Polemica per i loghi del “Pride” sulla Cattedrale per il “Festino”
Scatta la polemica tra la Curia e il Comune il giorno dopo il Festino di Santa Rosalia partendo da un messaggio postato su facebook da don Fabrizio Moscato, segretario dell’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo:
«Vergogna! Stiamo toccando il fondo! L’ideologia omosessualista proiettata sul nobile portico meridionale della Cattedrale di Palermo in occasione del Festino della Patrona Rosalia! I simboli del gay pride e delle unioni omosessuali accostati ad un neonato… Il carro fatto passate a Porta Felice da un cancello con motivi orgiastici… Ma chi può convincermi che è tutto normale? Ma chi può avere argomenti che difendano un vero e proprio insulto alla nobiltà della fede che la Santuzza ed anche la Cattedrale rappresenta? Chi può dirmi che non si tratti di sudicia provocazione? Questo è il futuro visto con lo sguardo dei bambini? No! Questa è strumentalizzazione dei bambini! Questo è un futuro IMPOSTO ai bambini da minoranze che hanno uno sguardo falso e deviato… L’unica paura è per i più piccoli che ci guardano…».
I simboli sono i gameti maschili e femminili abbinati anche in maniera omosessuale e il logo del Palermo Pride, evento che unisce le rivendicazioni sociali e politiche alle iniziative culturali, sociali e ludiche degli omosessuali che si è svolto a Palermo dal 14 al 23 giugno scorsi.
L’assessore alla Cultura del Comune Francesco Giambrone ha chiarito: «Nessuna provocazione. Era un video sull’amore e sui diritti. Erano immagini sull’amore, non sul sesso. Forse qualcuno l’ha interpretata come una provocazione, ma non c’era nessun intento provocatorio. Il video è stato proiettato sulla Cattedrale semplicemente perché era l’unico luogo su cui si potevano fare proiezioni. Forse sarebbe stato meglio proiettarlo in altre parti. […] Bisogna anche guardare la complessità di quelle immagini. […] Il cardinale ha sempre detto qual è la sua posizione sulla famiglia, che non è in contrasto con quanto detto dal sindaco Orlando. Abbiamo fatto un ragionamento sui diritti di tutti, non contro qualcuno o la famiglia. Le provocazioni non sono nel nostro stile, tanto meno nei confronti della Curia con la quale c’è stato sempre e c’è tuttora un rapporto straordinario».
AGGIORNAMENTO: il comunicato stampa del sindaco Leoluca Orlando e dell’assessore Francesco Giambrone:
«Lo spettacolo di ieri sera è stato nel suo complesso un modo per narrare la città, una festa per raccontarne le tante parti, rappresentare i tanti tasselli del mosaico che la compongono. Una festa che è stata lo specchio di una città fatta di tante ricchezze, diversità e anime che convivono pacificamente.
Così come abbiamo visto il futuro nei 300 bambini del centro Santa Chiara con la pelle dei colori più diversi ma uniti e felici di esserlo, così come nel donare a quei bambini la fascia di Sindaco abbiamo visto il futuro, altrettanto abbiamo visto nella rappresentazione delle tante anime che compongono Palermo, nessuna esclusa.
Una città che assume a proprio simbolo padre Puglisi che ha sfilato sul Carro e sul Carro resterà con la Santa nel sagrato della Cattedrale durante il prossimo anno.
Una città che nelle sue tante e diverse anime convive pacificamente e si arricchisce.Il brano letto alla Cattedrale, trenta minuti di testi musicali e poetici che, tutti insieme, esortavano verso l’amore e in particolare verso l’amore e l’attenzione per il prossimo, è stato accompagnato da circa seimila immagini.
“‘Na cuosa sulamienti ‘un t’ha a scurdari: ca quannu po’ aiutari un omu o un cani, ‘sta vota ‘un ‘o po’ riri: ma sì, RUMANI!”
Così concludeva il testo poetico di Pippo Montedoro.
E ancora: “Sono pure io Palermo”, ha cantato Olivia Sellerio nel suo inno a Rosalia.Sono concetti semplici, e semplicemente si è scelto di accompagnarli con immagini che narrano la città acriticamente, con ammirazione verso la bellezza data dalla diversità e dal molteplice, tutti in un unico corpus d’immagini da cui non è giusto nè legittimo estrapolarne una e una sola».
