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lunedì 23 dic
  • Davide Enia è finalista al “Premio Strega” con “Così in terra”

    Il palermitano Davide Enia è finalista al prestigioso Premio Strega.

    Il libro, finalista anche al Premio Bancarella, era stato già venduto, prima dell’esordio, in quindici paesi, tra cui Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Olanda. Racconta di 50 anni di storia, dalle bombe del 1942 a quelle di mafia degli anni ’90, attraverso le vicende di una famiglia di pugili palermitani.

    Davide Enia - “Così in terra”

    Palermo
  • 63 commenti a “Davide Enia è finalista al “Premio Strega” con “Così in terra””

    1. ottima notizia. Un monumento ci andrebbe fatto a sto picciotto che, zitto zitto e senza manciare nel piatto dei potenti, fa strada ovunque. Incrociamo le dita.

    2. E’ un peccato che ormai snobbi Rosalio

    3. E’ un peccato che Artisti del calibro di Enia non vengano coinvolti da chi amministra la cultura (con la C minuscola!) a Palermo e solo quandp mietono successi fuori tutti a ricordarsi di loro. Sarebbe interessante chiedere ai candidati a sindaco come si vogliono relazionare coi nostri Artisti veri, che ci sono e ci vengono invidiati

    4. Artista?

    5. letto il libro.
      piaciuto molto, niente a che vedere con camilleri, come qualcuno insinuava in un precedente post, probabilmente senza neanche averlo letto.
      consigliatissimo.

    6. grande Davide!!!!!!!

    7. sapete dove posso trovarlo negli usa? ho cercato da Barnes & Noble, ma nulla :/

    8. @MEL amazon.com

    9. Grazie Giovanni, ma ho dato un’occhiata anche li’ e ho trovato solo una copia usata (?)

    10. Ho preso il libro in libreria, l’ho letto per mezza pagina e l’ho riposto sullo scaffale perchè non sopporto il sicilianoide, sia esso di Enia, di Camilleri o di Chicchessìa.

      Visto che è stato venduto pure tra i Cosacchi ed i Manciuri Interni, oltre che in Mongolia ed in Kamchatka, mi chiedo in che lingua sia stata tradotta in quei paesi. Cioè: come hanno riprodotto il sicilianoide?

      Enia, buon per te comunque… però io polli d’allevamento non ne leggo.

    11. per fortuna i libri che mi hanno formata, che mi porto ancora dentro, non li ho riposti dopo mezza pagina….
      *

      detto questo, le critiche sono sacrosante e necessarie, anche le più brutali, ma i libri tocca leggerli, per poterli criticare, altrimenti si da aria agli sfinteri.
      cordialmente

    12. Si stalker, solo che il sicilianoide mi sa di presa per i fondelli. Che pure dovremmo parlare di palermitanoide… insomma troppi oidi per non lasciare traccia. Usa il siciliano, o l’italiano, no?
      Però lo capisco, così troverà sempre un attento critico milanese che parlerà di “scrittura che, grazie al linguaggio, sgorga dalle viscere e riesce a far palpitare come se Palermo fosse li davvero con i suoi suoni e odori” ed un paio di critici palermitani che lo osanneranno.
      E alla fine, basta che vende 150 copie a Palermo e 50 tra i palermitani a Milano, a iurnata sa fici… 🙂
      Immortale. Romanzo di formazione, si…

    13. insisto, un libro lo si può criticare, ma solo dopo averlo letto.
      qui di “sicilianoide” ci sei tu, ahimè, che dopo ever letto mezza paginetta….”sgorga le viscere” della propria ignoranza, con non poca e approssimativa presunzione.

      saluti.

    14. Orà, ” e alla fine, basta che vende 150 copie a palermo e 50 tra i palermitani a milano, a iurnata sa fici” è sicilianoide però. Qua si critica, si odia e si cuminano minchiate!
      Orà…

      Comunque sono molto contento Per Davide Enia. se lo merita lui e Palermo anche.

