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  • Palermo, bella

    Si parla spesso della “irrecuperabilità” di Palermo, della sua “ostinazione” a mantenersi lontana da standard che in altri posti costituiscono la normalità: standard di efficienza, di buona amministrazione, di una “cultura” della legalità basata sui diritti e sui doveri di ciascuno, anziché sulla sopraffazione e sui servilismi: una cultura che privilegi il buon vivere, la tolleranza, il rispetto delle persone e dell’ambiente; una cultura che renda giustizia ai deboli, ma che non diventi schiava delle debolezze, ed in cui pertanto le debolezze non la facciano da padrone.

    Il tutto, nel vortice di una crisi economica generale che non è altro che specchio di crisi di valori condivisi; valori che tempo fa, almeno nella concezione comune, erano ritenuti acquisiti ed intoccabili, una volta per tutte: l’eguaglianza dei cittadini, la solidarietà, l’attenzione ai “bisognosi”.

    Paradossalmente, il venir meno di questi valori quasi dappertutto ha reso meno emarginato il nostro Sud, ed in particolare la nostra Palermo; non ce ne dobbiamo gloriare, ma dobbiamo anzi ricavarne una nuova spinta per emergere e per dare a tutti segnali di “inversione di tendenza”. E questi segnali già ce li danno alcuni eventi recenti: l’annunciata beatificazione di padre Pino Puglisi e il premio europeo a Biagio Conte. A Palermo. Nella nostra città. Accanto a noi. Si sta parlando di persone da noi conosciute, con cui siamo venuti a contatto, con cui abbiamo parlato e parliamo. Non li sentiamo lontani e “beati”, per favore. Sentiamoli quali sono stati e sono, fra noi, con noi, con i loro limiti umani accanto ai nostri, segno di un modo diverso di vedere la vita, un modo “possibile” di vedere la vita. Un modo possibile ed insieme alternativo, e proprio per questo affascinante e propositivo. Un modo, lasciatemelo dire, vincente. Convinciamocene.

    Non siamo, e non vogliamo essere più, come i passanti di via Roma davanti all’uomo disteso sul marciapiede colto da malore, che lasciano trascorrere mezz’ora prima di soccorrerlo. Non siamo, e non vogliamo essere più, come i protagonisti di quegli inqualificabili episodi di intolleranza razziale di cui abbiamo letto nella cronaca della nostra città. C’è anche questo, a Palermo, ma non è questa, non dev’essere questa, Palermo.

    Ospiti
  • 35 commenti a “Palermo, bella”

    1. Dottore Sinagra, spero che Lei possa leggere questo commento. Da suo ex paziente provo il massimo rispetto per la sua serietà e professionalità, doti molto rare in quell’edificio che si può a malapena definire un ospedale. Le auguro tutto il bene possibile, ma credo proprio che i cambiamenti da Lei auspicati non avverranno mai finchè i responsabili di questo degrado non saranno fucilati nella pubblica piazza, come è dovuto per i traditori del popolo e della patria. Finchè tali elementi saranno ancora vivi e liberi e finchè le persone di buona volontà saranno costrette a emigrare non vedo la possibilità di cambiamenti. I miei ossequi, dottore.

    2. …perbacco, e chi sarebbero questi tizi ??

    3. Quando l’Articolista richiama alla nostra attenzione le figure di Pino Puglisi (di cui ho qualche personale, prezioso ricordo) e di Biagio Conte (dal quale, invece, mi sento umanamente distante), mette in risalto proprio quelle negatività di Palermo che egli vorrebbe esorcizzare: il primo muore per mano mafiosa, ma anche per l’isolamento clerical-politico di cui è stato fatto oggetto; il secondo – non esattamente impermeabile alle lusinghe e alla blandizie della politica – cerca di tamponare le assenze delle pubbliche amministrazioni (la carità, per quanto lodevole, è cosa assai lontana dalla Giustizia).

