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  • Sull’antimafia eccetera eccetera

    «Voglio fare qualcosa, un’associazione o qualcosa del genere, perché amo la Sicilia e voglio farci soldi con il mio amore».
    «Ma se non te n’è mai fregato niente della Sicilia. Hai sempre voluto fuggire da qui».
    «Sì, ma ora io mi sono rotto di fuggire. Tanto lavoro manco fuori ce n’è».

    «Quindi ora ami la Sicilia?».
    «Sì, amo la Sicilia e voglio farci soldi con il mio amore».
    «Vedi che in Sicilia, persone che amano la Sicilia e vogliono farci soldi con il loro amore, ce ne sono tante».
    «Sì, ma io voglio farlo in società con te. Tu sei ammanicato. Conosci le persone giuste».

    «Un’associazione per cosa?».
    «Non lo so».
    «Cultura?».
    «Non mi va».
    «Agricoltura?».
    «Manco morto».
    «Ecco!».
    «Cosa?».
    «L’antimafia!».
    «L’antimafia?».
    «Tu ne sai niente di antimafia?».
    «Poco e niente».
    «Certo, come tutti».
    «Infatti».
    «Quanti anni avevi quando sono scoppiate le ultime bombe?».
    «Troppo piccolo per capirne qualcosa».
    «Certo, come tutti».
    «Sì».
    «Allora facciamo l’antimafia dei giovani. Basta con tutti questi vecchi che “l’hanno vissuta”. Ora saremo noi i protagonisti».
    «Sì, ma io non ne so quasi niente di mafia. Ci sono troppi nomi da ricordare».
    «Dici che vuoi lavorare? Bene, comincia così. Fatti una bella ricerca su internet e domani ne parliamo».

    «Dunque, hai studiato?».
    «Si, e sono ottimista. Penso che l’impresa riuscirà».
    «Perfetto».
    «Allora, come si comincia?».
    «Tu ti occupi del lato operativo, di programmare e realizzare gli eventi e le iniziative. Io mi occupo delle persone giuste e quindi di trovare i soldi. Ci sono almeno tre bandi di concorso a cui possiamo partecipare. Sono complessivamente quarantamila euro. Penso che vanno bene, per cominciare».
    «Vanno benissimo».
    «Dei tre bandi, almeno due ce li aggiudichiamo sicuro. Lo zio della moglie del cugino dell’amante di mia madre ha assicurato che conosce la gente giusta alla Regione per farci arrivare quei soldi dell’Europa».

    «Meno male che c’è l’Europa».
    «Rendiamo grazie all’Europa».

    «Il nome secondo me non conta più di tanto. Non conta nemmeno quello che facciamo e quello che pensiamo. L’importante è comunicarlo».
    «Parole sante».
    «Deve girare il nome, dobbiamo fare marketing virale, creare un brand. Innanzitutto direi di fare un gruppo e una pagina su Facebook, poi Twitter a manetta e tutti gli altri social network. Poi un sito internet e un blog. Il web deve essere bombardato dalla nostra antimafia. Comunicati stampa, slogan, frasi storiche, foto e video in cui ricordiamo con immenso dolore, esprimiamo massima solidarietà, facciamo un plauso a, stigmatizziamo, condanniamo eccetera eccetera».

    «Ho pensato, tanto per cominciare, di organizzare un concorso fotografico sulla mafia, poi uno di scrittura creativa, e poi, ho pensato che, visto le conoscenze che hai tu a Palermo nel mondo della cultura…».
    «…sì?».
    «…potremmo organizzare subito il nostro primo evento pubblico. Una rappresentazione al teatro dei pupi in cui ci sono Falcone e Borsellino con la spada e lo scudo che lottano contro la mafia».

    «Falcone e Borsellino come i pupi della tradizione siciliana. Uniamo l’impegno antimafia alla storia siciliana. E facciamo pure una replica in inglese, così è sia globale che locale. Questa è una grande idea! Perfettamente al passo con i tempi. E già c’ho in testa il titolo dell’evento».
    «Sentiamo».
    «Falcone e Borsellino. A vincere la mafia siamo Capaci».

    «Bene, però senti. Gli altri eroi non possiamo dimenticarli».
    «Certo».
    «Tipo Peppino Impastato. A Cinisi, dopo il film I cento passi, vengono ogni anno un sacco di persone».
    «Però dobbiamo stare attenti con Peppino Impastato».
    «Perché?».
    «Perché non vogliamo mica sembrare comunisti,vero? E se poi alla Regione c’è qualche vecchio anticomunista testardo che non ci vuole aiutare?».
    «Quindi, nemmeno troppo risalto a Placido Rizzotto…».
    «Vabbe’, Placido Rizzotto non se lo ricorda nessuno. Il film è stato un flop».
    «Quindi facciamo che Impastato e Rizzotto li ricordiamo, ma insieme a tutti gli altri eroi. Ognuno nel proprio angolino, come di giusto».
    «E se vogliamo celebrare qualcuno altro in particolare, a parte Falcone e Borsellino, che sia qualcuno che non ci faccia odiare da nessuno».
    «Per esempio Rosario Livatino, il giudice ragazzino. Il film non ha fatto molto successo, però c’era Giulio Scarpati, quello che poi ha fatto Un medico in famiglia. Come fai a odiare Un medico in famiglia?».
    «Già, Livatino potrebbe essere il nostro cavallo da battaglia, il volto buono dell’antimafia».

