Scrivere sull’acqua
(foto di Gero Guagliardo)
Noi scriviamo sull’acqua. Così raccontava il mio e suo mestiere uno di coloro con cui ho condiviso un pezzo di percorso professionale. Era un po’ compiaciuto ed un po’ consapevole dell’effimero che si cela nell’arte di creare e rappresentare storie, illusioni, sogni. Ma la capacità di rappresentare mondi possibili è anche il primo passo che ci porta nella direzione di realizzarli, avviando un processo di trasformazione prima di tutto in noi stessi, poi negli altri, ed infine nello spazio attorno a noi. In questi termini scrivere sull’acqua non è più un gesto inutile e dispendioso, ma diventa l’affresco di uno dei possibili mondi che possiamo contribuire a costruire ed abitare.
Questo è un po’ il tessuto narrativo di questo 389° Festino, l’esigenza, in un momento di crisi, di provare a raffigurare una città possibile e diversa, probabilmente un futuro diverso. Nasce sotto questa spinta e con queste intenzioni l’arredo verde di piazza San Domenico. Una piazza che solo poche ore prima era un parcheggio si mostra in una inaspettata bellezza, popolata di panchine, un prato, piante e, soprattutto, persone.
Quello che dimentichiamo, troppo spesso, è che le persone sono il cardine attorno al quale si può e deve costruire lo spazio urbano, l’esigenza di condivisione, di scambio, di incontro, troppo spesso lascia spazio ad una frenesia incontrollata. Piazza San Domenico sarà un’isola di lentezza nel cuore di Palermo. Sarà per sette giorni un affresco sull’acqua, che potrebbe essere cancellato dall’effimero che è, e tornare nei sogni non confessabili di quelli tra noi che viaggiano e vedono spaccati di mondo diversi; ma potrebbe anche rimanere memoria persistente in tutti noi, come modello reale di una città nella quale potrebbe valere la pena credere e per la quale potrebbe valere la pena spendersi.
Invito tutti noi a fare una foto di questo luogo così come è. Adesso. Serbarla nei nostri ricordi. Quando domani a o tra un mese quel luogo tornerà ad essere una anonima e rumorosa piazza-posteggio, quell’immagine, ancorata nella nostra memoria, scolpita con l’acqua, potrebbe aiutare tutti noi a ricordare che una città ed un mondo migliore è possibile immaginarli e realizzarli.
Come sempre ho visto accadere nella mia vita e nella storia uno o pochi possono tracciare il primo tratto, ma perché un sogno visionario radichi e dia frutti è necessario il lavoro, la determinazione ed il desiderio di cambiamento di molti, a cui spetta l’onere e probabilmente il merito del cambiamento stesso. E quindi ai quei molti mi appello, come altre volte mi è capitato su questo blog, perché trovino la forza di far si che la follia di un prato poggiato su un marciapiede possa essere il primo passo per restituire una splendida piazza alla sua funzione quale luogo di incontro tra le persone, ed ancora oltre restituire alla città la capacità di condividere ed accogliere.
Domani porterò mia figlia a fare una passeggiata a piedi nudi sul prato di San Domenico, per provare a spiegarle che lavoro faccio, ma soprattutto per provare a mostrarle il mondo che sogno per lei.
DISCLAIMER: sto lavorando al 389° Festino.
E come in tutte le cose Noi Palermitani viviamo di malinconia anche in presenza di qualcosa di emozionante perchè siamo rassegnati e sappiamo che durerà poco… La RINASCENTE non consentirà un arresto delle proprie attività commerciali… ed il Comune che fara?
Palermo avrebbe tutte le possibilità di avere gran parte dei propri introiti dal turismo: monumenti, clima, cibo, mare. Purtroppo sembra che i palermitani, la maggior parte, siano nemici del bello, del pulito, dell’ordinato, del verde, del decoroso. Mi chiedo il perché e che cosa possa invertire questo degrado che è prima di tutto morale e poi si riflette nel disordine urbanistico, nella mancanza di rispetto per la cosa pubblica.
Certo che vedere Piazza San Domenico così dall’alto non sembra neanche di essere a Palermo. Pensate come sarebbe diversa la città se tutte le baracche sulla costa est venissero abbattute e sorgesse un bel lungomare alberato dove camminare a piedi scalzi o andare in bicicletta a pochi metri dal mare. Dal Foro Italico fino a Brancaccio.
Spero che nel futuro ci sia più cultura, educazione, rispetto ed iniziativa fra la gente di Palermo.