      Per quanto riguarda Palermo io ho la netta impressione che essa sia maggioritariamente “allergica” ai principii di legalità e di civile convivenza, il cui rimedio può essere – a mio avviso – solo il coercitivo, legalitario ripristino delle regole. Ma dov’è il “materiale” politico-amministrativo che saprebbe/potrebbe assumersi un così gravoso quanto indispensabile compito?

    4. Il sogno è una dimensione fondamentale dell’uomo, l’ingenuità il suo sostegno. Coloro che guardano soltanto le realtà più negative sono soltanto falsamente realisti. L’ “I dream” di Martin Luther King ha cambiato la storia molto più che le lamentele sul razzismo; il sacrificio di coloro che hanno creduto nei loro ideali ha inciso molto di più che le querimonie sui nostri difetti atavici. Chi non crede, non spera; chi non spera, non agisce e non ha probabilità di cambiare le persone e le cose.

    5. Pulpito. Luogo sopraelevato cui ascendono persone giustamente preoccupate del fatto che la loro superiorità rispetto alla congregazione non venga altrimenti notata da nessuno.
      [A. Bierce, “Il dizionario del diavolo” – 1911]

    6. Laydo, se lei stima tanto me, come ha affermato nel precedente commento, dovrebbe almeno rispettare le mie convinzioni, quelle religiose incluse. Sinceramente, mi aspettavo commenti di ben altro tenore, nella forma se non nella sostanza. Credo che se Palermo non è come la desideriamo, oltre che dai difetti ben noti dipenda anche dal disfattismo di coloro che nè pregano nè agiscono.

    7. Come le ho detto, io la rispetto come medico, non come cristiano. Non mi sono mai piaciuti i cristiani. Personalmente, non sono mai stato un disfatistta. Emigrando ho agito molto più di tutti quelli che pensano di fare qualcosa recitando preghiere. Se pregare servisse a qualcosa, allora palermo non sarebbe la discarica a cielo aperto che è.

    8. Le figure che ho ricordato sono entrambe cristiane, e hanno fatto e fanno qualcosa per Palermo. Ma non ho mai pensato che altrettanto non possano farlo anche i non cristiani. Il “credere” non si riferisce alla fede cristiana, ma a un ideale anche laico; anche lo sperare è dell’uomo, prima che del cristiano. Il non piacere, peggio, il non rispettare, i cristiani, conme tutte le altre opinioni diverse dalle sue, non le fa onore, come non le fa certo onore la bestemmia finale, veramente incivile e gratuita.

    9. Dottore, lei non mi sembra molto aduso ad Internet. Se permette, le spiego qualcosa su questo media. Qui su Internet non siamo in facoltà o sul luogo di lavoro, dove la gente non parla per paura di ripercussioni. Su Internet si può esprimere liberamente la propria opinione, quindi chi posta le proprie opinioni su Internet deve sentirsi pronto a ricevere le critiche come gli elogi.
      Se uno odia Dio e lo insulta ogni giorno per averlo fatto nascere in un posto orribile, è libero di farlo senza rischiare di perdere il lavoro. Lo stesso per chi odia i cristiani per la loro connivenza con la mafia o per la loro incapacità di opporsi ad essa.

      Finchè si rispetta il codice penale si gode di una libertà di parola a cui molti non sono abituati, specialmente le persone della Sua generazione. Da qui i tanti tentativi di censurare Internet. Spero di esserle stato utile.

    10. @ Domenico Sinagra
      …. Chi non crede, non spera; chi non spera, non agisce e non ha probabilità di cambiare le persone e le cose….
      Sinagra,ne e` sicuro?
      Secondo questa logica,non dovremmo avere scienziati
      atei,eppure l’elenco e` lunghissimo…

    11. Sono consapevole di avere involontariamente ingenerato un equivoco: il “chi non crede” e “chi non spera” non si riferisce necessariamente a chi ha una fede religiosa,ma a chi crede e spera in un ideale, laico o religioso che sia. Lungi da me, che credo profondamente nella laicità (che non è contrapposizione alla fede, ma substrato comune di dialogo con tutti), confinare l’azione dell’uomo ad un’appartenenza religiosa. Grazie per avermi civilmente dato modo di chiarire il mio pensiero.