“L’ideologia omosessualista”..licenza poetica o qualche bicchiere di troppo al caldo dell’estate palermitana? Mistero.
Non è sicuramente un atto grave contro l’istituzione della Chiesa, ma sicuramente un gesto non conciliatorio e di avvicinamento dei temi del mondo LGBT nell’ambito della chiesa. Anzi, io penso che inconvenienti come questo, o pride dalle apparenze esasperate ed esagerate non fanno altro che fare male alle cause del mondo LGTB.
Chissa’ come mai se la prende contro l’ideologia omosessualista e non contro i suoi colleghi pedofili… E’ evidente che per lui il rapporto omo tra due adulti e’ peggio di quello tra un pervertito (possibilmente in tonaca) e un bambino.
Ma che centra adesso la pedofilia! I primi che uniscono pedofilia e omosessualità sono proprio quelli che, credendo di prenderne le difese, tirano in ballo la pedofilia nella chiesa!
Ho apprezzato molto il post di una persona, non so bene chi sia ma credo che abbia a che fare con l’organizzazione del Pride: questa persona di buon senso ha preso le distanze da quanto accaduto, affermando che l’organizzazione del Pride non avrebbe mai fatto una simile provocazione, solo solo perché questi sono temi che riguardano le istituzioni e la società, la famosa e tanto citata laicità! Un plauso ad una persona onesta e coraggiosa!
Ovviamente mi presto a modificare le mie parole se l’interessato si riconosce in quanto ho detto e a rettificare l’eventuale contenuto.
A mio parere, il prete in questione se l’e’ presa in primo luogo con la grammatica italiana (chissa’ per quale motivo), e poi con il movimento gay perche’ sono stati proiettati dei simboli e riferimenti omosessuali sulla Cattedrale. Penso se la sarebbe presa ugualmente si fossero proiettati riferimenti alla pedofilia o al vecchio, caro porno.
L’arrabbiarsi per qualcosa non esclude necessariamente il non arrabbiarsi per qualcos’altro. Logica vuole.
Colorina, lascia perdere, che poi finisci nei commenti degli altri. E ti dicono sbarazzina, chè sei mancata di sicuri appoggi, cresciuta ragazzina.
E non ti curi della vita vera.
Quello è bello da vedere, quello è bello da ascoltare, quello è bello da toccare a mano e ritrovarlo ancora come nuovo.
Vorrei parlare con te, per ore ed ore. Con dolcezza.
Evidentemente il clero dimentica:
1) le crociate;
2) i poveri;
3) lo stato di diritto;
4) l’amore incondizionato e disinteressato verso tutti che la chiesa non applica anche se professa solo con le parole;
5) l’azione cattolica che impone sin da piccoli un indirizzo religioso e moralista(falso) imponendo schemi entro i quali viene stabilità una normalità decisa da uomini in tonaca.
Forse don Moscato dimentica di essere un uomo con pregi e difetti come tutti ma che in più dovrebbe possedere le caratteristiche che il Vangelo predica per no0me e in nome dell’amore. Amore inteso non come pietà nei confronti di chi è diverso da lui stesso o dal resto del mondo, bensì nell’accettazione delle caratteristiche e delle peculiarità che ogni essere vivente ha il diritto di possedere ed esprimere in quanto creatura di quel Dio che lui stesso professa. E’ bello scagliare sempre la prima pietra pur avendo qualche “peccato”!
. . . e poi:
– qual è l’ideologia omosessualista? essere omosessuali, non è forse un modo di essere perché creati dalla natura?
– qual è il confine e la separazione tra sesso e amore?
– provocazione? di che? a chi? forse l’hanno fatto per provocare qualche uomo di chiesa? e l’omosessualità “praticata” nei seminari ? ne vogliamo parlare?
– qual è la nobiltà della fede? forse quella rappresentata dalla santuzza e dalla cattedrale?
– ma il prete, come fa a dire che i bambini hanno una proiezione verso il futuro? forse perché frequentano l’azione cattolica ove sono abituati a proiettare i bambini altrove?