    «Ma anche Dalla Chiesa. Piace a tutti, sia a quelli di destra che a quelli di sinistra. Uno con le palle, militare, inflessibile uomo dello stato, ma anche un tenerone, uno che aveva la moglie giovane».

    «Poi c’è Caselli».
    «Sì».
    «Anche se Caselli non mi sembra tanto amato. Forse perchè è durato più di Dalla Chiesa».
    «Ma Caselli non l’hanno ammazzato».
    «Ah, ecco. Ora si spiega tutto».
    «Cos’è quella faccia?».
    «Ho fatto una lista di nomi. È un casino. Dovremmo gestire meglio questa squadra di eroi. La gente si confonde, ci sono troppi nomi».
    «Hai la lista? Leggi».
    «Ecco, sono in ordine sparso. Giovanni Falcone, Salvatore Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Padre Pino Puglisi, Rosario Livatino, Beppe Fava, Cosimo Cristina, Beppe Montana, Mario Francese Stefano Bontade, Salvatore Inzerillo, Calogero Zucchetto, Pio La Torre, Michele Reina, Pier Santi Mattarella, Salvo Lima, Boris Giuliano, Rocco Chinnici…».
    «Aspetta, aspetta. Hai ragione, sono davvero troppi».
    «E ne mancano ancora tantissimi».
    «E metà di quelli che hai detto non li conosco».

    «Prendi appunti».
    «Ci sono».

    «Ecco, scrivi, sul bandito Boris Giuliano, si può proiettare il film di Francesco Rosi e fare un concerto rock a Portella Della Ginestra”.
    «Rock? Musica vecchia, superata. Meglio ragga e dubstep, che ai giovani piace sballarsi e ballare».
    «E mettiamo pure un banchetto con gli alcolici».
    «E gli spacciatori?».
    «Quelli vengono da soli».

    «Su Salvo Lima, che se non sbaglio è stato ammazzato a Mondello, potremmo fare una performance con due fighe che conosco che fanno teatro contemporaneo. La facciamo magari in primavera, quando i palermitani cominciano a farsi i bagni».
    «E chiamiamo pure Studio aperto che fa il servizio sulle palermitane in bikini».
    «E facciamo spuntare sulla tv due fighe che conosco, con due bocce così».

    «Poi, Rocco Chinnici. Si tratta del primo eroe ammazzato con un’ esplosione al tritolo».
    «Si, ho letto pure io qualcosa del genere».
    «Per il suo anniversario allora possiamo organizzare un bel contest di fuochi d’artificio».
    «Il titolo io ce l’ho».
    «Cioè?».
    «Il boom dell’antimafia».

    «Però, con tutti questi eroi…il rischio è confonderci e farci confondere…».
    «E cosa si può fare?».
    «Che ne pensi di una mascotte? Un pupazzo che simboleggia tutti gli eroi di mafia? Qualcosa tipo un’aquila con la Trinacria al posto della testa».

    «Secondo me è sempre meglio citare i nomi di tutti gli eroi di mafia. E anche di tutte le vittime delle stragi, i ragazzi della scorta eccetera eccetera. Dobbiamo ricordare tutti, e di tutti avere rispetto».
    «Così magari riceviamo qualche finanziamento extra dalle associazioni dei familiari per le vittime di mafia».

    «Che ne pensi di fare un evento per ogni anniversario di ogni vittima di mafia?».
    «Impossibile. Saremmo impegnati tutti i giorni dell’anno».
    «Dici?».
    «Controlla un po’ gli appunti. Gli eroi in Sicilia sono davvero troppi».

    «Certo che la lotta alla mafia è una cosa dura».
    «E che ti aspettavi?».

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  • 7 commenti a “Sull’antimafia eccetera eccetera”

    1. Per la precisione ci sono finanziamenti per cca. 500.000 euro per antimafia in questo momento. 🙂

    2. qualcuno ha scritto che l’antimafia fa gli stessi danno della mafia…e oramai ne sono convinto anche io.

    3. Concordo con kersal

    4. […] Un brano è stato pubblicato su Rosalio.it […]

    5. E invece, cari Luca e Kersal, pensateci bene e vi renderete conto di avere detto una fesseria.

    6. l’antimafia di Falcone e Borsellino ha, in pochi anni e con risorse limitate, distrutto la più grossa industria della droga della storia, togliendo dalle mani della mafia una gigantesca fonte di reddito (e mettendola sull’orlo della sconfitta). Che esista l’antimafia di retorica e di convenienza, è un fatto, ma parlare di “antimafia” con un livello di generalizzazione e di banalità come quello del post e di alcuni commenti è, fancamente, disarmante

    7. @simone: ma tu sei realmente convinto che il post sia banale e non ci sia almeno un fondo (non molto profondo… ) di verità?

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