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sabato 23 nov
  • Legambiente Sicilia contro il cartellone Fastweb alla Cattedrale

    Cartellone pubblicitario alla Cattedrale
    (foto di Giovanni Villino)

    Ieri il direttore regionale di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna è tornato a parlare del manifesto di Fastweb alla Cattedrale che aveva provocato polemiche in città.

    Zanna ha dichiarato: «C’è da restare delusi ed amareggiati nel constatare che a Palermo ci si abitua davvero a tutto. Sono passate due settimane dalle giuste polemiche sull’affissione del maxi manifesto sul ponteggio della Cattedrale e non è successo nulla! L’esagerata e inopportuna pubblicità è ancora li, vero oltraggio al meraviglioso monumento e luogo di culto. Non siamo dispiaciuti solo per il sito “mortificato”, ma anche per la Fastweb che si sta facendo una “pessima pubblicità”, visto che, tra l’altro, aveva subito dichiarato di voler far ritirare l’assurdo maxi poster….ma tanto il tempo passa e i palermitani si abituano a tutto. Che tristezza!».

    Fastweb aveva pubblicato due tweet in risposta al nostro account Palermer annunciando la prossima rimozione e dicendo di non avere commissionato l’affissione e anche il Comune si era schierato contro.

    Palermo
  • 9 commenti a “Legambiente Sicilia contro il cartellone Fastweb alla Cattedrale”

    1. E’ commovente come Legambiente stia attenta ai beni storici ed al paersaggio, peccato che la stessa Legambiente abbia promosso e consentito uno scempio immane conseguente al fotovoltaico ed all’eolico industriale. Per non parlare degli impianti a biomasse e del cdr da bruciare nei cementifici.Si predica bene e si razzola male e si prende in giro la gente, ma si sa una cosa è un cartellone una cosa sono gli affari…..

    2. Parlare di cultura senza soldi è pura utopia. L’arte è stata sempre espressione non solo degli artisti ma dei grandi mecenati che hanno creduto in loro. Oggi i mecenati non esisto più, o sono diventati pochi, ed i soldi sono in mano alle aziende che si occupano di pubblicità. Forse non tutti sanno che il primo settore al mondo per giro di affari è proprio la pubblicità. io personalmente non vedo nulla di male se per un paio di mesi si sfrutti quello spazio per un pubblicità per poi restituire alla città un bene preservato e curato.

    3. Sante parole Tommaso, sante parole!

    4. Quanta ipocrisa! Meglio lasciare la Cattedrale a marcire fino a quando lo stato non trova i soldi per il restauro?
      Ma perchè un privato dovrebbe regalare soldi allo stato senza averne nulla in cambio?
      E’ la solita ipocrisia italica

    5. Leg. ambiente
      Farebbe bene ad occuparsi dei tappeti di rifiuti che coprono le vie laterali all’autostrada che dall’aeroporto di Punta Raisi porta a Palermo.
      Bel biglietto da visita per chi arriva in Sicilia!
      Anzi quelli di leg. ambiente dovrebbero mobilitarsi e scendere in campo con scope e ramazze e dare un esempio concreto.
      E smetterla di rompere.Siamo al ridicolo.

    6. Al ridicolo,ancora una volta

    7. Qualcuno, quando sente termini come cultura, ambiente e cose del genere mette mano alla pistola.

      Meno male che è una minoranza rumorosa e trolleggiante.

      Il tema da approfondire, per me, è l’accettazione del principio per cui chi ha soldi può far tutto, perché coi soldi tutto si compra. Molti rinunziano anche solo a pensare che esistano valori che non si comprano perché non hanno prezzo, che esista un interesse collettivo che non è la somma degli interessi di chi “può”, che si possa concepire il bello come valore di vita.

      Coi soldi ci si appropria di un angolo emblematico della città e della chiesa che ne è uno dei simboli. Sono quei mercanti che il fondatore della Chiesa aveva scacciato.

      Si, va bene, anche con quei soldi si pagano i restauri, ma la domanda è: era proprio necessario, non si poteva fare altrimenti? E, se siamo arrivati a questo, se tutto ha un prezzo, cosa osta a che anche gli uomini siano marchiati da sponsor?
      Qualcuno mi dica dov’è il limite.

      P.S.: fastweb mi ha truffato, o rubato, il costo due mesi di servizio, fattomi pagare anche dopo la disdetta. Questi sono i soggetti che incarnano il modo di fare che molti oggi ritengono normale.

    8. Vendere il proprio corpo e la propria anima si chiama prostituzione. E chi li fa ha sempre delle ottime ragioni …(poi pero’ non pretende di ergersi a campione di moralità).

    9. I commenti di Potero e di Carlo sono stati postati dallo stesso indirizzo IP.

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