Mah, sig. Callea, a parte l’enfasi e la retorica che permea ogni suo post (il riferimento a sua figlia e’ oramai un must), sinceramente non riesco a capire tutta questa eccitazione per aver trasformato una piazza di Palermo in una succursale del Giardino Inglese, posizionando ben 10 piante 10, qualche metro quadrato d’erba e dei divani fai da te. Non so quanto sia costato giocare al piccolo giardiniere, ma non ci vuole una mente eccelsa per capire che sarebbe stato meglio investire il denaro nel miglioramento di almeno uno dei parchi gia’ esistenti, che sono la’ e vi resteranno, piuttosto che in qualcosa che scomparira’ in pochi giorni. Capisco il suo eventuale interesse patrimoniale nel Festino, ma a me pare un’ennesima dimostrazione della vecchia logica palermitana “occhi pieni, mani vuote”. Ah, complimenti per il suo umorismo: dato che Palermo e’ notoriamente una citta’ frenetica, c’era proprio bisogno di creare un’isola di lentezza. Ancora.
@david : che commento del cazzo
Gentilissimo David, uno dei punti di forza di Rosalio è che pubblica il nome dell’autore accanto al titolo del post. La mia retorica e mia figlia sono appunto elementi a lei noti e parti consolidate del paesaggio, peraltro se legge il mio profilo di autore è proprio quello il punto di vista che ho sposato nel contribuire a questo blog.
Mi chiedo perché chi come lei immagina logiche diverse per questa città, non possa limitarsi a commentare il merito delle riflessioni e debba intervenire sullo stile e sulla grammatica.
David credo che l’intento sia appropriarsi di quello spazio e fare immaginare come sarebbe se fosse perpetuamente pedonale…
Paolino ti invito a utilizzare un linguaggio più consono. Grazie.
Accidenti, sig. Callea, lei proprio non puo’ fare a meno di essere enfatico..anche quando si rivolge ad un interlocutore deve usare il superlativo. Il mio professore di Italiano m’insegno’ che chi scrive male pensa male, quindi chi e’ barocco nello stile compositivo lo e’ altrettanto in quello mentale. Personalmente preferisco il gotico e il neoclassico, linearita’ e slanci verso l’alto, non arzigogolamenti vari. E poi, coraggio, rilegga attentamente il mio commento.. immagino che il tempo di una personalita’ come lei sia prezioso, ma faccia un’eccezione: si accorgera’ che ho parlato anche del merito dell’iniziativa, che reputo un inutile spreco di denaro pubblico. Prima del superfluo, occorrerebbe sempre fornire il necessario, secondo la diligenza del buon padre di famiglia (ricordi di economia aziendale, bei tempi..). Comunque, capisco il suo conflitto d’interessi: sarebbe come chiedere ad un pescivendolo se il suo pesce e’ fresco. Risposta scontata.
Ah Tony, certo, immaginiamo come sarebbe quella piazza col verde. Speriamo poi che a qualche altro creativo non venga in mente di immaginare i maiali che volano (flying pigs, dicono qui): sarebbe uno spettacolo ancor piu’ sorprendente e immaginifico.
David ma che c’entra? Il problema del centro invaso dalle auto a Palermo è reale e quindi un’iniziativa del genere può sensibilizzare. I porci volanti sono una cazzata, perdonami per la parola…
Che Palermo è la città dell’assurdo l’ho scritto tante volte; oggi devo aggiungere anche degli allocchi, anche se penso sc.emi. Non mi riferisco a Orlando Cascio, non mi riferisco agli ideatori e realizzatori di questa installazione che non è nemmeno un’installazione artistica, ma semplicemente un’illusiione tendente alla presa per il cu.lo… mi riferisco ai cittadini allocchi appunto… con l’aggiunta del provincialismo che si esalta per una cosetta da niente. Da quando è sindaco ha fatto solo danni, la città è peggiorata in tutti i sensi, tutti gli spazi verdi della città sono immondezzai ingialliti e pieni di munnizza di ogni sorta, la Favorita è un cesso, la “passeggiata” sul lungomare di Mondello è una trazzera piena di buche, sudicia, con aiuole incolte e immonde, la rotonda di valdesi stesso stato, marciapiedi da post bombardamenti, la città è una monnezza, puzzolente, installazione permanente di cassettoni bruttissimi stracolmi di munnizza e puzzolenti… lui non è capace, perché è un incapace dicioamolo! è capace solo di fare slogans! pero’ ha contribuito a incrementare l’assistenzialismo inutile (900 euro mensili per venti ore settimanali, per gente che non fa un tubo), e prende i palermitani per il culo con l’illusione che secondo lui dovrebbe mascherare la realtà per il miracolo prodotto dalla visione di “Palermo come SAREBBE se…” , se lui fosse capace DICO IO. Callea, se non erro ha vissuto direttamente i problemi del degfrado e dell’incapacità di alcuni finti amministratori palermitani, mi riferisco al parco Uditore che non funziona, malgrado l’impegno dei volontari; perlomeno non venga ora a vantarci un’illusione che non è all’altezza nemmeno di un’installazione artistica effimera, non contiene messaggi intellettuali né estetici, né subliminali, è solo follia.
