Trainspotting? No, Palermo
(foto da Google Maps)
Vicolo della Chiesa di Sant’Orsola è quello piccolo piccolo, accanto Palazzo Comitini.
È un vicolo, in pieno centro storico, in cui succedono cose di questo e dell’altro mondo. Extracomunitari di varia provenienza che trovano un posto tranquillo per sedersi, scambiare due chiacchiere e pranzare sui gradini (senza lasciare alcun rifiuto a perenne memoria del loro transito). E palermitani purosangue che lo scambiano per una latrina a cielo aperto. O che arrivano muniti di cucchiaino, siringa, mezzo limone e fazzoletto, si piazzano sui gradini e non ti lasciano passare finché non hanno finito. Dandosi al lancio della siringa subito dopo, anche sotto il sole di mezzogiorno e sotto l’occhio di una telecamera di videosorveglianza a circuito chiuso.
Da quando abitiamo qui – quasi un anno – insieme al nostro vicino ghanese (che ha moglie e figli, e non fa certo salti di gioia quando li vede zompettare curiosi davanti la porta di casa) abbiamo fatto di tutto con risultati piuttosto modesti per scoraggiare questo tipo di frequentazioni. Dal dialogo alle chiamate continue alle forze dell’ordine. Che – quando arrivano – arrivano in ritardo, asserendo comunque di non poter far nulla «perché la detenzione di droga per uso personale non costituisce reato».
Ora, sicuramente non è un reato punibile penalmente. Ma una sanzione amministrativa bella e buona per l’abbandono di siringhe in luogo pubblico non gliela toglierebbe nessuno. Ma finora non è mai successo. Neanche quando l’habitué che ormai conosciamo a menadito è stato colto in flagrante. Al massimo non si è fatto vedere per quattro-cinque giorni.
Il risultato è un costante accumularsi di siringhe e rifiuti sparsi un po’ ovunque, in particolare nello spazio di pertinenza di Palazzo Comitini, che la Provincia ha chiuso con un cancello, senza curarne la pulizia. A fine luglio, a seguito di una sequela di esposti a tutte le possibili autorità competenti, la RAP ha effettuato un’intervento di pulizia straordinaria. Il vicolo sembrava nuovo. A settembre la montagna d’aghi era più alta di prima, e se ne trovavano di nascosti nei buchi dei muri e sotto i cespugli di parietaria che spuntano costantemente su tutte le pavimentazioni palermitane. è stata la volta di un’altra pulizia straordinaria, stavolta a carico nostro.
A quel punto abbiamo cominciato ad occuparci personalmente, per quanto possibile, della pulizia del vicolo. Dato che i netturbini di turno non si azzardano ad oltrepassare l’invisibile soglia di via Maqueda.
Ma aver cura di uno spazio pubblico è una cosa, raccogliere siringhe un’altra. Un paio di volte le abbiamo raccolte con scopa e paletta e buttate in un cartone (con tutta la scopa e la paletta…cornuti e mazziàti, come si dice).
Adesso stanno rispuntando, e ci piacerebbe fare qualcosa per rompere questa simpatica routine di accumulo-sdegno-pulizia autogestita-riaccumulo.
Vicolo della Chiesa di Sant’Orsola è, potenzialmente, un posto abbastanza eccezionale. è l’unico, su via Maqueda, ad aver mantenuto il piano d’imposta delle abitazioni rialzato rispetto al piano stradale (come succede per San Cataldo e la Martorana). E si allontana dal traffico quel tanto che gli consente di diventare un posto silenzioso e raccolto nel giro di venti metri. Quando i bambini se ne vanno in giro col triciclo sotto le finestre è bellissimo.
Sarebbe bello farci un cineforum, pulirlo, metterci qualche piantina, farci un mercatino di quartiere.
E magari le social street sono un’occasione. Anzi, l’Occasione.
Non immaginavo che quella zona fosse caduta in un tale degrado e incuria.
Quando i cittadini arrivano al punto di raccogliere autonomamente, davanti la propria porta, gli aghi dei tossicodipendenti, vuol dire che il grado di civiltà di questa città ha assunto ormai il livello più basso della sua storia.
Questa storia mi ha molto colpito. Valentina mi piacerebbe aiutarti a risolvere il problema!!
Tony, mi stupisco di te, che mostri sempre un’intelligenza intuitiva!
L’autrice ce lo ha detto: armiamoci di scopa, paletta e secchio, e via col tango.
Insomma, nel vicolo ci si farà una bella scopata.
Senza neanche dover abbassare pantaloni o alzar gonne, wow.
David secondo me hai scritto una stupidaggine.
Eh vabbe’, quando il boss parla bisogna sempre calare la testa.
Regola di vita.
Basterebbe non fare battute fuori contesto.
Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
(detto mentre mi cospargo il capo di cenere).
Come ho fatto a cadere cosi’ in basso?
Che vergogna.
Mi vado a nascondere sotto il primo tappeto disponibile.
Grazie, Tony.
A rimboccarci le maniche e dare ‘na pulita, ci siamo. ci siamo già stati, e ci saremo di nuovo.
ma è il mantenimento, il problema.
mi piacerebbe non dover piantonare la porta di casa come un milite in guardiola…
Ti sostengo, amo quel vicoletto, passeggiarci…
Servirebbe attenzione da parte di tutti. Le social street sì. Potrebbero fare tanto per questo ben vicoletto.