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sabato 16 nov
  • Francesco Giunta, “Troppu very well” e “Colia scaliava la calia”

    In questo scorcio di fine estate ha imperversato su facebook una polemica piuttosto forte: una storia di plagio documentata da due illuminanti video pubblicati su YouTube.

    Il protagonista principale di questa spiacevole storia è Francesco Giunta. Lui scherzando dice che un giorno avrà una strada dedicata. Improbabile in una città che non ha trovato voglia di dedicare una strada neanche a Rosa Balistreri. Eppure Francesco rappresenta un pezzo importante della nostra cultura collettiva, si deve a lui come autore l’avere ridato fiato e prospettiva alla lingua siciliana, è lui che sulle tracce dei grandi ha ripreso a scrivere in siciliano rendendo plausibile il cantautorato nella nostra lingua.

    Non amo le classifiche ma brani come Io c’haiu a tia, per me tra i brani d’amore più belli mai scritti, o Li me jorna, straordinaria nell’esecuzione di Antonella Ruggiero con orchestra sinfonica, dovrebbero essere nel patrimonio culturale di ciascuno di noi.

    Francesco si è sempre mosso percependosi parte di una coralità. Negli anni novanta la sua casa editrice musicale Teatrodelsole ha dato voce e spazio a tante realtà della nostra musica da Francesco Buzzurro ai Taberna Mylensis. A lui si deve tra l’altro l’avere pubblicato l’unica registrazione esistente di Quannu moru di Rosa Balistreri (pubblicata in rari ed inediti); ed avere ripubblicato in CD i quattro LP di Rosa editi dalla Fonit Cetra. Un lavoro impagabile quindi verso il futuro e verso il passato.

    Conosco personalmente Francesco da diversi anni ed indirettamente da molto più tempo; giovane imprenditore ho goduto infatti della sua generosità quando pubblicando cd multimediali ricevevo rigorosamente gratuite le autorizzazioni ad usare i brani da lui editi.

    Se ho deciso di intervenire su questa storia non è per entrare nel merito di una querelle, peraltro dai contorni netti, ma per dare un sostegno pubblico alla causa che anima Francesco da anni ed alla quale ha dedicato la sua vita: dare dignità ad un movimento musicale che sapesse rafforzare la nostra identità culturale e collettiva. So per certo che non è geloso delle cose che ha realizzato e meno ancora avido, e non ha una individuale e personalistica esigenza di ribalta. Se ha denunciato con dolore i temi del furto intellettuale di cui è vittima lo ha fatto nella difesa di quel progetto e di quella coralità che in vario modo ha determinato le sue scelte artistiche ed imprenditoriali.

    C’è poi un’altra parte di me che mi ha spinto a non tacere, quella parte che nei bambini porta a fare il tifo per gli indiani armati di arco e frecce. L’incapacità di stare in silenzio quando vedo ingiustizie, negligenze, menzogne. Ho seguito in questi anni l’amarezza che a Francesco hanno procurato certi sberleffi ed un certo modo disinvolto di venire usato ed ignorato allo stesso tempo.

    Per onestà intellettuale preciso che questo mio è un intervento di parte. Intende essere una testimonianza in favore del rispetto, della verità e della lealtà e sopratutto in favore di un amico al quale se proprio non vogliamo dedicare una strada, almeno dovremmo fare in modo di non insignirlo con i nostri silenzi ed omissioni di una qualche onorificenza all’autore ignoto.

    Palermo, Sicilia
  • 71 commenti a “Francesco Giunta, “Troppu very well” e “Colia scaliava la calia””

    1. Grazie Giovanni,
      per averci fatto conoscere una storia non marginale per chiunque ami la Sicilia e i siciliani.
      I furbi ci sono ad ogni livello, purtroppo anche nella musica di nicchia, dove invece di sgomitare e starnazzare come galline sarebbe opportuno riconoscere i meriti reciproci.

    2. @Rosaria
      Le “scuse pubbliche” di Mario sono invero singolari: le ha postate inizialmente solo sul suo profilo FB inaccessibile a Francesco Giunta perchè proprio Mario già da alcuni giorni lo aveva “bloccato” (l’amicizia su FB, a quanto pare, gliela aveva tolta già da più di un anno).
      In altri termini è come dire: “Gli ha parlato al telefono, poco importa se non aveva fatto il numero!”.
      Solo successivamente, quando Francesco le aveva già rifiutate (per tanti e giustificatissimi motivi) le ha pubblicate su una sua fanpage romana!
      E questo è solo meno rilevante di tutta la vicenda!

