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domenica 17 nov
  • Gli “animali” di Monte Pellegrino

    Capita spesso che mi ritagli del tempo per fare una passeggiata nella “Riserva” di Monte Pellegrino, una splendida macchia di verde all’interno della nostra grigia città.
    Lo trovo un valido metodo per staccare la spina dal tran tran quotidiano, in qualsiasi punto della città ti trovi, sai che a tot Km da te c’è un paradiso naturale a tua completa disposizione e sopratutto GRATIS.
    Fauna e flora fanno da padrone, ovunque guardiate potrete ammirare le simpatiche lucertole (Podarcis siculus) mentre si scaldano sotto il tepore dei raggi solari, rospetti (Bufo viridis) appena nati che gironzolano a destra e manca in cerca di cibo ecc ecc.. Insomma, se le vostre intenzioni erano quelle di stare a casa ed ammirare i paradisi naturali che mostrano in tv, il mio consiglio è quello di schiodarsi dalla poltrona e fare quattro passi a Monte Pellegrino.

    Un’altra specie molto interessante appartenente al regno degli animali è quella del “Palermitanus ingrasciatus ingrasciatus”. Questo animale non è molto semplice da trovare, gli studiosi affermano che sia possibile vederlo durante la maggior parte delle tipiche giornate di festa dell’Homo sapiens.
    Il Palermitanus ingrasciatus ingrasciatus si nutre spesso di generi alimentari provenienti da note catene di hard discount (dati rilevati sul campo), per bere e mangiare utilizza degli utensili in plastica che generalmente non sfrutta per più pasti o beveraggi perchè non ama sentire più sapori contemporaneamente. Colonizza luoghi all’origine incontaminati e marca subito il territorio utilizzando dei segnali di fumo provenienti da piani cottura di ultima generazione. Il leader del gruppo presenta in genere un gonfiore notevole nella parete addominale (anche se in realtà pare che questi animali siano convinti che tale peculiarità sia da attribuire all’apparato riproduttivo) ed utilizza l’arto superiore destro per sfregarsi il petto, riuscendo così a riprodurre il tipico suono dell’arraspata, indicatore di virilità e potere.
    La riproduzione di questa specie in genere avviene in due parti di Monte Pellegrino: ai piedi del monte e nella parte più alta.
    Ai piedi del monte (zona Favorita) si è registrato il maggior numero di rapporti sterili, contrariamente a quanto invece avviene in cima (meta di fecondatori incalliti). Gli studiosi sono riusciti ad identificare le zone grazie alle numerosissime tracce (cartacee e non) lasciate dalle coppie nei luoghi atti alla copulazione. Chiudiamo adesso la parentesi dedicata allo studio sulla specie e concentriamoci sui danni ambientali che essa provoca.
    Finite le giornate dedicate all’ingozzamento (periodo 1 aprile/ 2 giugno) quello che resta a terra su un’area di circa 5000 metri quadrati può suddividersi così: Circa 1000 bicchieri, 2000 piattini e 10000 tovaglioli.

    A questi sono da aggiungere, una media di: 100 pannolini, 200 bottiglie di vetro e 300 in PVC più altri materiali non elecati.

    Stanco di questo scempio, dopo aver visto che tutto era lasciato lì in balia degli eventi atmosferici da diverso tempo, ho deciso di provare a fare un poco di pulizia con qualche amico.
    Ecco cosa abbiamo raccolto in quattro ore di intenso lavoro, 24 sacchi neri pieni di rifiuti.

    Gli “animali” di Monte Pellegrino

    Gli “animali” di Monte Pellegrino

    Facciamo parte di due associazioni ma non ci interessa fare pubblicità a quest’ultime poiché crediamo che non serva un’associazione per diventare o dimostrare di essere delle persone civili.

    Alla prossima!

    P.s.: i veri animali siamo noi.

    Ospiti
  • 12 commenti a “Gli “animali” di Monte Pellegrino”

    1. se penso che il neo Sindaco di Palermo , durante l’avvincente campagna elettorale recentemente svoltasi,si è spesso rivolto
      alla Palermo Colta, a quella Produttiva e a quella Solidale e MAI a quella Ingrasciata …

      ps caro Massimo Palazzotto , bello l’articolo , ma ” grigia ” a Palaermo , come città, non ci sta: la pietra arenaria la fa da padrone, e basta mezzo raggio di sole per far spendere i muri ( spesso fatiscenti) di ammaliante bellezza. Palermo è ingrasciata, questo si, ma luminosa!

    2. Ciao G,
      la scelta del colore grigio si riferisce al fatto che allo stato attuale viviamo in una città che non ha un’anima né bianca e né nera (non parlo di fazioni politiche). La gente non vive Palermo ma si siede al centro aspettando che qualcuno faccia qualcosa. 🙂

    3. Ammazza che lavoro! Quanti eravate? Siete riusciti a organizzare il trasporto della munnizza da parte dell’AMIA? Non sarebbe bello se i sacconi restassero in loco fino alla fine del mondo. Come vi sentite al pensiero che mentre voi lavoravate a gratis i mafiosi vari di AMIA e GESIP stavano a casa con lo stipendio pagato da voi contribuenti? (io non lo sono più, sono trasferito). Complimenti vivissimi, se ci fosse più gente come voi Palermo potrebbe diventare vivibile!

