La ragazza di Porta Felice
L’auto rossa si fermò poco dopo Porta Felice, nei pressi delle Mura delle Cattive.
Nella penombra tre ragazze chiacchieravano sottovoce, stavano vicine per riscaldarsi con il calore dei loro corpi, l’unico di cui potevano godere nelle sere di inverno.
«Tocca a te, bella mora. Sei fortunata». disse una delle ragazze a Sonia indicando l’auto che si era fermata.
Sonia conosceva il numero di targa e si avvicinò all’auto, chinandosi per guardare dentro ed essere vista allo stesso tempo. Riconobbe l’uomo al volante e lui identificò la giovane rumena.
Quell’angolo della strada era da anni ormai gestito dalle rumene, poco più avanti si trovavano russe e ucraine. Le africane erano nascoste in una zona lontana dal centro città ma più umida sia d’inverno che d’estate. Sonia non soffriva il freddo ma odiava l’umidità che le arricciava i capelli, che aveva sempre avuto perfettamente lisci prima di arrivare a Palermo e passare le notti per strada.
Le più fortunate, pensava Sonia, erano le asiatiche che lavoravano sotto copertura nei centri massaggi. E naturalmente le italiane, ma era inutile paragonarsi a chi passava le serate nei ristoranti di lusso e alle feste della “Palermo bene”.
«Il solito?» disse Sonia rivolgendosi all’uomo con gli occhiali seduto alla guida dell’auto rossa.
«Sì» La ragazza salì in macchina e si allontanò dall’angolo in cui stava con le amiche, per fermarsi poco distante, in una traversina che portava ad una piccola spiaggetta.
Sonia adorava il mare, aveva lasciato la Romania e scelto la Sicilia per il mare. Era stata la sua unica scelta. Il resto era venuto da sé… Continua »
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