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  • Tarzan e le altre e i figli dei notai: le coppie “interrazziali” di Palermo

    Non dovrebbe essere necessario spiegarlo ma questo post descrive una realtà utilizzando volutamente termini forse un po’ forzati. Chiamatelo grottesco o schifezza, magari non leggetelo, ma non prendetelo alla lettera e non datemi del razzista soltanto perché parlo di “razze”. 🙂

    Tarzan e le altre e i figli dei notai: le coppie  “interrazziali” di Palermo

    Girando per i locali notturni palermitani (in realtà neanche tanto, me lo raccontano anche) non ho potuto fare a meno di notare quelle che definirei frotte di fanciulle in fiore figlie del proletariato dei quartieri popolari che interagiscono a vari livelli con i figli dei professionisti della cosiddetta Palarma bana. Sono quelle e quelli di cui parlano anche altrove.

    La situazione tipica è il privé con imprescindibile champagne. Il figlio del notaio al tavolo circondato da queste modelline (molte di loro lavorano come hostess, posano per book tanto ormai sono tutti fotografi, hanno amici nei media e collezionano fasce da miss in concorsi improbabili anche essendo decisamente over età) si fa vedere in una sorta di micro bunga bunga. Le ragazze, in mise succinta fluo o zebrata ma convinte di essere superfashion, bevono gratis e sfruttano il pollo che sfrutta a sua volta le polle. Variante la gita in barca a Panarea o in altre località: i maschi altolocati pagano il biglietto, le femmine bassolocate accorrono a bordo. Poi ci sono i percorsi benessere nelle spa. Magari arrivano anche regali: borse firmate, scarpe. Ci vanno a letto? Non so, immagino. È una forma di prostituzione 2.0? Ciascuno è padrone di ciò che ha all’incrocio delle gambe, non sta a me giudicare.

    Alcune fanno il salto: schedano i rampolli, conoscono tutti i locali e le debolezze e si fidanzano creando delle vere e proprie coppie “interrazziali”. Mi hanno detto che una di queste è soprannominata Tarzan: l’arrampicatrice per eccellenza. Ma in fondo che cosa c’è di male? È il mutamento sociale, beibi.

    Palermo
  • 36 commenti a “Tarzan e le altre e i figli dei notai: le coppie “interrazziali” di Palermo”

    1. Triste realtà ma basta spostarsi un pò, che sia Roma o Milano (e zone limitrofe) per capire che li il tutto è più accentuato e i valori sono nulla a cospetto dei soldi.

    2. Sì, ok, ma la novità qual è?

    3. si ok ma unn’è ca si ficca?

    4. Si ok ma cu sinni futti?

    5. P.S. a margine: « E mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame
      debban risolversi tutte con grandi puttane. Anche sul prezzo c’è poi da ridire, ben mi ricordo che pria di partire v’eran tariffe inferiori alle tremila lire » ( Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers; Fabrizio De André )

    6. Mutamento sociale con 50 anni di ritardo, come tutto il resto, d’altronde.
      Che poi se si osserva bene si vede che dietro le mode scopiazzate c’è vuoto, rassegnazione, letargia.
      Vitalità, energia, curiosità? … … …
      Ieri osservavo, nei movimenti delle persone ( che rientravano nelle loro villette, immobili, loro e le villette ) in una zona vicino al mare a Valdesi, una sorta di “luogo senza tempo”, con un certo “timore”, peraltro, che non sia quello lo stato ideale, della serenità.
      Qualche anno fa, un paio di decenni, ahimè, con il pretesto di andare a studiare a Londra, ventenni, trascorrevamo invece molto tempo “a scaggh.iuliàri” nelle discoteche (quelle tipiche londinesi di allora dove la disinvoltura e la naturalezza erano gli elementi principali, senza etichette, clichés, fenomeni di moda sc.emi) frequentate da bellissime fanciulle scandinave. Tutto si svolgeva in una naturalezza a noi sconosciuta prima (e sconosciuta qui anche ora, secondo me), e mi ricordo che anche l’entusiasmo della seduzione era qualitativamente migliore.
      Il più bel periodo. Brividi, a pensarci.
      Anche ora a Londra o Parigi, persino le es.cort, da quel che mi dicono miei conoscenti che le frequentano, vivono la situazione (anche seduttiva in certi casi) con assoluta naturalezza.