    3. L’anno scorso ho assistito al concerto di Incudine presso palazzo Jung. Ora, non conoscevo la querelle ma, devo dire, che tutti i presenti a quel concerto hanno capito che la canzone “troppu very well”. peraltro magistralmente interpretata,fosse stata scritta proprio da Incudine. Insomma, una paraculata……

    4. Il primo e’ un brano cosi’ musicalmente stupido ,da festa liceale, che nemmeno farei problema.
      Il secondo , almeno nel testo, sembra qualcosa di appartenente alla tradizione siciliana , rimodernato con arrangiamenti apprezzabili nel brano di Giunta, poverissimo invece con la chitarra.
      Mi sembra che la storiella del giullare possa essere ben accetta, considerato che la qustione diritti di autore e’ chiusa .
      Certo ,per farsi perdonare Incudine dovrebbe citare a ogni concerto il maestro Giunta

    5. @ilfolklorista
      Conoscete la storiella…
      Un meccanico, un elettronico e un informatico salgono in auto. Chi è alla guida tenta di mettere in moto, il “mezzo tossisce” malamente ma non parte. Il meccanico con sicurezza: “La catena di distribuzione e l’albero a camme sono andati!”. L’elettronico con certezza: “Ma no… Il sistema è fuori fase e non scocca la scintilla. Centralina da cambiare!”. L’informatico fiducioso: “Proviamo piuttosto a scendere e risalire…”.
      Ecco: probabilmente il folklorista era su quella macchina perchè anche lui ha come orizzonte il suo “specifico”.
      La questione non riguarda la qualità dei brani ma la qualità delle persone!

    6. maria elena
      non ho capito.
      Incudine e Giunta hanno pure spesso lavorato insieme, hanno pure suonato insieme,si puo’ dire che Giunta in un certo senso ne e’ il padre .Che senso ha sollevare questioni del genere. Io non frequento FB e non so , a parte la lettera qui riportata , quali siano state le risposte di Giunta.
      Comunque , se ritieni quello stupido ritornello da cantare in pizzeria per l’appunto, qualcosa su cui scannarsi, sei liberissima di farlo.
      Le mie competenze potrebbero per l’occasione estendersi .

    7. ..un brano degno al massimo di un numero di cabaret

    8. Boh, che importanza ha se le DUE (2!) canzoni siano belle o brutte, stupide o geniali? C’è bisogno di specificare questa cosa? Fatto sta che Mario Incudine ha fatto una (DUE) cosa sbagliata sotto tutti i punti di vista: ma siccome qua si parla di moralità e non di soldoni, sappiamo che ognuno ha la sua propria visione del mondo. Io m’affruntassi, anche per la lettera in cui si parla molto a lungo di Siae e cose del genere, e ben poco di correttezza (lettera non mandata a Giunta, fra l’altro, ma ai suoi fan).
      Rabbrividisco.

    9. Ritengo di poter affermare che il Maestro Francesco Giunta sia da annoverare tra i grandi della canzone popolare d’autore siciliana. I suoi testi sono tutti dei veri capolavori anche nei brani umoristici. La genialità di Giunta porta a considerare tali anch’essi.
      Dal punto di vista morale, legale e di etica, gli accadimenti in questione confermano la mancanza assoluta di rispetto della norma che tutela gli autori da parte degli stessi attori.
      Se il brano può essere capolavoro per alcuni e meno importante per chi si vuol definire saccente (leggi commento precedente), rimane ferma la mancanza di rispetto delle regole normate dalla legge sul diritto d’autore e dunque da sanzionare civilmente e penalmente.
      Ancora più grave è l’ipotesi di reato (non menzionata da Giovanni Callea nel suo articolo)commessa dallo stesso Incudine nel pubblicare su un DVD il brano di Giunta “troppuverywell” negando all’autore il diritto di prima pubblicazione.
      Auspico che i media diano risalto a questi accadimenti per diffondere principi di legalità inconfutabili. Tutti insieme dobbiamo costruire quel rispetto “uno degli altri” che Don Pino Puglisi ha elevato grazie a parole semplici sognando una Sicilia onesta e dignitosa in grado di porre etica e morale più in alto della norma.
      Alfredo Lo Faro
      musicmadeinsicily@yahoo.it
      3313042410

    10. Premio
      “e se ognuno fa qualcosa”
      dedicato a Don Pino Puglisi.
      15 settembre 2012

      il testo “capolavoro” della canzone premiata del grande Francesco Giunta

      QUANNU È GUERRA

      Quannu è guerra è guerra pi tutti
      nni cuntamu feriti e lutti
      e cummògghianu li banneri
      lu travàgghiu di li chiancheri

      Ma sti morti ntempu di paci
      e sta genti nchiuvata ncruci
      sta città sulu focu e braci
      un si campa, un si viri luci

      E nni vennu di tutti i lati
      p’aggrizzàrinni li jurnati
      cu discursi mpustati e fini
      pi livàrinni sti catini

      Chi primura hannu di scappari
      a la fini di lu parrari
      e li strati su campusantu
      ciuri, marmu, duluri e chiantu

      Ma com’è côn ghiccati vuci

      Tempu nun è cchiù di opra i pupi
      ca chini semu di sirpenti e lupi
      e gira ancora l’arma di Cainu
      nna la tunnara è vivu lu mmistinu

      L’hannu misu sempri di latu
      comu fussi munnizza e catu
      chista terra di cunnannati
      c’onni vannu su signaliati
      Tra mafiusi, latri e briganti
      nni cci mèttinu a tutti quanti
      ma pi fari sordi e dinari
      cca cci vennu di celu e mari

      Ma com’è côn ghiccati vuci

      Tempu nun è cchiù di opra i pupi
      ca chini semu di sirpenti e lupi
      e gira ancora l’arma di Cainu
      nna la tunnara è vivu lu mmistinu

      Quannu è guerra è guerra pi tutti!

