A proposito di formazione professionale
Quale dovrebbe essere la finalità dei 400 milioni del budget annuale della formazione professionale? Favorire l’occupazione qualificata? Quali sono stati i risultati apprezzabili di tutti questi soldi spesi, a parte gli stipendi dei formatori, i gettoni ai partecipanti e i profitti degli enti che in gran parte fanno capo a politici e sindacati come i recenti scandali hanno rivelato? Numeri, non chiacchiere per favore!
Un modo efficace per portare al 100% la percentuale di occupati grazie all’uso oculato di queste risorse pubbliche, potrebbe essere quello di finanziare direttamente le imprese che assumono e che possono essere incentivate a farlo anche grazie alla possibilità di professionalizzare secondo le proprie specifiche esigenze i nuovi assunti presso scuole o altre aziende scelte a proprio insindacabile giudizio e pagate con queste risorse pubbliche.
Probabilmente, per questa soluzione non servirebbero i 400 milioni del ricco budget della formazione, ma molti di meno. La differenza potrebbe essere allora utilizzata per innalzare il livello della qualità dell’istruzione dell’obbligo che attraverso i test Pisa e Invalsi vede i nostri ragazzi in fondo alle classifiche. Questa finalità, assolutamente coerente con l’uso dei fondi nazionali ed europei previsti per la formazione, è non meno di aiuto per l’occupazione perché, come ha recentemente denunciato l’Ocse, solo un terzo della popolazione ha competenze coerenti con le esigenze del mondo del lavoro.
Ricordo una, ormai datata, requisitoria del procuratore della Corte dei Conti nella quale erano riportati alcuni risultati di un’indagine sull’efficacia della formazione regionale siciliana.
Secondo quei dati solo una persona su undici, tra quelle che avevano frequentato i corsi, aveva trovato un lavoro coerente con la formazione ricevuta.
Il tema è sempre affascinante: cosa si potrebbe fare con dei soldi che sono spesi male o sembrerebbe essere spesi male? Incentivare direttamente l’assunzione da parte delle aziende con dei contratti simil “formazione&lavoro” lasciando alle imprese il compito di selezionare gli allievi/lavoratori e il percorso formativo è sicuramente una via che ha dato e di solito da buoni risultati.
Il problema, spesso, quando si vuole affrontare la questione in un’area territoriale ben definita è duplice, soprattutto se ci troviamo in Sicilia:
1. sono poche le aziende locali capaci di gestire un flusso del genere. Intendo dire che, data la ridottissima dimensione delle imprese, si dovrebbe creare una rete di più imprese appartenenti allo stesso settore interessate ad un percorso comune di formazione;
2. potrebbe configurarsi un aiuto di stato la riduzione dei costi del lavoro in una sola zona. Se la facilitazione si allarga a tutto il territorio nazionale ho seri dubbi che possa crescere l’occupazione nel meridione.
Detto questo, a mio parere, ma è solo un piccolo parere, lo scarso ritorno che in termini occupazionali hanno gran parte dei soggetti che svolgono formazione (Università ed enti di formazione) deriva in prima istanza dal contesto e poi dalle competenze che si riescono a trasmettere. Una buona didattica o una buona formazione devono trovare anche un tessuto imprenditoriale disposto ad accogliere i neoformati che sempre più spesso diventano liberi imprenditori perchè le competenze (o le presunte competenze) non trovano il match con quello che il mercato richiede.
Sicuramente un buon investimento sulla scuola dell’obbligo potrebbe contribuire ad innalzare il livello che a mio parere si è troppo abbassato negli ultimi anni. Questo è solo un mio parere sicuramente oggetto di critiche e di commenti.
Grande dinonna, come sempre
Indubbiamente avrebbe senso usare così una parte del budget. Ma senza dimenticare che la formazione non può ridursi solo alle esigenze delle imprese che già ci sono (soprattutto in un contesto come quello siciliano dove la carenza di imprese e imprenditorialità è tra le principali ragioni di scarso sviluppo). Ovvero, serve anche formare per creare nuove competenze e nuove possibilità di sviluppo economico-sociale.