N.B. ho conosciuto personalmente Callea, dopo diverse polemiche in questo sito. Persona perbene, cordiale, sincero, animato da buoni intenti a volte troppo buoni (ingenui per questa città) come gli ho detto di presenza. Quindi non è polemica rivolta a lui, la mia. Ma ho l’impressione che gli ideatori hanno offerto un assist per gli slogans inutili di Orlando, per permettergli di perpetuare il suo teatrino di serie C che gli serve per coprire le sue incapacità.
Conosco Giovanni e mi fido di lui anche se sta lavorando all’organizzazione dell’evento. Il “conflitto di interessi” viene dichiarato con trasparenza e comunque mi fido.
Ti perdono Tony, sono magnanimo, ma per sensibilizzare alla chiusura al traffico di alcuni assi viari nel centro, c’e’ forse bisogno di agghindare una piazza in occasione del Festino? Per me no. Se si volesse veramente far qualcosa si opererebbe come fanno spesso qui a Londra: se ne discute in consiglio comunale e se si e’ d’accordo si procede alla chiusura, senza bisogno di alcuna preview. Dopo qualche tempo, e quando le inevitabili proteste dei residenti si sono placate, si tirano le somme e si decide se proseguire o meno. Invece, cosi’ com’e’ stato creato, quest’evento mi pare solo un vuoto esercizio, nato dal nulla e che nel nulla si concludera’. Spero di sbagliarmi, ma non penso.
Con la policy si fanno “salti mortali”, e saltano frasi;
quella completa è la seguente:
un’illusione che non è all’altezza nemmeno di un’installazione artistica effimera, non contiene messaggi intellettuali né estetici, né subliminali, è solo FOL.LIA uno degli innumerevoli esempi di teatro dell’assurdo palermitano, curiosità (intesa come stranezza) antropologica, elemento di studio antropologico appunto.
Illogicità: come un pezzente e puzzolente che metterebbe in mostra il bel papiillon, o cravatta, e gli allocchi ad ammirare. Cervelli montati al contrario.
Quante chiacchiere… Palermo non cambierà mai… venditori di fumo buoni per ogni occasione…
Ah, sig. Paolino, come detto, chi scrive qualcosa ce l’ha in testa, giusto? Rilegga allora il suo commento e complimenti.
Io preferisco il roccoco ed il punk funky inglese. P.s. sig. Callea porti sua figlia a monaco di baviera e la faccia passeggiare li, capira’ subito che lavoro fa il suo papà, ossia perdere tempo con cannavazzi palermitani donando il suo talento quando dovrebbe andarsene li per dare a sua figlia il futuro che merita. Troppi david in questa palermo tutti a far caciara per sfidare golia e quando golia si presenta a cacarsi sotto. Se ha controprova delle sue gesta mi smentisca sig. David altrimenti apprezzi chi almeno per un po ci sa donare il suo mandala anche se fatto con denaro pubblico. Almeno qualcuno oggi fa ieri si fottevano solo i soldi e non facevano un cazzo.
Gigi se non hai la pazienza di attendere che un moderatore riveda un commento erroneamente finito in moderazione non sei obbligato a commentare. La policy dei commenti è necessaria ed evita problemi molto più grandi. Ti invito a rimanere in tema. Grazie.
Evidentemente il sig. Vito si avvita in ragionamenti psichedelici piuttosto che funky. Si calmi, faccia un respiro profondo, e riscriva daccapo. Son sicuro che ce la fa.
Noto che posso commentare LIBERAMENTE in qualsiasi post del blog,
qui invece i miei post sono in sala d’attesa per la moderazione.
pertanto ho scritto che ho incontrato personalmente Caleea e ne ho avuto un’ottima impressione. Qui io critico solo l’amministrazione.
D’altronde Callea sa quali e quanti sono i problemi di gestione del parco Uditore, come conosce quelli del parco Cassarà (che posto di seguito), come sa che da quando Barbera (grande professore e molto attivo nella pubblicazione di libri) è assessore al verde pubblico esso è peggiorato, addirittura l’assessore Barbera dopo 14 mesi di amministrazione Orlando si chiede ancora come razionalizzare l’impiego dei 1080 impiegati coime; e come detto, tutti gli spazi verdi cittadini (periferia compresa) sono un immondezzaio ingiallito, tranne rare eccezioni. E si deve fare scrusciu per qualche metro di erba finta installata a mo’ di presa per il cu.lo?
http://www.mobilitapalermo.org/mobpa/2013/03/25/il-parco-cassara-senza-portieri-cancelli-chiusi-e-polemiche/
CORREGGO REFUSO: Callea
Rosalio, grazie per il chiarimento.
SONO COSTRETTO A COMMENTARE.
Anzi, è un dovere oltre che un diritto.
