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  • Io tifo per la crisi

    Io tifo per la crisi

    Mentre assistiamo agli scampoli di una campagna elettorale che ha dedicato grandi attenzioni alla Sicilia (ovviamente per la sua rilevanza per il Senato in bilico, che pensavate?) appare ormai chiaro che qualsiasi cambiamento è ben lontano dal nostro paese e che lunedì non avverrà nulla di rilevante. Disfattista? Direi realista.

    Ma come vanno le cose in Sicilia? Direi peggio per certi versi. Il morale è giù e la situazione è tutto sommato peggiore di quando aprimmo Rosalio. E allora che si fa? Io tifo per la crisi. E vi spiego perché.

    Il contesto italiano mi sembra una Sicilia elevata all’ennesima potenza. Sembra che cambia ma rimane tutto com’è, i potentati sono consolidati, prospera una criminalità gruppettosa e se non è criminalità è una gruppettosità da furbetti del gruppettino che si spalleggiano tra loro a tutti i livelli, a scapito della concorrenza e del merito.

    In questo scenario quali sono stati i momenti in cui gli italiani e i siciliani si sono mostrati costruttivi, motivati, uniti? Nei momenti in cui tutto era perduto, di crisi più nera, come dopo i terremoti e nel dopoguerra. In particolare alla fine della Seconda guerra mondiale abbiamo ricostruito, sanato le differenze e (per me soprattutto) creato. Sono stati gli anni della Dolce vita, dei giganti del cinema, di Volare, di romanzi e poesie da Nobel, di pezzi di design che hanno fatto la storia. E credo che non sia casuale: toccare il fondo è essere obbligati a risalire, mentre noi rimestiamo nel torbido.

    Ho sempre pensato che la riscossa passi dal rientro di chi è fuori. Di recente ho sentito dire che molti rientrano perché anche fuori c’è crisi. Che sia un’opportunità per fare qualcosa qui e per l’autoimprenditoria?

    Da anni tifo per il default, quello della Regione Siciliana per certo avendo assistito a mostruosità contabili e morali spesso spacciate come normali. Forse sarà quello il momento in cui riusciremo a fare gruppi virtuosi.

    Non so, però aspetto sfiducioso.

    DISCLAIMER: serve un disclaimer?

    Palermo, Sicilia
  • 25 commenti a “Io tifo per la crisi”

    1. Di Donna ed il suo fido Zingales saranno fieri di te.

    2. Quello che dici tu è vero, ma ti ricordo che per risalire la china tantissime persone hanno sofferto e sono cadute. Il divario tra chi aveva e chi non aveva nel ’45 era immenso, molto più che ora. La differenza è che allora le scelte erano poche: o ci si rimboccavano le maniche o si precipitava tutti, ricchi compresi, in quanto tutto il mondo usciva dalla guerra. Oggi non è così. Ci sono alternative per chi ha le possibilità, lidi felici, nuove terre di conquista (Brasile ad esempio). Chi ti dice che quelle risorse resterebbero in Italia per riprovare a farla crescere? (pensa alla Francia ad esempio e i suoi imprenditori fuggiti)E poi, ti ricordo che la salita durò 15 anni, un tempo lunghissimo in cui nessuno era al sicuro. Quanti di noi ce la farebbero?

    3. ah, e non dimenticare la consapevolezza. Nel ’45 la nazione usciva dalla guerra più sanguinosa della storia dell’uomo, consapevoli di averla persa, ma felici di essere ancora vivi e quindi, di conseguenza, la solidarietà era un sentimento forte. Oggi la nazione uscirebbe dal periodo di pace e benessere più lungo dai tempi dell’antica Roma, in cui tantissime cose (tipo internet o l’auto) sono date come beni “necessari” come il pane e la pasta. Non ci sarebbe nessuna solidarità ma tantissimo odio…

    4. La riscossa potrebbe passare dal rientro di chi è’ fuori,ma quanti di quelli che fuori si sono creati un avvenire,costruita una famiglia,comprato casa,insomma hanno messo solide radici,sono disposti a tornare in questa valle di lacrime?

    5. Ma non lo so. Capisco il ragionamento fatto da Tony. Forse solo toccando il fondo riusciamo a fare pulizia di quanti hanno distrutto e impoverito la nostra terra. E quindi come un Giudizio Universale, il default potrebbe fare affogare tutti i mali dell nostra amata terra.

    6. Quindi caro Tony, forza crisi?
      E se la crisi peggiorasse? e se la Sicilia si ritrovasse più nella cacca rispetto a come lo è già?
      Durante la seconda guerra mondiale la vita, il mondo, il contesto sociale era decisamente diverso. Si comunicava con i messaggi criptati di radio Londra.. adesso non è più così e abbiamo gli strumenti per evitare il baratro, siamo già al giro di boa, quindi per me abbasso la crisi, risorgiamo.
      Già da ora!

