Le migrazioni palermitane
«Questo posto è magico» dissi una volta a una mia amica, seduto su una cassetta verde, mentre il sole stava per calare sulla piazza. Accanto a me due ragazzi africani, al tavolo accanto un gruppo di ragazzi nordeuropei. Nessun pensiero, nessuna paura, solo un buon modo di staccare da una giornata di lavoro. Era il 2008.
«Questo posto ha perso la sua anima» ho concluso qualche giorno fa, passando svogliatamente dalla taverna di Ballarò. Continuamente osservato e importunato da venditori di false speranze, cerco di passare tra la folla. C’è tensione nell’aria, la musica a tutto volume copre tutto, le espressioni sono tristi. Resto qualche minuto, ma la fuga è inevitabile. Ma dove andare? Forse la Vucciria mi accoglierà col suo particolare melting pot palermitano. Trovo qualche faccia amica, finalmente. Subito dopo i segnali che anche questo posto sta per morire, com’era già successo tante volte a Palermo. Alla Champagneria 15 anni fa, poi ai Candelai qualche anno dopo. Qualche anno fa a Ballarò e alla Magione. E ora anche qui. Continua »
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