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giovedì 19 dic
  • Prima o poi passerà

    L’anno bisesto e funesto era arrivato con la faccia tosta di chi non vuole tradire le aspettative. Ve lo ricordate che esordio. La strigliata di Capodanno ci ricordava una profonda regolata e che lo spread tra la nostra coscienza e quello che cercheremo fiscalmente di evadere non può scendere sotto i 500 punti. A Cortina un caffè costa un’ira di Dio e lo aveva scoperto con i suoi tempi l’Agenzia delle entrate con il supporto magnifico e mirato della Guardia di Finanza. Persino l’abbuffata dei messaggini telefonici era stata sostituita dalle pagine dei social network e dalle più opportune e riverenti mail d’augurio. Più austerity di questa. Adesso i primi duecento giorni se ne sono andati. In Sicilia non si bacia più come prima da quando Cuffaro è a Rebibbia, ma in compenso un altro governatore dovrà affrontare forse un processo di mafia. Nel frattempo si torna a parlare del taglio delle province come delle mezze stagioni che non si ci sono più e Luca Orlando è il nuovo vecchio sindaco di Palermo. I dipendenti della Regione sono senza stipendio e crollano gli ultimi miti di una terra poco redimibile. La sensazione è che il caldo afoso passerà prima o poi, magari per ritornare, un po’ come i nostri dubbi da palermitani fieri ed incalliti nei propri errori.

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