    7. Il P.S. prima del commento 😀
      misteri (dei puntini) palermitani

    8. Sono cose che sono sempre esistite. Per la donna è molto più facile rispetto all’uomo la “scalata” della classe. Io ci leggo un po di invidia in tutti questi articoli ma forse mi sbaglio.

    9. Invidia Tony? Ognuno apre le proprie gambe indipendentemente se e’un’arrampicatrice sociale o meno.

      Non siamo noi a giudicare il comportamento malsano di queste povere criste senza cervello.

      Molti uomini vogliono questo o meglio voglio delle e proprie vere badanti per organizzargli la vita.

      Non giudicare se non vuoi essere giudicato.

    10. le tipe che la danno per i soldi (o il fascino dei soldi): è il meccanismo più vecchio del mondo.

    11. Mamma mia che sfigati ! Tarzan, le hostess, i figli del notaio, morti di fame che si credono ricchi per via della paghetta di papà.
      Sveglia, questi sono film scadenti degli anni bui.
      Studentesse, madri di famiglia benestanti, mogli di notai, farmaciste. Le farmaciste in particolare mi fanno impazzire, con gli zoccoli bianchi, immacolati, che lasciano intravedere calze di lusso. Profumano di magnifiche creme antirughe.
      Ma ci vogliono i piccioli, quelli veri.
      Niente di vistoso, niente locali da arricchiti o barche da abbronzati ma vera sostanza e di grande qualità.
      Automobile normale, colore neutro, modello base ma garconniere di pregio, non necessariamente un attico, ma la vista dev’essere stupefacente.
      ” Andarci a letto ” ? Non si dice così, non parliamo così.
      Si dice, per esempio : ” Vedi quella signora ? Ti piace ? Io me la sono fatta ! “

    12. Il ragionamento è un attimo più complesso. Invidia di che? Partecipo sempre ai concorsi da miss con ottimi piazzamenti.

    13. E’ lo svuotamento dell’anima…
      E non è il mio essere donna a lacrimare leggendo queste storia, simile a mille altre note e meno note…non è la femminista che c’è in me…non è la donna normale e colta, che ha lottato per avere tutto quello che ha, invidiosa delle donne fighe e più o meno colte che sembra che tutto possano (ma poi, tutto che?…non so)….è l’anima che ne risente. Stiamo rompendo tutti gli equilibri con l’universo.
      Si è vero, i Maya non c’hanno azzeccato con i tempi… la fine del mondo è arrivata da un pezzo.
      Non ho figli e non so se mai ne avrò. Non so se ho uno senso materno pari a zero, o forse ce l’ho pari a mille. Ci penso e ci ripenso: questo mondo, risvegliato nelle tue descrizioni Tony, oggi come mai così tanto diffuso, tutto sommato non mi piace…pur essendo meraviglioso.

    14. e come diceva ” ‘u zu’ Taninu ‘u immurutu “:
      ” na puacu sunnu cumminti – quannu ammuntuanu* dda cuasa – ca c’iavissi a iassiri sapiddu cuasa “… se è senza fantasia (sottinteso).
      * ramentevoir (mentevoir); ancien français

    15. Palermo è una città fortemente classista, però il pelo è pelo e quindi l’eccezione che si fa in nome del pelo “villano” è tollerata.

      Non dura assai però.

    16. Questi ragazzi hanno capito alcune regole della vita moderna.
      Se saranno felici poi..boh ?
      Intanto non sta a noi giudicare.Si vede che in alternativa c’e’ ben poco di attraente o che sappia esserlo.
      C’e’ chi puo’ e chi non puo’.
      Un giorno, forse domani , non sara’ piu’ cosi’.
      Oserei sollevare un problema se rimanessero ” sempre ” cosi’, senza radici ne’ cuore.Dei piccoli LAPO ..eh eh , senza neuroni per sempre .

