Elezioni a Palermo: competizione o conflitto?
Un po’ in controtendenza con l’opinone diffusa, io credo che l’esigenza di ricorrere ad un tecnico, per quanto bravo e competente, sia una grande sconfitta per la democrazia. Questa deve essere il confronto tra idee e soluzioni diverse per il raggiungimento di un obiettivo comune: il benessere collettivo.
La creazione di uno stato di conflitto perenne, che è stata la matrice politica di questi ultimi venti anni in Italia, ha trasformato elezioni prima e management del successo poi, come una rancorosa resa dei conti che ha reso l’intervento di un tecnico sopra le parti, a commissariare la dialettica delle idee, la sola via percorribile per impedire il disastro economico.
Ci troviamo adesso in un momento veramente importante per il nostro paese in generale e per Palermo in particolare.
A Palermo non siamo alla ricerca, io credo, dell’uomo dalle mille soluzioni. Monti, se vogliamo, non ha le soluzioni, è stato lui stesso la soluzione ad una incapacità delle controparti di elaborare assieme un percorso.
In città la situazione è peggiore, perché la rinuncia alla politica non passa dalla ricerca di un “tecnico”. Quanto piuttosto dalla sparizione dei simboli dei partiti dai manifesti elettorali, lasciando a chi osserva la certezza che il conflitto sarà poi trasferito nelle sedi istituzionali, dove invece servirebbe progettualità e coesione. Continua »
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