Forse tu non lo sai, Rosalio, ma io pur lavorando oltre confine, vengo spesso a Palermo, conservo qui interessi anche materiali oltre che affettivi, e senza raccontare i caz.zi miei contribuisco DI PIU’ di alcuni residenti fissi, e per questo PRETENDO.
contribuire economicamente intendo
Gigi WordPress (il sistema di gestione dei contenuti di Rosalio) non permette di limitare i commenti selettivamente nel modo che maliziosamente ipotizzi e ad ogni modo non ci sono utenti “speciali”, siete tutti uguali. Non sei affatto costretto a commentare e non puoi pretendere di potere violare la policy dei commenti e/o di non rispettare le mie indicazioni, tantomeno perché questo non è il blog del Comune.
Questa discussione non può proseguire qui: stai arrecando un grave disagio ai lettori del blog proseguendo con i tuoi fuori tema pur essendo stato già richiamato. Rimuoverò ulteriori commenti fuori tema. Resto a tua disposizione così come a disposizione di tutti per e-mail. Saluti.
Che pessimismo! Non è vero che Palermo non può cambiare. Non c’è alcun Fato che grava sulla città. Il Fato grava solo su alcune teste. Pensare che nulla possa cambiare è la scusa per l’inazione.
E’ vero che deve cambiare l’educazione di una buona fetta di popolazione.
Volendo meglio precisare il mio pensiero, secondo me spendere del denaro, che in tempi di crisi ha un valore ancor piu’ grande, per manifestazioni effimere, che verranno poi relegate solo in qualche ricordo o fotografia, non e’ qualcosa di utile, specialmente per una citta’ in cui l’indispensabile e’ tante volte assente.
Sarebbe invece un vero regalo alla cittadinanza utilizzare lo stesso denaro per migliorare o ristrutturare parchi e/o monumenti che versano in condizioni piu’ o meno pietose. E si potrebbe poi mettere una targa che dicesse che quel dato parco o monumento e’ stato restaurato in occasione del Festino dell’anno X. Un monumento e un parco all’anno, e in pochi anni Palermo sarebbe molto piu’ bella e vivibile, anche se forse con qualche effimera esibizione in meno. Ma ce ne faremmo una ragione.
Accetto lezioni da David, e da quanti come lui, se anche senza dimostrarlo, sono in grado di affermare di essersi spesi concretamente anche solo per un metro quadro di parco o aiuola sistemata in città. Direi basta ai sermoncini di quanti si guardano bene dal fare qualcosa, ma sono pronti ad scagliarsi contro quelli che ai loro occhi peccano del peccato di fare.
Viva Palermo e Santa Rosalia.
Bene, sig. Callea, il fatto che lei accetti lezioni dimostra la sua umilta’, e questo le fa onore.
Ma il suo ragionamento e’ palesemente distorto. Infatti, lo spendersi concretamente per la propria citta’ non si esaurisce nell’opera meramente fisica, di prendere piccone e piantine e andar piantando qua e la’, ma anche e soprattutto nel finanziare con il proprio denaro, cosi’ avidamente richiesto dallo Stato e dal Comune, le opere pubbliche.
Come giustamente dice il sig. Gigi, tutti coloro che pagano le dovute tasse, hanno il diritto/dovere di interessarsi a come il denaro per esse versato venga utilizzato.
In UK, per esempio, esiste la Taxpayers’ Association che, come si evince facilmente dal nome, e’ un’associazione di liberi cittadini, che ovviamente pagano le tasse, e che se vedono che il loro denaro dato allo alle casse statali viene utilizzato malamente, metton su una campagna per svergognare i politici e/o amministratori colpevoli di aver usato i fondi pubblici in modo sbagliato o a cuor leggero.
Quindi quando io, comune cittadino, pago tutto quello che mi viene richiesto, significa che mi sto gia’ spendendo concretamente per la mia citta’. E ho quindi il pieno diritto di sindacare se, a mio parere, il mio denaro viene speso proficuamente o no. Quando diverro’ un evasore fiscale, le assicuro che lodero’ le sue opere che comunque, nel caso in ispecie, sono state anche retribuite con denaro pubblico, quindi anche mio.
Da leggere.
Meno male, abbiamo trovato quello che paga le tasse… Tosto, duro concreto.
Mi pare che sia l’inaspettato asso nella manica che spiazza la discussione lasciandomi realmente senza argomenti… Che dire, mi arrendo, e chi se lo aspettava di parlare con uno che addirittura paga le tasse, quando si dice la fatalità.
Complimenti per il suo umorismo, sig. Callea..cosi’ leggero che e’ praticamente impossibile da afferrare. Continui pure con le sue esibizioni dell’effimero: sicuramente e’ un’attivita’ che le riesce meglio.
E complimenti per la barba: le dona carisma e sintomatico mistero, come disse il poeta.
Vi invito a rimanere in tema in tutto il testo dei commenti che postate. Grazie.