    12. spero di non incontare MAI, in un corridoio di ospedale, un uomo di scienze con una similile convinzione religiosa, che fa capolino sotto un camice di dottore.
      potrei intuirne la spiritualità, ma mai mi fiderei di un uomo di scienza pronto a scrivere simili banalità, imbarazzanti per chi non crede, se non nel giuramento di ippocrate.
      come non vorrei mai incontrare, in un tribunale, un giudice con una tessera di partito in tasca.
      forse non è il caso del dr sinagra, ma troppi “religiosi” obiettori di coscienza (sic!) si agirano nelle corsie della maggior parte degli ospedali italiani.

    13. Io non mi aggiro in una corsia con nella tasca del camice il fonendoscopio e nell’altra il breviario. Suvvia, non siate patetici! Nell’altra tasca ho il prontuario farmaceutico, e non faccio entrare la mia fede nelle questioni di scienza. Ma credete veramente che io agisca come mi descrive Stalker? Sono un medico come tanti altri… che cerca di fare bene la sua professione, che (udite, udite!) non considera una missione particolare più di quanto lo sia quella di un amministratore condominiale o di un collaboratore domestico. Sono partito da alcune considerazioni su Palermo, e vengo attaccato sul modo di svolgimento del mio lavoro? Cercate di riflettere e di leggere, prima di scrivere a sproposito.

    14. Dottore, per sgomberare ogni dubbio e sapere se posso pensare di prendere sul serio le sue parole, vorrebbe cortesemente dirmi se somministrerebbe la pillola del giorno dopo? Se la cosa la dovesse per qualche motivo imbarazzare, e non vedo perchè visto che lei è un professionista, liberissimo di ignorarmi.

    15. Vi invito a rimanere in tema. Non costringetemi a intervenire in maniera più convincente. Grazie.

    16. Caro Dottore (che conosco personalmente), come vede questi commenti sono lo specchio della società e del periodo storico che stiamo vivendo.
      Siamo tutti con i paraocchi e procediamo per file parallele suddivise in caste.
      Ci sono quindi i dottori, i politici, i cristiani, gli impiegati del comune, ecc. ecc. e fra di loro non possono esistere incroci.
      Lasci perdere, solo in pochi sono in grado di comprendere il senso del suo post, tanti altri hanno deciso di seguire le proprie convinzioni ed anche se con le parole dicono di rispettare il pensiero degli altri, nella pratica si dimostrano più fascisti dei veri fascisti.
      Mantenga intatto il suo senso del dovere e coltiviamo, nonostante tutto, la convinzione che Palermo abbia anche la sua bellezza.

    17. Fabio, scusa ma che c’entra la pillola del giorno dopo con un diabetologo? Il dottore Sinagra è uno dei pochi medici decenti in uno degli ospedali peggiori d’europa, il fatto che abbia le sue convinzioni non c’entra nulla. C’entrerebbe se fosse ostetrico o ginecologo, ma per fortuna si occupa di tutt’altro!

      Numero, di quale bellezza parli? Di quei cumuli di munnizza che cingono la città stile muraglia cinese?

    18. Dimenticavo, caro stalker, forse ti riferisci ai tanti ginecologi che in ospedale fanno gli obiettori di coscienza ma in clinica privata fanno gli aborti a pagamento? Ce ne sono parecchi di tipi del genere, anche se più in Lombardia e in Veneto che in sicilia. Per la cronaca, questi sono gli stessi che premono per l’abolizione della 194, sanno bene che facendo gli aborti clandestini si farebbero i bagni di soldi!

