Marzo 1992 – maggio 2012
Marzo 1992
Hanno ucciso vicino casa mia un signore per strada. Erano le nove di sera, non abbiamo sentito nulla. Soltanto dal filo rosso che arginava la zona in cui è caduto il cadavere e le facce sconvolte dei vicini ho capito che era successo qualcosa di brutto. A mamma non l’ho detto, ma ho paura.
15 aprile 1992
Mamma è tornata da scuola a Brancaccio alle sette di sera. A volte mi chiedo se non voglia più bene ai suoi alunni che non a me. Quando mi lamento mi dice: «Non essere gelosa, Laura. Tu hai mamma e papà, una famiglia quasi normale e non vivi in mezzo alla mafia».
23 maggio 1992
Dicono che è successo qualcosa di grave. Parlano di strage e di morti ammazzati. Il nonno doveva tornare da San Vito nel pomeriggio. Era andato a pescare come un sabato qualunque e invece adesso è fermo in autostrada all’altezza di Capaci. Non fanno passare nessuno; ovunque detriti e tanta confusione. Dicono che è morto Giovanni Falcone, un giudice importante che lotta contro la mafia.
24 maggio 1992
Passando dal solito tragitto per andare a scuola ho visto tanti lenzuoli bianchi appesi ai balconi. Ho chiesto a mamma cosa siano e mi ha risposto: «È un segno di rivolta e di dolore per Giovanni Falcone». Non ho capito bene cosa c’entrano i lenzuoli bianchi con Falcone, ma sono carini questi festoni bianchi sui palazzi grigi di Corso Calatafimi.
25 maggio 1992
In tv ci sono i funerali del giudice Falcone, di sua moglie e dei tre agenti della scorta. I miei nonni vogliono vedere la diretta tv, io invece mi annoio. C’è tantissima gente, vedo facce di persone importanti che non saprei riconoscere. Ridacchio con mio fratello ma mi rimproverano: «Stai in silenzio, non capisci cosa è successo?». Non capisco, io. Faccio la terza elementare e la mafia non so cosa sia.
26 maggio 1992
Mamma ha voluto appendere il lenzuolo bianco fuori dal nostro balcone e noi l’abbiamo aiutata. È stato divertente…
19 luglio 1992
Siamo a Castelluzzo. La vicina di casa ci invita a guardare la tv: parlano di un altro attentato, stavolta hanno ucciso Paolo Borsellino. Un altro giudice, migliore amico di Giovanni Falcone. Sono triste, confusa, non capisco. Meno male che non siamo a Palermo, chissà che paura hanno avuto i miei amici.
Agosto 1992
Oggi, per la prima volta, ho visto il sedere di un ragazzo grande. Passando con la bicicletta a tutta velocità vicino la scuola che c’è accanto la nostra casetta di villeggiatura ho visto un militare di spalle a cui mancavano i pantaloni. Che vergogna! L’esercito è venuto in Sicilia per fronteggiare l’emergenza dopo le stragi. I militari vivono tutti li, questa sarà la loro estate. Ogni tanto li sento cantare Ci vuole un fisico bestiale di Luca Carboni.
6 giugno 1993
Hanno eletto il nuovo sindaco, si chiama Leoluca Orlando. Mamma è contenta e speranzosa, «forse – dice – ce la possiamo fare».
15 settembre 1993
Hanno ucciso Don Pino Puglisi. Mamma è sconvolta: lo conosceva, aveva lavorato con il Centro Padre nostro per i bambini di Brancaccio.
10 ottobre 1994
La maestra ci ha assegnato un tema sulla mafia e la legalità. In classe c’è un bel cartellone con su scritto: «Le nostre idee cammineranno sulle loro gambe». Lei dice che siamo noi il futuro di libertà per Palermo.
14 maggio 1997
Il mio tema fu Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stato letto in classe. La professoressa è contenta, dice che è ben fatto. Ho preso una A e anch’io sono contenta.
Settembre 1999
Oggi mamma è tornata da Parigi dopo aver fatto la solita terapia. Mia sorella è sconvolta: quando ha detto ad un commesso di venire da Palermo quello gli ha risposto ridendo: «Palermo? Mafia!».
23 maggio 2011
Per la prima volta mi trovo all’albero Falcone per la commemorazione della strage. Piango mentre vedo i mille palloncini colorare il cielo grigio di questa mia città. Chi non è palermitano non può capire. Ho studiato tanto e parlato tanto di mafia con gente più diversa ma chi non appartiene a questa città non ha idea di cosa voglia dire crescere con il peso della mafia dentro. La commozione che sento è forte e la leggo negli occhi di chi è venuto oggi ad onorare la morte. Le commemorazioni come questa, che coinvolgono la gente comune come me, hanno il sapore della rivoluzione. Perché l’uomo della strada scende in piazza e urla a gran voce «Giovanni, Giovanni!». Perché Falcone è un nostro amico, è l’ideale vivificato con cui siamo cresciuti. Ci hanno insegnato che le idee non esplodo con il tritolo, ma sono più potenti del tritolo. Noi abbiamo cambiato i nostri genitori, perché guardando i nostri occhi impauriti, molti di loro hanno detto: «Mio figlio non deve crescere in questa realtà».