Condivido l’ultimo post di David, ed è questo il motivo per il quale esprimo il mio giramento di cogl.ioni; cioè, io che mi guadagno i miei soldi altrove e una buona parte li spendo a Palermo, dove pago anche oneri PRETENDO che questi soldi non vengano spesi per minchiate da e per sce;mi, indipendentemente dalla bontà delle persone che magari credendosi artisti danno vita a installazioni del cavolo; chi vuole fare esibizioni tematiche se le faccia con i propri soldi. Io pretendo che nei parchi, in tutto il verde pubblico della città e periferia, ORMAI INGIALLITO e stracolmo di munnizza, come nelle piazze, ci lavori l’esercito di fannulloni pubblici pagati allo scopo; non voglio PAGARE e in piu’ fare il giardiniere, come sembra dire Callea, il quale IN PRIVATO sa bene, per averne discusso, che dico solo la verità. NON VOGLIO PAGARE e farmi pure prendere per il cu,lo tramite un’esibizione fittizia che tenta di camuffare la realtà E che vorrebbe ADDIRITTURA fare immaginare come dovrebbe essere ma non è, ma i soldi pagati sono reali. Come dire: paghi, non sono capace di mettere in pratica un progetto serio, del tutto normale in qualsiasi città normale, nonostante un esercito di persone pagate allo scopo, e in piu’ ti prendo per il cu,lo rendendo virtuale la normalità in uno spazio limitatissimo facendoti vedere cosa sarebbe la normalità, MA per prenderti meglio per il cu,lo spreco altri soldi dei cittadini. Ho scritto diversi commenti su questo post, non potrei essere piu’ chiaro, tranne per chi non vuole capire: la città è devastata per quel che riguarda la cura del verde pubblico ed invece di occuparsene si perde tempo con esibizioni-minc,hiate. La città di Palermo batte tutti i record per assistenzialismo pubblico, impiegati pubblici di ogni categoria, sono loro che devono lavorare per la cura degli spazi pubblici; per la minc,hiata effimera in oggetto, vista la condizione di quasi tutto il verde cittadino, e degli spazi pubblici, mi sento derubato, e mi girano i cogl.ioni.
SENZA RIFERIMENTO a Callea, per me l’artista che ALLATTA solo nei soldi pubblici, incapace di confrontarsi e avere la legittimità e il gradimento del mercato (anche a cifre minime) non è un artista ma un assistito come qualsiasi assistito delle decine di migliaia di assistiti palermitani.
Si critica il “COME DOVREBBE ESSERE” perché il COME DOVREBBE, viste le migliaia di persone pagate, visto che quello è il ruolo del sindaco, NON DEVE ESISTERE, esiste solo COM’E’ e COME DEVE ESSERE, si critica il fatto che con tutte le migliaia di persone pagate, con un sindaco che si crede un genio e con lui diversi assessori, la città NON DEVE essere devastata, e del verde pubblico e degli spazi pubblici non devono occuparsi né gestirli i cittadini, ma lui gli assessori e tutti gli impiegati pagati TUTTI (lui e gli assessori compresi) con i nostri soldi.
Credo che gli argomenti di David e Gigi ,pur espressi in stili diversi,siano condivisibili.
I sacrifici di tanti Cittadini Contribuenti ineccepibili,andrebbero ricambiati in Servizi altrettanto ineccepibili,svolti da chi sta a Libro Paga dell’Amministrazione.
Purtroppo siamo ben lontani dallo Spirito di Servizio.
Qualcosa dovrebbe cambiare radicalmente.
Questo qualcosa è attinente con i Partiti Politici,che hanno invaso tutti i punti cruciali in cui si spende denaro pubblico.
Con rendimenti bassissimi.
Alberto, se non interpreto male… non è questione di stile… ma di fronte a certe mistificazioni, a prese per i fondelli, a strategie subdole contenti messaggi per allocchi, tendenziose, il linguaggio soft, finché non dici apertamente che ti girano i cog.lioni, viene confuso per fessitudine e autorizzazione a perseverare nella presa per i fondelli.
Una iniziativa di civiltà, ad onta del benaltrista gigigi.
Ho solo rilevato la diversità
senza esprimere giudizi.
Ognuno cerca di rendere più efficace la propria tesi
e ci sono tanti modi.
troppo lunghi da leggere queste polemiche…il mio pensiero come quello di molti palermitani che ho incontrato domenica a piazza s.domenico, ben vengano queste manifestazioni che riportano i cittadini in un centro storico abbandonato da tempo e con pochi interventi e un po di musica puo essere goduto.
Vorrei far notare che c’erano parecchi bambini che giocavano in quel piccolo ma efficente prato, e ragazzi che sono entrati a curiosare in quella strada che porta alla VUCCIRIA che purtroppo i nostri ragazzi sconoscono
Alberto, io sono d’accordo con te, volevo semplicemente motivare i miei toni, anzi ti ringrazio per avermene dato l’opportunità.