Fondamentale, da questo punto di vista, è il settore ricerca e sviluppo. In Portogallo, si usa parte dell’FSE per finanziare borse di dottorato e post-doc, col risultato di dare risorse agli atenei da conquistare con concorsi nazionali (e mettendoli in competizione tra loro) e di attirare stranieri competenti. Così si creano più dottori di ricerca e ricercatori formati, essenziali allo sviluppo economico in un contesto di crescente competizione a scala globale
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/catania/dettaglio/articolo/gdsid/295165/
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/catania/dettaglio/articolo/gdsid/295078/
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/catania/dettaglio/articolo/gdsid/294942/
http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/catania/dettaglio/articolo/gdsid/294743/
secondo me i soldi alla formazione sono soldi rubati e sperperati. perché creare della scuole di formazione sulle fantasie notturne di qualche losco individuo? le scuole professionali statali secondo me sono più che sufficienti, altrimenti se sono valide le prime le seconde non servono affatto. tutti sanno che queste scuole sono degli stipendifici dove i politici hanno fatto confluire i loro parenti più stretti, le indagini evidenziate da Alberto lo dimostrano. basterebbe fare come dice giustamente di donna e fanno in austria: affidare direttamente i ragazzi alle aziende, quelle vere e defiscalizzare del tutto questo tipo di impiego a metà fra lavoro e studio. in austria gli apprendisti guadagnano circa 600 euro al mese, hanno gli stessi doveri degli altri operai, le ferie sono 5 settimane l’anno e dopo tre anni di lavoro ed esperienza acquisiscono la professionalità da spendere sul mercato.
Qualunque settore pubblico si tocca,vengono fuori situazioni scandalose,
sperperi,ruberie.
Modello Italia.
Concordo sul fatto che sono soldi inutili…e a mangiarci sono soltanto i formatori…io ne ho seguito uno di mille ore nel 2009 in cui ci avrebbero dovuto addirittura assegnare la gestione dei servizi in tutte le riserve naturali della sicilia, gestite dall’azienda foreste….morale della favola è stato un buco nell’acqua…e intanto la regione ha speso 8 milioni di euro per “formarci”.
Ieri parlavo con un ragazzo che di tanto in tanto fa il giardiniere ,fuiutu e padre di un bambino.Mi raccontava di un corso da panettiere/pasticciere
Ma e’ sempre rimasto disoccupato.
Per mia scelta ho seguito un corso da 100 ore e non da 900 ore, in pratica si tratta dello stesso corso che un ente completa in 100 ore e un altro in 900 ore, ma come è possibile che un corso che si può fare in 100 ore venga svolto in 900 ore? Ma cosa si diranno mai in 900 ore ? Per di più il corso da 100 ore si poteva fare pure in meno ore e ci sono stati docenti inesistenti che erano lì solo per scaldare la sedia , abbiamo ovviamente segnalato il professore ma non credo nemmeno che questi enti scartino tali tipi di professori che evidentemente sono messi lì da amicize varie.
Ho pure fatto un master nel quale tra l’altro spesso faceva visita il famoso Cuffaro, bene questo ente è fallito e non esiste più, ma quando presento un curriculum con dicitura master XXX e tale ente non esiste più che figura ci faccio? Tale ente era in piedi solo per via di amicizie politiche varie, ecco la formazione professionale in Sicilia.
Il nulla.
La formazione professionale in sicilia dovrebbe essere cancellata completamente, mettendo in galera tutti quelli che ci hanno mangiato sopra. Avete mai notato come tutti gli enti di formazione professionale siano pieni di parenti del politicante di turno? Sono piu’ aziende a “conduzione familiare” che altro… La cosa bella e’ che poi provano tutti a darsi le arie da professionisti e da gente professionale, ma quando gli fai notare che sono nel loro posto solo e soltanto grazie alle parentele gli viene la crisi isterica!
I politici locali sostengono apertamente che i fondi per la formazione professionale sono utilizzati in Sicilia come la cassa integrazione al nord. Un ammortizzatore sociale. Solo che non essendoci aziende, prima e dopo i corsi resta il nulla. Quali sono i nomi delle aziende siciliane che non assumono perché non trovano personale qualificato? Quali sono le scuole che utilizzerebbero se avessero fondi da spendere a loro insindacabile giudizio? Quali aziende formerebbero il personale di un concorrente?
Così si rischia di deviare l’attenzione.
Il principio di fare istruzione professionale ai ragazzi volenterosi e disoccupati,
erogando un modesto gettone di presenza, e’ una cosa,
emettere fatture false x milioni di euro per prestazioni mai effettuate come
sostengono le inchieste dei magistrati di Catania,approdate ad arresti,
e’ ben altra cosa.