Davide Enia è finalista al “Premio Bancarella” con “Così in terra”
Il palermitano Davide Enia è finalista al prestigioso Premio Bancarella.
Il libro era stato già venduto, prima dell’esordio, in quindici paesi, tra cui Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Olanda. Racconta di 50 anni di storia, dalle bombe del 1942 a quelle di mafia degli anni ’90, attraverso le vicende di una famiglia di pugili palermitani.
Sono felice per lui! è un libro molto bello che si fa leggere tutto d’un fiato… In bocca al lupo!
Complimenti, Davidù!
Però adesso fai a tutti una gran cortesia: smettila con questi raccontini insulsi, fasulli, imbarazzanti, pieni di banalità lessicali alla Camilleri dei poveri (e già Camilleri ci ha fracassato abbondantemente le palle…) e cerca di scrivere, per una volta, una storia vera, in italiano, qualcosa insomma che abbia davvero a che fare con la letteratura o con il teatro…
perchè non si può mai criticare in maniera civile ed educata?a noi fracassa abbondantemente le palle l’ineducazione
Vituzzo, è chiaro che ti riferisci a me, ma io non stavo affatto criticando, stavo dando semmai un consiglio all’amato Nostro.
sarà
Chiunque potrebbe scrivere una critica, un consiglio (dice lui) come quello di luigi; la critica è un mestiere, anche quando provoca, basta sapere usare qualche vocabolo, qualche aggettivo, ricamarci… Nel caso del libro di Enia io non lo farei… per non passare per un cog…lione… infatti AVEVO GIÀ LETTO letto che prima ancora della pubblicazione in Italia i diritti sono stati comprati in 16 Paesi (rosalio scrive 15!), cosa rara per un esordiente. Non penso che siano tutti scemi in quei Paesi quelli che hanno comprato i diritti.
Comunque, non vedo la logica nel ritenere l’utilizzo dell’italiano come l’unico o il migliore mezzo espressivo, al contrario in certi casi lo ritengo limitativo.
Io sto con Luigi. Sono anni che Enia ci propina la stessa solfa. La Palermo che ci descrive è buona per un giapponese. I suoi percorsi “storici” fanno sorridere per ingenuità e superficialità. La lingua che utilizza non è palermitano, ma quello che biascica un ragazzetto di buona famiglia quando scimmiotta il dialetto. Può essere stampato pure in tutto il mondo, il talento di Enia rimane più che discutibile.
Libro capolavoro che porta Palermo nel mondo. Camilleri non c’entra nulla, facendo Enia una operazione pazzesca: non è italiano con inserti dialettali (come Camilleri fa), ma è il dialetto che obbliga l’italiano a piegarsi. I libri andrebbero letti prima di parlarne. Questo è un capolavoro.
E all’estero se ne sono accorti subito. Bravi loro e bravo Enia!
(è incredibile come quando accada qualcosa di bello a Palermo o a un palermitano, ci sia chi brucia così tanto invece di vedere in questo una possibilità. 150 anni da pecora evidentemente non sono bastati)
davvero felice per Davide Enia, intellettuale che stimo e che seguo sempre con interesse.
non ho letto il libro, lo comprerò al più presto.
@renato: il punto nn è la critica.è ovvio che un libro o uno scrittore non possa piacere a tutti.il punto è esprimere la critica in maniera rispettosa nei confronti di ha a lavorato ad un progetto, sacrificando tempo.Tutti sono capaci di insultare, pochi di criticare.
Agostino: solo uno che non sa nemmeno cosa sia il dialetto può dire che quello di Enia sia dialetto.
Orazio, interessante come l’IP sia lo stesso di Renato e Luigi. Bravi
Agostino, non so di cosa vai blaterando sinceramente, io ho scritto solo un post e il mio computer è in uso esclusivo. Poi mi dici da dove si vede l’IP.
Complimenti a Davide Enia che stimo profondamente e che, a parer mio, scrive in modo superbo.Condivido per tanto il pensiero di agostino.
Agostino è falso che gli IP siano uguali e sarebbe interessante capire come farebbe lei a sapere che siano uguali anche se fosse vero. Saluti.
Leggo: “ma è il dialetto che obbliga l’italiano a piegarsi”.
Agostino, per me il premio Bancarella lo dovevi vincere anche tu.
Pura letteratura.
LIbro capolavoro che porta Palermo in cima al mondo.
Enia genio. Un libro cosi’, c’e’ solo da godere a essere palermitani visto che si gide appieno. Spettacolo
Stesso commento scritto a calfo di agostino che IP alla mano non sono io. Si vede che il libro spacca: chi lo odia (su internet) e chi lo ama (nel mondo). Umbertino MAESTRO DI VITA!!!
Ribadisco che gli indirizzi IP dei commenti su Rosalio non sono pubblici e quindi Peppuccio non ha affatto IP alla mano. Saluti.