    11. nel mio precedente commento faccio riferimento al Folklorista e non a Fabio G.

    12. Certo si capiva, ma grazie per la specifica

    13. Mi pareva ovvio.
      Grazie tante lo avevo capito. 🙂
      Gentile sig Lo Faro ,la saccenteria ,la prego , la tenga per se’.
      Io fossi in Giunta , mi vergognerei di reclamare i diritti d’autore per questo inno da bimbetti di liceo.
      Anzi sapete che vi dico ? mandatelo a Battiato o a Mogol , o all’appena d efunto Roversi e fatemi sapere cosa ne pensano poeticamente e artisticamente..
      Riguardo all’altro pezzo io non ho espresso nessuna critica negativa, ho solo detto , e sfido chiunque a dire il contrario che di testi del genere la tradizione FOLKLORISTICA siciliana e’ piena. Ribadisco la simpatia per l’arrangiamento della band di Giunta. ( e qui siamo alle inattese competenze 🙂 🙂 )

      PS : per quanto io ammiri sinceramente Francesco Giunta

    14. Rimangano o ritornino amici come prima, come testimonia questo filmato, che il sig Lo Faro certamente ricorda . E non e’ l’unica occasione ,anzi dice di collaborazioni molto intense e filiali
      http://www.youtube.com/watch?v=_-VoCpSwIks

    15. Caro folklorista, probabilmente hai difficolta’ di comprendonio e per niente di saccenza:
      sulla qualità del testo o sulla definizione di genialità della composizione ritengo discutibile la mia e la tua posizione derivante dalla soggettività;
      sulla fatto certo che chi ruba una caramella e’ ladro tanto quanto chi ruba un gioiello sono certo che condividerai l’oggettività a meno che non ci siano tresche di complicità coinvolgenti ed è forse il motivo per cui mantieni l’anonimato.
      Svela la tua identità, facci vedere che film hai fatto e rivaluteremo la tua stima dichiarata nei confronti di chi rappresento.

    16. resta inteso che per me “folklorista” è = a “pappagalo”

      Chi ha le palle in argomenti seri ed importanti come questo, le tiri fuori.

      Qua stiamo trattando un tema delicato che vede di mezzo ipotesi di gravi reati, la tutela dei diritti di legge ed il rischio di condanna per chi ha potenzialmente commesso il reato e per eventuali calunniatori.
      Non scherzate con le cose serie, la maschera indossatela a carnevale.

    17. la legge non ammette ignoranza ma io ti aiuto ad erudirti

      Legge 22 aprile 1941 n. 633

      Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio

      (G.U. n.166 del 16 luglio 1941)
      Testo consolidato al 9 febbraio 2008

      CAPO III
      Contenuto e durata del diritto di autore.

      SEZIONE I
      Protezione della utilizzazione economica dell’opera.

      Art. 12

      L’autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l’opera.

      Ha altresì il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo, originale o derivato, nei limiti fissati da questa legge, ed in particolare con l’esercizio dei diritti esclusivi indicati negli articoli seguenti.

      E’ considerata come prima pubblicazione la prima forma di esercizio del diritto di utilizzazione.

    18. Egregio Sig Lo Faro
      osservi bene ,la Sua e’ invece una posizione scomoda, scusi. Evidentemente Lei ha qualche interesse nella cosa, pur NON ESSENDO AFFATTO UN AVVOCATO ma probabilmente un manager di personaggi dello spettacolo(non so, mi pare di intuire)
      Io mi limito alla critica dei brani. E li’ penso di superare di gran lunga il suo personale senso estetico artistico . BEh, a ciascuno il suo mondo .Lei trattera’ di contratti di produzione,e soldi. A me questo aspetto interessa ben poco.
      Mi pare invece che la lettera di Incudine spieghi bene le cose e come dicevo finche’ non ci sara’ una replica autorizzata della diretta controparte interessata(cioe’ Francesco Giunta in prima persona) ,sono piuttosto le Sue affermazioni, se non giustificate a essere passibili di verifica in ogni ambito e al limite a costituire un bel bagno di aria fritta.

      Cordiali saluti

    19. ..certo alla sua volgare affermazione di avere o non avere le sfere pubiche rispondo dicendo che non spetta certo a lei conoscere le mie pudenda .Forse vuol farsi un po’ di pubblicita’ ? prego faccia pure.
      Io mi vergognerei , fossi in Giunta ,a richiedere i diritti di autore PER QUESTO BRANO cosi’ puerile dal punto di vista del testo e francamente contaminato da armonie assolutamente distanti dalla cultura musicale siciliana.
      Preferisco di gran lunga ” Quantu e’ belle la me zita”

      🙂 🙂

    20. Strana “ammirazione” quella del folklorista!
      Invece di documentarsi su quanto è accaduto (egli stesso afferma di non saperlo) e di venire così a conoscenza che il contenzioso è molto più articolato di quanto possa pensare, analizza (fuori dal contesto per cui sono stati scritti) i due frammenti del repertorio del suo “ammirato” e li usa per dargli dello “stupido” e per consigliargli di “vergognarsi”!
      Sono convinta che il Maestro Giunta meriti ammiratori più accorti e, soprattutto, più …sinceri!