20 novembre 2011
Mi trovo a Berlino, capitale della fiorente Germania. Firmo il contratto di affitto temporaneo per il mio loft vicino Tiengarden. La proprietaria di casa che parla un inglese con accento tedesco mi chiede la carta di identità da fotocopiare per validare il contratto. «Oh Palermo, Sicily. The land of the Mafia» dice dopo aver visto il documento. «Sorry, I disagree with you. I’m Sicilian and this isn’t a guilt». «Yes, I understood» – sottolinea risentita lei – «Prejudices. The same is here: all the people born in Germany are Nazi for tourists».
23 maggio 2012
Vent’anni fa moriva Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. Io faccio parte della generazione “Falcone-Borsellino”, mi piace pensarla così, cresciuta a pane e temi sulla legalità. Avere 26 anni a Palermo oggi vuol dire barcamenarsi tra una certa mentalità democristiana che ancora persiste e battersi nel proprio piccolo per estirpare il pregiudizio e la cultura mafiosa.
I palermitani hanno scelto Orlando in questo ventennale storico. Voglio l’usato sicuro, come qualcuno ha detto? Non credo si tratti di usato, ma di nostalgia. Hanno bisogno di quella città che si è data una scrollata vent’anni fa e adesso, a colpi di cool, sembra essere ricaduta nel baratro. Si tratta di nostalgia di un tempo di riscatto che Orlando ha saputo dare. Il sindaco è lo stesso, spero anche la città sia la stessa di vent’anni fa, capace stavolta di non fermarsi alla primavera ma raggiungere finalmente l’estate, e poi l’autunno, e l’inverno… Per non fermarsi mai sulla via del cambiamento.
«Tutto concorre al bene» dice San Paolo (Rm 8, 28-30). Con maturità, vent’anni dopo, vedo così la morte di Falcone e di Borsellino. Senza il tritolo di Capaci e le membra sfatte sui palazzi di via D’Amelio non ci sarebbe stata nessuna Primavera Palermitana. Eravamo stanchi, anche io che ero bambina ero stanca. Stanca di vedere la Piovra in tv e pensare di averla a casa mia. Stanca di sentirmi dire che da grande non avrei potuto aprire un negozio perché sarebbero venuti a chiedermi il pizzo. Stanca di vedere per le strade le mille lapidi di morti ammazzati pronte a decorarsi di corone funebri destinate a seccare con lo scirocco.
Stanca che la mia enciclopedia si riferisse spesso alla mafia anche nella semplicità delle azioni quotidiane: ho frequentato l’asilo a Brancaccio, la scuola dove mia madre ha insegnato per 15 anni. Tra i suoi alunni i figli del boss Greco. Dietro casa mia hanno ucciso Pio La Torre e Rosario di Salvo, ci passo tutti i giorni. La mia prima macchina è stata una 112 d’epoca, l’auto su cui viaggiava Dalla Chiesa quando l’hanno brutalmente assassinato. Uno dei posti preferiti dove bere la birra d’estate insieme ai miei amici è Piazza Magione, a pochi passi da dove nacquero i giudici Falcone e Borsellino. Odio il San Paolo Palace, simbolo di orrore edilizio e creditizio. A volte penso che la mafia è uno dei fili che compone la trama di questa città ma poi mi accorgo che è solo una toppa, brutta, che qualcuno ha messo sopra uno strappo. A noi spetta riparare, come brave sarcitrici, queste ferite.
Bel post, complimenti da un non palermitano che vive a Palermo, e che ora capisce un po’ di più di questa strana città.
Questo post mi ha rapita! Era come se l’avessi scritto io perchè tutti noi, nati negli anni 80, tutti noi che non avevamo nemmeno 10 anni nel ’92 abbiamo vissuto la stessa storia. Per noi quelle stragi sono state la nostra piccola guerra mondiale, lo sconquasso della nostra fanciullezza, il sottofondo della nostra istruzione scolastica. Non abbiamo capito a 7 anni cosa fosse successo, cosa fosse la mafia, ma col tempo si! La mentalità dei palermitani è quella, anche se gli anni passano, anche se le generazioni si susseguono è come se certe persone lasciassero la loro eredità…ma per fortuna non sono solo i mafiosi padri che lasciano la loro eredità ai mafiosi figli, anche gli illustri signori Falcone e Borsellino hanno lasciato delle forti idee, un forte senso di schifo per questa piovra che costantemente si infiltra, soffoca e annienta lo spirito di iniziativa, imprenditoriale, politico dei giovani.
Ringrazio Laura per questo articolo, ringrazio i signori Falcone e Borsellino perché hanno dato le loro vita con coraggio, ma non senza paura.