    15. È interessante che uno che non ha letto il libro si permetta giudizi sferzanti e assoluti.
      Onestà intellettuale, questa sconosciuta.
      Poi, onestamente, verrebbe sempre da chiedere: da che pulpito?
      La critica è sacrosanta. Basterebbe leggere, prima. Quella di Orazio non è critica. È prevenzione. Buon per Enia che mezzo mondo (che ha letto il libro) non la pensi come lui.
      (sommessamente, faccio notare al gentile Orazio che la vendita in mezzo modo e la finale allo Strega e al Bancarella non dipende dai “critici di Palermo o di Milano”, ma forse da un valore letteraio che Orazio, non avendo letto, non può conoscere. Poi, ognuno libero di pensarla come vuole. Io, per esempio, Orazio non l’ho mai incontrato ma so per certo che l’invidia se lo mangia vivo -vedi, Orazio? Col tuo schemino è facile scrivere quello che si vuole).
      I siciliani: quelli che appena uno estero fa una scoreggia, «Mizza, è un genio». Poi arriva un conterraneo che fa qualcosa di importante e allora è «raccomandato o inutile».
      Mi domando come mai Orazio non sia in finale al Campiello. Ovviamente, perché è un genio incompreso.
      Questa terra sono quelli come Orazio i primi a sputarci di sopra. DI gente come voi, davvero, non se ne può più

    16. Polemiche sterili, invito i due di sopra ad una maggiore dedizione rispettivamente all’arte del rammendo della calza (la molestatrice) ed alla sana lettura (magari di un libro di sana dialettica), invece che all’insulto.

      Ho seguito artisticamente Davide Enia e lo seguo e come artista lo conosco molto meglio di qualcuno che blatera qui. Davide ha una grande dimensione come “cuntista”, come scrittore assai meno, almeno fino a quando si ostina a percorrere strade letterarie che altri hanno già saccheggiato, per me malamente, gli altri e lui. E dico questo perchè l’ho letto più di quanto qualcuno non pensi.

    17. orazio, se devvero tu possedessi simili capacità analitiche, ti saresti reso conto di aver superato da un bel po’ il senso del ridicolo.
      ti sarebbe bastato rileggerti, ma come tu stesso affermi, ti fermi alle prime righe.
      e ora, a proposito di insulti gratuiti, torno a rammendare la calza.
      ESC.

    18. Control Alt CAnc

    19. “altrimenti si da aria agli sfinteri.” (rivolto a me)

      “di “sicilianoide” ci sei tu” (rivolto a me)

      Un florilegio tratto dall’opera omnia della molestatrice, una donna (!) davvero delicata e raffinata.

      Non basta leggere un libro per aver cultura e la classe non si acquista in libreria. Educati, per ora sei cosa di rammendo.

    20. NO, Orazio, è vero che non basta leggere un libro per avere cultura. O educazione. Tu ne sei esempio.
      Quanto a onestà, quella proprio zero.
      Ripeto, sei la Sicilia di cui noi che amiamo l’isola facciamo volentieri a meno.
      Stattene nella tua regia dorata, perché visto che pontifichi, come minimo sei papa.

    21. io ho letto il libro di Enia!
      usa un linguaggio nuovo, dando testimonianza assoluta di conoscere e bene la lingua italiana.
      Stravolge la regola dell’io narrativo -unico- e crea ciò che si riteneva impossibile:utilizzare diversi approcci narrativi, nello stesso capitolo, nella medesima pagina, fare esprimere personaggi diversi contemporaneamente.
      Mette su carta il percorso mentale del palermitano che pensa e parla di se , del presente del passato e guarda il futuro.
      E’ delicato l’approccio ai tempi roboanti della guerra e della mafia ; ed è l’approccio positivo di chi ferito investe sulla sopravvivenza e non sulla strumentalizzazione dei drammi per trovarsi uno spazio- magari fazioso -.
      La Zisa e Palermo sono terreno di vita ed esempio positivo di sopravvivenza.
      sarei felice se gli venisse tributato il giusto merito.
      Grazie Davide mi hai donato il piacere di leggere un ottimo libro.

