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giovedì 14 nov
  • Palermo: birra artigianale, si consuma e adesso la si produce!

    Spillo 77 – IPA

    Da anni il consumo di birra artigianale, ovvero di birra non pastorizzata e tendenzialmente non filtrata, ha registrato a Palermo una crescita continua mutuando quello che accade in tutta Italia. E tutto questo grazie a locali storici, ormai, che hanno creduto in questo tipo di prodotto, prima proveniente dal nord Europa, Belgio in primis, e poi via via avvicinandosi a produzioni italiane che comunque spesso mantengono dei prezzi mediamente più alti delle produzioni estere. Nel resto d’Italia ormai ci sono oltre 400 aziende che producono birra artigianale, la Sicilia è rimasta sempre indietro rispetto a queste nuove idee imprenditoriali, a mio parere per vari motivi. Fare impresa in Sicilia è difficile di per sé, fare impresa in una terra di vini lo è ancor di più perché lo si considera, per ignoranza, un prodotto inferiore. Inoltre la gran parte degli ingredienti, eccetto che l’acqua, veniva da lontano, e questo rappresenta intrinsecamente un aggravio di costi rispetto ad un produttore più prossimo all’Europa del nord. C’è stato un periodo in realtà dove c’era stato un fiorire di progetti, non più di 8 anni fa, in cui addirittura si stava sfiorando la doppia cifra in termini di produzione in Sicilia. Poi vari fattori hanno portato il numero di questi birrifici ad valore troppo esiguo. Adesso a Palermo, dopo un anno in cui la burocrazia ha condizionato pesantemente la voglia di alcuni imprenditori di fare azienda e mettere a frutto quella che fino ad adesso rimaneva una passione, a due passi da piazza Indipendenza, si produce birra artigianale. Burocrazia? E si perché fare impresa è spesso ostacolata dallo Stato, che invece di favorire, ci mette del suo per interpretare leggi e direttive. Adesso Mauro Ricci, Sergio Raciti e Michele Cartaino con la collaborazione di Alessandro Picciotto, mastro birraio esperto hanno dato vita alla prima birra prodotta nella città di Palermo.

    Da sinistra Alessandro Picciotto, Mauro Ricci e Sergio Raciti

    Lo stile è quello delle IPA, ovvero Indian Pale Ale, birre che sono molto caratterizzate e che permettono di far esplodere al naso e nel palato gusti intensi e decisi. Quella ideata dal gruppo palermitano è una birra molto agrumata e floreale, che si collega perfettamente con il territorio mediterraneo ed è stata chiamata Spillo 77. Picciotto non è nuovo in questo settore, infatti fece parte del progetto Wild Spirit a Bagheria alla fine degli anni ’90 che ebbe un discreto seguito agli inizi del 2000, poi purtroppo per motivi societari, non proseguì l’attività. In questo locale, che definiremo brewpub, ovvero un pub che si autoproduce la sua birra, non troverete solo birra palermitana, ma anche birra artigianale italiana e proveniente da paesi come il Belgio, gli U.S.A. e U.K., non la solita birra, ma prodotti che hanno conquistato tutto il mondo, è il caso di dirlo, per il risultato che sprigionano al palato. Ed infatti da Spillo (cortile S. Giovanni degli Eremiti, 2) si può sia degustare delle birre che cenare con le birre, con una serie di piatti che lo chef Daniele Teresi ha reinventato in chiave siciliana. Tra i progetti di questa nuova realtà c’è anche quella di legarla ancora di più al territorio siciliano, utilizzando luppolo (altro ingrediente fondamentale della birra) prodotto sull’Etna, ed il luppolo è l’unico elemento che nella birra artigianale permette di conservare per un breve periodo il prodotto, è l’unico conservante naturale presente ed è anche l’ingrediente che rende la birra più o meno amara. La birra artigianale è per antonomasia un prodotto naturale, purtroppo non sempre è così con i prodotti industriali. L’impianto a disposizione di Spillo permetterà in futuro di creare anche una nuova birra da affiancare alla Spillo 77 e lo spazio a disposizione nel locale, come già dimostrato in qualche evento precedente, permetterà di coniugare birra e cultura. E si perché non tutti sanno cosa c’è dietro una birra, quali sono gli ingredienti, e in questo spazio, a cadenza periodica, potrete assistere ad una serie di degustazioni e corsi in collaborazione con Cerere in cui imparare cosa è la birra, dal prodotto iniziale fino al bicchiere. E quando andate al supermercato o ordinate una birra in bottiglia, leggete bene le etichette cari miei ex concittadini. Diffidate infatti dalle birre che presentano il mais in etichetta tra gli ingredienti, sapevate che solo in Italia è concesso sostituire il malto d’orzo (uno degli ingredienti fondamentali della birra) con un prodotto di qualità inferiore e soprattutto di prezzo più basso? Voi berreste mai del vino se nell’etichetta ci fosse scritto fatto con 60 % di uva e 40 % di bacche selvatiche? Anche al Pub, e devo dire che Palermo ha fatto passi da gigante negli ultimi 10 anni, l’altra sera ero in Piazza Rivoluzione in un Pub e bevevo della birra trappista ad un prezzo decente, impensabile 10 anni fa, dicevo al Pub indirizzate anche l’esercente scegliendo prodotti di qualità, specie se italiani. Vi ricordate la Birra Messina, fiore all’occhiello della Sicilia per decenni? Sono anni che non la si produce più in Sicilia e a Messina si produce quella del suo proprietario olandese… Ed infine due suggerimenti, non siate passivi verso questa bevanda, non partite dagli assiomi del tipo, a me non piace amara o le scure sono tutte come la Guinness… Provate a bere, gradualmente delle birre che non siano troppo dolciastre, ad esempio l’IPA di Spillo, provate a sentire prima cosa c’è nel bicchiere e poi assaggiate lentamente, cercate di capire da cosa è dato questo amaro e scoprirete dei mondi interessantissimi. Provate ad abbinare le birre a piatti diversi, bere la Spillo 77 e mangiare ad esempio una frittura di pesce, vi sorprenderà! Del resto sembra che un consumo moderato di birra limiti e di molto l’incorrere di raffreddori, che faccia bene oltre che rallegrare una serata in compagnia?

