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lunedì 23 dic
  • Degrado nella zona di via Galilei e l'”archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Ho scattato delle foto nella zona Galilei (via Palatucci, discarica ormai “consolidata”; piazza De Saliba, nella quale l’aiuola è contaminata persino da una serie di siringhe conficcate nel suolo intorno a un albero; via Galilei, aiuole mai pulite e marciapiedi ormai distrutti dalle radici degli alberi; via Giotto, dove la gente abbandona i rifiuti accanto alle campane della raccolta del vetro; piazzale Giotto, in cui il degrado è ormai anche lì un fatto normale, aggravato peraltro dalla presenza costante dei rom; viale Regione, le cui aiuole centrali permangono in stato di abbandono; via De Saliba, in cui un venditore abusivo, piazzato sul marciapiede, espone durante il giorno la merce – accessori vari per auto – poi conservata nella notte nel suo deposito a quattro ruote, anche questo parcheggiato sul marciapiede e circondato dai rifiuti che lo stesso venditore non esita a lasciare nei paraggi).

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

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    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Un’ordinanza risalente allo scorso mese di febbraio prevede la chiusura di via Palatucci con barriere new jersey. Tale ordinanza, finora rimasta sulla carta, prevede che la Rap o il Coime provvedano allo sbarramento della strada quanto meno per evitare lo scarico di materiali ingombranti, per i quali, peraltro, esiste un servizio in piazzale Giotto, funzionante ma per niente pubblicizzato.

    Nella consueta passeggiata in via Palatucci, ho scoperto che su una parete era stato aperto un pertugio che dava accesso a una sorta di stanzetta/archivio/bunker (nel senso che sono presenti vari fascicoli, alcuni risalenti anche a 40 anni fa, cosa che mi ha sorpreso parecchio, oltre a cuscini, resti di cibo ed altri materiali).

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Sono tornato questo pomeriggio per fare altri scatti, questa volta con una macchina che mi consentisse di zoomare sui dettagli senza tuttavia accedere alla menzionata stanzetta, ricettacolo di immondizia, probabilmente utilizzata anche come dormitorio e pervasa da un acre odore di escrementi.

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

    Degrado nella zona di via Galilei e l'“archivio” di via Palatucci

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  • 5 commenti a “Degrado nella zona di via Galilei e l'”archivio” di via Palatucci”

    1. Ma possibile che nessuno faccia niente per questa povera città? E’uno schifo camminare a piedi e vedere questo scempio. Se si considera che tutto sommato stiamo parlando di una zona “buona” di Palermo… ci vuole tanto a prevedere una pulizia quanto meno settimanale, mensile (!) delle aiuole, dei (pochi) spazi verdi, dei marciapiedi…è inutile, è sempre la solita storia! Ma le altre città come fanno? Certe volte credo che in questa città di voglia un’amministrazione fatta solo di svizzeri e tedeschi. i siciliani a sè stessi sanno fare solo del male.

    2. Secondo me, il topo che si vede in foto e’ morto a causa di qualche infezione contratta nei paraggi a causa della troppa sporcizia.
      Comunque, a parte lo scherzo, molti dei rifiuti che si possono ammirare sono vintage, direi.
      Cio’ significa che son li’ da un bel pezzo, e cio’ a sua volta significa che chi di dovere non ha evidentemente fatto il proprio dovere.
      Qualunque citta’, anche la piu’ linda e pulita, se non fosse costantemente ripulita dai rifiuti lasciati dalle persone civili e anche da quelle incivili, avrebbe piu’ o meno la stessa fisionomia di Palermo.
      Non e’ una consolazione, ma una triste constatazione.

    3. Concordo con David, specialmente quando dice che qui il problema è che c’è qualcuno (magari anche più di qualcuno) che non fa il proprio dovere: RAP e Gesip per quanto riguarda la pulizia, la polizia municipale per quanto concerne le sanzioni da imporre a chi viola le regole (perché le regole ci sono, ma non vengono rispettate se non da una minoranza di “cretini”!). Nessuna città nasce “imparata”, ma l’assunzione di responsabilità da parte dei soggetti preposti rende possibile anche il cambiamento culturale di un popolo abituato a disfarsi dei rifiuti, siano essi sacchetti con resti di cibo o ingombranti divani, abbandonandoli nel primo angolo di strada in cui è già presente un sacchetto, considerato -non si sa in base a quale principio condiviso- un segnale per il quale lì sì che si può formare una discarica (“ce n’è già uno, che fastidio dà se aggiungo anche il mio?”), a prescindere dal fatto che si tratti o meno di una zona “buona” (e la zona di via Galilei, almeno una volta, tale era considerata…).

    4. A nessuno di voi viene in mente che molte discariche sono create ad arte ?
      Ogni volta che scoppia l’emergenza rifiuti il Comune fa ricorso a ditte private
      e noi paghiamo…

    5. Non mi sento di escludere nulla, ma per quanto riguarda la discarica di via Palatucci, quest’anno è stata ripulita 3 volte dall’Amia, con costi enormi che mi sembra abbiano gravato sulle casse del Comune (cioè le nostre). Nel corso dell’ultimo intervento, non credo di esagerare se dico che sono state rimosse tre tonnellate di rifiuti e sono stati necessari più camion per portare via sacchetti, mobili, pneumatici, carcasse di computer e televisori e sfabbricidi, senza contare le lastre di eternit presenti, che hanno richiesto interventi di smaltimento specifici. Al di là del degrado, lo spreco di denaro (denaro che potrebbe essere impiegato per altre emergenze) è fuori da ogni logica. A tutto questo è da aggiungere l’odiata e odiosa (e imminente) Tares che, per carità, va pagata, ma è anche vero che pagarla mentre si sguazza nell’immondizia la rende ancora più odiosa…

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