    21. Io sono certo che tu sei un complice ed inoltre capace di sparare idiozie trincerate dall’anonimato e dunque privo di attributi, peraltro la tua ignoranza trapela da ogni frase.
      E se di furto trattasi il complice e’ altrettanto ladro.
      Smentisci me e chi ci segue pubblicando la tua identita’.
      Probabilmente sei non il complice ma l’autore principale.
      Alfredo Lo Faro
      Produttore, Editore e servo d’arte
      musicmadeinsicily@yahoo.it
      via vittorio emanuele 100
      94014 nicosia en
      3313042410

    22. …e forse questo folklorista non è proprio un …etnomusicologo! Un esperto ma anche un semplice conoscitore non avrebbe mai scritto “Quantu e’ belle la me zita” ma …”Quantu è LARIA la me zita”!

    23. ..e lasci stare per favore il Beato pAdre Puglisi, che non c’entra nulla in questa storia.
      Grazie

    24. Gentile Maria Elena,le mie zite sono tutte belle

      Non mi viene di cantare “laria” perche’ sono un gentlemen e offenderei voi Rose Sicule Soavi et Odorose .
      Rose Olezzanti palermitane, Rose Olìa
      🙂 🙂 🙂

      chiddici !!?

    25. a servizio dell’ignoranza che in questa pagina ha un nome @il folklorista, pubblico la lettera del Maestro Giunta indirizzata pubblicamente a Mario Incudine dopo il maldestro tentativo di pseudo scuse pubblicate:

      Ciao Mario,
      La tua lettera mi è arrivata, nonostante non mi fosse destinata visto che possono leggerla solo i tuoi “amici” di fb dai quali tu stesso mi hai escluso più di un anno fa.
      Con la stessa pacatezza delle tue parole cercherò di chiarire la ragione di fondo che mi ha portato a mettere “in piazza” una questione che per me non è né personale, né economica, né “di carattere morale” come scrivi tu adesso.
      Io non so quanto sia “nobile” questa mia ragione, so per certo che, nelle mie intenzioni, non è meschina perché ho sempre considerato il mio stesso scrivere e cantare come secondario e subordinato rispetto a un tema enormemente più importante: le sorti future del nostro dialetto e del canto in siciliano. Su questo argomento tu sei il mio testimone migliore perché il “nucleo centrale” del mio modo di pensare l’ho riportato in una lettera riservata che ti ho mandato nell’aprile del 2011 dove scrivevo:
      «Sai perfettamente che ho scelto di fare questo mestiere per passione e, soprattutto, per la passione di dare a questa terra il mio contributo se questo può servire a renderla migliore. Ho ragionato, lavorato e operato nell’ottica del lavoro di squadra e del fronte comune convinto che rispetto ad altri posti abbiamo qualche ostacolo in più da superare. Senza ombra di dubbio tu sei stato l’artista che ho stimato più di tanti altri che ho incontrato e conosciuto. Sei anche quello per cui mi sono impegnato e speso maggiormente e ricordo questo non per essere ringraziato ma per ringraziarti a mia volta, se non l’ho mai fatto. Incontrarti in un dato momento mi ha dato una carica che diversamente non avrei avuto. Anche condividere il palco con te è stato emozionante e, credimi, con nessun altro avrei avviato il gioco dello scambiarsi le canzoni».

