Si presenta “Le cose che ho imparato” di Riotta a la Feltrinelli
Alle 18:00 presso la Feltrinelli (via Cavour, 133) verrà presentato il libro Le cose che ho imparato del giornalista Gianni Riotta. Introdurrà l’incontro Amelia Crisantino.
«Volevo conoscere la vita, scrivere, battermi per quello che mi stava a cuore, incontrare i personaggi che mi affascinavano, svegliarmi ogni giorno in una città diversa, camminare tra uomini e donne straniere, provare la solitudine del caffè bollente all’alba, servito da uno sconosciuto. Volevo prendere il mio corpo e la mia anima e metterli davanti alle prove più brutali, per vedere se e quando si sarebbero spezzati». Come Pirandello e Vittorini, Gianni Riotta parte un giorno dalla natia Sicilia, perché “per vivere occorreva andare via”. È questa la prima tappa coraggiosa di un’avventura personale e professionale ricchissima, che ha le sue radici nell'”Isola” e che lo porterà poi in paesi remoti, facendogli incrociare i protagonisti della storia del Novecento: i sapori della Sicilia arcaica raccontata da nonna Anita, la scoperta della realtà della mafia, l’esame di maturità sotto gli occhi del “maestro Sciascia”, la passione per i grandi libri e i filosofi da cui scaturiscono i dilemmi e le domande più spiazzanti. E ancora: le lezioni sul coraggio di Leone Ginzburg e Primo Levi, gli Stati Uniti e New York, l’Iraq da inviato di guerra, Torino e i racconti di Mario Rigoni Stern e Vittorio Foa. Un originale viaggio nella memoria per riflettere su quello che vale la pena sapere e fare nel tempo della nostra vita. Tessendo i ricordi, Riotta conduce il lettore ai dubbi e alle speranze di oggi, in una cronaca familiare e politica dove il cibo di strada siciliano e il tè dei mujaheddin afghani a Kabul finiscono per insegnare una comune morale di compassione e tolleranza, dove sotto il fuoco di Tikrit tornano a risuonare le parole con cui Antonio Volpe, un vecchio amico d’infanzia, lo ammoniva durante i loro giochi di ragazzi: «Guarda alto Giovanni, testa alta». Romanzo degli affetti che temiamo di aver perduto e insieme saggio sulle idee che ci dividono nel XXI secolo, Le cose che ho imparato è anche la confessione, candida e a tratti ironica, dello spaesamento di questa nostra stagione. Davanti allo scacco tra rassegnazione e risentimento populista, Riotta ricorda con un sorriso la battuta di un amico: «La vita è un film western americano degli anni Cinquanta. I cattivi vincono fino a cinque minuti dalla fine ma poi, bang, i buoni vincono».
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