P.S. Spero che Rosalio si renda conto dell’inutilità dei commenti del catanese, che entra qui solo per rompere le scatole ma non per esprimere pareri, cosa peraltro impossibile per la capacità del suo (fu?)cervello.
NOTO CHE 100 palermitani erano felici, a fronte di 1 milione schifàti dal degrado. Se una cosa del genere la proponessero a Berlino, Londra, Parigi, li prenderebbero per sce.mi. Ma a Palermo, città dell’assurdo, l’ordinario viene millantato per eccezionale.
Giovanni, come sempre fare, qualcosa, una qualunque cosa, in questa città, é il più grave affronto verso chi, non avendo mai saputo fare alcunché, pretende di tenere bassa la competizione delle idee e delle iniziative. Continua a immaginare e a fare che lo fai bene!
Orazio e Gigi ribadisco che bisogna rimanere in tema in tutto il commento. Le vostre questioni calcistiche risolvetele allo stadio, non qui. Grazie.
Piuttosto che polemizzare, ci si prodighi per mantenere la piazza così, un piccolo salotto. E di estendere l’iniziativa anche ad altre piazze della città. Ritengo che i costi siano sostenibili e riproducibili.
Con uno dei suoi sempre illuminanti (?) e soprattutto apprezzati (??) commenti, il sig. Didonna ha centrato il punto: bisogna fare, sempre fare e ancora fare. E cio’ non solo a Palermo, ma in qualunque tempo e luogo. Cosi’ lo inviterei ad andare a censire coleotteri nella foresta amazzonica o ad andare a contare i granelli di sabbia nel deserto di Gobi.
La cittadinanza palermitana e soprattutto la comunita’ virtuale di questo blog gliene sarebbero enormemente grati. Non piu’ fare per fermare il declino, ma fare per fermare Didonna. Suona meglio.
Giuppe
quella piazza non può restare così,dato che per ora e’ utilizzata come semi rotatoria
di instradamento del traffico veicolare.
Alberto, l’idea è proprio quella di proporre un cambiamento all’attuale uso della città. Tutte le isole pedonali nei grandi centri sono sempre state prima di diventare tali, strade irrinunciabili.
Purtroppo bisogna considerare il fatto che a Palermo,le piazze del Centro Storico
sono un equivalente delle moderne rotatorie.Finche le viuzze del Centro Storico
saranno percorribili dalle auto,tali piazze svolgono un ruolo nevralgico.
Comunque sperimenterei la chiusura alle auto di piazza S. Domenico x almeno un mese e vediamo che succede.
Comunque il fatto che la piazza sia una rotatoria non è irreversibile, parliamo di vicoli ed i vicoli possono pedonalizzarsi riservando percorsi limitati per le auto dei residenti. Si fa ovunque mi pare, con guadagno per residenti e attività commerciali e rivalutazione degli immobili. Molti dei vicoli in zona sono pedonalizzati dai residenti, che ne sbarrano gli accessi con le proprie auto posteggiate. Di che parliamo allora?
Passiamo dalle chiacchere ai fatti.
Ho aperto una petizione a questo link. Mettiamoci nome e cognome dietro il cambiamento. Se realmente lo vogliamo.
http://www.avaaz.org/it/petition/Pedonalizziamo_Piazza_San_Domenico/?copy
Ve la proporrei io, non una petizione, ma andare a colloquio da Orlando una volta al mese con un video di quelli che riprendo per strade piazze giardini aiuole alberi e spiaggie di Palermo… e costringerlo (facendo lavorare tutti quelli pagati allo scopo) a mettere “a norma” secondo i criteri delle società evolute, che non sono certi gusti tasci e deprimenti locali, i suddetti luoghi.
Perché, riflettete, paleimmitani bravi, e anche paleimmitani buontemponi e arrampicatori, questi giochetti infantili sopra, si possono fare a Palermo solo perché la città è degradata, in una città normalmente funzionante tutti questi apprendisti che giocano, da puerili, a fare i propositivi e “millantano” finte-soluzioni effimere non avrebbero nessuna visibilità e dovrebbero lavorare seriamente; paradossalmente è la devastazione palermitana la loro ragione di esistere, devastazione che consente anche a dei buontemponi di immaginarsi di sapere produrre idee.
OPPURE AVETE PAURA di venire con me, video alla mano, e imporre a Orlando di fare lavorare sui luoghi mostrati tutti coloro che sono pagati allo scopo, al fine di rendere la città vivibile?
Caro gigi,
a me le soluzioni che prevedono che sia sempre un altro a fare le cose convincono poco, se non altro perché non conducono da nessuna parte.
