Per 17 minuti era stata una riunione di lavoro come un’altra, in un mercoledì come un altro. In dieci anni di attività in quell’azienda aveva vissuto diverse variazioni su un tema pressoché standard. I convenevoli iniziali, una battuta per rompere il ghiaccio, banali strategie di avvicinamento all’obiettivo e poi il momento clou in cui si capiva se l’affare era una possibilità concreta oppure era arrivato il momento di bucare la bolla di sapone e andare ognuno per la propria strada.
Ma allo scoccare del 18esimo minuto passò per le orecchie di Anselmo Montana, direttore commerciale dell’agenzia di stampa più nota del Paese, un’informazione destinata a deflagrare nel suo cervello, provocando danni difficilmente quantificabili. Il distinto signore che gli stava davanti si era presentato come responsabile della comunicazione di un’azienda di servizi e consulenza, la CN Holding, e gli aveva appena risposto a una domanda apparentemente banale, ovvero quale fosse il significato della sigla CN. Montana quando sentì la risposta si pentì immediatamente della sua curiosità.
«CN sta per Cosa Nostra», aveva detto con spiazzante naturalezza il distinto signore. Continua »
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