    22. Agostino, conterranei che hanno scritto bene, avuto successo, vinto Nobel, ne abbiamo avuti davvero tanti, e tanti ne abbiamo. Non scimmiottavano nè scimmiottano il siciliano scrivendo in italiano, non scrivevano né scrivono in italiano con un costrutto siciliano. Non usavano e non usano il sicilianoide. Non favevano e non fanno “folklore linguistico”. Forse semplicemente sapevano e sanno scrivere.
      Non vedo perchè il mio pensiero ti terrorizzi così tanto. Forse solo per dare la stura alla tua maleducazione ed alla tua partigianeria. A proposito di onestà, appunto.

    23. stai dicendo che Enia non sa scrivere?
      perché se fosse così servirebbe altre argomentazioni oltre «ne ho letta mezza pagina, l’ho posato».
      Onestà, guarda, non scriverlo neanche.
      Non sei di casa

    24. scusate ma perchè invece di avvitarvi su polemiche infruttuose per tutti non ci confrontiamo su nuovi libri – letti o da leggere?

    25. Agostino, di questo ho letto mezza pagina, di altro Enia ho letto molto, onesto sei tu si vede…

    26. Io questo l’ho letto. Tutto. Ed e’ un capolavoro

    27. Onesto lo sono più di te.
      Parolo di questo libro venduto in mezzo mondo prima della pubblicazione, ma si sa, tu hai la luce e gli altri no.
      Ma è così difficile gioire perchè un palermitano ha successo? Evidentemente sì. Qualcosa ti brucia e non capisco perchè.
      tu scrivi “scimmiottare”, volutamente offensivo.
      C’è chi non la pensa come te. Visti i premi, i riconoscimenti, gli attestati internazionali.
      gente che i libri li legge per intero.

    28. Agostino, amaro a dove ti fissi… contento tu… ragioni come un bambinone sinceramente. Io libri per intero ne ho letti migliaia nella mia vita, mentr ecredo che tu di questo non abbia letto nemmeno la prima pagina. Sei di un provincialismo disarmante, non fai un buon servizio nè a Palermo nè ai palermitani. Poi mi parli di questi riconoscimenti internazionali :iol:

    29. talè, fare il difensore d’ufficio è pure noioso.
      C’è internet.
      C’è wikipedia.
      Dai uno sguardo ai premi che ha vinto, a me non ne viene niente.
      Il tuo atteggiamento, invece, è di una supponenza sfacciata. Critichi un libro di cui tu stesso hai dichiarato avere letto mezza paginetta. Se non è malafede questa.
      Io sarò provinciale, tu sei roso dall’invidia. Io gioisco, tu rodi. Sì, sto meglio io.

    30. Agostino, se io sono invidioso, tu sei di fuori, ma a me che me ne viene o viene meno se Enia vince i premi? Ognuno ha i suoi successi, io i miei. Pensa ai tuoi e non proiettarti in Enia.

    31. Questo orazio è un provocatore (da strapazzo) conosciuto in un giornale online palermitano, appunto, per le sue provocazioni. Non fa altro che ricamare con le parole che ha imparato a memoria, probabilmente scrive col dizionario davanti aperto; in realtà le sue provocazioni tendono a nascondere frustrazioni.

    32. ..e zzza!!!
      entro pure io.(anche se provochero’ le ire di chi desidera star lontano da me). Scusate ma l’argomento mi ha davvero incuriosito. E per di Piu’ la scrittura e i giudizi di ORazio.
      A me piacciono tutti coloro che scrivono bene, e Orazio,contrariamente a quanto scrive Gigi, sara’ anche un provocatore ( ma non credo che lo sia,) ma scrive benissimo che e’ un piacere leggerlo.
      Io credo che ORazio sia invece una persona molto competente e vicina al mondo letterario.
      Condivido perfettamente le tesi sul “meticciato ” linguistico.
      C’e’ a chi piace e c’e’ a chi no. A me non piace.
      Tuttavia riconosco in Enia un bravo scrittore .
      Insomma un bravo scrittore senz’altro, il cui genere pero’ non e’ il mio preferito.
      Orazio offre anche ottime indicazioni sulla versatilita’ e sullo stile di Enia in ambito di altre prove d’autore.

