Si presenta “I quattro canti di Palermo” alla Fondazione Sambuca
Alle 18:30 verrà presentato alla Fondazione Sambuca (via Alloro, 36) I quattro canti di Palermo di Giuseppe Di Piazza. Interverranno con l’autore Roberto Alajmo e Antonio Calabrò. Letture sceniche di Giusi Cataldo e Alessio Vassallo.
Il romanzo è ambientato nei primi anni Ottanta. Un giovane cronista di “nera” cerca di sopravvivere nella città della mattanza mafiosa utilizzando le uniche armi che ha a disposizione: l’amore e il sesso. Ha un doppio registro questo primo libro di Giuseppe Di Piazza: quello noir, drammaticamente legato alla storia della città, e quello generazionale. La generazione è quella che negli anni Ottanta preferiva non ascoltare la musica anni Ottanta ma Pink Floyd, King Crimson, Emerson Lake e Palmer, continuando a vivere il sogno di una vita libera, fatta di rapporti amorosi “reali” senza progetti e doveri troppo istituzionali. Ma intorno a questo centro vitale non c’è una città qualsiasi: «Diecimila persone vennero assassinate durante la seconda guerra di mafia che scoppiò sul finire degli anni Settanta e si concluse nel ‘93». Le giornate del protagonista scorrono in equilibrio tra sangue pubblico – delitti, indagini, scoop – e sentimenti privati – conquiste rapinose, notti di musica, letture. Intorno a lui quattro storie nere che lo condurranno a immergersi in un mondo fatto di violenza, speranze frustrate, illusioni: un mafioso che si ribella al suo destino di killer, una modella impreparata all’urto della vita, un padre impastato d’odio, una figlia in cerca del proprio onore. Quattro storie che agli occhi del protagonista, “occhi di sonno” per via delle tante notti perse, diventano canti di una città disperata e seducente. I quattro canti di Palermo sono una piazza, o meglio un incrocio, tra via Maqueda e corso Vittorio Emanuele, il cuore della città. Ma il protagonista, con il suo racconto appassionato sembra alludere a un quinto canto «impercettibile alla vista, il più visibile per chi è andato via da Palermo: il canto dell’assenza».
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