Forse don Moscato farebbe bene ad effettuare un lungo ritiro spirituale e meditare sulle disgrazie che toccano gli uomini, laici e chierici.
http://www.massimilianofrassi.it/blog/se-fai-sesso-con-me-tuo-nonno-andra-in-paradiso.html
Manuelo…parla papale papale (giusto per rimanere in tema reglioso) che non capisco il tuo dire astruso ed ermetico 🙂
Non capisco dove sia il problema. Il prete fa di lavoro il prete, e quindi deve per forza reagire in modo scandalizzato appena si accenna alla gheitudine. Non giova tirare in ballo le innumerevoli, palesi, ovvie, questioni sull’infinita ipocrisia ecclesiastica, visto che proprio su questa ipocrisia la Chiesa ha costruito il suo dominio nei millenni. Che parli, ‘u parrinu, che parli pure.
Eh, mrs. Colorina, potra’ forse capir meglio il sig. Manuelo dopo che avra’ letto almeno una mezza dozzina di volte l’enciclopedia del cinema..i suoi riferimenti cinefili (non cinofili, mrs. Colorina, stia attenta!) son talvolta piu’ difficili di un rebus. Comunque si senta onorata.
Ma perchè nella nostra italietta (ben rappresentata dalle risposte ai post di questo sito) bisogna sempre giustificare un gesto perchè ne esiste uno più grave.
Il fatto che nella chiesa cattolica esista la pedofilia non è l’oggetto del discorso; qui si parla di avere proiettato un simbolo di qualcosa contro cui combattatte (a torto o ragione poco importa) la chiesa proprio su una cattedrale il giorno di una festa cattolica!
La domanda è: il festino è ancora una festa cattolica?
Festeggiamo la santuzza o il 15 di Luglio?
Se è una festa cattolica allora proiettare il simbolo del Pride è stato un errore, viceversa non lo è.
In questo ragionamento mi spiegate che c’entra la pedofilia, le crociate, la povertà e tutto il resto?
La pedofilia esisterà di certo anche tra i tifosi del calcio: allora annulliamo i mondiali?
Ah ecco, magari voi siete più grandi di me e quindi si tratta di film di altri tempi.
Allora un sentito grazie al Sig. Manuelo per le romantiche dediche e a David per le sue continue citazioni…le potrò mettere nel mio curriculum? eheh
Kersal concordo pienamente con quanto detto, con il solo appunto che io vedo invece di buon occhio una equilibrata commistione tra sacro e profano, tra fede e festa, nel rispetto reciproco e nella pacatezza soprattutto.
Beh, mrs. Colorina, piu’ grande nel girovita forse si’, dato che lei si e’ definita senza un filo di grasso..d’altronde calippi e cetrioli, suoi alimenti preferiti, danno piacere ma non calorie. Se invece si riferisce all’eta’, meno di 10 anni ci separano. Faccia lei.
Un asterisco rosa che intende rappresentare una fetta d’umanità (e anche di cristiani) proiettato assieme ad altre immagini contro una cattedrale. Vedi che scandalo. E dire che Gesù non si scandalizzava, si scandalizzano i mercanti che pretendono di parlare in nome di Dio da più di 2.000 anni.
I simboli del Pride o quelli dei gameti unisex sono stati fuori luogo, inutili e fastidiosi come quando vedo manifestazioni e scioperi, che ne so tipo sul lavoro, e ci trovi bandiere e slogan contro la tv o il ponte sullo stretto. Non hanno senso e fanno capire la loro inutile vena provocatoria.
a tutto c’è un limite: almeno rispettare i credenti che non ammentono l’ideologia gender che produrrà i duoi danni per i prossimi decenni e preservare i luoghi di culto. Santa Rosalia è cristiana e la sua festa è una festa cristiana: il gay pride è un’altra cosa. Vorrei vedere se avessero portato una madonna in processione in riparazione al corteo del gay pride, apriti cielo!
È stato un gesto nè provocatorio nè assolutore nei confronti degli omosessuali ma solo un modo per ottenere altri consensi elettorali. Detto ciò, come alcuni sanno, sono a favore di tutti i diritti gay tranne quello delle adozioni che è un tema troppo delicato, ma proiettare, marchiare la fronte della cattedrale col simbolo del Paride è troppo.. allora andiamo in moschea tutti con le scarpe!