Citavi il Parco Uditore, nonostante quanto sai sull’argomento per mia confidenza, adesso comunque il parco è lì aperto alla fruizione di migliaia di persone. Per conto mio quel parco a Stoccolma sarebbe stato aperto dalle istituzioni. Ma se le decine di persone che hanno deciso di aprirlo avessero ragionato come te o David, sarebbe ancora chiuso. Questa è per me la differenza tra la prassi dell’effimero, e l’inefficienza del buon senso. Perché riconosco, ed è motivo di amarezza, che c’è del buon senso in quello che dici, quanto altrove è prassi ordinaria a Palermo deve essere frutto di battaglie e petizioni. Ma purtroppo il tuo buon senso non è in grado a Palermo di produrre cambiamento. Il mio effimero quanto meno ci prova e (limitandoci a giudicare Parco Uditore) in taluni casi riesce.
Questa volta non si può non riconoscere che l ‘Utente Gigi non abbia trovato la migliore esternazione ,sia per contenuti che per sintesi ,chiarezza e forza espressiva.
Strano che ci sia così poca gente che gliene dia atto.
Certo che dev’esser proprio bello essere amministratore a Palermo: invece di ritrovarsi dinanzi al Palazzo delle Aquile una popolazione inferocita con i forconi per tutto cio’ che non va, il Comune si ritrova volontari che ne fanno le veci. Come disse qualcuno, governare gli Italiani (e nel caso in ispecie i Palermitani) non e’ difficile, e’ inutile. Nel bene e nel male.
E’ chiaro che in ogni settore quando la presenza di volontari denuncia indirettamente la mancanza delle istituzioni. Quindi sicuramente si parte da un aspetto negativo, però io vi vedo un qualcosa di estremamente positivo, poiché le istituzioni siamo anche e soprattutto noi, il bene comune è appunto di tutti, e se le istituzioni sono carenti o assenti non bisogna solo criticarle e contestarle, quindi mettere in atto comportamenti “negativi”, ma contribuire al bene comune con atteggiamenti estremamente positivi e costruttivi, consci che si fa il bene comune, e non che si aiuti la pubblica istituzione.
Penso che mrs. Colorina abbia perfettamente ragione. Bisogna sempre far qualcosa per il bene comune: lei, per esempio, puo’ agevolmente incarnare il sogno erotico dei maschi palermitani. Lasci quindi perdere le prediche buoniste e si dedichi ad attivita’ piu’ eccitanti. Segua il consiglio della grande Mae West: “Quando son buona son buona, ma quando son cattiva son anche meglio!”. Questa e’ saggezza.
E dagli con l’estremamente positivo,a qualunque costo ed in ogni situazione!
Le istituzioni sono una cosa ben precisa,un esercito di gente pagata dai contribuenti
Ed i cittadini sono solo contribuenti
senza alcuna leva di potere in mano,
Ciao Callea, dopo l’interessante discussione avuta di presenza non dovresti usare con me i sofismi, perché sai che non fanno effetto e per rispetto. Io sopra ho ribadito gli apprezzamenti, per te (che sei “troppo buono” per questa giungla) e per i volontari, dovresti fidarti del mio intento amichevole e non di quelli che ti mandano allo sbaraglio, chi perché sa che solo in una città devastata puo’ ottenere visibilità per esporre amenità infantili (quindi ti chiede di aprire la strada), chi per venire a cose fatte a metterci sopra il suo cappello. Tu non dovresti tentare di convincermi che io devo adattarmi a una città pazza, assurda, devastata, ma deve essere la città ad evolversi ed elevarsi verso la qualità. Intendo: l’amministrazione deve svolgere i compiti per i quali è eletta, il sindaco deve essere capace e competente, come gli assessori, l’esercito delle migliaia di impiegati devono lavorare per quello che sono pagati. Io faccio il cittadino contribuente. Il cittadino puo’, o deve, essere consultato, puo’ anche porre veti (come succede nelle capitali dove sono stato). Perché se un gruppo di cittadini fa il lavoro di sindaco, assessori, personale pubblico, e queste tre categorie non si evolvono ai parametri delle società evolute, succede quel che si verifica nei due parchi citati: work in progress, criteri estetici approssimativi (per non dire tasci), servizi carenti, seri problemi di manutenzione e gestione, addirittura cancelli chiusi al pubblico.
Perché l’iniziativa dei volontari non ha cambiato gli standard (pessimi) dell’amministrazione pubblica, anzi li aggrava (perché se prima non facevano niente ora è peggio) e li mette in risalto, perché è quello che succede nelle situazioni ibride ed equivoche che si sono create.
