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sabato 23 nov
  • Fra l’uomo e la donna si mette Zuckerberg

    Se è vero che il mezzo è il messaggio, facebook, il mezzo, ha cambiato la comunicazione e quindi la relazione. Complicandola.
    Come se non bastassero la distanza siderale fra Marte e Venere, le differenze fisiche, ormonali, muscolari e culturali, fra l’uomo e la donna si mette Zuckerberg. Mani in fianco ed entusiasmo irritante, ciabatte e felpa col cappuccio. Peter Pan in casual friday. Il terzo incomodo nel lettone.
    Perché se prima i messaggi da decodificare erano solo quelli analogici, tono della voce, gestualità, postura, adesso bisogna interpretare il mi piace, il commento, l’aggiornamento di status, i video… Cose su cui, il più delle volte, noi donne palermitane facciamo romanzi, elucubrazioni mentali… Mentre i maschi scrivono cose a casaccio, buttate lì senza pensarci troppo… Prendiamo il mi piace. Ah! Ingenui, se pensate che per le donne mi piace significhi mi piace… Dietro quel pollicino alzato si nasconde una foresta di simboli, rovi semantici, trappole di doppi sensi, buche di non detto, sibili di suggerimenti subliminali…
    Il waltzer dei mi piace che nasconde tutto un mondo trova nelle relazioni “liquide” (quelle non ben delineate, definizione mia) il suo humus naturale.
    Ad esempio: foto sospetta, lui con una lei, con cocktail in mano, sorridenti, in atteggiamento vagamente affettuoso, in un locale tipo Tribeca/Palab/Goa. Secondo la regola aurea che le donne dicono sì per dire no e no per dire sì, mi piace in questo caso sta a significare dal non mi piace in poi… Un concetto illimitato…che si sa da dove comincia, ma non si sa come finisce… La traduzione letterale è: «SAPPI. CHE. HO. VISTO. QUESTA. FOTO. Non sono esattamente nella posizione di poter fare la gelosa. Ma sei avvertito. E hai il tempo di preparare una versione plausibile. Naturalmente senza che io mi abbassi a chiederti qualcosa. Me ne riferirai spontaneamente…».
    Stessa cosa per i commenti ambigui, per le localizzazioni o tag fatti da amici che non sono al corrente della bugia…
    «Tizio si trova qui: Goa, luogo pubblico».
    Oppure: «Caio ha postato una foto (festa paurosa, gente in giubilo) – con Tizio».
    «Ma non avevi detto che eri stanco e restavi a casa?». «MI-PIACE», clicca lei, serrando i denti e stritolando il mouse.
    Poi ce il mi piace del “ti penso”: non ho nemmeno visto il video/link/status che hai postato, a dirla tutta non me ne frega niente. Anzi hai scritto una sonora idiozia. Però ti penso e volevo fartelo sapere…
    Il mi piace in questo caso ha il peso che aveva lo squilletto al cellulare. È il grado zero della comunicazione.
    Va da sé che troppi mi piace a un’altra o un’altro possano dar fastidio.
    Fra amiche, invece, mi piace il più delle volte indica complicità e ha un background di interminabili conversazioni e ragionamenti: «Io so che tu sai che io so il motivo per cui hai scritto questa cosa. Amica. Sono con te».
    Per i rapporti meno stretti il mi piace rappresenta un mezzo di pubbliche relazioni a sforzo zero. «Ti ricordo che ci sono. Complimenti per il tuo nuovo libro/mostra/…candidatura…». Francamente è un po’ deboluccio, meglio sempre lasciare un commento.
    E poi c’è il mi piace che significa: «Ok, ho letto il commento. Messaggio ricevuto». Giusto un feedback, che talvolta si usa quando si è a corto di risposte particolarmente brillanti.
    Come per tutte le cose l’utilità di facebook risiede nel modo in cui viene usato. Più la relazione è fresca e incerta, maggiore è il peso delle interazioni su facebook. Oltre alla comunicazione, è la condivisione di esperienze che fa la relazione. Perciò adesso, Zuckerberg, levati di mezzo e vai tu, a giocare col computer.

    Ospiti
  • 5 commenti a “Fra l’uomo e la donna si mette Zuckerberg”

    1. Sai, mi hai fatto ricordare questa moda dello squillo, ormai penso in disuso, almeno tra gli over 30 come me. Oggi uso lo squillo al cellulare per motivi tecnici, in genere per segnalare “sto arrivando, comincia a scendere”. Un tempo significava “ti penso”, una cosa molto carina. Comunque, nella discussione Zuckerberg secondo me c’entra poco, le chat con le faccine c’erano anche 15 anni fa, solo che per conoscerle e usarle serviva un pizzico di motivazione alla scoperta.

    2. Che bello quando a complicare il già complesso mondo reale delle donne ci si metta pure il mondo social o come si diceva una volta il mondo “virtuale”.

      Ma allineare ciò che si pensa con ciò che si fà è realmente così difficile? Oppure è una questione di “svogliatezza” chiamiamola così o di scarsa (leggasi assenza) volontà?

      Concordo sull’ammissione di mezzo soprattutto se i social vengono per fare nuove conoscenze in rete ma non sul fatto che il LIKE corrisponda grossomodo allo squillino ante social. Naahhh…è ben altro anzi è tutt’altro!

      Ovviamente poi tutto dipende da chi LEGGE tale like e parlo del sesso ovviamente maschietto o femminuccia. Tutto è relativo…

    3. Bentornata Cristiana, bellissimo pezzo e il Rosalio che piace a me. 🙂 Ma quanto è vero i maschi scrivono e cliccano senza tutto il background delle femmine! 😀

    4. Spero che tu abbia scritto la cosa ascoltando Bugo.
      Ah, me pias.

    5. Grazie Tony 🙂
      Bugo, come no! Le so tutte a memoria… 😉

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