      Questo mio scritto sugellava l’ennesimo e ultimo tentativo di Alfredo Lo Faro per superare le nostre incomprensioni e avviare un progetto comune. Poi la mia partecipazione al tuo concerto di Vittoria, l’incontro “casuale” a Taormina Cinema e subito dopo il nulla. O meglio: il tuo tornare al comportamento di sempre e il reiterare l’usurpazione di “Troppuverywell”, fino alla “famosa maglietta” che mi ha costretto ad aprire quest’ultima fase in cui ho detto “basta!”. E per ultimo la tua lettera. Nella ricostruzione che tu fai del nostro percorso comune ti fermi al gennaio 2011 omettendo così l’ultimo tentativo di riconciliazione. Ammetterai che questa è una “dimenticanza” singolare. Ma non è questo a crucciarmi.
      Se hai letto con serenità quanto ho scritto in questi giorni, dovresti aver ritrovato cosa ho risposto ad un amico comune che rattristato per il nostro dissidio ne auspicava un rapido superamento. Ho scritto:
      «Il “canto in siciliano” troverà la sua strada e se non dovesse trovarla a niente servirebbe una “scorciatoia” dettata da convenienze di bottega o da pii desideri. Una soluzione del genere sarebbe addirittura dannosa. Sulla meravigliosa roccia su cui ci hanno portato Alberto Favara, Giuseppe Pitrè, Giuseppe Ganduscio, Rosa Balisteri, Ciccio Busaccca, Orazio Strano, Ignazio Buttitta, Pino Veneziano, sull’immenso patrimonio tradizionale documentato e ancora poco conosciuto al grande pubblico, possiamo ancora costruire uno scenario fantastico per il canto in siciliano del futuro. Ma ciò che serve affinché gli esiti siano quelli di cui la Sicilia e i siciliani hanno di bisogno è innanzitutto onestà, integrità morale, passione forte e sincera. Certo, anche il talento. Ma quello dopo. Molto dopo!».
      Ecco il mio grande timore: una nostra riconciliazione in questa fase e in queste condizioni rischia di essere solo una “scorciatoia” dannosa per tutti e per il “canto in siciliano” in particolare. Non è possibile conciliare una visione partecipativa e corale della tradizione popolare come eredità condivisa quale è la mia, con la visione particolaristica e personalistica verso la quale ti sei da tempo avviato. E il mio non è affatto un giudizio qualitativo ma il sottolineare una differenza profonda. La tendenza ad attribuirti i brani d’altri mi addolora perché è il segno manifesto di una direzione di marcia che ti ha allontanato sempre più da qualcosa che sembrava condiviso: quello che abbiamo lo abbiamo ereditato e fa parte della storia, triste e disperata, di tutto un popolo e di coloro che lo hanno saputo artisticamente rappresentare. Se il tuo rapporto con la nostra memoria collettiva fosse davvero un altro non faresti scempio, concerto dopo concerto, di un gioiello raro come “Cu ti lu dissi”! Se Rosa fosse tra noi, per altro, sono certo che non avresti minimamente il coraggio di farlo. Ecco qual è l’altra differenza tra me e te: per me Rosa è viva!
      Non vi è dubbio che sarebbe molto più comodo anche per me accettare il tuo invito con il viatico dei tanti “mi piace” che ha raccolto il tuo post. Sicuramente sarebbe utile e “remunerativo”, più per me che per te, salire a bordo del tuo “lanciatissimo treno”, essere ospitato nelle tante cose che fai e ti trovi ad organizzare, come finire in trasmissione con te da Frassica e Cristicchi. Ma accettare le tue scuse significherebbe avallare il contenuto essenziale del tuo messaggio, cosa che non mi sento di fare. Dici troppe cose e non tutte mi sembrano condivisibili.
      Ho avuto modo di verificare, per esempio, che le “magliette incriminate” non le hai fatte, come affermi, solo per il tuo staff (cosa che comunque sarebbe stata illecita e, soprattutto, “scorretta”): le hai inserite nel tuo merchandising e vendute a 10.00 euro.
      Usi le mie considerazioni su “deposito SIAE e probabile corretta compilazione dei borderò” in un artificio linguistico che mira a far passare una conclusione opposta alla mia: “è solo una questione di carattere morale risolvibile con delle scuse e nessun reato”. Non è così. Non hai “urtato solo la mia sensibilità di autore” (come scrivi): a parer mio hai commesso un reato penale (coincidente con una scorrettezza deontologica) ancora più grave di quelli che io ti “condono”. La definizione è: “usurpazione della paternità artistica e letteraria” e di ciò ti autoassolvi tout court.
      E’ assolutamente vero, poi, che uno dei risultati del tuo portare in giro “Troppu very well” è stato quello di averla fatta conoscere a tanta gente dando modo al pubblico di conoscere anche (e cito ancora le tue parole) “il resto della mia opera, quella veramente degna di essere annoverata tra i capolavori”. Devo dire che almeno qui sono riuscito a “darmi una mano” dato che quasi contemporaneamente ho cominciato a pubblicare alcuni miei video-sauri. Pensa cosa sarebbe successo se invece di portare in giro “Troppu very well” a mia insaputa, avessi portato in giro uno di quegli altri brani magari parlandone con me prima.
      Consentimi quasi in conclusione di considerare un auspicio di lunga vita il tuo elencare “i brani per cui sarò ricordato” senza che ciò possa risultare riduttivo del mio essere il cantore della Sicilia autentica di “E semu ccà” (ho ancora una volta citato la tua lettera). Sono certo che ricorderai come proprio questo “tema” era oggetto di una tua battuta costante ogni volta che si condivideva il palco (e furono purtroppo poche volte in ogni caso): scherzando sulla nostra differente età ti autodefinivi il mio “erede in vita”. E se la cosa a qualcuno poteva sembrare macabra, io la trovavo molto divertente. D’altronde, a ben pensarci, era proprio solo una battuta: il tuo percorso artistico ha assunto una fisionomia e una direzione che trovo molto distante dalla mie cose. E per riprendere il tuo scherzo: se non ti “vedo” cantare le mie piccole cose ora che sono “prima”, ancora meno potrò “vederti” farlo quando sarò “dopo”.
      In definitiva, nel ringraziarti per le parole di stima e riconoscendoti un coraggio non comune che ti ha consentito di compiere un passo così importante, devo confermarti che a mio modesto parere è opportuno, proprio per il bene del nostro lavoro e del canto in siciliano, continuare a percorrere separatamente le nostre strade, nella speranza che da qualche parte, su quella solida e meravigliosa roccia su cui i Veri Grandi ci hanno portato, ci si possa magari un giorno incontrare ancora una volta.
      Ti auguro sempre buona musica.
      Francesco Giunta.

    26. “…e spine, ed olezzanti fiori ne colse”

    27. … fioriscono fra le spine le rose olezzanti, concetti che risalgono all’usuale linguaggio simbolico dei libri sacri e patristici. Eventuali nascoste allusioni politiche …

      in sintesi “conzala comu voi che sempri cucuzza é”

      “chi ha dignità non si nasconde”

    28. @folklorista
      …cita cita, cita pure. Sei statp sgamato!