    7. Caro Tony, sono in assoluto accordo con la tua riflessione. Come cittadina ma soprattutto come professionista, terminata l’università, ho lucidamente deciso di rimanere in Sicilia, a Palermo, con la determinazione di costruire qualcosa qui e con la volontà di contribuire alla logica di restituzione di valore alla mia terra. In un articolo di qualche mese fa ho appunto sostenuto che i periodi di crisi posso essere intesi in maniera negativa come pericolo o in maniera positiva come un’opportunità da cogliere attraverso nuove soluzioni.
      http://www.astudio.it/blog/brain-trust-networking/

    8. Giocare al tanto peggio, tanto meglio? Non ci sto, alla fine chi sta meglio dopo un periodo di crisi (come la guerra, ma anche dopo la crisi de 29 negli stati uniti, nella crisi della germania dopo la prima guerra mondiale e cosi’ via) non sono i migliori ma solo i piu’ forti.
      In piu, come diceva la canzone, si e’ vero stiamo morendo (crisi, default) ma di morte lenta, quella che dissangua le famiglie dei risparmi per ripianare i debiti di chi ha speso al di sopra del suo introito. Non stiamo morendo di rivoluzione.

    9. Immagino, in una situazione da guerra civile quale quella innescata da un default, tutti questi che vorrebbero rientrare in Sicilia. Di corsa, si… :cool
      Non sarebbe il default a liberare energie, ma la guerra civile che ne deriverebbe, e li prevarrebbero i malacarne, non i migliori.
      Se la gente va fuori è perché il tanto decantato “mercato” (del lavoro e non solo) ne fa a meno.
      Il “mercato” a destra è un mantra rituale, a sinistra un’ossessione che non si scaccia in maniera sufficiente. Strano scandalizzarsi perché succede tutto ciò dopo aver voluto che succedesse.
      Capisco la provocazione Tony, ma scherzare con il culo della gente non è affatto simpatico.

    10. Siino, conosco molti più emigrati all’estero di quanti ne conosci tu. Ci sono più probabilità di vedere palermo e napoli ripulite dalla munnizza che di vedere gli emigrati tornare. L’unico disclaimer che dovevi mettere era: “Non prendetemi mai sul serio, mi piace fare le battute asine sugli argomenti serissimi”

    11. Non sto scherzando, è imbarazzante doverlo precisare.

    12. E’ imbarazzante dover precisare, allora, che sei alla frutta.

    13. Questa ce la segniamo. Nel caso cercassi di riciclarti.

    14. Vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.

    15. Allora se non scherzavi rispondi a questo: parli del rientro di chi è fuori, conosco un calabrese che a casa sua riusciva solo a fare il muratore in nero dato che non “apparteneva” a nessuno. Qui è supervisor alla Vodafone, guadagna in un mese quanto guadagnava in cinque anni in calabria, ha una bella casa a Londra, servizi sociali e cure mediche a gratis (niente ticket qui), la vita culturale di Londra e tante altre cose. Prova a convincerlo a tornare. Cosa gli diresti?

    16. Laydo ritengo che il discorso sia valido soprattutto per chi si trova in Italia e in paesi colpiti dalla crisi come il nostro. Al muratore posso dire poco, a te dico che non è vero che soltanto se si “appartiene” a qualcuno si emerge. Certo è tutto più difficile ma non si può fare passare soltanto quel messaggio.

    17. Tienti per detto questo: qui ci sono tanti che confermano in pieno il detto “cù n’esce arrinesce”. E’ più facile vedere la neve a Palermo ad Agosto che vedere questa gente tornare. Gli unici che avrebbero voglia di tornare sono quelli che facevano i lavacessi in patria e fanno i lavacessi all’estero. Ma non credo che tu intendessi dire quelli…

    18. Comunque, tornando al titolo del post, è chiaro che tu tifi per la crisi, non ci dici niente di nuovo visto che sei stato un cantore del Berlusconi autore della nostra crisi.

      Dai si tutti falliti che a Tony piace così, a Zingales pure, a Giannino credo anche e a Di Donna non dispiace. 😎

      Un Tommaso Marinetti del secolo appresso 😎 Zumb Tang Tang 🙂

      Come mancano gli Alajmo, gli Enia etc, che hanno fatto (grande) Rosalio.

      Fai tutto il modermo ma sei tornate indietro di un secolo. Ma a ritmo di bit 😎 A comu finuiu n’terra stu Rosalio… :oo

    19. Orazio ti invito a rimanere in tema. Grazie.

    20. Rosalio penso di essere parzialmente in tema: basta studiare un po’ le idee esposte nel manifesto futurista. Per il resto parlo di un passato remoto e sono consapevole di essere off-topic 🙂

      50 e 50.

    21. Orazio bisogna essere completamente in tema ed essere consapevole di uscirne non basta. Rimuoverò ulteriori commenti fuori tema. Saluti.

    22. va travagghia Siino ! 🙂

    23. Spero che tornino tutti, ma tutti, proprio tutti, non ci deve essere largo per uno spillo, e forse avremo le palle finalmente di tornare a lavorare la terra, lavorandola per noi stessi, il lavoro che già abbiamo e che ci serve.
      Ma ovviamente fino ad allora ci specializzero in lavori inutili tipo l’avvocato o il professionista del giga e della figa e continueremo a soffrire come i muli.

    24. Basta con i crisi!!! Adesso la pioggia di soldi in arrivo! Per noi e solo per noi! http://www.siciliainformazioni.com/110311/pioggia-soldi-in-arrivo-sceicchi-innamorati-sicilia

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