    19. in fondo, io ho solo posto una domanda: il dr sinagra è un obiettore di coscienza, o, in caso, visto che gli obiettori di coscienza proliferano in altri reparti, giustifica gli obiettori di coscienza?
      chiarito questo, pposso rispettare la sua fede, e fregarmene dei suoi post su beatificazioni etc etc, passando oltre.

    20. ….anche perchè, da atea, mi è capitato più volte di soccorrere “reietti” umani in mezzo alla strada, mentre la brava gente si girava dall’altra parte facendosi il segno della croce.
      non ci vogliono “patenti e attestati” per essere esseri umani!

    21. (una volta è stato un epilettico, con la faccia piena di sangue, il naso schiacciato sull’asfalto, che la gente timorata diddio credeva un drogato, essere da lasciare sul marciapiede. ho chiamato l’ambulanza. nel frattempo è arrivata sua moglie. la gente ha capito che non era un drogato, e un fremito di stupore li ha fatti ritornare “umani”…..meschino…..)

    22. dr. Sinagra
      intanto complimenti per come segue e risponde ai commenti.
      Vorrei tornare pero` sull`argomento da me
      evidenziato.
      Io non credo,ma spero.
      Mi impegno,programmo e realizzo,anche se non credo.
      Spero che lavorandoci sopra,duramente e continuamente,qualcosa possa migliorare,
      ma ho una visione ciclica della fase evolutiva.
      A periodi di splendore,beninteso riservato a pochi,
      subentrano periodi di decadimento.
      Oggi non saprei dire in che fase siamo.
      Chi ha rendite,radici,salute,amici,in una citta` cosi` ci vive benissimo.
      Chi ha contrario non ha nulla di tutto questo,
      deve partire.
      Ho rispetto per i credenti di oggi,che pero` considero esseri deboli,di poca razionalita` e bisognevoli di conforto .Disprezzo i credenti di ieri,che in nome del loro Dio non hanno esitato a compiere atrocita`,e sto parlando dei Tribunali dell’Inquisizione e dei loro eccessi.Diffido degli idealisti,perche` facilmente scivolano nel fanatismo.il fanatismo ottenebra le menti , da` una visione distorta della realta`,e sfocia in gravi sciagure.
      Disprezzo gli incapaci e gli invidiosi.
      I parassiti ed i ladroni.

    23. LAYDO: se leggessi bene il mio commento, ti accorgeresti che ho scritto “se lei fosse”, posto che non ho idea di chi sia il dottore (scopro adesso trattarsi di un diabetologo). La mia domanda ha un senso per me, non per te ovviamente (e, se mi permetti, la domanda la ho fatta io), dato che io (ripeto, io) reputo estremamente stupido anche solo ascoltare le parole di un obiettore di coscienza, tranne che non mi spieghi molto, molto bene le sue ragioni. Ma questo sono io.
      Saluti

    24. Valutare una persona e in particolare un professionista medico dal fatto che sia o no per l’obiezione di coscienza e’ totalmente privo di senso .
      E’ come chiedere se e’ tifoso del Milan.
      Pur di mettere nel sacco chiunque la pensi diversamente , alcuni scalano per davvero.. i mura lisci,ma cadono clamorosamente e ridicolmente in basso
      🙂 🙂 🙂
      Dr Sinagra, non ” ti curar di lor,ma guarda e passa..”
      🙂 🙂 🙂

    25. Mi attengo al giustissimo rilievo fatto da ROSALIO, padrone di casa, del quale tutti noi siamo ospiti, sull’uscita fuori tema che un po’ tutti abbiamo effettuato. Questi temi, discussi in modo comunque rispettoso e senza pregiudizi di persona nè di specie, possono essere approfonditi nei blog personali o altrove. Non accetto comunque provocazioni di qualsiasi genere; non mi ritengo un imputato, per le mie idee o per i miei sentimenti, per cui debba rendere conto a chicchessia delle mie scelte: posso spiegarle da pari a pari, ma non sostenere alcun esame o giudizio.

