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giovedì 21 nov
  • Panormus, presidente cercasi

    E se invece di procedere alla solita nomina politica alla presidenza dell’Ente Porto si chiedesse ad una società di cacciatori di teste di selezionare il profilo professionale più adatto per competenze ed esperienze nel campo?
    Altrove, si pensi Rotterdam o ad Amburgo, una infrastruttura come il porto muove un’intera economia ed è fattore di sviluppo, reddito ed occupazione.
    Una città il cui nome significa “tutto porto” dovrebbe avere un approccio strategico e meritocratico per tale designazione.

    Palermo
  • 12 commenti a “Panormus, presidente cercasi”

    1. Non va confuso “strategico e meritocratico” con “blasonato” che è il rischio in cui incorre una certa politica scaduta per rendersi credibile.

    2. Caro Donato… è triste ma non ci spero più… sarà come al solito… per esempio già sento i nomi che girano per alcune presunte nomine che certamente ci saranno alla FOSS… e mi tremano i polsi… altro che professionalità e competenza … CI SONO I SOLITI TROMBATI DA SISTEMARE !!! Più si va avanti è più, ahimé, mi convinco che in troppe cose ha ragione Grillo…

    3. l’amministrazione Bevilacqua non ha cambiato nulla o quasi al modo di amministrare il porto di palermo degli ultimi secoli: non è stata rimossa la recizione del porto che lo rende come un’entità estranea alla città, non è ancora partito il transito esclusivo delle merci da termini imerese con tutti i disaggi per la città, l’area archeologica del castello a mare è stata trasformata in una luogo dove organizzare eventi musicali ad esclusivo uso dell’ente porto…
      consiglierei al prossimo capo dell’autorità portuale di farsi un giro nel porto di barcellona in spagna, un bell’esempio di come si integra una infrastruttura dei trasporti nel contesto urbano.. se non dovesse avere i soldi o il tempo per andare a vedere basterebbe un collegamento iternet con google map
      in ultimo non tutti sanno che dentro al porto esiste già una linea ferrata che se riattivata permetterebbe in pochi mesi con investimenti modesti di avere già da subito una fermata metropolitana all’interno del porto ed alla fine di via Emerico Amari

    4. Giuliano Di Donna, pur essendo d’accordo sul concetto, stavolta, cioè sulla scelta meritocratica, non posso esimermi dal chiederti una cortesia: non fare nomi, né di probabili candidati, né di cacciatori di teste.
      Per chissà quali coincidenze (astrali? occulte?) ogni volta che ti sei schierato … s’abbruciàru !
      A buon intenditore 😀

    5. Il fatto e’ che Rotterdam ed Amburgo hanno alle spalle il fior fiore delle industrie
      e Palermo,al massimo,ha i fiori dei mandarini.

    6. Questa della recinzione non la capisco.Meno male che la recinzione c’è.
      Se no dove vanno a finire i controlli?
      In quanto si binari,ci manca solo che gli schiaffarati vadano a prendere un caffè’ dentro il porto,creando una inutile confusione con le operazioni di imbarco.

    7. Concordo. Quello che è strano è il fatto che un personaggio potente e influente come Bevilacqua abbia comandato per lungo tempo su un porto in continuo declino.
      Sulle recinzioni, concordo ancora di più: il porto di Palermo andrebbe messo sottosopra, separando aree merci e aree passeggeri e aprendo finalmente le aree passeggeri). Il porto va RIAPERTO, tranne che dove è strettamente indispensabile cioè quasi da nessuna parte visto che di merci non ne passano quasi più.

    8. Io non so come sia organizzato oggi il porto di Palermo,ma certamente qualcosa so.
      Le navi traghetto imbarcano sia merci che passeggeri,con tanti passeggeri che imbarcano le auto.
      Le navi crociera imbarcano non solo passeggeri,ma anche vettovaglie.
      Ho visto fino a 4 grandi navi crociera ormeggiate dentro il porto,contemporaneamente.
      Poi ci sono i traghetti che imbarcano prevalentemente container.
      Gestire tutto questo con aree separate comporta un modello rigido che non è certamente il più’ producente,mentre un modello flessibile può consentire di massimizzare l’occupazione delle banchine di imbarco/sbarco.
      Poi c’è ancora il problema della dogana.
      Ed ancora c’è il problema della sicurezza in parte assicurata dalla presenza di varchi controllati .

    9. Certo che questi post sono di una ingenuità veramente offensiva. Che significa “ci vorrebbe meritocrazia nella gestione dell’Ente Porto” senza dire come e in che modo? E’ un pò come quel programma politico delirante dello stesso autore, quello in cui si proponevano un sacco di iniziative irrealizzabili senza la più vaga idea di come implementarle…

    10. Cantieri navali,adiacenti al porto,con commesse quasi a zero .
      La Fiat di Termini Imerese,che comunque prevalentemente utilizzava il porto di Termini,chiusa.
      Attività ‘ industriali nel palermitano pressoché’ nulle.
      Edilizia ferma da venti anni.
      Queste ed altre sono ragioni che riducono il traffico di merci al porto.
      Pur tuttavia rimane il traffico legato ai consumi che vede una certa attività’ di TIR
      sulle tratte a/r da Palermo verso Napoli,Cagliari,Livorno,Genova.
      Annoso vero problema dei TIR che disturbano il traffico urbano.
      Ma,tutto questo ha poco da vedere con chi ha la responsabilità’ di dirigere le operazioni portuali,che riguardano la situazione che c’è’,
      non quella che si vorrebbe che fosse.
      Ecco perché’ i confronti con porti che operano nel cuore dell’Europa,come Amburgo,Rotterdam,sono inappropriati.
      Però’ non c’è’ dubbio che alla posizione direzionale bisognerebbe arrivarci per Concorso e non per chiamata dai partiti politici,che hanno invaso tutto.

    11. Una sola cortesia: controlliamo i titoli di studio dei candidati confrontandoli con l’originale, non si sa mai……

    12. Il nuovo Presidente dell’Autorità Portuale dovrà anche risolvere la questione di alcuni porticcioli, come quello di S. Erasmo, che giustamente il Sindaco Orlando ha richiesto rientrino nella proprietà e nella gestione della municipalità.

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