Bernardo Provenzano ha tentato il suicidio: salvato
Il boss mafioso Bernardo Provenzano ha tentato di suicidarsi due sere fa infilando la testa in una busta di plastica nella sua cella del carcere di Parma dove si trova in regime di carcere duro. Lo ha salvato una guardia carceraria.
Dopo un’apposita perizia un collegio di periti aveva dichiarato l’anziano boss capace di seguire il processo e difendersi mentre il suo avvocato sostiene che sia affetto da demenza senile.
sono contenta che l’abbiano salvato. lui e i suoi simili devono soffrire e pagare fino a quando vorrà il Signore.
è un esempio per tutti i mafiosi: dovrete fare questa misera fine!
Beh, se la mettiamo sul piano della religione cristiana, il “Signore” predilige il pentimento el male fatto. Non di certo manda sofferenza e dolore.
Colorina, ti proporrei di rivedere la qualità della tua fede. Qualcosa non torna.
Sul piano della religione cristiana non vedo traccia di pentimento quindi è giustificata la sofferenza. Qualcosa non torna nemmeno a clarinetto.
Ma tutti i mafiosi FANNO questa fine. Io non ho mai capito che senso ha fare il mafioso. Come dice De Crescenzo nel film “Così parlò Bellavista”, i mafiosi sono destinati a due fini: o vengono ammazzati dai rivali o finisco in carcere. Nella migliore delle ipotesi, vivono da latitanti. Ma la loro non è una vita di merda???
Non ci credo! Questa gente non si suicida…sotto c’è qualche piano, qualcosa di subdolo e talmente contorto di difficile decifrazione
Io invece penso: ma questa guardia carceraria che lo ha salvato, non aveva altre incombenze da fare?
Quozca, non è vero. Ne ho visti tanti di mafiosi e mafiosetti vari e se la passano assai meglio del cittadino medio (almeno in sicilia saudita). Pensa ai tanti politici e politicanti di area mafiosa che fanno il bello e cattivo tempo indipendentemente da chi vince le elezioni e chiedigli se fanno la “vita di merda”
il mio è stato un modo di dire, che nelle discussioni comuni si usa spesso come ben sapete. E poi mi sono sempre chiesta a che serve il pentimento di fronte a crimini così gravi, non solo uno ma tantissimi. Il rispetto della dignità della persona sempre ma chi sbaglia paga, quindi che gli siano assicurate tutte le cure necessarie per le sue malattie ma che resti in carcere.
zelig, la sofferenza così come la malattia, non ha mai trovato giustificazione, neanche al di là della religione cristiana. Religione, tra l’altro molto cara all’individuo in questione. Aggiornati.
Colorina lui la dignità della persona l’ha rispettata in tutta la sua vita?
e lo so figlio mio è una questione difficile ma la dichiarazione dei diritti dell’uomo dell’Onu garantisce diritti e dignità anche per i terroristi ad esempio
buttate la chiave !
Colorina, quello è il problema, che sta gente nonostante tutto continua ad avere dei diritti, è allucinante.
necessità di prevenire contatti con l’organizzazione criminale di appartenenza, restrizioni nel numero e nella modalità di svolgimento dei colloqui, la limitazione della permanenza all’aperto (cosiddetta “ora d’aria”), la censura della corrispondenza.
Così devono vivere, senza eccezioni…