SEGUE…
… ti invito a fare un giro con me, con la tua moto ( 😀 ) e telecamera, limitiamo il percorso, dal centro conca d’oro, fino a villa Adriana, poi tutto viale Strsburgo fino a via Notarbartolo, la via libertà al contrario (tanto siamo palermitani e ci danno un permesso speciale!) fino alla statua, tutta la Favorita usciamo dalla palzzina cinese e transitiamo da Pallavicino (dove ieri dalla devastazione è come se mi avessero dato 50 coltellate), e poi ti faccio vedere la desolazione del viale che porta a Valdesi, della passeggiata a Mondello e la munnizza ovunque, trazzera per passeggiata, marciapiedi devastati, aiuole incolte e sudicie, catrame che brucia (anche sulla piazza) assenza di vegetazione curata e pavimentazione. E’ solo un quarto del territorio; devastato, scene da quarto mondo. E si tratta di molti luoghi considerati chic.
A me non interessa la polvere negli occhi dell’illusionista, in questo contesto. A me interessa che l’amministrazione e tutte le sue migliaia di impiegati facciano il loro lavoro, il cittadino deve lottare per insegnarglielo, se non si aprono parchi o biblioteche, se si vedono scene da quarto mondo la colpa non è mia o di David che suggeriamo cose logiche (buonsenso non è la parola giusta!), è dell’aministrazione incapace e dei lagnusi pagati da soldi pubblici. E l’llusione di 100 metri quadrati di piazza coperti di erba (tra l’altro non mi sembra tanto logica la cosa; come idea evocativa si poteva trovare di meglio) non cambiano di una virgola il rating della città, anzi lo peggiorano proprio perché illudono, e camuffano le reali incapacità di chi dovrebbe amministrare e effettuare la manutenzione e gestione aggravando le loro incapacità di crescita. Perché peggiorano te lo direi in privato.
Ma se dopo 14 mesi di amministrazione la città è peggiorata, testimoniato dalle scene che ti propongo di filmare con me, ora non ci venga a raccontare barzellette Orlando affacciato al balcone a fare il suo teatrino di serie C.
Fermo restando che al Comune già paghiamo un assessore alla vaibilità e tutti gli impiegati tra uffici, tecnici, e manovalanza.
N.B. NON STO DICENDO che non si deve mai fare ricorso ai “creativi”… ma inseriti in un contesto di città “normale”, non nel contesto spesso da quarto mondo.
Rientro proprio ora da una giornata passata in città, e devo dire con infinita tristezza che sono schifàto, se fossi un turista e se non avessi la condanna di essere nato in questa minc;hia di città ed essere costretto a tornarci, se fossi un turista straniero non verrei a BUTTARE i miei soldi in questo ces;so di città. A tratti mi è sembrata una città abbandonata. Aggiungo al percorso sopra la piazza de gasperi, andate a vedere lo stato del giardino, mucchi di munnizza accatastati da mesi oltre a quella sparsa tra le aiuole, portateci leoluca orlando (anzi se qualcuno dei suoi lec.hini legge lo invito orlando; che schifo!). E pensare che dovrebbe essere tra le piu’ belle città del mondo; indegni siamo! e la via libertà da piazza croci a piazza politeama? Puzza di mer;da e immondizzia tra le aiuole che chissà da quanto non puliscono, vegetazione non curata da chissà quanto, bicchieri e bottiglie seminate lungo tutta la strada sotto il marciapiede. Infine, l’ho visto il salotto metropolitano: ho visto che i palermitani si muovono all’imput come pecore (senza offesa… per le pecore) ma in realtà non si capisce perché, a parte il fenomeno di moda, il messaggio imposto, in realtà tampasiavano e facevano discorsi persi, assemblati come sardine sotto l’umidità, alcuni a girare a vuoto con la birra in mano, oltre a riempire l’erba di bottiglie, bicchieri, cucchiaini del gelato, cartacce, fazzoletti di carta, e, non prendetemi per rompi:b;alle, ma la potevate pulire quella piazza, quelle balàte prima di chiamarla salotto! A mezzanotte i vasi per le piante usate come contenitori per la spazzzatura erano stracolmi e le bottiglie e altra spazzatura si impossessavano dell’erba, perché, come dicevo sopra, assenza di manutenzione e gestione… dietro questi eventi di volontariato (da lodare per l’impegno; a proposito, siccome sono onesto, la mia compagna ha apprezzato, ma lei è turista! e non soffre per quello che vedo io) c’è un’amministrazione assente che non conosce nemmeno i criteri di gestione e manutenzione, e con loro niente funziona tutto diventa bricolage tascio, anche le idee discrete; sanno solo fare propaganda mentre la città tutta è un cesso, e mettere sopra il loro cappello.
GOOD NIGHT.
P.S. per capirci, sono affezionato al giardino inglese… senza andare ai parchi di Londra, ecco cosa intendo: tutta la città dovrebbe essere su quei standard, MA NON LO E’, esattamente è all’opposto; ci sono andato oggi, come sempre ben tenuto e non capisco com’è che è ben tenuto e rispetta i criteri di un vero giardino, quando il resto della città è un ces;so.