    26. ..riguardo a bon ton poi ..ne abbiamo da vendere..
      🙂 🙂 🙂

    27. “E’ come chiedere se e’ tifoso del Milan.” Gesù, ora ci vuole, che dire? Aldilà della credenza.
      Dottore, tornando al tema e lasciando i fuaddi dove sono, lei parla della beatificazione di Pino Puglisi come di un “segnale di inversione di tendenza”. Ebbene, per me è invece un atto di ipocrisia feroce, una rivendicazione di appartenenza piuttosto che un riconoscimento dell’uomo e del suo valore, irrilevante nella realtà quotidiana di Brancaccio e Palermo tutta. Come scrive Stalker, non c’è bisogno di essere credenti, tantomeno beati, per soccorrere qualcuno. Sinceramente non riesco a capire il motivo di quanto scrive, lietissimo di ascoltarla qualora volesse spiegare alla mia mente restia alla comprensione. Se poi evitasse di sentirsi un imputato, come dice lei, si renderebbe conto (insieme a don Rosalio) che la mia precedente domanda era un modesto tentativo di vedere le cose dal suo punto di vista, in modo da capire con chi ho a che fare: mica si offenderà per questo?
      Saluti

    28. Discuto volentieri sul tema. La beatificazione di don Puglisi è un riconoscimento pubblico di cui si può cogliere anche un valore “laico”: finalmente si afferma solennemente, da parte di una istituzione importante (anche se non riconosciuta da tutti) che la mafia è anti-umana, prima che anti-cristiana. Sono il primo a denunziare le connivenze della Chiesa di Palermo con la mafia; ma qui la Chiesa stessa, come la società laica, se si vuole interrogare su questo, è “costretta” ad ammettere irreversibilmente qual è la parte dove stare, a schierarsi apertamente. E se ci sono o ci saranno connivenze con la mafia (come ci sono e ci saranno) non si potrà più essere ambigui o compromissori. E questo ha ben compreso anche il sindaco Orlando, che come sindaco (e non come cristiano) ha salutato questa annunciata beatificazione come un orgoglio di tutta la città (non solo cristiana). Dobbiamo, penso, educarci, al di là della ideologie, a indignarci o ad esultare per il bene, da chiunque e comunque perseguito, e laicissimamente condiderato.

    29. ..che “finesse” ! che bon ton!
      vous etes vraiment charmant, mon cher Fabio !
      🙂 🙂 🙂

    30. Vedremo, quindi, se i compromessi adesso verranno fatti o meno, io, logicamente, continuo a crederci poco. Si ricordi che viviamo in un luogo ed in un tempo in cui la faccia di bronzo è un requisito universale, detta una cosa nessuno si fa il problema di fare l’esatto contrario dopo cinque minuti. E per “nessuno” intendo chiunque voglia conservare o conquistare una mollica di potere. Comunque, anche se non condiviso, pensiero apprezzabile il suo.
      Fou-lklorista, merci bien, ti suggerisco un’altra similitudine: chiedere se ti piace Mussolini sarebbe come chiederti se ti piace la sabbia o gli scogli. Pensaci.

    31. Per chi vuole, un altro post sul tema: “PPP beato!” l’ho pubblicato recentemente sul mio blog “Tori e toreri”: http://www.torietoreri.wordpress.com
      Ci si può trasferire là per ulteriori approfondimenti.