    17. Io sono l’altra faccia della medaglia!!!
      Mi sono sposato una riccona!
      emminnifuttu!!!!!!!!!!!!!!

    18. Orazio il pelo “villano” non è male!! 😀

    19. mi affaccio da queste parti sempre meno.
      quando mi ci affaccio trovo ormai una fiera della banalità (spesso su argomenti che altrove vengono affrontati e sviscerati al di là di due battute e quattro emoticon) che spesso chiudo senza neanche leggere i commenti e tantomeno mi viene voglia di commentare e intervenire.
      oggi mi ritrovo a leggere di figli di notai e fanciulle a coscie aperte, leggendo addirittura che l’autore del post lancia il sasso e nasconde la mano sullo “zoccolame”, perchè forse simili privè non li frequenta ma son cose che gli riferiscono i figli di notai.
      che squallore leggere ancora di facili fanciulle e ragazzi che quasi ne vengono assaltati.
      che sicilia anni sessanta che ne viene fuori.
      che visione miopie, che pochezza, che tristezza.
      faccio bene ad affacciarmi sempre meno da queste parti.

    20. Guardiamola da un’altra angolazione. Quelli che definisci notai e quelle che chiami figlie del proletariato…non c’è molta differenza sono tutti esseri umani poco consapevoli di sè stessi. Soprattutto i primi quelli che si nascondono dietro una parvenza di bravi ragazzi studiosi o professionisti di famiglie altolocate…che identità hanno se poi passano il loro tempo libero a comprare con lo champagne ed eventuali regali la compagnia delle ragazze?? Non succede a Palermo, succede dappertutto…La verità è che nella società consumistica la materialità è meno rischiosa del reale mettersi in gioco beccandosi anche un bel due di picche da donne che hanno un contenuto valido, non solo un contenitore da esibire….I veri Signori, non hanno bisogno di ostentare nei privè, nè di giocarsi la reputazione in compagnia di gente mediocre…e le vere Signorine hanno classe e femminilità e non hanno bisogno di denudarsi per dimostrarla.

    21. ecco, scarrozzo ha completato il mio pensiero.

    22. Dottor Siino, per caso ti riferisci al “pilu viddanu” sauvage?

    23. Scarrozzo hai ragione, la penso come te quasi completamente.

    24. I notai? Che si sappia ormai sono con le pezze nel c….
      Meglio i figli di quelli che vendono polli allo spiedo

    25. forse una volta.
      Adesso tutti i centri commerciali vendono il pollo allo spiedo a 1,99…

    26. Aggiungerei una considerazione fondamentale:
      U STIKKIU E’ DUCI E A MINKIA ETTA VUCI!!!

    27. U STICCHIU E’ BELLU E A MINKIA FA BUDDELLU!!!!

    28. caspita, mi mantenevo sullo stile di andrea mi pare…. 🙂

    29. ammesso, e non concesso, ch’è dduci, non è maschile. E tra tutti i modi di chiamarla è il più volgare e brutto, u sticchiu.
      Tutti i modi di chiamare “la passera, ‘a sorca, ‘a fregna, la topa, la fiha, la chatte (la gatta; fr)” etc.

    30. Gradirei un linguaggio più consono. Grazie.

    31. questa è una storia vecchia almeno 20.000 anni

    32. Più il paese si impoverisce, più le ragazze per uscire di casa hanno da investire su chi ha almeno casa di suo.
      E vedrete che via via la differenza di età tra maschio e femmina nelle coppie tornerà notevole… i ragazzi che hanno 20 anni adesso sono senza lavoro, senza famiglie “forti” alle spalle, senza indipendenza … e le loro coetanee guarderanno altrove.

      Mala tempora currunt…

    33. 2.0 direi 1.1 prima i pagavano ora fanno fare o giro e ù champagne…mancu a i buttani paganu kiù!
      Tempi i merda.

    34. l’unica differenza col passato è l’esistenza di un blog che racconta l’impegnata vita dei giovani rampolli e delle moderne sirene..

    35. picciò, il mestiere più VECCHIO del mondo.
      In mezzo alla moltitudine di ormoni maschili che cercano di naschiàre “pube e collant setificato”, coesistono codeste cacciatrici.
      E’ normale – in tempo di crisi – cercare il pollo (o la polla, ma lì è più difficile) per farsi circuire, magari sposare e poi (forse) ingravidare… con tutta la crudeltà dl caso, p’avìri a campàta o misi.
      Si sa. tira più un pelo pubico che un carro di buoi…

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