti i papà e le mamme che hanno votato.Trovati i colpevoli, incriminarli per favoreggiamento alla mafia.Nell’attesa della condanna,i colpevoli e le loro famiglie vanno fermamente isolati e respinti dai corleonesi onesti,che se non proprio la maggioranza saranno almeno una buona parte, come dimostrato dalle ultime elezioni amministrative in cui é stato eletto un sindaco che se non si può più chiamare fascista,non si può negare che sia del pdl.

    7. E’ una questione difficile. Da una parte, é vero che non sia giusto ‘che le colpe dei padri ricadano sui figli’. D’altra parte, in altri contesti (vedi la figlia di Fidel Castro o di Stalin, loro si sono dissociate assolutamente dal vincolo della memoria degli ingombranti genitori, scegliendo di essere persone come chiunque).
      La figlia di Riina non si é mai dissociata da ciò che ha fatto suo padre (e sono cose talmente mostruosamente immorali ed inumane, da far pensare a chiunque che sia impossibile, per una persona dotata di minimo senso di umanità e rispetto per l’altro, di poterle condividere, anche in relazione ad un presunto obbligo devozionale del legame di sangue).
      La riflessione é fatta allora su due punti:
      – primo punto, se non si é dissociata pubblicamente dalle azioni che ha commesso suo padre, dicendo é mio padre, non ne comprende la sostanziale inumanità, e quindi é una persona incapace di avere una autonoma capacità di valutazione morale, al di là dei presunti obblighi, familiari, di educazione, al rispetto verso un padre, che sicuramente lei non ha vissuto, nella parte di carnefice che ha riservato a figli di altri (ed allora é persona acritica ed infantile);
      -secondo punto, perché questa ansia di ‘protagonismo’ nella sua candidatura. Cosa vuole dimostrare, ed a chi?
      E’ del tutto legittimo che un individuo dovrebbe essere giudicato per le cose che fa, piuttosto che per le cose che hanno fatto le generazioni precedenti le sue, ma perché questo desiderio di protagonismo, in certi contesti e ruoli? Per verificare che la memoria del padre sia ‘giustamente raccontata a suo modo’ ai ragazzini della scuola? Allora ne parli anche prima.

      Una sola osservazione. E’ stata eletta. Si vede quali siano le sue azioni. E se ne continui a parlare, comunque delle cose che fa. Mi spiace. E’ sotto osservazione. Non ha mai davvero fatto nessuna scelta, in merito alla sua pesante eredità. E questo, fa sì, che la si guardi con sospetto. Non si stupisca se succede.

    8. Essendo un pregiudicato, anche se i reati risalgono a circa vent’anni fa… Attualmente non ho figli ma se un domani dovessero venire al mondo non vorrei mai che i miei errori intacchino la loro vita… non sarebbe assolutamente giusto!

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