Avendo vissuto cinque anni a Palermo e avendo fatto una vita sregolata condita da alimentazione accomegghiè, non mi sono fatto mancare nemmeno delle simpatiche incursioni all’ ospedale. Anzi, agli ospedali, mica uno soltanto.
Io che in vent’anni di vita vissuta, in ospedale ero stato solo una volta da piccolo, mi sono ritrovato assiduo frequentatore di questi ameni luoghi palermitani. Ora vi racconto.
LA PRIMA VOLTA
Me la ricordo bene. Era una fredda mattina d’inverno in cui mi ero beccato chissà quale virus, e avevo inchiappato tutto il piumone di una mia amica che mi aveva preso in cura con dello zampillante e profumato vomito. Sorvolando sui dettagli, i miei amici decidono che forse era il caso di andare al pronto soccorso (ma c’era bisogno? di stare stavo male, però..).Comunque sia, con la macchina mi accompagnano all’ospedale. A parte che non si è capito bene che codice mi avessero affibbiato, mi sono messo lì ad aspettare seduto con decine di malati. Stavo male, la testa pesantissima, passavano le ore. Ad un certo punto vomito di nuovo e allento. Una signora molto affettuosa che era vicino a me mi accarezza «chi beddu, pari me’ nipute..statti tranquillo, ora ti chiamano». Rincuorato dalle parole della signora, che ancora ringrazio per le cure, finalmente, dopo qualcosa come quattro ore di attesa, mi chiamano. Entro con un mio amico esperto di linguaggio medico, io ero una pezzanterra e non avrei capito nulla. Continua »
Ultimi commenti (172.549)