    4. Ciao Laydo,
      purtroppo l’AMIA non ritira da quelle parti. La Gesip da quanto ho capito dovrebbe iniziare a lavorare lì per un bel periodo (speriamo bene…) Abbiamo lasciato la “palla” ai rangers del parco che giustamente ci facevano notare la loro situazione di disagio ma nonostante tutto credo abbiano già provveduto alla rimozione. Io tornerò domani per controllare che tutto sia andato per il verso giusto. Purtroppo Monte Pellegrino sembra la terra di nessuno e spero vivamente che la nuova amministrazione faccia qualcosa per valorizzare tutti i posti come questo che fondamentalmente permetterebbero di incassare davvero un sacco di soldi con costi di manutenzione bassissimi. Se ti dico che quel lavoro l’abbiamo svolto in 3 mi credi? Abbiamo creato un piccolo evento su facebook ma degli invitati non si è presentato praticamente nessuno. Volevamo dimostrare che non è importante essere 200000 persone per fare qualcosa di buono, basta essere motivati. Grazie ancora.

      Max

    5. ciao, ammiro quello che fate. purtroppo non vado su facebook pertanto non conoscevo l’iniziativa, amo la natura e le piante ma soprattutto la pulizia e l’ordine perciò rispetto le normali regole civili. purtroppo mi tocca vivere a palermo tra gli ingrasciatus. il mio lavoro mi consente di punire i trasgressori e l faccio ogni qualvolta ne abbia opportunità ma i risultati sono scarsi perchè lo ingrasciatus non impara ma si offende per la brutta figura che non sta nel aver commesso un gesto incivile ma nel beccarsi la multa per strada davanti a tutti. offeso e con la convinzione di aver subito una ingiustizia il bradipo ingrasciatus va via più incacchiato e ingrasciatus di prima. la prossima volta scrivete sul sito se non sono in servizio ci sarò ragazzi

    6. Bravi bella iniziativa…l’ingrasciatus non cambia le sue abitudini per tutto il corso della sua lunga esistenza…

    7. Grazie, per i complimenti, io sono “l’altro” dei tre unici presenti. Condivido tutto ciò enunciato da Max, nonchè mio collaboratore in tale iniziativa. La sensibilizzazione la portiamo avanti nonostante gli attriti politici, burocratici ma soprattuto sociali.. il cambiamento lo porta avanti la gente sana. E tutti noi lo siamo… MAX COMPLIMENTI PER IL PEZZO.

    8. x vostra conoscenza di tratta di Bufo siculus e non viridis…

    9. Pardon, andavo con la vecchia nomenclatura 😉

    10. Complimenti a Massimo per la perfetta descrizione scentifica. Chi scrive segnala una specie affine alla citata ed è il “Palermitanus vastasu vero” , diffusissimo anche dalle falde del Monte fino in pianura e nella conurbazione. Almeno il 90% della popolazione dell’abitato panormita è composto da “vastasi”, incluso chi scrive, con la caratteristica della percentuale variabile di vastasaria.
      Chi scrive utilizza le doppie file e viene considerato al livello del 2/3 % di vastasaria, poi la “gradatio” va impennandosi, con percentuali progressive, fino a rilevare il vastaso vero, rintracciabile, per esempio, in colui che seppellisce il pannolino sporco del bambino nella sabbia della spiaggia, frigge le melanzane con la bombola da 15 kg sul ciotolato a Guidaloca di Scopello, posteggia in terza fila in Corso Olivuzza, sconosce file alle poste, sconosce e ignora le precedenze in genere e nelle rotonde, abbandona sacchetti sulla spiaggia e in ogni luogo che non sia casa sua. Il genere in questione ha una lentissima estinzione, anche se si registrano timidi cambiamenti.

    11. Problema di evoluzione della specie, dove, ovviamente, esiste il 10% di specie palermitana che per diverse ragione, genetiche, caratteriali, socio-culturali, si avvicina (e certe volte li supera) ai parametri delle società evolute. Nel resto – il 90%! – non incidono i ceti sociali, la grascia, tasciume, sottosviluppo, cafonaggine, anzi, in certi casi, sono a più alti livelli nei cosiddetti tochi, tischi toschi, finti snob, pure loro geneticamente vastasi, i clichés non nascondono né correggono l’arretratezza socio-culturale.
      Mi è rimasta impressa, anche fisicamente perché ho fatto la foto e me la porterò a Parigi per pro-memoria, l’immagine di una ragazza sulla spiaggia a Valdesi, alle ore 19:30, circa, la settimana scorsa, l’ora in cui la spiaggia si svuota di tasci palermitani (la maggior parte griffati, che trascorrono ore davanti lo specchio a truccarsi, masculi e fimmini, e nei negozi a scegliere abiti alla moda fighetti) quindi lei era sola sdraiata sulla sabbia e mi è sembrato di leggere suoi gesti di soddisfazione peraltro, forse perché aveva trovato i soli due metri quadrati di sabbia meno sudicia, assuefatta e beata; era veramente bbona, circa 26 anni, da costume borsa e altri accessori si evinceva che non è cresciuta in una favela, intorno a lei decine di bottiglie di vetro conficcate dentro la sabbia, altre bottiglie di plastica, resti di pic-nic tovaglioli carta vassoi, sacchetti pieni di immondizia, fogli di giornale, alghe fituse a 5 metri, e lei nel mezzo; non era un’installazione non era arte concettuale (forse! se non è “concetto” inconsapevole); giuro che non stavo mummiàndo, ma in quel momento mi son detto “è vero è molto bbona, ma come si potrebbe sb.ro.gl.i.are in simile decoro”?

    12. GIGI ” ç ” ti invito a utilizzare un linguaggio più consono. Grazie.

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