    29. Effettivamente ho trascorso una intera estate senza stare in apprensione per questa delicatissma e s copro annosa questione e adesso devo ravvedermi e provvedere a pensare alla gravissima riparazione.Sono infatti cosi’ immerso in considerazioni sullo spread che mi sfuggono queste questioni cosi’ capitali per la continuzione della vita sulla terra.
      Tra amici musicisti queste sono parole inaccettabili. Dopo le scuse allora e’ Giunta in chiaro torto morale verso il suo ex figlio d’arte.
      Vuol far causa ? la faccia .
      Abbiamo capito l’antifona.
      Non mi sembrano pero’ francamente delle affermazioni molto equilibrate e in particolare quando addirittura si spinge a commentare o pretendere di avere un copyright interpretativo su ” Cu ti lu dissi “. Forse c’e’ una mania di onnipotenza o di esclusivita’ ?
      Mah, rimango dell’idea che la canzone del Totuccio Veri Well e’ puerile e non vale la pena ulteriormente avvelenarsi il fegato per questa.
      A Incudine piuttosto suggerisco : tiri fuori 6 euro e cinquanta per ogni maglietta venduta ( con fattura) e li restituisca in una forma di patteggiamento.
      🙂 🙂 🙂
      Saluti

    30. Per fortuna le fogne sono nascoste e non transitate a cielo aperto ma tutto quello che transita ha un solo nome.
      Ogni tanto un tombino si intasa e qualcosa vien fuori, maleodorante, sgradevole nella forma, nel colore.
      L’anonimo e’ e resta “n’omm e mmerda”

    31. Che eleganza, non degna di Francesco Giunta.
      Complimenti.
      Ma nemmeno Lei,permetta, sa leggere cosa significano queste frasi e continua a volersi fare pubblicita’ a buon mercato :
      “….Senza ombra di dubbio tu sei stato l’artista che ho stimato più di tanti altri che ho incontrato e conosciuto. Sei anche quello per cui mi sono impegnato e speso maggiormente e ricordo questo non per essere ringraziato ma per ringraziarti a mia volta, se non l’ho mai fatto. Incontrarti in un dato momento mi ha dato una carica che diversamente non avrei avuto. Anche condividere il palco con te è stato emozionante e, credimi, con nessun altro avrei avviato il gioco dello scambiarsi le canzoni».”….

      E poi :
      “…il tuo tornare al comportamento di sempre e il reiterare l’usurpazione di “Troppuverywell”, fino alla “famosa maglietta” che mi ha costretto ad aprire quest’ultima fase in cui ho detto “basta!”. E per ultimo la tua lettera. Nella ricostruzione che tu fai del nostro percorso comune ti fermi al gennaio 2011 omettendo così l’ultimo tentativo di riconciliazione. Ammetterai che questa è una “dimenticanza” singolare. Ma non è questo a crucciarmi.
      Se hai letto con serenità quanto ho scritto in questi giorni, dovresti aver ritrovato cosa ho risposto ad un amico comune che rattristato per il nostro dissidio ne auspicava un rapido superamento. ”
      Evidentemente , a parte Lei che appare obnubilato d a meri interessi economici, c’e’ ancora qualcuno nel mondo dei nostri amici musicisti che non la pensa come Lei e che cerca di portare un barlume di ragionevolezza. E meno male, perche’ il colore del mondo sarebbe davvero troppo simile al colore delle fogne che Lei per primo ha citato.
      Cordiali saluti, egregio sig Lo Faro.
      Non cerchi sul blog la pubblicita’ gratuita.
      Avra’ sempre a che fare con pensatori anonimi e liberi.

    32. 🙂 🙂 🙂

    33. PS : ahime’ nemmeno il Buon P Puglisi sarebbe contento di cio’.
      🙂

    34. …e no folklorista! L’anonimo è schiavo non è affatto libero!
      A parer mio, a questo punto, sei venuto qua con uno scopo preciso: travisare! Il pensiero del Maestro è chiaro e tu vuoi travisarlo a tuo vantaggio. I modi di Lo Faro saranno rudi ma sono serviti a stanarti!

    35. Gli uomini liberi non si nascondono.
      A nascondersi sono i mafiosi(dunque pezzi di merda); a nascondersi sono coloro che hanno paura (chi non ha paura muore solo una volta);
      a nascondersi sono gli infami che escono a Carnevale usando la maschera per dare manganellate;
      a nascondersi e’ colui che non crede in se stesso e per timore si copre;
      a nascondersi e’ colui che non riconosce quanto di piu’ semplice la legge dice porgendo e pretendendo un rispetto etico, morale e civile;
      a nascondersi e’ sempre qualcuno che ha qualcosa da nascondere.