    32. Un medico si presuppone che abbia una qualche dimestichezza con cose attinenti alla scienza. Scienza, logica e pensiero razionale da una parte, religioni, credenze e superstizioni dall’altra.
      Scienza è fede sono due concetti in perfetta antitesi. Un medico credente è né più né meno che un ossimoro.
      Cercare un sincretismo tra due visioni (direi meglio due modi di percepire la realtà) così diametralmente opposte è fuori, davvero, dalla logica.
      Vero è che qualcuno, in passato, ha creduto di scoprire dei comuni denominatori, spesso più per calcolo politico e per ‘captatio benevolentiae’ che per propria reale convinzione. Salvo poi cadere nel ridicolo davanti al mondo scientifico di cui era sedicente rappresentante.
      Non ho paura di chi la pensa diversamente da me. Rifuggo però chi mostra mostra di necessitare di interventi di manutenzione più strutturanti e risolutivi nel comparto della logica e/o chi indulge in ambiguità contrabbandandole per libertà di pensiero.
      Sono sicuro che Lei, dottore, è un buon cristiano.

    33. IO non sono più preoccupato, se questi sono i maître à penser della città di Palermo… perché ormai ci ho perso le speranze di potere tornare a vivere in una città “normale”. Con tutto il rispetto per la persona ed il medico. Dice: ma tu perché, invece di farci il turista alcuni mesi l’anno non ci torni adesso (per contribuire a cambiare)? Idiosincrasia ai cervelli montati al contrario, non sono masochista (lo sono stato per questa città), sono consapevole che ci sono troppi “balatoni” coi quali non si discute.
      SEGUE…

    34. allora: post, nel migliore dei casi, ingenuo.
      1) con la solidarietà e l’assistenza ai bisognosi, oggi si “produce” solo economia parassitaria, ma non sviluppo, non economia reale. I buoni propositi, la bontà, restano “limitati” dentro la sfera privata e non c’entrano nulla con sviluppo, produttività, performance, competitività, elementi sui quali si regge il mondo attuale che determinano rating e organizzazione sociale. Ovvero, si può essere “buonisti” e vivere nella miseria, degrado, sottosviluppo, munnizza. Evidenzia di questi tempi: l’immigrazione programmata scientificamente (da chi fa sfollare intere popolazioni, per il business della guerra, e per popolare il mondo di manovalanza sottocosto), che produce la business charity (dove molti organizzatori di entità ad hoc ci campano bene, oltre ai tantissimi impiegati delle numerosissime suddette organizzazioni ad hoc che ci prendono un po’ di soldi di salario per campare) che sottrae soldi pagati dai cittadini (fessi) tra tasse e oneri vari, ma che invece di essere destinati allo sviluppo reale producono “parassitismo” soprattutto tra gli indigeni, ma ora pure per i soldi destinati all’immigrazione programmata tra “recupero in mare”, diarie, vitto, alloggio agli “ospiti” (peraltro di bocca fine… perché di bocca fine erano nei paesi dove si tenevano il parrapicca).
      2) i due beati, Puglisi e Conte, oltre ad essere casi isolati, come i giudici martiri sono solo la conseguenza (isolata ripeto) di tutta la cattiveria e malaffare della città e non il contrario, come mistifica (involontariamente) l’autore, non sono per nessun motivo simbolo di bontà della città. Basta osservare il “futti futti” generalizzato, e mafiosi e delinquenti (di ogni sorta) che si moltiplicano come cellule cancerogene.

    35. P.S. se tutta la Sicilia diventa buonissima, esempio mondiale di carità, ma continua a servire da utile-idiota per tutti i produttori nazionali e internazionali che vengono a vendere (90% di tutti i consumi), per le banche “forestiere” che raccolgono e gestiscono (dove?) il denaro, per ogni genere di predatori, continua a produrre – e soprattutto esportare, vero export non quello in mano, oggi, alle aziende “forestiere” – quantità da fare ridere i competitori nazionali e internazionali, EBBENE, si continuerà a non contare nel mondo, a vivere nel sottosviluppo e il degrado… Non basta la bontà, quella fa ridere, fa un baffo, ai competitori, e soprattutto ai predatori che ne approfittano… della bontà scema.

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