Totò Cuffaro continua a far parlare di sé
Totò Cuffaro continua a far parlare di sé. La sua figura nell’immaginario collettivo è ancora viva. È viva tanto in chi lo ama e continua a difenderlo, tanto in chi lo ha condannato e non prova per lui alcuna pietà. C’è chi cerca di esorcizzare la sua presenza, chi la evoca.
Ultimamente Cuffaro è tornato alla ribalta dopo alcune interviste rilasciate a Sky e alla rivista S. Ed è proprio l’autore dell’intervista pubblicata su S, Riccardo Lo Verso, che con un post su diPalermo riapre il dibattito attorno al Cuffaro detenuto.
Lo Verso, dopo avere fatto le opportune premesse («Totò Cuffaro è stato condannato per un reato grave. Ancor di più se commesso mentre si ricopre un prestigioso incarico istituzionale»), descrive il detenuto Cuffaro. E conclude:
«Dovremmo tutti far vista ai detenuti che conosciamo, anche e soprattutto se li abbiamo criticati. Solo mantenendo vivo il rapporto con il mondo da cui sono stati, momentaneamente o per sempre, espulsi potranno fare tesoro degli errori commessi. Solo la presenza che ingigantisce l’assenza di ciò a cui sono stati, giustamente, chiamati a rinunciare può convincere un detenuto ad evitare errori futuri. Almeno questa è l’idea che mi sono fatto».
Quasi immediata la reazione. A scrivere questa volta è Vincenzo Marannano, cronista del Giornale di Sicilia. Continua »
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