A proposito della funzione di una corretta informazione in una società
E così, stando a quello che in questi giorni si legge sui giornali, nel corso del 2013 l’Ars è costata ai siciliani 165 milioni di euro.
Si tratta di una montagna di soldi, di una cifra sicuramente spropositata, ingiustificabile, non solo in termini assoluti ma ancora di più se rapportata a quello che i siciliani ricevono in cambio da questa struttura, che conta ben 1800 dirigenti (uno ogni nove dipendenti), tanto elefantiaca quanto inefficiente.
Il problema infatti, prima ancora che nella quantità di questi soldi, sta nel fatto che a fronte di questa spesa i cittadini vivano in condizioni non degne di un Paese civile.
A scandalizzare dovrebbe essere non il rapporto col numero di abitanti, ma quello col livello della qualità dei servizi sui quali i siciliani possono contare.
E invece, in questo Paese dove un milione e passa di persone vivono di politica (nel migliore dei casi inutile), dove esistono regioni che più che parti di uno Stato sono esse stesse uno Stato (inteso però non come lo strumento col quale una comunità si organizza per vivere pacificamente, ma come distributore di soldi, come una mammella da mungere), notizie come questa scivolano via come la pioggia su una parete di vetro, per lasciare il posto ad altre simili, in una sequenza senza fine.
E allora mi chiedo che senso abbia portare notizie come questa a conoscenza dei cittadini se poi le coscienze di chi viene informato restano ferme, immobili, indifferenti.
A volte ho l’impressione che informare correttamente i cittadini di questo Paese, prima ancora di essere difficile, sia completamente inutile.
Ciò che per alcuni è spreco, per altri è “mantenere la famiglia”: parassiti grandi e piccoli si sostengono implicitamente a vicenda per il mantenimento dello status quo attraverso i loro rappresentanti politici che garantiscono questo status quo. Nel frattempo, almeno due generazioni hanno perso il futuro e possono o andare a cercare fortuna altrove oppure organizzarsi politicamente per un doveroso ricambio della classe dirigente nazionale ed isolana, possibilmente con programmi non campati in aria, ma magari resi più efficaci da chi ha maggiore esperienza. Serve un’alleanza tra le generazioni al di fuori del blocco parassitario e malavitoso che governa il Paese.
Per amor di verità, preciso che lo scandaloso numero di dirigenti (1.800) si riferisce alla Regione Siciliana, non all’Ars.
solo una precisazione: i 165 milioni di euro sono costati agli italiani visto che la Sicilia è in profondo rosso da decenni. Leggete l’ articolo di oggi sul Corriere, il sig. Crocetta è corso a Roma a piangere (come del resto hanno sempre fatto i suoi predecessori) : ci sono quasi 150000 persone in Sicilia alle dipendenze dirette ed indirette della regione. Ogni commento è superfluo