    DISCLAIMER: non è stata corrisposta alcuna somma per questo post.

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  • 8 commenti a “Palermo: birra artigianale, si consuma e adesso la si produce!”

    1. L’atmosfera da spillo era già bella di per sé, e parlare di birra coi proprietari è un piacere. Non vedo l’ora di scoprire questa nuova birra palermitana

    2. Buon locale Spillo, ottima la Spillo77, speriamo possano incrementare la produzione.
      In Sicilia viene prodotta anche la Paul Bricius, e mi auguro che almeno questo sia un settore…in fermento.
      Sicuramente qualcuno non più giovanissimo ricorderà che “Chi beve birra…campa cent’anni”

    3. Ciao Fabio, si la P&B prodotta nella zona orientale della Sicilia è un prodotto che merita, almeno nelle rare occasioni che ho avuto mnodo di assaggiarle e lo stesso Kuaska http://www.kuaska.it me ne ha parlato bene in passato, speriamo che insieme a Spillo, oltre ad altre due piccolissime produzioni a Raffadali e ad Acireale, ci siano altri folgorati da questa passione ad intraprendere questo percorso, speriamo. Ma per chi volesse cominciare questo percorso, consiglio tanto studio ed un percorso da Homebrewer.

      E speriamo che la birra in Sicilia fermenti a dismisura… 🙂

    4. Sbaglio o l’autore dell’articolo scriveva un po di tempo fa nel newsgroup italia.Palermo.discussioni.it o più brevemente detta ipad? tanti auguri di felice anno nuovo.

    5. Bentornato “Il Curioso” e grazie della dritta!

    6. Ciao Giuseppe si sono io 🙂

      Grazie Emanuele 🙂

    7. bel posto ed ottima birra, ma piccolo appunto per l’autore dell’articolo: non è la prima birra palermitana prodotta a palermo all’interno di una bar a biere, dimentica la Panormita!

    8. Ciao Mik, ti ringrazio per il tuo feedback, conosco la genesi della birra Panormita di cui parlo nel mio sito http://www.mondobirra.org/articolo2550.htm già nel lontano 2009. Purtroppo non si tratta di una produzione, almeno da quel che mi risulta, fatta in Italia o che comunque ha avuto un seguito produttivo. Conosco bene il Mikalsa, uno dei posti storici a cui mi riferivo nell’articolo (insieme al Genesi e al Belle Epoque) e che ha trasformato la passione per la birra in un lavoro encomiabile fatto da Lorenzo Quattrocchi 🙂

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