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mercoledì 13 nov
  • Perché Palermo non riesce a fare tesoro dei suoi tesori?

    World heritage

    Recentemente, per ricordare i mille anni dalla fondazione del Regno di Granada (la città si costituì come regno indipendente nel 1013, con l’arrivo della dinastia Zirí), la televisione spagnola ha dedicato un bel servizio all’Alhambra.

    Come è noto, si tratta di un complesso di palazzi (vera città dentro la città) che è il simbolo non solo di Granada (ultimo regno islamico della penisola iberica) ma dell’intera Andalusia.

    Mi ha colpito un dato, sul quale forse sarebbe opportuno si riflettesse, quello relativo al numero dei visitatori di quest’incantevole esempio di architettura ispano-moresca: a visitare l’Alhambra, che nel 1984 è stata dichiarata Patrimonio culturale dell’Umanità, sono, ogni anno, milioni di persone.

    L’Alhambra di Granada rappresenta un esempio, ben conservato, di cittadella del mondo islamico.

    Di cittadelle simili ne sorsero altre, sia in quel periodo (l’Alhambra è stata costruita tra il XIII e il XV secolo) che in età precedenti.

    Penso, per esempio, alla Halqah palermitana, situata nella zona dov’era il nucleo principale dell’antica città punica.

    Penso anche al fatto che Palermo, nel suo periodo arabo, era una splendida metropoli, non a caso paragonata per il suo splendore a città come Il Cairo e Cordova.

    E mi chiedo: per quale motivo Palermo non riesce a fare tesoro dei suoi tesori?

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  • 13 commenti a “Perché Palermo non riesce a fare tesoro dei suoi tesori?”

    1. …perchè quello che viaggiatori di tutti i tempi osannavano con tanto stupore, non esiste più. E quel che è rimasto sopravvive sepolto nell’ombra, destinato al declino inesorabile. Una magnifica città, tesoro del mediterraneo, ridotta a nostalgico ammasso di palazzi che ricordano i fasti passati. Troppo stuprata. E lasciata marcire in un limbo.

    2. esiste,esiste.
      E’ tutto li’.

    3. Per il livello medio di ignoranza e incuria? All’ingresso dell’Alhambra c’é un verso dedicato al viaggiatore: se incontri un cieco non lesinare l’elemosina perché non c’é disgrazia più grande di essere ciechi a Granada.
      Palermo é una città di ciechi che guidano altri ciechi incapaci tutti di apprezzare e conservare le bellezze lasciateci da altri in passato.

    4. In India esistono monumenti incredibili, molto spesso maltrattati, resi brutti, gestiti goffamente, impoveriti da “abbellimenti” e superfetazioni posticce. Sia chiaro se ne prendono cura, a modo loro, ma senza quel senso estetico che sarebbe necessario. Mi chiedevo come mai un popolo che ha costruito cose così stupefacenti adesso producesse questo degrado. La risposta che mi sono dato per l’India vale anche per Palermo. Non siamo noi ma generazioni prima di noi che hanno avuto senso estetico e capacità di comprendere e generare la bellezza. Noi siamo solo gli eredi decadenti di uno splendore che non ci appartiene, che non sappiamo comprendere, non abbimo i mezzi culturali per difendere e meno ancora sapremmo produrre. Che piaccia o no ai benpensanti, il degrado attorno a noi non è altro che il risultato della nostra capacità media di generare e gestire il degrado.

    5. Con tutto il rispetto per Palermo e per le idee di tutti, ho una risposta all’interrogativo dell’autore: perché Palermo fa cacare e punto, solo chiacchere, bla bla bla e distintivo ma fa cacare, tant’è che quando devono fare un film in Sicilia lo ambientano in tutt’altro posto, compresi i palermitani Ficarra e Picone, e Tornatore va a costruire Bagheria (che è una Palermo in miniatura ma fa cacare per 3) nel deserto tunisino. Questione di opinioni, questa è la mia.

    6. Può capitare di nascere deficienti
      E’ questione scientifica.

    7. Anche statistica se per questo. Fenomeno tipico di chi sta h.24 davanti ad una tastiera.

    8. Adesso un po’ mi avvicino alla posizione di Callea.In effetti ormai la classe dirigente siciliana e’ fatta di ignorantoni ,arroganti,arrivisti e papponi.
      Una volta erano i Gattopardi a gestire le cose ,o chi era vicino alle corti di re come Federico.
      Altre epoche invece furono altrettanto buie per la rozzezza delle abitudini e dei costumi. Palermo e’ una bella citta’ , come lo e’ una citta’ indiana,ma degi antichi cittadini , della nobilta’ palermitana (quella del cuore ,quella dei Barbera ad esempio e di tanti altri palermitani innamorati ), niente e’ rimasto

    9. Vi invito a essere rispettosi nei vostri commenti. Grazie.

    10. udite udite!
      parla di estetica il Dr Callea, il quale ha partecipato al piu’ grande obbrobrio mondiale per un’… “opera pubblica”… opera? Mi viene da ridere.
      Ovvero, l’arredamento di una piazza palermitana fatto con pedane di legno bruttissime, pedane che sono utilizzate comunemente per il trasporto di merci alimentari. Hanno trasformato una bella piazza dove si trovano palazzi di pregio e monumenti di grande interesse, in una sorta di cortile di un deposito, peraltro sudicio, nel migliore dei casi; perché in certi momenti quelle pedane sembrano gettate come in una discarica. Hanno oltraggiato la piazza e i monumenti.
      Udite udite! il Dr Callea parla di estetica.
      Magari ci parli pure dei metodi di attribuzione di incarichi e finanziamenti pubblici, laddove il mercato dell’amicizia (di furbi e arrivisti) è in contrasto con la meritocrazia, cattive e arretrate abitudini che producono il degrado socio-culturale denunciato qui.
      Udite udite, il Dr Callea parla di estetica (ritornello, preceduto dal suono di tamburi)

    11. scientifica o statistica
      nati deficienti
      tali si rimane
      e tali ci si manifesta

    12. E vivendo h.24 davanti ad una tastiera il deficiente nato peggiora.

    13. Rimuoverò ulteriori commenti non rispettosi e fuori tema. Grazie.

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