Inoltre la Santuzza ci ha liberato dalla peste! E la peste a Palermo oggi (come ieri) è la mafia. Allora sarebbe stato più opportuno proiettare un’immagine di Pino Puglisi ma mi rendo conto che il comune non si metterebbe mai contro quella fetta enorme di mafiosi che costella l’itinerario del Festino. Il vero coraggio è altro, non mettere un boa rosa.
*Pride non Paride!!!
Maledetto t9!!!
Rosario, purtroppo devo contraddirti, in quanto tra le molteplici attività del Pride, vi sono stati tantissimi incontri e dibattiti con esponenti di molte comunità cristiane; inoltre, durante il corteo, ha sfilato l’associazione “Ali D’Aquila”, composta da persone cristiane ed omosessuali, e nessuno si è permesso di dire “apriti cielo”.
L’omaggio che il Comune ha voluto fare, proiettando il simbolo dell’asterisco, non è stato proposto, né imposto dalla comunità omosessuale palermitana, come tutti i disinformati stanno asserendo. E’ stato piuttosto un voler INCLUDERE (e tengo a sottolineare l’importanza della parola INCLUSIONE, dato che spesso la Chiesa ne sconosce il significato) un simbolo che è diventato paradigma di partecipazione e di accoglienza senza barriere e, soprattutto, celebrazione della libertà di amare. Detto questo, vi ricordo che il Festino di Santa Rosalia è pagato dalle tasche dei cittadini, non dalla Curia, e, qualora non ve ne foste accorti, anche gli omosessuali pagano le tasse. Quindi, se qualcuno ha avuto la gentile idea di omaggiare uno “sparuto” gruppo di contribuenti che hanno portato a Palermo per una settimana iniziative culturali, turismo ed un corteo pacifico di 140.000 persone, personalmente non può che farmi sentire onorata di essere una cittadina palermitana.
E se a chi etero che paga le tasse ha dato fastidio la proiezione del simbolo ha diritto di lamentarsi? (Civilmente è ovvio).
A me ha dato fastidio cosi come mi ha dato fastidio il Pride e il familyday.
Due fazioni opposte che hanno fatto si che in città si parli solo di questo!!!!
Premetto la mia simpatia per i gay, anzi a vedere certe donne anch’io certe volte vorrei essere froc.io, ma poi ne vedo altre e sono felice di essere eterosessuale.
Da crisiano, ma non cattolico perché la spa vaticano e quasi tutti i parrini li considero la negazione di Gesù Cristo, tutte queste manifestazioni intorno al festino le trovo perlomeno squallide, e poi inutili.
E’ diventao un pretesto per altri scopi, politici, sociali(?), e chissà quali altri…
Opportunità di impiego provvisorio per artisti e pseudo-artisti, dell’effimero, e inutile (se almeno avesse un’utilità artistica e culturale!…), che “non creano” né l’inedito né il già visto, che non lasciano né arte né cultura, trattandosi semplicemente di una scenografia che nasce e muore nello spazio di qualche ora.
Pretesto per affermare messaggi sociali.
Ma se tutta questa presunta arte palermitana ha voglia di affermare concetti e idee, creare arte, proporre o magari imporre nuovi modi espressivi e di comunicazione…
1) realizzino (con i loro mezzi, e rischi, senza allattare nei soldi pubbblici, che è troppo facile…) le loro opere e le sottopongano al giudizio del pubblico e del mercato
2) organizzino il Festival annuale di Palermo dove esporre le loro opere, idee, proposte per la vivibilità della città, dove affermare concetti, rivendicare, dove proiettare i loro video e film, suonare la loro musica, realizzino meeting, installazioni, anche “nuovi mondi”… rendano per 15 giorni la città un immenso spazio espositivo e anche attrazione eccezionale per i turisti, non solo a beneficio dei palermitani.
Ma la smettano di usare la devozione per altri scopi perché sembra un atto di debolezza il loro, come di quelli che temerebbero il flop senza l’appeal della festa religiosa, che userebbero la motivazione religiosa per “avere pubblico”.
