L’attesa dietro quella porta…
Passiamo la maggior parte della nostra esistenza
in attesa di qualcosa o di qualcuno:
la notifica di un sms di risposta,
l’apertura del gate con l’uscita della persona amata,
il proprio turno alle poste,
il beep del timer del forno a microonde,
le patatine da accompagnare alla birra,
che lei appoggi la sua mano sulla tua,
che il prof ti dia il voto,
che arrivi il ciclo,
che nasca tuo figlio,
che si volti per l’ultima volta prima di uscire da casa,
che ti dica ti amo,
che tu le dica non ti amo più.
Da un po’ di tempo la mia attesa è invece dietro
quella porta della terapia intensiva.
Un’attesa fatta di voci che si sommano intorno a me come in un film di Wenders: «…ha aperto gli occhi…sembrava che mi sorridesse…siamo a 25 giorni, ma ancora non reagisce…comunque aveva il casco…ieri ha mosso una mano».
Io cammino freneticamente avanti ed indietro fra le “attese” di quei familiari, ognuno con il suo dramma segnato sul volto, ognuno che interroga l’altro per cercare un confronto con la sua emergenza, come se in un lager si cercasse il posto letto vicino alla finestra per poter dire «beh poteva andarmi peggio».
Cerco di non sentire quelle voci, ma il mio silenzio le lascia entrare, dovrei urlare per non sentirle, ma in realtà riesco solo a piangere.
Poi si apre quella porta e l’attesa finisce ed inizia la speranza.
A tutti quelli in attesa come me dietro quella porta,
auguro di trasformare quell’attesa in speranza.
Grazie mamma.
Un grandissimo in bocca al lupo e una preghiera per te!
Sei riuscito a trasmettere emozioni forti…In bocca al lupo Tiziano!
Forza Tiz!!!
so di che parli e proprio per questo, non voglio dirti nulla, se non sii presente e forte sempre e comunque, un abbraccio!
So perfettamente come ti senti… resisti per te e per chi sta male.
un abbraccio anche se non ci conosciamo
Conosco chi lavora dietro quella porta.
Tiziano sei in buone mani.
certo ghino, un reparto di eccellenza. Ci sentiamo realmente in buone mani. La beffa è che quasi tutti i pazienti che passano dalla terapia intensiva poi rimuovono del tutto dalla loro memoria quell’esperienza, ma per fortuna a ringraziarli saremo noi familiari che quell’esperienza purtroppo non la dimenticheremo mai.
Purtroppo ci sono passato anch’io tre mesi fa un esperienza sconfortante, i medici che stanno al di là della porta non sono capaci a rapportarsi al tuo dolore sono crudi e insensibili, non capisco perchè non mettono in questo reparto dei psicologi che riescano a capire cosa significa stare al di là e quindi lavorare di conseguenza.
Tranquillo non disperare.
In bocca al lupo.
Se il reparto è a Villa Sofia “toccati i palli!”
si il reparto è a Villa Sofia e confermo che è un ottimo reparto. Concordo altresì sulla necessità di uno psicologo/a fisso, fondamentale proprio in questa fase di lento risveglio. Ahimè la figura dello psicologo in Italia è troppo spesso considerata un surplus quando ci sono invece settori dove il conforto psicologico dovrebbe essere prioritario, nel mio caso sia per i pazienti che per i familiari.
Credo che Villa Sofia sia il meglio che abbiamo.A Palermo.
Ma sull’umanita’e l’impegno dei medici e del personale sanitario,soprattutto degli anestesisti rianimatori,io non dubito.
Auguri
Mi hai fatto commuovere, ma soprattutto riflettere sull’importanza degli affetti che ci circondano che a causa della vita frenetica certe volta ci dimentichiamo di valorizzare.
Anche se non ti conosco ti auguro buona fortuna!
Tiziano un abbraccio, anche se non ti conosco, ed a tutti quelli che come te sono dietro quella porta.
Ciao Tiziano ed un sincero abbraccio
Non ti conosco ma mi hai emozionato.. So cosa significa stare dietro quella porta e conosco l’ansia che ti circorda intorno e dentro te quando aspetti e aspetti ….. In bocca a lupo .
11 giugno 2012, 46esimo anniversario di nozze di mamma e papà.
La mamma finalmente esce dalla terapia intensiva e torna in reparto…ed io la riempio di baci !
Ciao Tiziano,mi hai appena fatto venire i brividi e le
le lacrime perche’sei perfettamente riuscito a comunicarmi non solo la tua preoccupazione e la tua ansia ma anche la speranza che si nutre quando ci si trova di fronte a queste tragedie!!! Sono perfettamente in sintonia con te anche perché’,hai appena affermato quello che e’diventato il mio modus vivendi e cioe’ lasciare da parte l’ orgoglio e le false apparenze e manifestare in modo diretto ed immediato il mio amore ai miei affetti più cari.Ti auguro di vero cuore che la tua mamma si riprenda presto.Marcella
Sono a casa, sdraiato sul letto accanto la mia mamma, finalmente a casa da una decina di giorni dopo 72 giorni di ospedale, le leggo per la prima volta questo post con gli occhi umidi, lei mi stringe la mano e mi dice “tranquillo tesoro sono qui con te”. Un pensiero va a tutti coloro dietro quella porta che attendono ancora di poter vivere questa meravigliosa emozione. Coraggio !
che sei grazioso, mi hai fatto commuovere! sono felice per te e per tua mamma. adesso mi raccomando, godetevi più tempo insieme che potete! 🙂