    33. Non ce ne frega niente dei tuoi gusti letterari, folkloristen. E poi, ti vorresti permettere di “discutere” i gusti altrui?
      Detto da te, leggere da te giudizi sulla qualità di scrittura è una barzelletta. Riferita alla tua scrittura “da gallina”, come si suol dire.
      C’è una frase nel tuo commento particolarmente confusa, e pure errata nel concetto.
      Contrariamente a quanto scrivo io?
      Ma io non ho scritto che scrive male il catanese orazio. Al contrario, ho scritto che ricama con le parole perché ha imparato a memoria il dizionario, cioè scrive caz…te ma le scrive bene, perché sa ricamare con le parole, ma ripeto, ci crede solo lui e scrive caz…te.
      Non mi interessa sapere a quale mondo è vicino, so che fa il provocatore anche in un altro sito, su temi sportivi, secondo me si evince da quello che scrive, si legge tra le righe, che è una persona sofferente, un uomo triste, molto triste; non riesce ad occultare il suo reale stato con la ricerca di belle parole, anzi…

    34. Ciao GIGI, finora con che nick avevi scritto su Rosalio?

    35. @Gigi
      ora sei anche psicologo ? non me lo aspettavo
      🙂 🙂

    36. Sempre questo nick. Ci avevo aggiunto “ç” per differenziare dai buontemponi che usavano lo stesso nick, ma mi siddio’. D’altronde i miei commenti sono riconoscibili, come le “prime due note” o come un quadro di “tale autore”.
      Noto che entrambi, il provocatore catanese Orazio e il parrino in cerca di sistemazione (nelle stanze politiche) folklorista, invece di replicare sui fatti tentano di deviare l’attenzione. Puerili.
      Folklorista, certo, lo sono. Anche per deformazione professionale. Solo i buontemponi bigotti, e incapaci di leggere (non solo quello che si scrive, leggere la vita in genere) come te non se ne erano accorti. Il tuo profilo, per esempio, era evidente fin dai primi post e ormai scrivi da anni in cerca di… ma non troverai… sei troppo banale e stereotipato, non imbrogli nessuno…
      La tua battuta è stupidina; ne facevano simili, quand’ero adolescente, i chierichetti bigotti come te, e ridevano solo loro.

    37. …e zzzaa! eccone n’altro che di sicuro non ha letto il libro. 🙂
      ora siamo a posto!

    38. @Gigi
      se chiedessi Tu a Davide Enia saprebbe risponderTi in merito a cio’ che Tu evidentemente misconosci : che esiste una critica letteraria e degli stili che evidentemente non vivono solo di vita propria .
      Proprio su questo tema Tu dovresti disquisire , ma in effetti non sai da dove iniziare. Ti fermi a dire : e’ bello .
      Mi sta bene.
      MA dire e’ bello mostra il tuo senso estetico, non la ragione di tale giudizio.

    39. parrino n. (folklorista) ma tu sei fuori di testa!
      (sei sicuro che la castità ti fa bene, se sei casto? Casto è sinonimo di scemo, lo scrivo “en passant”).
      Perché? IO NON HO ESPRESSO NESSUN GIUDIZIO sul libro di Enia perché non l’ho letto.
      Non sai nemmeno leggere?
      NOTA: dopo avere infastidito e inquinato con tutti i tuoi post sul papa capo della spa vaticano, dopo avere inflazionato con tutti i tuoi commenti falsi e tendenziosi sulla pseudo-politica palermitana, ora ti avventuri nella critica letteraria?
      Perlomeno, parrino n. (folklorista) se vuoi improvvisarti in questo esercizio dovresti avere rispetto per i lettori, e un po’ di rispetto, pudore, anche per te stesso, e scrivere in maniera corretta e non come una “gallina”, perché saresti un caso raro, cioè un critico letterario che scrive in quel modo sgradevole (anche da vedere) e scorretto.
      Non ha nessuno vicino che può correggere i tuoi commenti prima di inviarli?

    40. ..acc.. questa tastiera…
      Chiedero’ a Orazio di prestare un po’ di attenzione (indegnamente per me ) alla correzione delle mie bozze di commento .
      🙂 🙂

    41. Intanto, Enia pubblico’ in Olanda.
      Dove, evidentemente, i libri li leggono tutti. Non danno giudizi dopo mezza pagina.
      Orazio, l’hai scafazzata. Succede. Ora calmati, puoi tornare a posto e, un consiglio: prima leggi, poi valuta. Si evitano figure miserevoli. Come quella di miccoli che mai gioco’ in nazionale.