Per quel che riguarda l’episodio in questione: circa 20 anni fa arrivato a Parigi conoscevo alcuni residui rivoltosi che non si accorgevano che il 68 era finito da diversi anni, “épater les bourgeois” dicevano della loro arte… minc.hiate…
Ieri sera eravamo seduti a piazza Sant’Onofrio, a un certo momento è passato “u tammurinaru” che trasmetteva intensa e coinvolgente energia (mi ha ricordato ‘o pazzariello di “alto gradimento” in certi momenti esaltanti), e la banda musicale al seguito, poi la processione (di quartiere?)… bellissima emozione, alcuni erano commossi, addirittura quasi tutti quelli che erano seduti ai tavoli dei ristoranti si sono alzati per avvicinarsi alla processione…
Ero contento, ed emozionato, di avere assistito a questo momento di genuina religiosità (v. etimologia) e non al festino stravolto nel senso.
Cetty ti do ragione, ormai si parla quasi solo di Pride. Ci sono altri problemi in città? Che importa, c’è stato il Pride! Pride di qui, pride di là, tutti che hanno in bocca questo Pride con il risultato che tutti quelli che vedono di buon occhio molte delle cause LGTB si stanno stufando, si stanno anche schifando per tutta questa attenzione spasmodica e frenetica, anche quando non centra nulla.
Un esempio per tutti: non ricordo in quale post, ma si parlava di ben altro, e alcuni commentatori hanno tirato in mezzo il Pride, che davvero non centrava nulla. Asserendo cose del tipo “ah ma c’è stato il Pride a Palermo, ma vi rendete conto, tutto il resto è nulla, che parlate dei problemi di Palermo quando c’è stato il Pride”…frasi senza senso. Un grande sconforto.
Tra un po ci sarà la ricorrenza dell’eccidio di via d’Amelio
Mi raccomando: un bell’asterisco rosa in testa al corteo! Ah no, a meno che non ci sarà il sindaco in cerca di consensi l’asterisco non apparirà.
polemica inutile.
Bisogna combattere la dittatura del relativismo, ossia credere che non esistano valori e idee fondate sulla “verità” e quindi universali, ma che più semplicemente ognuno abbia una propria idea, si tratti del gusto di gelato preferito o la natura dell’uomo. Chi ha proiettato quell’immagine o era in mala fede (probabile) o aveva le idee poco chiare. Resta il fatto che occorre rispettare quella che in sostenza è una manifestazione a carattere religioso. E anche i cattolici che hanno partecipato al gay pride o a eventi collegati – che rispetto e che non conosco – probabilemnte avevao le idee poco chiare e a questi suggerisco di leggere l’enciclica di papa Francesco, che parla di questi temi. I media ci hanno raccontato il papa di lampedusa con dovizie di particolari, ma hanno sorvolato sul messaggio della Lumen Fidei.
Scusami se mi permetto rosario, ma parlare di dittatura del relativismo è una totale contraddizione. Chi cerca di imporre delle verità che siano assolute, non fa altro che imporre la propria volontà su quella dell’altro e cos’è questa, se non dittatura? Secoli di guerre si fondano proprio su quest’assunto, di cui non a caso, spesso proprio la Chiesa è stata protagonista.
Il relativismo è la consapevolezza che non c’è nulla di vero, che la mia opinione non è più vera della tua, ed è questa a mio parere la strada che si dovrebbe perseguire per giungere all’apertura e alla comprensione dell’altro, nonchè alla sua accettazione.
manca solo l’inquisizione e il caso galilei e il cerchio è chiuso
Il blog non è una chat, ma mi scoccerebbe molto non poter rispondere che questo è il tipico commento senza senso di chi non ha nulla da dire. A sto punto le avrei consigliato di non scrivere nulla, piuttosto che scrivere cose a caso. Buona giornata.
Sono molto d’accordo con Kersal, la festa di Santa Rosalia è una ricorrenza religiosa e tale deve rimanere, citare le solite argomentazioni sulla pedofilia o sulle crociate mi sembra solo un modo di parlare della chiesa ad opera di chi non la conosce veramente ma si limita esclusivamente all’aspetto esteriore. La scelta di proiettare tale simbolo proprio sulla cattedrale è stata sbagliata,tra l’altro non so se la cattedrale appartenga alla curia o meno, non vorrei che dal prossimo festino dobbiamo stare attenti se ci proiettano sul muro bianco di casa di ognuno di noi qualcosa!!
Vi invito a rimanere in tema e vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.