    36. Il capolavoro di Ivan Fiore dedicato a Padre Pino Puglisi usando solo parole che iniziano con la lettera P:

      Piccolo Pino pensava perchè ?…perchè persone piangono, perchè persone patiscono, perché povertà, prostitute, protettori, pregiudizi, pregiudicati, parole pesanti, panico pistole paura perchè?
      Posso portare pace? Posso!!!
      Prete, Padre Pino Puglisi prete, prete per passione, prete per predestinazione, papà …papà per picciotti, picciriddi…per potenti prepotenti.
      “Parrino” …Padre Pino Puglisi parlava parecchio, padre pino puglisi parlava, ponderato ,pensando…pero per persone povere parlava pacato, piacevole, Pacifico, paterno…per potenti prepotenti parlava ..papale papale, parole penetranti, pungenti profonde piccanti…perchè ..perchè potevano plasmare….
      Poi penso…posso portare più pace…posso proteggere più persone?….Posso!

    37. 🙂 🙂
      Parlava come parla Lei ?
      E’ assente , nell’allitterazione di Ivan la parola PERDONO.
      Ebbene , anche nell’arte, tra persone che si sono amate “artisticamente ” e anche umanamente certi comportamenti sono e rimangono puerili.
      LAsci perdere l’anonimato,puo’ insultare quanto vuole ma , come dice la sigra ,non mi stana. E’ francamente inutile.
      L’importante e’ che adesso la verita’ e il giudizio saranno piu’ chiari e obiettivi,per chi sa leggere ogni riga dell’uno e dell’altro artista , avendo sentito le varie campane e documenti alla mano.
      La mia sentenza e’ stata emessa : 6 euro e 50 a maglietta e siamo pace
      🙂 🙂

    38. Buona notte signori
      🙂

    39. Delirio puro
      Buonanotte signori
      Prendete una camomilla.
      ..nun ci fu nienti
      🙂
      Saluti cari

    40. trasparenza non delirio.
      Chi e’ privo di sensibilità o lucidità può sempre essere compreso;
      Chi come te tenta di depistare o di sminuire veri valori con frasi tipiche da mafioso emettendo sentenze e quantificandole e’ in delirio ed e’ il delirio tipico del mafioso.

      Dichiarati e la discussione consentirà a tutti di non assistere al tuo delirio e di conoscere trasparentemente quei fatti che possono educare i tuoi ed i miei figli al rispetto altrui partendo dal diritto d’autore.
      La mia convinzione e’ che dietro il tuo nick name si nasconda il responsabile del presunto delitto.

    41. Alfredo Lo Faro ti invito a essere rispettoso nei confronti degli altri commentatori. Qui è assolutamente consentito utilizzare un nickname e ti invito a rimanere in tema. Grazie.

    42. Sì, va bene il nickname, ma è evidente che questo folklorista è semplicemente un provocatore che ha fatto di questo blog il suo lavoro. E questo è fastidioso, lo dico da utente di Rosalio. Se saremo in molti, sono anche disponibile a boicottare il blog fino a quando questo furbetto mascherato non la finisce di ammorbare ogni discussione… Personalmente, mi ha veramente disgustato, giorno dopo giorno. C’è un limite a tutto.

    43. Quest’uomo (o donna, o più uomini/donne collettivamente) ha più volte dimostrato il proprio spessore morale, distruggendo fra l’altro alle fondamenta la reputazione della parte politica di cui si occupa attivamente, quindi non è il caso di prendersela più di tanto.
      Alfredo e Maria Elena, purtroppo siete caduti con tutte le scarpe nel suo solito giochino. Non crederete mica che ci sia un essere senziente che non capisca da che parte stia la ragione, vero? Ripeto, per esso/a/i/e è solo un giochino, è solo per voi che sunnu abbili inutili.

    44. @ caro Rosalio, mi vergogno di aver utilizzato il mio tempo sulla tua pagina in quanto non ti reputo moderatore ma fautore e sostenitore di chi scrive infamita’ dietro una maschera e non per sostenere una opinione.
      Hai avuto il coraggio di moderare chi subisce le offese e non chi le emette avendo il coraggio di parlare di rispetto.
      Forse colui che tuteli e’ uno che ti sponsorizza o forse sei tu stesso ?

    45. Alfredo Lo Faro mi sembra evidente da alcune stupide provocazioni che la tua frequentazione del blog è recente, ciò è lecito mentre non ti verrà permesso di commentare non seguendo le regole di questo luogo virtuale né non attenendoti scrupolosamente, come tutti, alle indicazioni di chi ne è costituzionalmente moderatore. Saluti.

    46. Chi sta dietro “il folklorista” (uno o più che siano) ha usato una tecnica da provocatore di professione: linguaggio offensivo ma comportamento complimentoso, finta disinformazione ma a conoscenza di tutto, apparente assenza di un interesse diretto ma con un mandato preciso: allontanare e nascondere la questione centrale a qualunque costo.
      Dubito ci sia riuscito perchè verosimilmente non si aspettava di doversi confrontare con uno come Alfredo Lo Faro.
      Ma come sarebbe stato bello cogliere l’occasione per discutere sulle cose che stanno alla base dello scritto di Giovanni, cose che vanno ben al di là della vicenda in sè!

    47. Vi invito a rimanere in tema. Grazie.

    48. Lungi da me entrare più sulle vostre pagine cosi’ come auspico che non scriviate mai più sugli artisti da me rappresentati nella qualità di produttore o di editore.
      Astenetevi se non per diritto di cronaca in quanto “coglierò”ogni occasione.
      Useremo le regole del diritto e non quelle del moderatore.