Un augurio a noi giovani quasi 30-enni: camminiamo a testa alta, forti delle nostre idee, giochiamo la nostra vita nel migliore dei modi: qualcuno l’avrà vinta su di noi? Noi avremo la coscienza pulita di non esserci arresi con viltà!!
Grazie. Bellissimo post…
guardate e meditate soprattutto sugli artefici delle presunte “primavere”
p.s. su Internet ce ne sono anche altri, tutti autentici
http://youtu.be/hbAk7oirxfk
Brava Laura, e ad A. chiedo: come può un’uscita, magari infelice, cancellare la scuola adotta un monumento, i cantieri culturali, lo spasimo, il massimo, la riscoperta del centro storico e tutto ciò che hanno vissuto sulla propria pelle i ragazzi della generazione Falcone-Borsellino?
gli LSU
i precari
gli emigrati
i danni strutturali
i danni all`ambiente
i lavori inutili
….
….
e sopratutto una STAGIONE DI CACCIA ALLE STREGHE
di FANATISMO
DI ODIO CIVILE E SOCIALE
DI PROLIFERAZIONE DI PROCESSI.
http://www.youtube.com/watch?v=8q9VLpxzkXA&feature=related
post piagnone,immaturo,poco documentato
che vorrebbe ripartire con una stagione di
fanatismo,giocando con 2 mazzi di carte.
http://www.youtube.com/watch?v=zevMUuuyX8M&feature=related
Grazie a tutti quelli che mi hanno mostrato il loro affetto, anche con un semplice “mi piace”. Sentivo di dover scrivere qualcosa per la mia città.
🙂
@ XYZ: ma come si fa a non capire il tono volutamente evocativo, immaturo, acerbo del post? Immaturità e piagnoneria caratteristica dei primi anni di vita, quando tutto è fatto di luce intensa e buio profondo… Mamma mia, che superficialità di lettura!
complimenti veramente un bel raccoto di vita vissuta..io nel 92 avevo 14 anni ma il pensiero a quei giorni e’ ancora vivissimo dentro me infatti i questi giorni quando tutti parlavano di 20 anni fa per me era un po’ assurdo perche per me e’ come se fosse successo ieri, non so se capite quello che cerco di dire….ma dico e ripeto solo una cosa, mi sono rotto di tutte quelle persone che pensano a falcone, brsellino, peppino impastato, padre puglisi ecc ecc solo il giorno dlla commemorazione…o tutti quei ragazzi/e che ieri sera sono andati allo stadio per vedere i cantanti non capire perche’ sono li….
6 giugno 93
hanno rieletto il vecchio sindaco.
L’auspicio di mamma si e`(poi) vanificato.
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“…I palermitani hanno scelto Orlando in questo ventennale storico. Voglio l’usato sicuro, come qualcuno ha detto? Non credo si tratti di usato, ma di nostalgia. Hanno bisogno di quella città che si è data una scrollata vent’anni fa e adesso, a colpi di cool, sembra essere ricaduta nel baratro. Si tratta di nostalgia di un tempo di riscatto che Orlando ha saputo dare. Il sindaco è lo stesso, spero anche la città sia la stessa di vent’anni fa, capace stavolta di non fermarsi alla primavera ma raggiungere finalmente l’estate, e poi l’autunno, e l’inverno… Per non fermarsi …”
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VENT’ANNI FA LA CITTA` HA FATTO QUALCHE MAQUILLAGE
E SI RITROVA CON UN MARE DI DANNI.
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NEL 2012 IL 59% DEI PALERMITANI SI E` ASTENUTO.
CINQUANTANOVE PER CENTO.
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IN QUANTO ALLA PRIMAVERA,
ALMENO VEDETEVI I FILMATI SU
FALCONE,E RIFLETTETE SULLE INCHIESTE DI FALCONE SUI
GRANDI APPALTI.
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Quando si fa disinformazione,
si puo` sempre scrivere di uncinetto
o di culinaria.
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ED ORA TORNIAMO A PARLARE DI STRAGI E
DI ASSASSINII VARI.
IN QUESTA CITTA` MALEDETTA,
DOPO VENTI O TRENTANNI
TUTTO RESTA AVVOLTO NEL MISTERO.
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Magistrati,presidenti di regione,sindaci,sindacalisti,forze dell’ordine….
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Tanti depistaggi e nessuna soluzione.
Bel post, si letto tutto in un fiato…e con le emozioni he si possono provare…
io vivo a palermo da meno di vent’anni, e ne avevo più di venti quando tutto successe
ma anche io mercoledì avevo le lacrime agli occhi, il sentirmi siciliano e avere un minimo di speranza
e in fondo pensare , che anche se sono morti, queste persone hanno lasciato un segno
e su quello noi dobbiamo crescere
Complimenti ancora per le parole e per le emozioni
leggendo questo post mi è sembrato di rivivere le stesse sensazioni che ho provato in questi anni, gli stessi pensieri, le stesse speranze gli stessi ideali. Grazie