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venerdì 22 nov
  • Voci dal Nord

    Voci dal Nord: 35 anni…tutti dicono «Su al nord il lavoro c’è, qualcosa la trovi, qualunque cosa ». Ed eccomi qui, lascio i miei cv nelle agenzie per l’impiego (che in ipotesi dovrebbero farti un colloquio e capire che esigenze hai) ma ti rimandano al sito online: «Deve iscriversi, inserisce il suo CV e poi legge le proposte di lavoro inserite»… Dunque in realtà sono io che continuo a cercarmi un lavoro, non loro.

    Andiamo oltre: incontro per caso un’altra agenzia non famosa: almeno qui mi fanno sedere, mi ascoltano, leggono il mio CV e mi fanno pure i complimenti ma…OOOPS: non trattiamo con gli studi d’architettura. «Va bene, dico io, sono disposta anche a lavorare in qualche impresa o azienda come disegnatore tecnico». Sì ma qui cercano disegno meccanico, non “edile” (se così vogliamo chiamarlo). Io sono determinata a trovar un qualunque impiego: ho una preparazione parallela nel campo dell’enogastronomia, della promozione dei prodotti di nicchia, itinerari culturali e alimentari (tipo Strade del vino): «Qui siamo piccole aziende, facciamo tutto da noi »… Leggo in una vetrina: cercasi commessa part-time. Entro…mi fanno accomodare fuori: non ho esperienza nel settore. Con tutto il rispetto per la commessa: ma che tipo di esperienza? Ho buon gusto, so quando un tessuto è di qualità, sono un’esteta se devo consigliare una cliente su un capo da indossare penso di aver le qualità giuste… No? È forse un problema di cassa? Nel senso: debbo imparare a usarla? Non penso sia così difficile da imparare. E sono qui, amareggiata a chiedermi cosa c’è di sbagliato? BALLE quando dicono il lavoro c’è, perché io sono pronta a qualunque lavoro, ma non mi si dà alcuna opportunità.

    Nei giorni precedenti ho partecipato ad una discussione sulla pagina facebook di RMC 1. Si discuteva dei “bamboccioni” e del non voler andar via di casa. Ci si chiedeva se è per comodo o per crisi, e si accusavano “giovani” italiani di “aver tutte le sventure del mondo” come scusa per non lasciar la famiglia e in questo caos alcuni genitori dicevano che i loro figli erano all’estero e che l’avevano fatta… Possibile che qualcuno ce la faccia, ma come? In che campo? Una mia cugina è a Barcellona, tenta di far la stilista…ma la mamma le invia mille euro al mese!

    Anch’io sono stata all’estero durante il 2010 per uno stage, (in Francia nello specifico), già allora i due studi con i quali collaboravo mi dissero che c’era una crisi del settore… a fine stage tornai a casa. Ho continuato a inviare CV in Francia per mesi e mesi, due studi mi contattarono, ma la momento di stabilire la data della partenza questa fu la risposta:

    «Merci de votre envoi, mais la situation à changée depuis le mois de juillet et je n’envisage plus de recrutement pour l’instant. Je ne manquerais pas de vous contacter si la situation change, cordialement».

    E alla fine…non sapendo cosa rispondermi dalla radio qualcuno mi disse: «Signora Giovanna, lei non è Nicole Minetti »…Qualcun altro: «Hai la scollatura sbagliata ». COSA DIRE?
    Forse sono più ignorante di quello che penso o forse sono troppo brutta o forse sono troppo vecchia. Non so cosa rispondere a me stessa.

    Ospiti
  • 9 commenti a “Voci dal Nord”

    1. Giovanna, complimenti per il coraggio. Anche quello che hai avuto nello scrivere apertamente la tua storia. Non so darti consigli, ma vorrei solo dirti: se proprio devi restare disoccupata, fallo da architetto. “Disòccupati” di quello per cui hai studiato e per cui hai passione. Quando ti chiedono “cosa fai?”, potrai sempre dire “io sono un architetto”. La speranza, e il mio augurio, è che prima o poi trovi la strada, o l’idea, o la botta di culo per riuscire.

    2. Ciao Giovanna,
      anch’io, anni fa, ho fatto la tua scelta.
      In realtà lavoravo da precaria a Palermo, poi stanca della precarietà, decisi di andare a Milano.
      Non appena arrivata, capii che per iniziare avrei dovuto accettare, anche lì, lavori temporanei (quindi precari).
      Per un mese non ebbi alcun riscontro ai tanti cv lasciati alle varie agenzie o aziende per le quali avrei voluto lavorare e alle quali avevo lasciato il cv.
      Poi la situazione si sbloccò all’improvviso!!!! Non ti arrendere, continua a cercare magari (se non l’hai già fatto) scegliendo tu le aziende dove ti piacerebbe lavorare e selezionandole nell’invio del CV.
      In bocca al lupo
      Paola

    3. Giovanna, io al Nord ci sono stato e ti posso dire che sei di 7 anni in ritardo. Nel 2006/2007 la situazione è diventata brutta anche da quelle parti. In Italia ormai non c’è più futuro.

      Inoltre, posso dirti per esperienza che i datori di lavoro non calcolano neanche i CV di chi si trova all’estero. Loro pensano (giustamente): “Questa se ne è tornata in Italia, se la chiamo per un colloquio deve cercare un biglietto aereo, un alloggio, una sistemazione, va a finire che al colloquio neanche si presenta, meglio chiamare una candidata che vive qui e deve solo prendere l’autobus per andare al colloquio”

    4. È’ una questione selettiva.Quindi,se non va,scendere di livello.Devi.

    5. 1a2b3c vero ciò non è. Se scendi di livello ti ritrovi a competere con gente che ha vissuto e lavorato a quel livello molto prima che lo facessi tu. Andare al ribasso è sbagliato, ci sarà sempre il filippino o il nigeriano disposto a lavorare più di te per una paga ancora più bassa.

    6. Puoi trovare cento posizioni da giardiniere o mille da manovale a fronte di una posizione da quadro o dirigente aziendale.Per questo avviene la selezione.

    7. 1a2b3c, te non hai mai lavorato o cercato lavoro una volta in vita tua.

    8. Infatti.Non l ho cercato.Mi hanno cercato.Poi ho lavorato e prodotto cento volte più che un comune mortale.

    9. Ma piantala di fare l’asino…

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