    49. Non c’hanno fatto paura minacce più serie. Saluti.

    50. potenza della lirica

    51. Mi deludi, Alfredo, così ti stai praticamente facendo cacciare via da quel personaggio, che se la ride, eccome se se la ride, avendo ottenuto il suo scopo.
      Segui i consigli miei e di Rosalio e lassalu futtiri: perchè sprecare tempo a parlare di cose inutili, quando puoi dare un contributo molto più sostanzioso in merito alla discussione?
      Saluti

    52. Dopo aver letto tutti i commenti, ritengo che il moderatore Rosalio abbia torto marcio poiche’ non ha moderato il folklorista per la somma di offese. Chi usa il suo potere in questo modo ha una sola definizione.
      Io mi vergogno per voi e spero che l’editore ne venga a conoscenza.
      Auspico che intervenga Giovanni Callea recensore dell’articolo per moderare la discussione visto che Rosalio ha perso il controllo.

    53. @Rosalio
      Redarguisci anche me!?
      Non credo di essere andato fuori tema perchè il modo di comportarsi qui è inevitabilmente diventato “tema” e io ho espresso un giudizio sul comportamento del “folklorista”.
      Caro “Moderatore”, di grazia, come mai non hai ancora detto nulla sul linguaggio e sul comportamento del folklorista?

    54. …che tra l’altro non sembra nuovo a tali malefatte?

    55. Alfredo, ha ragione Fabio G.: non andartene!

    56. Anch’io ritengo che Rosalio abbia sbagliato

    57. Trovo veramente strano il comportamento del moderatore che a mio parere non ha letto tutti i commenti ed e’ arrivato facendo Strike.
      Capita di perdere lucidità e di sbagliare ma a volte chiedere scusa può risolvere annose situazioni.

    58. Pi favuri un m’inzuttati a me figghiozzo Rosalio picchì un si scanta ri niente, avi i spaddi murati.
      Cà ognuno pò scriviri chiddu ca voli, d’attronde un serbi nomu veru e mancu n’indirizzo veru, tutti putemu scriviri i minchiati ca vulemu pero’ un mi tuccati a me figghiozzo.
      Ci fu unu ca mi rissi che l’ip ie sempre riconducibili ma nuatri all’IP ciannamu sulu pi fari benzina e rummannarici a nostra patti.

    59. mi manca gigi.
      tutto sommato un buon antidoto al folklorista :)))

    60. Io scrivo commenti e Rosalio me li blocca, bene. Garantisco che non sono commenti né volgari né con minacce. Dicevo solo che ancora una volta Rosalio sbaglia e che forse dovremmo evitare di continuare a frequentare il blog (lo dico da autore di due post abbastanza fortunati) finché il folklorista o gente come lui lo usa in modo così bieco. Questo non è più Rosalio, è il blog del folklorista…

    61. Alfredo Lo Faro, Nora, Mario, Peppe e Il Padrino hanno lo stesso indirizzo IP (da cui si possono trarre le ovvie conseguenze).
      Michele il commento a cui ti riferisci era stato impropriamente intercettato dal filtro antispam. Se non hai la pazienza di aspettare che un moderatore lo riveda e lo approvi puoi benissimo evitare di commentare.
      Rimuoverò ulteriori commenti fuori tema e chi non intende rispettare la policy dei commenti del blog e il ruolo il più possibile imparziale del moderatore può benissimo astenersi dal commentare.
      Saluti.

    62. C’è una causa in corso, la Legge deciderà . Come se non avesse niente di meglio da fare… Opinione del tutto personale: per quel poco che conosco il Maestro Giunta ho la sensazione che sia stato “spinto” a tutto questo Amba Aradan, e da chi e perchè si può forse intuire….. Ho una idea ben precisa della vicenda ,ma me la tengo per me,perchè non mi va di essere preso a parole da nessuno. Viva la musica.

    63. “Ma come sarebbe stato bello cogliere l’occasione per discutere sulle cose che stanno alla base dello scritto di Giovanni, cose che vanno ben al di là della vicenda in sè!”
      .. se ne siete ancora in grado parliamone pure.
      Ma occorre intraprendere un percorso di rocnoscimento culturale, e non leguleio.

    64. ..ma scusate ora che ci penso Giovanni ..chi ?
      Non doveva scrivere Francesco ?
      Oppure dell’amico che incoraggia alla pace ?
      Giovanni..chi era costui ?

    65. ah , scusate, Giovanni Callea 🙂
      A me invece risultano molto interessanti (anche s e in molti punti opinabili e in uno davvero molto critico) le note del canto come cultura del popolo , espressione di necessaria unita’, date dal Maestro Giunta nel corso della sua lettera.

    66. Ho cancellato parecchi commenti che continuano a non attenersi scrupolosamente ed esclusivamente come ho chiesto più volte al tema del post. Continuerò se continuerete. Saluti.

    67. Caro “Rosalio”, non intervengo direttamente sul tema, ma mi permetto di suggerirti, in casi seri come questi, che accettare i commenti di chi ci mette la faccia, cioè nome e cognome. Salvatore Coppola

    68. Salvatore Coppola questo tipo di comunicazioni andrebbero fatte per e-mail e comunque si potrebbe scrivere un nome non veritiero, quindi sarebbe inutile. Saluti.

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