Palermo: Mangia esonerato
L’allenatore del Palermo Devis Mangia è stato esonerato dopo la sconfitta di ieri nel derby col Catania. Il favorito per la successione è Bortolo Mutti.
L’allenatore del Palermo Devis Mangia è stato esonerato dopo la sconfitta di ieri nel derby col Catania. Il favorito per la successione è Bortolo Mutti.
Un’immagine vale più di mille parole. Ecco il rendering che rappresenta come sarà l’area alla prossima apertura del 2012.
I lavori in corso, iniziati meno di un mese fa, sono frutto soprattutto di buona volontà da parte di cittadini ed istituzioni, volontariato, oculata gestione dei pochissimi fondi disponibili, inaspettato attivismo da parte del corpo forestale guidato dal comandante Tolomeo.
Un bel modello io credo per porre il primo mattone di una Palermo nuova e diversa. Continua »
Si consuma oggi la fine di un progetto politico che sarebbe potuto essere di grande speranza e apertura per la città di Palermo. Un progetto in cui società civile, nuove generazioni ed esperienze passate potevano trovare sintesi innovativa per fuoriuscire dalla crisi profonda in cui il vuoto della sindacatura Cammarata ha gettato la città. Sabato invece il coordinamento cittadino e provinciale di Idv ha approvato un documento che riconosce come unica possibile candidatura del partito,voluta da Roma e non discussa dalla base, che è quella di Leoluca Orlando. La gravità del documento sta nel fatto che non possano essere proposte candidature alternative e che,come nel mio caso, colui che intenda concorrere ugualmente verrà espulso dal partito. Invano abbiamo richiesto, nelle settimane scorse, momenti di discussione interna e di confronto sul progetto migliore da intraprendere per il governo di Palermo. Abbiamo fino a sabato mattina chiesto di celebrare primarie interne tra i tesserati del partito, ma questa grande opportunità di conoscenza profonda del pensiero della parte vitale del nostro partito è subito stata bocciata dalla dirigenza. L’incapacità di questo partito di far crescere una nuova classe dirigente rappresenta la fine di un ciclo e la chiusura di una primavera senza frutti. Un partito che taglia i suoi rami vivi è un partito morto. Nulla è cresciuto,nulla è vivo intorno ad un fico sterile se non le foglie con cui cerca di coprire le proprie vergogne. Idv non può essere la proiezione di un ombra che toglie il sole ai fiori migliore di questa città. Continua »
Rubato al semisconosciuto futurista Crescenzo Cane ma, anche, nobilitato e veicolato per il grande pubblico dalla prosa secca e tagliente di Leonardo Sciascia, il termine “Sicilitudine”, appare speculare a quello di “Sicilianismo”. Sicilitudine, espressione emozionale che, anche nella sua declinazione fonica, richiama sentimenti e passioni intime legate ad un’identità o nostalgie di una terra che incanta e dalla quale, nonostante disagi e dissensi, non ci si vorrebbe mai staccare. Una sorta di “negride” in salsa mediterranea. Sicilitudine,dunque, come espressione di un sentire specifico del siciliano, sentimento pacato e non gridato, in questo caso – l’esatto contrario appunto di dell’esternazione sicilianista – scevro da esagerazioni ed esasperazioni. Espressione, in un certo qual senso, di natura bifide. In un caso, positiva, perché nel disincanto e nel distacco dalle vicende e nell’abbandono contemplativo la riflessione seria trova sempre il migliore terreno di coltura. Ma, ed è l’altra faccia, ad un tempo, stigma del disimpegno che sostiene l’assenza in quanto si crogiola in una rassegnata constatazione dell’immodificabilità della storia, personale e generale, della quale il grande manovratore è il fato, “ed è subito sera”; un destino che rende inutili gli sforzi, il “fare” che il Lampedusa richiama come eterna maledizione del siciliano. D’altra parte non è “di diavoli di angeli” l’immagine che gli isolani restituiscono a Maupassant nel suo peregrinare siciliano. Continua »
Nell’Abside del Duomo di Monreale ci piove. Il mosaico del Cristo Pantocratore è in pericolo. Però non s’interviene. Il finanziamento della spesa è già pronto ma i tempi burocratici sono lunghi; bisogna fare delle gare con le solite infinite trafile. Sembra che gli adempimenti di rito si prenderanno non meno di sei mesi. Qualcuno ironicamente ha proposto di imbastire un caso del Cristo che lacrima in modo da non perdere nel frattempo il flusso dei turisti (sarebbero attirati dal fenomeno come per una Madonna delle lacrime). In quest’idea c’è, ovvio, un pizzico di umorismo dissacratorio. Ma questa è una colpa minima, di riflesso, direi, a confronto con la insopportabile farragine burocratica. I numerosi passaggi sono costruiti sul principio di diffidenza verso il cittadino. Gli inventori di tali complessi procedimenti non hanno tutti i torti, beninteso: c’è da diffidare veramente del cittadino italiano, e delle sue imprese. Possiamo dire, come per i politici, che abbiamo i burocrati che ci meritiamo. Però si esagera. Continua »
Nella Giunta tenutasi giovedì scorso si è stabilito di destinare trecentodieci mila euro all’ufficio cerimoniale del sindaco Diego Cammarata «per iniziative diverse nell’ambito delle funzioni istituzionali», duecentocinquanta mila euro sono stati destinati per le spese di rappresentanza del Consiglio comunale e quattrocento mila euro per «l’affidamento di incarichi professionali per la predisposizione degli interventi rivolti alla fuoriuscita dal bacino del precariato» del personale lsu. Fa discutere, però, lo svuotamento del fondo di riserva 2012 e 2013 da cui sono stati prelevati oltre quattro milioni di euro per cofinanziare la riqualificazione dei quartieri Sperone, Zen e Borgo Nuovo e per non perdere 40 milioni di fondi ex Gescal.
La prossima amministrazione non avrà dunque alcuna dotazione per le emergenze.
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