    42. Orazio, io gioisco di un mio conterraneo che ha questo (meritatissimo secondo me) successo. Tu, forse perché catanese, provi astio e invidia e supponenza. Siamo fatti in modo diverso. Per me, che amo questa terra, quando un mio conterraneo ha successo (un successo che si è fatto da solo, senza santi e padroni) c’è solo da fare festa. Per te, c’è da gettare fango. Siamo fatti diversi. Il libro, ti ripeto, almento potevi fare lo sforzo di leggerlo. Qui ti sei dimostrato di una disonestà tipica di chi sa solo invidiare.

    43. PEppuccio e Agostino
      . Ancora non siete a livello di espressione di una critica letetraria , cio’ che ha fatto Orazio, ma solo il vostro personalissimo senso estetico e provincialismo ,legittimi per carota’. Io ricordo un post dell’anno passato su Rosalio in cui invece interevnnero diverse Voci , per ultima ,la mia da incompetente, nel quale si cercava di far luce su alcuni aspetti che riguaradvano la letetratura.Adesso non ricordo bene il tem a preciso ma fu un post di alto livello critico

    44. folklorista, non cogli il punto.
      Orazio il libro non l’ha letto. Io sì.
      C’è una bella differenza, non credi?
      Poi, essere critico letterario è un lavoro serio. È quello di Orazio? In ogni caso, dovrebbe vergognarsi per avere giudicato un libro senza averlo letto. Ma è così difficile da capire?

    45. è un libro STU-PEN-DO!
      bravissimo Davidù!
      Sei un grande

    46. appena finito di leggere. COmplimenti vivissimi!
      Straconsigliato: c’è la guerra, la rabbia, la Storia con la esse Maiuscola, i sentimenti, la poesia.
      Uno dei libri più belli che ho letto.

    47. CAPOLAVORO!

    48. Che libro bellissimo! Si ride, si piange, si pensa. Ma come fanno a tradurlo?
      Complimenti vivissimi, mi hai incantato dalla prima all’ultima pagina

    49. Vista la presentazione a torino al Salone
      Il libro e’ bellissimo, complimentoni

    50. Volevo dire a Orazio il fine intenditore che Enia era in edicola con ilSole24ORE. Si vede che ogni testa e’ tribunale. E che chi legge i LIBRI sa scegliere gli Autori che meritano. Bravo davidu’, sei una putienza! Orgoglioso di essere tuo concittadino

    51. i miei complimenti per il bellissimo libro uscito con il Sole 24 ore. Bellissimo davvero.

    52. stupendi i racconti usciti con il SOLE24 ore!!!
      ora m’accatto il libro subito, m’arrizzarono i carni, mama!

    53. intervengo dopo mesi perché ho una notizia per me e per la Sicilia molto bella. L’utente Orazio sarà sconfortato, ma come questo libro di cui tu hai letto mezza paginentta è addirittura considerato uno dei migliori libri pubblicati nel 2012… sapete chi sono i peggiori? quelli come orazio, che appena un siciliano si afferma, subito gli danno addosso (e, come da lui ammesso, avendone letto mezza pagina). Dovresti vergognarti. Intanto, leggiti qui e controlla la tua (assurda e mal riposta) invidia. Bravissimo Enia, orgoglio di Sicilia: http://cultura.panorama.it/libri/libri-piu-belli-italiani-2012-romanzi

    54. @ agostino. Se lo afferma Panorama allora il verdetto è inappellabile.
      Se a tanto aggiungiamo anche l'”uscita in edicola insieme al Sole24Ore” allora il discorso è proprio chiuso.
      Rivendico in ogni caso il diritto di abbandonare un libro dopo averne letto soltanto poche pagine.
      Anche di buttarlo per terra, piuttosto che deporlo insieme ad altri.
      Mi capita, anche se non spesso e questa defezione mi procura ogni volta un certo piacere, come una specie di rivincita. Vita risparmiata, altro che vergogna.
      Non ho letto i libri di Enia, lo conosco in quanto autore di “Rosalio”.
      Non mi piace, ogni sua frase suona falsa, attentamente costruita, costretta sempre dentro canoni prestabiliti e di facile presa.
      Avverto anche un vago sentore di figlio di papà, imbellettato da ragazzo di strada.

