Arrivederci
Ora che anche tu hai dovuto voltarti indietro e tornare, iniziano a riaffiorare a tratti i ricordi. Quelli di un’ avventura durata anni, in una città in cui non ci siamo sentiti mai estranei né ospiti. Bello è stato, e a stento tratteniamo le lacrime, a parlarne. Allontanati dalla distanza, uniti da un telefono. Si sente solo la voce, che da sola tradisce l’emozione.
«’Un vìo l’ura chi mi nni vaiu di ccà», sentivamo ripetere spesso da altri ragazzi. E non capivamo. Noi ci trovavamo bene. E ce ne fregavamo di tutti quelli che dicevano che Palermo era lorda e accupusa. Per noi era bellissima. Ora capiamo solo quanto ci manca Lei e quanto ci manchiamo noi, lì.
Il bello è che ricordiamo solo i momenti buoni, e sono tanti. Le cose tinte ce le siamo scordate, ne parliamo poco. Eppure ne sono successe. Persone squallide ne abbiamo incocciate assai. Ma noi che ce ne fregava. Eravamo insieme, lì. C’è tanto da ricordare, ma mettersi a farlo è come innescare una bomba a orologeria. Per chiudere gli occhi bisogna avere poi il coraggio di riaprirli. Continua »
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