    55. ma come, l’utente «orazio» si firma «manuelo»?
      c’è sentore di malafigura.
      (poi, nel merito, è un diritto sacrosanto abbandonare i libri, un po’ meno serio giudicarli senza averli letti. Stando poi al parere di un anonimo che si firma ora con un nick, ora con un altro e testate nazionali, beh, sarò provinciale ma sto più con IlSole24Ore, Panorama e i paesi esteri che con lei. E gioisco per il successo di un mio corregionale che non infango soprattutto quando NON conosco il suo lavoro. Questione di stile e di mentalità, tutto qui)

    56. @ Agostino.
      Malafigura ? Confondimi pure con chi ti pare.
      Pensa quello che vuoi, sono un anonimo, agostino, orazio o manuelo in fondo cambia poco.

      Che c’entra però il successo ? Se è per questo un film come ” Cado dalle nubi ” è il più grande film italiano di tutti i tempi e Gennaro Nunziante il più grande Maestro.
      Ed in ogni caso Enia non ha ancora raggiunto le vette di Susanna Tamaro o, per restare ai “corregionali”, di Lara Cardella.

      Ps Ho giudicato Enia in quanto autore di Rosalio. E’ legittimo ?

    57. È legittimo.
      È poco onesto giudicare un romanzo senza averlo letto, ma su questo, orazio\manuelo, fai finta di non capire.
      E «Cado dalle nubi» è un film che fa ridere. Tanto.
      E tu confondi la parola «successo», per te è vendita, per altri no. Ripeto, stile differente il mio e il tuo. Tu giudichi senza conoscere, io no. Rileggiti, se non ti confondi tra tutti i nick che usi.

    58. @ Agostino. Ti ripeto che non ho giudicato il romanzo di Davide Enia.
      Ho dato il mio parere soltanto sullo scrittore Davide Enia, per quanto pubblicato su “Rosalio”, “pezzi” peraltro ancora presenti sul sito. Parere personale, confutabile, s’intende.
      Non ho scritto io i commenti a firma Orazio, tanto per essere chari, non sono Orazio.
      Sei tu, insomma, che fai finta di non capire e parli di un libro come se fosse una partita, un derby vinto con largo margine di reti.
      Nessun dettaglio però, da parte tua neanche una parola sullo svolgimento.
      Per te è solo una questione di “mentalità” come per gli ultras, allo stadio.

      ” Cado dalle Nubi ” è televisione. Anzi, per meglio dire, è un film intimamente televisivo.
      Stiamo dalle parti ( o poco sotto ) di Ficarra e Picone, in forma “Striscia”, di cui immagino tu sia un convinto ammiratore.

      Ps E continui con lo stile. Ma quale stile ? Il tuo ? Questa si che è una battuta divertente.

    59. Secondo me Agostino e’ o Enia o suo fratello.

    60. @manuelo, questo libro però dovresti leggerlo, è davvero un bel libro, secondo me ovviamente, che susanna tamaro l’ho abbandonata dopo 15 pagine (sempre meglio che dopo mezza, come orazio con enia).

    61. Be’, Rosaria, effettivamente per andare a ripescare un post morto e sepolto o si è sfacinnati o si è interessati (o, perchè no, ambedue). Comprendo lo scetticismo di Manuelo perchè anche a me Enia, come autore di Rosalio, mi faceva scendere il latte alle ginocchia, palloso e manierato come solo i peggiori umbertini sanno essere. Ma, convinto da una collega (non siciliana né meridionale) che me lo ha prestato entusiasta, l’ho letto e… Sorpresa! È un libro ben scritto, a tratti addirittura con ritmo piacevolmente serrato, che racconta 50 anni di una Palermo che fa da sfondo ad una saga generazionale di pugili. Il finale, nella “migliore” tradizione dei narratori cisalpini contemporanei, è un pò “così così”…. Ma le descrizioni che fa l’autore ed alcuni dei suoi personaggi meritano di essere goduti fino in fondo.

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